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Autore: Jude02    28/11/2012    4 recensioni
Non siamo nell'Inghilterra degli anni 90 e Veronica non è la groupie nè la roadie degli Oasis.
Era iniziato tutto con una serata sbagliata, quell'incontro sulla terrazza sarebbe dovuto restare sospeso a 5 piani da terra, libero di essere dimenticato, eppure sembravano destinati a incontrarsi nuovamente..
Era solo desiderio di vendetta il sentimento che spingeva Liam verso di lei?
Ma un altro incontro era pronto a sconvolgere nuovamente la vita di Veronica..
Era soltanto desiderio di sicurezza e protezione quello che la spingeva verso Noel?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2.


Dal capitolo 1:
-Non avresti potuto colpire meglio nemmeno se mi avessi visto.- trasalii, al suono di una voce secca, appena rauca, con uno spiccato accento inglese... 



Mi voltai di scatto, incrociando lo sguardo divertito e appena beffardo di Liam Gallagher, seduto al buio dietro una colonna, nella mano destra il mio accendino blu.
-Io..pensavo di essere da sola. -balbettai la prima cosa che mi era passata per la mente. Feci un passo avanti, cercando di fare mente locale, cosa non facile sotto il peso di quegli occhi azzurri. 
Ero irritata dal fatto che qualcuno avesse assistito al mio sbotto di frustrazione; ma nel momento stesso in cui mi ero voltata a cercare il suo sguardo, mi ero sorpresa sollevata a scoprire che fosse lui e non un altro di quella marmaglia che girava all'interno dell'abitazione.
Perchè?  mi chiesi, osservandolo meglio, Perchè nel giro di qualche secondo, soltanto osservandolo, mi sentivo così mortalmente attratta da qualcuno che mi aveva rivolto si e no due parole nel giro della serata?
Non riuscii a trovare una risposta credibile.
Feci un respiro profondo, accorgendomi di averlo trattenuto fino a quel momento, senza motivo; sorrisi e mi avvicinai, accompagnata dal regolare battito dei tacchi sulle piastrelle di mattone.
-Non è che avresti..- non feci in tempo a terminare la frase che aveva già estratto dal giubbotto di pelle un accendino di metallo, in stile anni 90.
Finalmente riuscii ad accendermi una sigaretta; aspirai lentamente, assaporando il familiare e leggero bruciore alla gola, mentre i miei nervi cominciavano a distendersi; dopodichè gli porsi il pacchetto di Marlboro, ma Liam rifiutò.
-Fumo soltanto Benson. -affermò sorridendo, accendendosene una.
Lo guardai con un sopracciglio alzato: -Mai sentite, fammi fare un tiro.
Ma non appena ebbi aspirato, mi ritrassi tossendo: -Fanno *colpo di tosse* schifo!
Gallagher scoppiò a ridere: -Immaginavo. -rispose, osservando il segno del rossetto che avevo impresso sul filtro.
Presi una sedia e mi sedetti di fronte a lui, con lo sguardo rivolto oltre il parapetto del balcone. E' sempre stato un mio brutto difetto quello di non riuscire a sostenere un intero discorso guardando negli occhi il mio interlocutore.
Trascorremmo qualche minuto in silenzio: io ad osservare l'orizzonte, Liam ad osservare me.

Ero consapevole del suo sguardo, ma incapace di voltarmi; preferii spezzare il silenzio: -Allora, Liam Gallagher, cosa ci fai qui?
-Sono stato invitato. -rispose laconicamente, senza smettere di sorridere enigmaticamente (in quel modo che troppo presto avrei imparato a conoscere).
A questo punto mi voltai ad osservarlo: era così..inglese, così sensuale.. trasudava erotismo.
Scrollai la testa e mi alzai, dandogli le spalle; appoggiai i gomiti al parapetto e mi sporsi verso il basso, senza motivo.
-Voglio dire, cosa ci fa un ragazzo inglese, che sembra uscito dagli anni 90, in un paese come questo?
Ma la mia voce rimase sospesa nell'aria e la mia domanda non ebbe risposta.
Dopo pochi attimi, udii alle mie spalle un rumore familiare: all'inizio soltanto un incerto arpeggio di chitarra, poi una melodia prese forma, con un ritmo che ricordava quello di una ballata.
Chiusi gli occhi, perdendomi in quella melodia, quando al suono della chitarra si aggiunse una voce: quella voce sporca e decisa, appena forzata, ma tremendamente sensuale, pur nell'inflessione malinconica della canzone.

 
There's a song
It reminds me when we were young
looking back at all the things we're done
You've gotta keep on keepin'on
Out to sea, is the only place
I honestly can get myself some piece of mind ...
1

 
Così com'era iniziato, tutto si interruppe.
Riaprii gli occhi e mi affrettai a voltarmi, temendo irrazionalmente che anche Liam fosse scomparso; ma lui era ancora lì, con la chitarra tra le mani.
-E'...molto bella - affermai banalmente, non trovando altre parole per esprimermi, - L'hai scritta tu?
Liam annuì:  -Sì, beh, ma diciamo che non sono io il genio in famiglia - disse con una smorfia infastidita.
-Oh.. - non capii cosa intendesse, ma pensai che fosse meglio cambiare argomento; mi avvicinai alla chitarra, scorrendo le dita lungo la cassa in legno: -E' un modello costoso, non non ne ho mai visti così, dove l'hai presa?
-L'ho fregata a mio fratello -mi spiegò con espressione soddisfatta, come un bambino che raccontava orgoglioso la buona riuscita delle sue bravate: -Penso sia l'unica cosa di cui veramente gli importi in quella sua vita di merda. Eppure non si era accorto nemmeno che io e la sua fottuta chitarra eravamo scomparsi! - rise.
Capii che il mio tentativo di cambiare argomento aveva fatto fiasco, così mi trovai spiazzata da quella breve rivelazione, senza sapere cosa rispondere: dopotutto, non sapevo assolutamente nulla di lui, se non quello che mi aveva appena raccontato.
Notando il mio turbamento, fu Liam stesso a riprendere la parola: - Ma dopotutto, quello è solo un capitolo chiuso della mia vita, non penso che le nostre strade si rincontreranno tanto presto. - affermò, scuotendo la testa.

-Dai, fammi sentire qualcos'altro. -proposi, per allentare definitivamente la tensione.
-Cosa preferisci?
-Non importa, attacca con la prima cosa che ti viene in mente.

Dopo alcuni accordi a vuoto iniziò, lasciandomi stupita, con una canzone che riconobbi subito:

 
Words are flowing out
like endless rain into a paper cup
they slither wildly
as they slip away across the universe
pools of sorrow, waves of joy
are drifting through my open mind
possessing and caressing me
jai guru deva, om
nothing’s gonna change my world
nothing’s gonna change my world…

Poi si interruppe e mi guardò con la testa leggermente inclinata da un lato: -Scusa, forse preferivi qualcosa di un po' più...recente. -notai una sfumatura sarcastica nella sua voce.
Si era fatto davvero una così bassa opinione di me? Probabilmente si aspettava che gli chiedessi di cantarmi Justin Bieber3 o chissà cos'altro.
In un moto di orgoglio sollevai il mento, sostenendo il suo sguardo e riattaccai laddove lui si era interrotto:

 
Images of broken light
which dance before me like a million eyes
they call me on and on across the universe
thoughts meander like a restless wind
inside a letter box
they tumble blindly as they make their way
across the universe
jai guru deva, om
nothing’s gonna change my world
nothing’s gonna change my world…
2

 
Poi qualcosa nel suo sguardo cambiò: notai un guizzo di interesse, come se si fosse svegliato da un passivo torpore, socchiuse gli occhi, come prendendo una decisione che ancora non potevo cogliere.
Riprese a cantare, accompagnando la mia voce alla sua, senza distogliere lo sguardo dal mio.
Furono attimi intensi, di quelli che, una volta terminati, lasciavano nell'aria una sorta di imbarazzo.
-Non immaginavo che ascoltassi i Beatles. -affermò, con un sopracciglio alzato.
-Potrei dire la stessa cosa di te. -ribattei.
-Beh, per un inglese uscito dagli anni 90 niente di più normale, non trovi?
Naturalmente il suo ragionamento non faceva una piega!
-Allora, milord, che ne dite di insegnarmi qualche accordo? -domandai speranzosa: magari era la volta buona in cui avrei imparato almeno a tenere in mano una chitarra.
Con un luccichio negli occhi, Liam colse al volo l'occasione di provare ciò che stava meditando da un po'...


***

-Con piacere. -rispose, inclinando nuovamente la testa da un lato. -Avanti, vieni a sederti. -continuò con un sorriso marpione, scostando la chitarra e indicando le sue ginocchia.
Rimasi un attimo interdetta: per quanto mi tentasse con quello sguardo magnetico, non mi sembrava il caso di dargli corda, per quanto attraente potesse essere.
Sotto il suo sguardo mi avvicinai a lui e lo oltrepassai, sedendomi sulla sedia poco distante.
Liam sorrise, socchiudendo gli occhi, accettando quella tacita sfida: -Bene. -cominciò alzandosi in piedi e spostandosi alle mie spalle -Accavalla le gambe e imbraccia la chitarra; tieni la schiena dritta.. -così dicendo, fece scorrere una mano lungo la mia schiena e presa alla sprovvista non riuscii a trattenere un fremito. Ero girata di spalle, ma potevo ben immaginare quel sorriso marpione che aveva stampato in faccia e capii che in quel momento le uniche cose che Liam Gallagher aveva intenzione di insegnarmi avevano ben poco a che vedere col suonare la chitarra.
Si abbassò, fino a sfiorare con il mento l'incavo della mia spalla; potevo sentire il suo fiato caldo sul collo. Rimasi immobile per non cedere alla tentazione di voltarmi.
-Devi tenere la chitarra così...In questo modo.. -mi sussurrò all'orecchio, abbassando il tono di voce.
Potevo sentire i battiti del mio cuore accelerare, mentre mi sforzavo di mantenere la mente lucida e concentrarmi sullo strumento. Non potevo permettermi di cedere a quel modo e sembrare ridicola.
Ma quando Liam chiuse la mano destra sulla mia e fece scorrere la sinistra lungo il mio braccio, non riuscii a nascondere un secondo brivido. Lui se ne accorse e si scostò: -Hai freddo, stai tremando. - constatò e sperai senza troppa convinzione che pensasse davvero che i brividi fossero dovuti al freddo.
Avevo lasciato la felpa all'interno dell'appartamento, così lui si sfilò la giacca di pelle e me la porse; non appena la indossai venni avvolta dal suo profumo.
Inspirai lentamente e chiusi gli occhi, cercando di mantenere quel poco di lucidità mentale che mi stava abbandonando lentamente.
Cosa stavo facendo?
-Veronica... -lo sentii sussurrare.
Da quanto tempo avevo gli occhi chiusi?
Li riaprii e per poco non mi venne un colpo: il viso di Liam era a pochi centimetri dal mio e mi guardava con quegli occhi azzurri spalancati che mi ricordavano tanto quelli di un bambino...
Posò una mano sulla mia spalla e cominciò a scorrere le dita tra i miei capelli..  Colpita e affondata: era appena riuscito a scovare l'unica cosa a cui non ero in grado di resistere.
Ma dopotutto.. per quale motivo avrei dovuto resistere ancora? Nella confusione della mia mente ne cercai uno valido, ma non ne trovai.
Lui sembrava consapevole del mio disguido interiore, perciò continuava passare le dita tra le ciocche, a sfiorarmi il viso, attendendo come un predatore il momento in cui avrei ceduto: perchè era sicuro che non gli avrei resistito a lungo.
Aveva ragione.
Pensai confusamente che probabilmente non lo avrei più rivisto dopo quella sera e tutto ciò che fosse successo su quella terrazza, sarebbe rimasto lì, sospeso a cinque piani da terra, libero di essere dimenticato.
Con questi pensieri, fu la prima volta in cui cedetti al fascino di Liam Gallagher
Alzai il mento e lo guardai dritto negli occhi: sorrideva con soddisfazione, consapevole della mia decisione.
Gli sorrisi di rimando, intrecciando le mani dietro la sua nuca e disegnando con il pollice un movimento circolare.
Pensai che, dopotutto, non tutto il male veniva per nuocere: pareva che la dea bendata avesse trovato un modo per scusarsi di quell'inizio serata così poco allegro.

Ma la fortuna gira.. Ruota incessantemente in un turbine vizioso, pronta a ribaltare a suo piacimento le situazioni da lei stessa create.
Quante volte res secundae e res adversae4 potevano alternarsi nel corso di una stessa serata? Più di quante fossi disposta a sopportare.

 
Continua...

 
1 - Sicuramente lo sapete già, comunque la canzone citata è I'm outta time, scritta dallo stesso Liam.
- La canzone citata è Across the Universe, dei Beatles, che se non sbaglio dovrebbe essere appunto la preferita di Liam.

- In latino nel testo: buona sorte e cattiva sorte; fortuna e sfortuna.


 
***

Saalve
Ebbene, stavolta niente tamburello per Liam, ma una vera chitarra:
la chitarra del suo fottuto fratello, 
che spera di non rincontrare tanto presto...
Alla prossima!
Sofia.

 
   
 
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