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Autore: _fedss    25/11/2012    6 recensioni
Corri e fottitene dell'orgoglio,
ne ha rovinati più lui che il petrolio
Ci fosse anche solo una probabilità,
giocala, giocala, giocala!
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giocala. 
 
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“Allora stasera a casa tua?”
 
Ti guardava con quello sguardo malizioso, carico di lussuria e, tu, non potevi dire  di no. Annuivi con il capo, senza riuscire a nascondere un sorriso, la maggior parte delle volte triste.
 
Amavi il sesso con Nathan. Ma non solo quello. Tu amavi anche lui. Avresti voluto che ci fosse stato qualcosa di più, qualcosa di più concreto, qualcosa con del sentimento. Ma non era così.
 
Ti eri improvvisamente trasformata in una delle sue tante.
 
 
Era iniziato tutto una sera, dopo le riprese. Come d’abitudine, ti aveva riaccompagnata a casa. Ma quella volta, non si era limitato a scendere per aprirti  lo sportello dell’auto come un vero cavaliere, una volta davanti la tua villetta. Avevate percorso insieme il sentierino che vi divideva dalla porta, mano nella mano, occhi negli occhi.
 
Era una serata speciale.
 

Che cosa c'è , ti sei pentita?
Vorresti ritornare indietro, e dirgli cosa?
Che sei cambiata, che sei diversa,
che in questi giorni, sei cresciuta?

 
 
Lo facevate senza mai essere stanchi l’uno dell’altra, della vostra passione, del vostro rapporto. Ma piano piano, sentivi che ciò che avevate, non ti bastava. Eri sempre più dispiaciuta quando, la mattina, non lo trovavi con te nel letto. Oppure, quando durante il giorno, non potevi baciarlo, dovevi mantenerti ad una distanza di sicurezza per non destare sospetti.
 
Ti sentivi morire, invece, quando lo vedevi in compagnia di altre donne. E volevi che scomparisse, quando lui ti confessava che il vostro rapporto da trombamici, lo faceva impazzire. ‘Trombamici’, è così che vi definiva. Due amici che si incontravano per fare sesso, nulla di più.
 
Faceva male.
 
Per questo avevi deciso di smettere. Non potevate andare avanti così. Quindi glielo avevi detto. Ricordi ancora le sue parole, quelle esatte.
 
“Mi sono sempre accontentato di questo rapporto con te, perché sapevo che non avresti permesso di far nascere nulla di serio fra di noi. Eppure, un po’ ci speravo… che illuso che sono”.Si era liquidato dal tuo camerino, dopo aver detto questa breve frase. Secca, carica di dolore. Fredda.
 
Non eri riuscita a controbattere.  L’avevi lasciato andare così, senza essere in grado di spiccicare parola. Ti aveva spiazzato, con quell’affermazione. Allora, non era come pensavi tu. Anche lui avrebbe voluto qualcosa di più. Ma perché non lo aveva chiesto?
 
 

Ma c'è qualcosa che ti frena,
si chiama orgoglio,
quello che ti frega.

 
 
 
 
Da quel giorno, vi ignorate. Lui è troppo ferito. Tu… tu no. C’è solo una cosa ad impedirti di andargli a parlare: l’orgoglio. Sei così orgogliosa, così tanto da non riuscire ad ammettere che anche tu hai sbagliato. Anche tu, hai accettato quella condizione.
 
Perché ammettilo, ti piaceva. La cosa degli amanti clandestini, ti eccitava. E non poco.
 
Non è più divertente, andare a lavorare. O almeno, non come prima. Siete sempre perfetti nei vostri ruoli, Castle e Beckett sono sempre più affiatati nella loro relazione. Questa stagione sta facendo scintille. Ma voi?
 
Voi vi siete persi. Non siete più quelli di una volta. Non giocate, non vi stuzzicate, e se ne sono accorti tutti. Tira una brutta aria per gli studios, ed è tutta colpa vostra. Non ce la fai più, lui nemmeno. Lo vedi, quando ti guarda pensando di non essere notato, con quegli occhi che sembrano implorarti. Vuole riprovare, vuole avere una seconda chance. Non te l’ha mai chiesto, ma tu lo sai.
 
 

Corri e fottitene dell'orgoglio,
ne ha rovinati più lui che il petrolio
Ci fosse anche solo una probabilità,
giocala, giocala, giocala!

 
 
E’ per questo che hai deciso.
Oggi vi chiarirete. Ne sei sicura, vuoi farlo. Ti manca troppo, anche come amico.
 
Hai messo in conto che forse non lui non vorrà, ma almeno ci vuoi provare. Quando la mattina arrivi sul set, sei raggiante, o quasi. Lui no, ti vede e sorride amaramente, convinto che tu sia felice per un altro uomo, o chissà cos’altro.
 
Non lo ignori come tutti i giorni, alzi la mano, salutandolo. Lui rimane paralizzato, quasi spalanca gli occhi. Ma poi si rilassa, sorride e ricambiail saluto.
 
Poi entri nel tuo camerino e noti che sorride, prima che scompaia dalla tua vista.
 
 

Prendila, prendila, prendila!

 
 
 
 
Oggi mi hai salutato. Il mio cuore ha smesso di battere per non so quanto tempo, ma è stata comunque una delle cose più belle che mi sia capitata in questi ultimi tempi.
 
Non avrei mai voluto che la nostra amicizia si rovinasse in questo modo. Ma è successo. E ha fatto male, dannazione! È vero, non ho mai detto niente per farti capire quanto ti volevo non solo come “compagna di giochi”, ma anche come qualcosa di più.
 
Accettavo quella situazione, con piacere, a volte, ma non ho mai avuto il coraggio di dirti in faccia quello che provavo.
 
E infatti me lo hai fatto capire prima tu. Che dovevamo smettere, che dovevamo svegliarci e fare gli adulti. E così è stato. Abbiamo fatto gli adulti orgogliosi, entrambi.
 
 

Che cosa c'è, ti sei pentita?
Vorresti ritornare indietro e dirmi cosa?

Che sei cambiata, che sei diversa,
che in questi giorni sei cresciuta?

 
 
Ci siamo ignorati per quasi un mese. Continuava a fare male, ma speravo comunque in una tua mossa. Che non è mai arrivata. Ti conosco, ormai. So come sei fatta. Dovevo aspettarmelo. Ma perché non sperare?
 
Io parlo di speranze, quando ormai le avevo perse! Ma dopo stamattina, dopo il tuo saluto… non so, mi sento meglio. Più libero, più carico… più innamorato. È per questo che non entro nel mio camerino. Mi dirigo verso il tuo, dove sei appena entrata.
 
Busso senza esitazione, neanche mi pento in un secondo momento. Aspetto che tu apri e, quando lo fai, ti blocchi un attimo quando mi vedi. Ma poi sorridi, come nulla fosse.
 
“Vuoi entrare?” Annuisco, così mi lasci passare. Mi siedo sul divano bianco e ti guardo, sei già nei panni della detective Beckett.
 
 

Ma c'è qualcosa che ti frena, è sempre il solito orgoglio che ti frega.
Corri e fottitene dell'orgoglio,
ne ha rovinati più lui che il petrolio!
 

 
Ti fisso intensamente mentre sei rimasta voltata verso la porta. Guardami e lascia da parte l’orgoglio, Stana.
 
Ti volti. “Mi dispiace”.
 
Mi alzo e mi avvicino nuovamente a te. “Mi dispiace”.
 
 

Ci fosse anche solo, una probabilità,
giocala, giocala, giocala!...
…prendila, prendila, prendila!
 

 
 
 
 
 
 
 
Eccomi qui.
E' ispirata alla canzone di Vasco, Giocala.
Questa Stanathan l’avevo promessa a qualcuno.
Chiedo scusa per aver deluso le aspettative, ma non era proprio serata… già è tanto che ho pubblicato!
 
Voglio solamente ringraziare chi mi è vicino in certi momenti, chi si merita tutti i miei baci porno e i miei scleri (e pianti! D:) al telefono.
 
Buona serata,
Fede.
   
 
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