Sono distrutto. Perché l’ho fatto? Pensavo di stare per perderlo per sempre, che andasse avanti senza di me, che non contassi più nulla. Pensavo che quel ‘ti amo’ non detto significasse tutto, invece non significava niente. Pensavo di dover iniziare a dimenticarlo. Di dover andare avanti. Invece adesso, su questo letto troppo vuoto, che mi ricorda la sua mancanza, che ha quasi perso l’odore caratteristico della sua pelle, vaniglia, dopo questo mese in cui non ha passato ogni sera da me, adesso capisco che lui non potrebbe mai andare avanti senza di me, e la stessa cosa vale per me. Sono stato stupido, mi sono lasciato prendere, abbindolare, mi sono ritrovato a pensare che lui fosse troppo impegnato, troppo importante e assolutamente perfetto a New York, per dare retta a me, stupido liceale ancora adolescente, fermo in una città di perdenti, in un liceo che non mi appartiene. E tutto il piacere che ho provato in quel momento, il tocco dello sconosciuto, forte, eccitante sul mio corpo, è svanito in un secondo, quando ho realizzato che quelle mani non erano morbide come quelle di Kurt, quella bocca non era dolce come quella del mio ragazzo, e il suo corpo , la sua pelle scura, non era nemmeno lontanamente equiparabile alla candida pelle di Kurt, alla bellezza eterea del mio amore. E dopo, quando ho incrociato lo sguardo di quel ragazzo, mi sono mancati così tanto quei due diamanti azzurri dove amavo perdermi, così diversi dal color nocciola di quelli che avevo davanti. Ora voglio solo morire. Sono sotto la doccia da un’ora, cercando di togliermi l’odore di quell’altro, di sentirmi un po’ meno sporco, un po’ meno in colpa. Non riesco a far fermare le lacrime, si fondono all’acqua e mi bagnano il viso, il corpo, e non riesco proprio a sentirmi meglio. Vorrei solo poter riavvolgere il tempo, vorrei che tutto questo fosse un brutto sogno, vorrei potermi svegliare tra le braccia di Kurt che mi sussurra che va tutto bene, che era solo un incubo. E invece è tutto reale, e tutta questa merda mi pesa addosso e mi toglie il respiro. E capisco di aver fatto l’errore più grande della mia vita. Kurt, potrai  mai perdonarmi? Quando te lo dirò – perché non posso mentirgli, neanche su una cosa così terribile, proprio su una cosa così terribile- come mi guarderai? Piangerai? Mi odierai? Non voglio perderti, Kurt, non voglio. Non posso evitarlo, lo so, perché ti conosco bene, e non me la farai passare liscia. Non voglio neanche pensare a come te lo dirò. Ti ho tradito. Tre parole che distruggeranno il nostro mondo, che ci distruggeranno. Sei sempre stato la mia ancora, Kurt, e vorrei che lo fossi per sempre. Voglio svegliarmi accanto a te ogni mattina, farti la colazione, voglio sentire la tua mancanza tutto il giorno e tornare a casa, nella nostra casa, stravolto. Voglio trovarti lì ad aspettarmi, impaziente, e voglio che tutta la stanchezza passi in un secondo, voglio fare l’amore con te fino allo sfinimento, addormentarmi tra le tue braccia, intorno a te, dentro di te. E mi si spezza il cuore, mi tremano le gambe a pensare che forse non sarà così. Il nostro amore può superare questa cosa? Sarai in grado di guardarmi in faccia, dopo quello che ho fatto? Neanche io riesco a guardarmi allo specchio, per quanto mi faccio schifo.
Amami Kurt, perché è tutto ciò di cui ho bisogno, perché sei l’aria che respiro, sei casa, sei il mio tutto.