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Autore: Hypnotic Poison    14/06/2007    14 recensioni
Un labirinto è una strana costruzione: devi impararne le regole, o affidarti all'intuito, per uscirne...ma se si trattasse di un labirinto molto speciale??
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Maze: il labirinto

Maze: il labirinto

 

6. Epilogo

 

He was always there to help her

 

 

Lo spazzolone bagnato (*) si muoveva velocemente sul pavimento lucido, accompagnato dal dolce ruotare dei pattini.

Era un’idea davvero geniale, utilizzarli per pulire: avrebbe fatto meno fatica, e si sarebbe divertita di più!

All’improvviso, però, lo spazzolone si piantò sul pavimento, facendola inciampare.

Aveva già chiuso gli occhi, pronta a ricevere il colpo, ma come mai il terreno non arrivava più?

-E’ mai possibile che debba sempre tenerti d’occhio, ginger?-

Arrossì ancora prima di aprire gli occhi. Non era poi così difficile indovinare il perché il suo sedere non aveva battuto per terra.

-Ora potresti anche scendere, sai?- la voce sembrava scocciata ma anche divertita.

Strawberry aprì gli occhi e arrossì ancora di più. Il viso di Ryan era a meno di dieci centimetri dal suo, e lei poteva specchiarsi nei suoi occhi azzurro cielo.

-Oh, ehm…grazie…- farfugliò, tentando di rimettersi in piedi.

Sfortunatamente, si scordò di avere i roller al posto delle scarpe, così rischiò di cadere una seconda volta.

Ma il biondo l’afferrò prontamente, rimettendola in piedi: -Strawberry…- sospirò -Come devo fare con te?-

La Mew rosa si allontanò velocemente, ripetendosi mentalmente di far sparire quel maledetto rossore sulle guance.

Quando alzò lo sguardo, però, l’americano era già sparito, e nella stanza erano rimasti soltanto lei e lo spazzolone.

-Certo che poteva anche salutare…- borbottò tra sé e sé, afferrando il suo strumento di pulizia.

Le cose non erano cambiate, da quando erano tornati. Tutto era tornato come prima… e fortunatamente, Ryan non aveva fatto parola di ciò che era successo nel Labirinto, dopo quello strano matrimonio.

E lei, d’altronde, non aveva rivelato la sua debolezza durante il momento passato in quello stupido harem.

Sospirò, appoggiandosi al manico dello spazzolone. Doveva però ammettere che si era anche divertita, lì dentro. Quel biondino sapeva anche essere simpatico, e gentile. E sapeva soffrire.

Lei non avrebbe mai scordato il suo viso sconvolto dopo aver aperto la prima Porta della Prova.

Aveva dimostrato che aveva un cuore, in fondo, anche se non gli andava di dimostrarlo.

Strawberry sorrise e sistemò nello sgabuzzino lo spazzolone. Quell’avventura, di certo, non l’avrebbe mai scordata…

 

 

Ryan raggiunse Kyle in cucina, e si sedette in silenzio su una sedia.

-Ciao!- esclamò allegramente il moro, intento ad impastare uno dei suoi ottimi dolci.

-Ciao Kyle…- sospirò l’altro, appoggiando le braccia sul tavolo.

L’amico sorrise ed esclamò: -Ryan, siete tornati da due giorni, e tu sei sempre pensieroso. Devo dedurre che non ci avete raccontato tutto?-

Due occhi glaciali lo andarono a fissare. Lo conosceva davvero così bene?

-Kyle… nel Labirinto, durante quella cretinata della Prova delle Porte, io… ho visto mia madre…-

Kyle smise di impastare: -Ryan, ma tua madre è…- 

-Morta, lo so!- lo interruppe con rabbia –Ma io l’ho vista, e ho anche visto te! Stavate prendendo il the, nella stanzetta al primo piano dove la mamma si fermava sempre a dipingere…-

La voce del moro si fece più malinconica e dolce: -Probabilmente era solo un’illusione. L’hai detto tu stesso che quel Labirinto era intriso di magia…-

Ryan sbuffò: - Ok, l’ho detto, ma io sapevo che era lei! Era reale. Quelle entrate ti conducevano verso un altro tempo. Può sembrare stupido, ma io sono pienamente convinto che dietro quella porta, la mamma fosse ancora viva. Come ero convinto che la porta con le due nostre copie non fosse quella giusta, tra l’altro…-

Kyle approfittò di quell’occasione per sviare il discorso: -Ecco, appunto. Come hai fatto a capirlo?-

Il biondo sorrise: -Sinceramente non lo so. Me lo sentivo. E poi, se l’avessimo oltrepassata, probabilmente ci saremmo ritrovati in un altro Labirinto, con altre porte e via dicendo! Così ho fermato Strawberry. Penso che anche il suo clone volesse darci un avvertimento, rimanendo immobile.-

Il moro annuì soddisfatto: -Beh, allora complimenti! Ti senti meglio, ora?-

Ryan non rispose e si alzò dalla sedia, dirigendosi verso le scale.

 

 

-Sei contento, ora, Quiche?-

La voce sprezzante di Pie risuonò per la loro base.

L’alieno dagli occhi dorati allungò le braccia per sgranchirsi un po’: -Aah! Che giornate lunghe! Ma ora che la mia gattina è in salvo, mi sento davvero bene!-

Il fratello maggiore lo guardò con rabbia: il suo meraviglioso piano era fallito, e quello stupido ne era contento?

-Andiamo, Pie, non guardarmi così! Io stavolta non c’entro proprio niente!- si giustificò Quiche.

Un lampo di istinto omicida passò negli occhi viola di Pie: -Mi hai distrutto il computer, brutto stupido che non sei altro!-

Un sorriso sghembo si materializzò sulle labbra di Quiche: -Quello è stato un errore di percorso… un fatto normale!-

Pie dovette combattere per l’ennesima volta contro se stesso per non compiere un fratricidio, ma quello continuava a svolazzare canticchiando “la mia micina è salva, la mia micina è salva…”

Inspirò profondamente ed aprì gli occhi: -Quiche, vedi questo cacciavite? A parte il fatto che sono dovuto andarlo a prendere sulla Terra perché mi serviva per riparare il computer, è anche molto appuntito. Se non la smetti con quella filastrocca, te lo faccio ingoiare, e la gola non è l’unico buco che hai in corpo…-

Quiche sbiancò all’improvviso e si sedette a gambe incrociate: -Ok, sto zitto, sto zitto…-.

  

 

Dlin-dlon”.

Il campanello appeso sopra la porta del Caffè trillò allegramente.

Le cinque cameriere e i due proprietari si girarono verso il nuovo cliente. Se Ryan fosse stato trasformato in Art, gli avrebbe soffiato contro.

-Salve a tutti! Come va?- chiese l’ospite.

Strawberry lasciò cadere a terra il suo fido spazzolone e corse da lui: - Mark! Che sorpresa!-

Il moro le sorrise e iniziarono a parlare fittamente.

-Ecco che ricominciano a fare i fidanzatini… e come al solito ne approfitta per smettere di lavorare!- si lamentò Mina, tranquillamente seduta a bere il the.

-Ma in fondo se lo merita… non l’ha visto per due giorni!- la scusò Lory.

La Mew blu sbuffò: -Capirai… e comunque ci ha passato tutti i pomeriggi, da quando è tornata!-

-Mina ha ragione!- esordì Ryan, appollaiato su uno sgabello –Scommetto che tra un po’ chiederà un permesso!-

In quel momento, infatti, la rossa si girò verso di lui ed esclamò allegra: -Ryan, potrei prendere un pomeriggio di permesso?-

Il biondo sorrise: -Certo che no, Strawberry. Hai già preso più permessi di quanti potessi permetterti.-

La mew gatto divenne color porpora, e si preparò a controbattere –anche se aveva ben pochi argomenti in sua difesa-, ma Mark la interruppe: -Stai calma che ci penso io!- le mormorò.

L’americano alzò un sopracciglio, scettico: pensava forse di riuscirci, lui?

Il moro sfoderò il suo sorriso più luminoso (a cosa sarebbe servito, con un uomo, lo sapeva solo lui) ed esclamò: -Per favore, Ryan, potresti cortesemente dare un pomeriggio di permesso a Strawberry? Così potrebbe aiutarmi a ripulire il fiume da tutti i rifiuti che lo inquinano!-

Il biondo sopracciglio dell’americano non calò di un millimetro: -La mia risposta non cambia, Aoyama (sottolineò l’utilizzo del cognome, al contrario di quello che aveva fatto Mark). Strawberry ha usufruito di tutti i permessi previsti dal suo contratto!-

-Fallo per un’amica!- provò ancora il campione di kendo.

Ryan si sporse verso la rossa, mezza nascosta dietro il moro: -Ti risulta che siamo amici, Momomiya?-

Piccole lacrime si affacciarono negli occhi color cioccolata di Strawberry, che si avvicinò al biondo e gli sussurrò in faccia: -Sei veramente perfido, Shirogane! Dopo tutto quello che mi hai fatto passare là dentro…-

-Dentro dove?-

Strawberry si pietrificò a quell’ultima domanda di Mark. Lui non sapeva!! Lui non doveva sapere!!

Si girò verso di lui e gesticolando velocemente spiegò: -Nonono! Niente, niente! Intendevo il Caffè! Ehehehe!!- 

-Comunque adesso puoi anche andare, Aoyama. Strawberry non può uscire, e tra qualche minuto il locale sarà pieno!- sentenziò il proprietario, con gli occhi chiusi e le braccia conserte.

Il moro accusò il colpo senza ribattere e salutò la sua ragazza con un sorriso e un “Allora ci vediamo quando hai finito!”.

La porta rosata del Caffè si chiuse con un botto.

Strawberry tremava dalla rabbia e per trattenere le lacrime. L’unico rumore era il lontano ronzio del forno che cuoceva le torte.

-Tu…- boccheggiò la rossa, con il volto congestionato.

Ryan aprì gli occhi con noia, e senza espressioni particolari in viso.

-Tu sei uno schifoso ipocrita e insensibile. Mi fai schifo!- sibilò ancora la ragazza, poi corse via verso il bagno.

-Certo che potevi anche essere più gentile…- mormorò Mina, sorseggiando il suo prezioso the.

Il biondo non le rispose, girando la testa dall’altra parte. Incrociò lo sguardo blu di Pam, e non riuscì a sostenerlo per molto: più la conosceva, più aveva la convinzione che quella ragazza sapesse leggergli dentro solo guardandolo, proprio come Kyle.

Quest’ultimo uscì dalla cucina, asciugandosi le mani nel grembiule: -Questa volta hai davvero esagerato, Ryan.-

Il ragazzo sbuffò e si alzò dallo sgabello: -Avete finito di farmi la predica?!- e se ne andò in camera sua.

Kyle sospirò: -Quel ragazzo a volte è davvero impossibile…-

 

 

Strawberry piangeva appoggiata alla vasca da bagno, imprecando a bassa voce contro colui che l’aveva ridotta in quello stato.

“Brutto stupido di un Ryan!” pensò adirata “Possibile che abbia una…doppia personalità?! Non è possibile che cambi umore così spesso??”

In preda ad uno scatto di rabbia, tirò un pugno al freddo marmo, provocandosi un gran male all’arto.

-Bene, perfetto…-mormorò, soffiandosi sulle nocche infuocate.

Si tirò i piedi, asciugandosi gli occhi con il dorso della mano “sana”, e si specchiò: -Sono un mostro…- si lamentò.

Sospirò ed uscì dalla stanza. Ma la fortuna sembrava guardare da un’altra parte. Non appena aprì la porta, infatti, Ryan passò lì davanti.

Strawberry si pietrificò sull’uscio, incapace di parlare.

Il biondo non si fermò nemmeno, rivolgendole solo un’occhiata distaccata.

Un filo di rabbia in più crebbe nell’animo della ragazza, che fece però finta di niente e ritornò a testa alta nella sala da the del locale.

Lory le rivolse un gran sorriso di incoraggiamento, e la rossa iniziò a lavorare.

 

 

Steso sul letto, le braccia incrociate dietro la testa, osservava il soffitto.

Gli occhi celesti, glaciali, percorrevano ogni singola crepa, avanti e indietro, in un intricato disegno a ragnatela.

“Un Labirinto…” pensò tra sé e sé.

Stupido. Stupido stupido stupido. Non poteva definirsi in altro modo.

Sospirò e chiuse gli occhi. Ma d’altronde, in che altro modo poteva comportarsi? Aveva sempre fatto finta di niente, e sarebbe sempre dovuta andare così!

Invece no. Alla lunga, quel gioco l’avrebbe stancato, e un giorno o l’altro non sarebbe più riuscito ad arginare la diga… e avrebbe combinato un gran casino.

Già in quello stupido intrico verde aveva rischiato troppo; si era esposto, e le aveva fatto conoscere cose che sarebbero state bene anche nascoste. Il risultato: ciò che aveva combinato quel pomeriggio.

Loro due non facevano altro che litigare. Poi lei piangeva, lui si ritirava in camera sua e pensava sempre alle stesse cose. Ed il tutto era peggiorato da dopo che erano usciti dallo ‘scherzetto’ di Pie.

Una coppia avrebbe potuto comportarsi così. Ma loro due… cos’erano veramente loro due?

“Bah…meglio lasciar perdere…” pensò.

Avrebbe continuato a ricascarci. Probabilmente anche per tutta la vita. E quello stupido Labirinto l’aveva condizionato troppo.

Che senso aveva continuare così, se ormai sapeva già tutto?

L’aveva visto, lei avrebbe sposato il suo Aoyama e sarebbe stata felice per tutta la vita. Il matrimonio era stato bello e sfarzoso, no?

Sorrise leggermente a quel ricordo. Al loro ritorno, avevano evitato accuratamente di parlarne, così come delle altre avventure. Solo la Prova delle Porte era stata raccontata, ma con gli adeguati ‘tagli’.

E quella BeeBee… probabilmente una futura nipote della rossa. Ma quei capelli biondi? Scosse la testa, non pensandoci più. Che ne sapeva lui di ciò che avrebbe combinato Strawberry?!?

Si lasciò sfuggire un brontolio. Qualcuno, di sotto, aveva appena rotto qualche piatto. Chissà, lei o Lory?

Un altro brontolio. Doveva togliersela dalla testa. Era una battaglia persa fin dall’inizio! E a lui, perdere, non andava giù.

Qualcuno bussò alla porta.

-Avanti…- borbottò, aprendo un occhio.

Kyle entrò sorridente: -Non ti sembra un po’ presto per andare a dormire? Sono solo le quattro e mezza!- (**)

-Non stavo dormendo…- rispose, alzandosi e appoggiandosi sui gomiti.

Il moro gli si avvicinò: -Allora?-

Gli occhi glaciali lo guardarono con aria scocciata: -Allora cosa?!?-

Kyle sospirò: -Cosa pensi di fare con Strawberry? Possibile che tu debba sempre farla piangere?-

Ryan non rispose, ma continuò a sostenere il suo sguardo.

-Posso dirti una cosa, Ryan? Io lo so cosa tu pro…-

Il biondo lo interruppe con fare aggressivo: -Finisci la frase, Kyle, e ti ritroverai dritto all’ospedale!-

Il moro scoppiò a ridere: -Va bene. Ma tu sai che è così. E a volte, accettare la realtà è molto più semplice che continuare a negarla!- fece per uscire, ma si bloccò all’ultimo istante –Ultima cosa: valle a chiedere scusa, prima che se ne vada!-

Quando l’amico ebbe chiuso la porta, si lasciò ricadere sul letto. Così, anche Kyle aveva ragione. Avevano tutti ragione, tranne lui. Shirogane aveva torto. Non sempre, certo. Ma quando riguardava le relazioni, lui era sempre dalla parte sbagliata.

Allungò una mano e a tentoni accese lo stereo. Una bella musica si sparse per la stanza.

 

Forever and ever you’ll stay in my heart and I will love you(***)

 

La spense subito. Una canzone come quella non andava affatto bene!

Sospirò e chiuse gli occhi. La labirintica ragnatela di crepe scomparve alla sua vista.

L’ultima cosa che sentì furono gli applausi dei clienti per lo spettacolo di Paddy…

 

 

Si tirò su di scatto. Quanto aveva dormito?

Guardò la sveglia elettronica sul comodino: segnava le sette e tre quarti.

Il Caffè stava chiudendo…e le ragazze non se n’erano ancora andate.

Si mise le scarpe e scese al piano di sotto. Come aveva previsto, le cinque cameriere erano indaffarate a ripulire il locale ed appoggiare le sedie sopra i tavoli.

Si sedette allo sgabello dietro la cassa e le squadrò una per una.

Quando poi il suo sguardo incrociò quello di Kyle, gli sembrò di vedere un lampo divertito nei suoi occhi.

 

 

Shirogane il Dio si era finalmente degnato di discendere tra i comuni mortali. Un sorrisetto le comparve sulle labbra nel pensarlo.

Uscì fuori a buttare la spazzatura e si asciugò la fronte con il dorso della mano. Il Sole calante dipingeva il cielo di rosso.

Guardò verso il sentiero che proveniva dal parco: di lì a poco Mark sarebbe venuto a prenderla!

Ritornò allegramente verso il locale e si cambiò nello spogliatoio. Lenta e pensierosa com’era, rimase ben presto ultima.

Le sue labbra di fragola si piegarono in un curioso broncio quando realizzò di essere rimasta sola. E Mark non era ancora arrivato!

Scrollò le spalle e fece per uscire, ma una voce seria la bloccò: -Strawberry… potresti aspettare un attimo?-

Sospirò e cercando di mantenere un certo contegno si girò verso il suo interlocutore: -Si, Ryan, che c’è?-

Il biondo sorrise: -Vorrei parlarti…-

Strawberry deglutì, guardandolo da lontano. Era seduto sul suo solito sgabello bianco, la schiena appoggiata al muro, una gamba piegata perché il piede poggiava sull’apposta listella del sedile, l’altra a pochi millimetri da terra.

-Bene, parla…- mormorò.

Ryan si alzò in piedi e camminò lentamente fino a raggiungerla. La ragazza dovette alzare il viso di parecchi centimetri per poterlo guardare negli occhi. Era troppo alto…

-Volevo dirti che, ehm, sono dispiaciuto di essermi comportato così male nei tuoi confronti questo pomeriggio.-

La Mew rosa arrossì. Le aveva chiesto veramente scusa?

-Quindi, se vuoi degnarti di rispondermi, ne sarei felice!-

La rossa sorrise. Ma era sempre Ryan Shirogane!

Frugò nella sua borsa e ne estrasse un pacchetto di caramelle: -Tieni!- esclamò, porgendogliene una –Me l’ha insegnato Paddy. Secondo lei, quando due amici fanno pace, si devono regalare delle caramelle!-

Ryan rimase sorpreso, ma prese il piccolo dolcetto che lei gli dava.

Strawberry gli fece l’occhiolino: -E in ogni caso, mi è sempre risultato che noi due fossimo amici!-

Anche il biondo sorrise. Però… era davvero così semplice?

La voce di Mark chiamò Strawberry, che si voltò verso la porta raggiante: -Allora ciao, Ryan!- gridò, dirigendosi velocemente verso il moro.

Ryan si appoggiò allo stipite della porta, guardando la rossa correre lungo il sentiero del locale, andando incontro al Sole.

-Allora, gattina…- mormorò, stringendo in mano la caramella -Posso sempre sperare…-

Strawberry si fermò, girandosi verso di lui: -Hai detto qualcosa, Ryan?-

Il biondo sorrise: -Proprio niente, Momomiya. Vai pure, non fare aspettare il tuo principe!-

La Mew gatto gli fece una pernacchia, e riprese a correre, mentre l’americano entrò dentro il Caffè, chiudendosi la porta rosata alle spalle.

Lei raggiunse il suo ragazzo, che l’aspettava sorridendo: - Aoyama-kun!- gridò, e lo abbracciò di scatto.

 

 

 She always belonged to someone else

 

NOTE:

(*) Avete presente il Mocho Vileda? Bene, lo spazzolone è proprio quello!

(**) l’orologio sul mio computer, invece, segna le 22.49 ed il capitolo non è ancora finito!! ^_^

(***) Per sempre e sempre tu starai nel mio cuore ed io ti amerò. Parte di “I say a little prayer” di Dionne Warwick

 

Ps: ora l’orologio segna le 23.30!!

 

 

Ed eccoci infine arrivati all’ultimo capitolo di questa ficcy! È un po’ triste, lo so… ma per fortuna avete ancora l’attesa di “Mele e caramelle”!

Le due frasi in inglese che avete trovato non tradotte in questo chappy sono due strofe di “She will be loved” dei Maroon 5, e significano “Lui era sempre lì per aiutarla/ Lei apparteneva sempre a qualcun altro”. Credo che siano molto azzeccati per i due protagonisti di questa storia, no??

 

Mary Cry: amore, sei sempre la prima!! Quanto tempo, dici? Eh, lo so, tanto-tanto…! Ma mi sono fatta perdonare, vero? ^___^ Questo chappy è sì abbastanza importante per tutta ‘sta faccenda…quindi grazie per i complimenti!!

Tornerò presto anche con Mele, tranquilla… un bacione!!

P.S: mi dispiace, ma per te niente bacio di Ryan!!

 

Killkenny: hai visto, che sorpresona?!? Non avrei immaginato che ti piacesse tanto!

Beh, ma questa volta il tuo Sadico Sesto Senso non ha funzionato? E dire che da te mi aspettavo quasi la risposta giusta! 

Grazie per i complimenti e un bacione!

 

Lala_g: sono contenta che ti piaccia ti piaccia ti piaccia ti piaccia!! ^___^ Anche una mia amica viene chiamata Bibi… sarà un’epidemia?? Comunque, per la tua risposta… eheh… aspetta un attimo che vado a chiamare Ryan… XDD

Un bacione anche a te!!

 

Purinsun: scimmietta della mia vita! La fondazione “Muori Mark (fra atroci sofferenze, possibilmente)” è già fondata! Pronta a partire?? UKY UKY X3

 

ECA90 alias Heiji Hattori: visto che suspence?? Lo so, ammetto di essere leggermente sadica, sia nei vostri confronti, sia in quelli dei personaggi: povero il mio piccolo Ryan… che dici, troppo cattiva?? Grazie per i complimenti!! Baci

 

Kikka: sbaglio o sei nuova di questa fic? Wow, che bello, un’altra nuova lettrice! Grazie per il “bravissima”, mi fa sempre molto piacere. Se aspetti un attimo, vado a chiamare Ryan pure per te! Baciotti

 

Pichan: ehi, sei arrivata anche qui! Ho già anche visto il tuo commento in “Mele”. Sono contenta, sai? Prometto che non dovrete più aspettare sei mesi!! Comunque, anche tu riceverai un bel baciotto dal biondino… X3

 

Izayoi007: amoreee! Che bello sentirti!! Ma, sob sob, tu non hai indovinato chi fosse BeeBee? Come mai?? Pensaci, da brava, che ci arrivi!!

Grazie per i complimenti, e a proposito: se Strawberry non è tonta, non può essere Strawberry, giusto?! Ed il povero Ryan soffre… perché dici che è capriccioso? Forse un po’ viziato… e mooolto cattivo, in questo ultimo capitolo! 

Ci sentiamo presto, un bacione!!

 

Kashia: credo che questa recensione sia un miraggio. Sei davvero la Kashia delle fic dove Ryan e Strawberry stanno sempre insieme? La stessa autrice della prima fic che ho letto?? WOW!! Grazie per quel mega complimento che mi hai fatto: non è cosa da tutti i giorni sentirselo dire così esplicitamente!

Prima di salutarti, volevo chiederti: la prima –appunto- fic che ho letto su EFP è una delle tue, intitolata “Ricordi…”, che è sfortunatamente incompleta. Perché non la termini? Avevo capito dalle tue note che l’avevi già scritta e poi divisa per problemi di lunghezza. Non è forse così? Il fatto è che mi è sempre piaciuto molto, e lasciarla così in suspence è un po’ un peccato…

In ogni caso, grazie ancora!! Un bacione anche a te.

 

Elisa: eh, chissà chissà… chi sarà la ragazza bionda??? Eheh… tu dovresti essere aiutata dalla nota sotto (*) per scoprire chi è! Ma ora basta, sto dando troppi indizi!! Purino Quiche, lui secondo me ha davvero paura di Pie, anche se non lo vuole ammette U.U *me sa!*.

Come vedi, alla tua domanda ha già risposto Shiro-kun (uh, che figo! L’ho appena inventato! ^_^) all’interno della storia. 

Smack!

 

 

Bene, per quanto riguarda la ragazza ora_non_più_così_misteriosa, avete ancora il commento per quest’ultimo capitolo (me lo farete, vero??) per indovinare la sua identità!!

(*) Indizio per i fedelissimi che leggono tutte le mie fic: ragionate sul nome della ragazza… il nome… *eco stile film che ripete il nooooomeeee*

 

 

Grazie a tutti voi che avete commentato e anche a chi solo ha letto. Spero di risentirvi presto!!

Un bacione a tutti

 

Hypnotic Poison

 

 

 

   
 
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