Si sveglia di soprassalto.

Ancora un incubo.

Di nuovo.

Cerca di respirare profondamente per calmare i battiti del suo cuore divenuti improvvisamente più veloci per lo
spavento.

Chiude gli occhi massaggiandosi le tempie: quella paura sempre costante di perderla lo insegue ormai da giorni.

Dopo New York tutto è cambiato. Dopo aver visto la morte di fronte a se. Dopo aver rischiato di non rivederla più.

Si gira e la guarda. Dorme –beata lei- si trova a pensare.

La frangetta ramata che le copre la fronte, scende con lo sguardo raggiungendo le palpebre chiuse per proteggere i suoi occhi dello stesso colore del mare, gli unici occhi che sanno leggerlo dentro.

Scende con lo sguardo fino alle sue labbra chiuse anch’esse ma che lasciano trasparire un flebile sorriso.

Ripensa poi alla chiamata avuta con lei mentre guidava il missile nucleare dentro il portale da dove i Chitauri continuavano a venire. Era stato Jarvis a farla partire dopo un suo “tanto vale” come risposta.

Sperava con tutto se stesso che non rispondesse, ma la sua voce triste e alternata da singhiozzi gli arrivò forte e chiara alle orecchie:

-Tony- disse semplicemente

-Ehy dolcezza! Dove sei di bello?- cercò di smorzare la tensione venutasi a creare.

-Sono sull’aereo. Sto tornando a New York. Tony...- provò a continuare ma venne interrotta da lui:

-No aspetta, non voglio che tu corra pericoli a causa mia, non voglio che ti succeda qualcosa. Voglio solo che tu stia bene!- disse tutto d’un fiato.

-Ma se tu muori io non posso continuare a vivere!- esclamò quasi urlando.

-Lo so, Amore, lo so. E non voglio che tu stia male e non voglio né vederti né sentirti piangere. Sappi che ti amo e qualunque cosa succede continuerò ad amarti-.

Pepper rimase sbalordita.

Era la prima volta che Tony mostrava i suoi sentimenti apertamente, la prima volta che lo sentiva pronunciare quelle due paroline così magiche con una nota di tristezza nella voce.

-Tony ... anche io ti amo e...- non riusciva a dirlo o forse non voleva per non farlo sentire in colpa.

-E…- la incitò lui.

-Sono incinta. E non voglio che mio figlio, anzi nostro figlio, cresca senza un padre- l’aveva detto, ce l’aveva fatta.

Tony in un primo momento boccheggiò. Si aspettava di tutto ma di certo non era preparato a quella notizia così sconvolgente come quella. Di una cosa era sicuro: voleva diventare padre e voleva crescere quel bambino con lei, la sua Pepper.

Fece per parlare, ma la linea cadde. Fissò per un paio di secondi il missile schiantarsi ed esplodere. Sorrise, felice per la vittoria e per la notizia ricevuta poco prima.

Si desta dai suoi pensieri fissando il viso della donna ancora profondamente addormentato.
Scende con lo sguardo fino alla sua pancia ormai tanto gonfia da non poter essere nascosta dal lenzuolo.

Dapprima l’accarezza poi la scopre.

Era una delle poche volte in cui si soffermava veramente a osservarla. Posa una mano su di essa e comincia ad accarezzarla più delicatamente di prima.

-Sai- esordisce rivolgendosi direttamente a lei.

-Ho avuto paura. Paura di perdere te, che ti trovi là dentro al sicuro. Ho avuto e tuttora ho paura di perdere la tua mamma. La donna più importante della mia vita. È grazie a lei se ora continuo a vivere. Lei questo però non lo sa quindi mi devi promettere di non dirglielo-.

La sua mano percepisce un piccolo calcio come conferma.

Sorride. Sorride come mai aveva fatto.

Ricopre la pancia di Pepper non prima però di averle lasciato un morbido bacio sopra.

Stringe la donna a sé che continua a ridere per ciò che aveva appena fatto Tony.

Lo abbraccia e stampandogli un bacio sulla guancia in un sussurro:

-Ti amo-.