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Autore: princess_sparklefists    27/11/2012    1 recensioni
Jack si sente un po' sperso dopo essere morto, ma Morte è pronta ad aiutare.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Jack Harkness
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Jack spazzolò il suo cappotto, rimuovendo un po’ di immaginaria polvere.
Era bello riavere il suo cappotto; a dire il vero era bello avere indietro il suo corpo, ma il cappotto era un extra davvero piacevole.
Lanciò un’occhiata alla sua vecchia testa, enorme, rugosa e incredibilmente pacifica. L’infermiera gatto, in ginocchio di fianco a lui, piangeva mestamente.
Martha e il Dottore stavano lì, entrambi più terrorizzati che afflitti, ma era ovvio, non sapevano chi fosse la Faccia di Boe; non glielo aveva ancora detto. Si chiese se il Dottore era mai andato in cerca della sua tomba, una volta che aveva scoperto di averlo visto morire. Sempre che se ne fosse reso conto, di essere stato testimone della morte di un così caro e leale amico senza versare neanche una lacrima. Ci sperava quasi che avesse pianto per lui, anche se era un sentimento orribile. Chiunque avesse visto il Dottore piangere poteva confermare che era una vista pietosa. Eppure, per il Maestro aveva pianto. Faceva male pensare che la sua nemesi gli fosse più cara di Jack.
Gettò una rapida occhiata al Dottore e desiderò di poterlo abbracciare un’ultima volta. Morire non sarebbe sembrato così spaventoso in quel caso; invece, si sentiva sopraffare dalla tristezza.
Si rese conto che gli stavano cedendo le ginocchia, e gli scappò un urlo mentre perdeva l’equilibrio. La sorpresa quasi lo uccise quando una sedia fermò la sua caduta, per cui saltò di nuovo su con un urlo ancora più tremendo.
“Scusa! Non intendevo spaventarti!”.
Una giovane bassina stava dietro di lui, gelata nell’atto di allungare una mano per poggiargliela sulla spalla.
Jack era così sconvolto che neanche si rese conto di stare flirtando sinché non sentì queste parole uscire dalla sua bocca: “Ehi, non avrei mai pensato di trovare una simile compagnia nell’aldilà. Sono il Capitan Jack Harkness, a proposito”.
“So chi sei” rispose lei, sorridendo. Era davvero carina, nonostante la sua carnagione malsanamente pallida, e gli occhi le brillavano sotto il trucco scuro.
“Come… Chi sei tu?” domandò lui, decisamente inquietato.
Il suo sorriso si allargò.
“Indovina”.
“Un’allucinazione?”. Rendendosi conto che, dicendo un’ovvietà, era riuscito a blaterare senza senso, gli venne spontaneo ridere.
“Oh, dai, sei morto! Lo sai benissimo! Chi ti aspetteresti?”.
Sembrava prendere quell giochetto molto sul serio, quindi Jack decise che era il caso di concentrarsi. Ficcò le mani nelle sue ormai completamente metaforiche tasche e dondolò un po’ sui talloni.
“Dio?”.
“No, meglio. Ma mi piacerebbe provare, una volta o l’altra. Solo per un giorno però, sembra proprio una vita da inferno”.
Un’idea balenò nel suo cervello. Aprì immediatamente per parlare, ma si morse le labbra.
“Morte? Ma non dovresti essere un terrificante scheletro gigante con una falce altrettanto da incubo? Oh, aspetta, Mad Hettie!”, abbassò lo sguardo, colpevole, “Dio, e io che pensavo fosse matta come un cavallo!”.
“Bé, sì, posso capire perché”.
“Perché non me l’hai semplicemente detto per poi trascinarmi all’Inferno o quello che è? Voglio dire, essere la creatura più impegnata di sempre è più o meno il tuo lavoro…”
Morte si sedette sulla sedia e per un po’ non fece altro che giocherellare con i suoi mignoli.
“Non è molto bello quando la gente arriva spaventata e va fuori”, disse poi, mestamente, “Fa sembrare il mio lavoro una cosa orribile”.
Passò ancora un altro paio di minuti di silenzio colpevole.
“Non volevo offenderti”.
“Non mi sono offesa, sono contenta che tu stia meglio ora. Ma dovremmo seriamente andare”, gesticolò in direzione dell’orizzonte, “Seguimi, Capitano”.

   
 
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