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Autore: AnGeL_DrEaMeR    28/11/2012    3 recensioni
Clary, stava seduta su uno dei letti dell'istituto, pensando a tutto quello che era successo in quelle settimane. La scoperta che Jace non era suo fratello, l'alleanza tra Nephilim e Nascosti grazie alla sua runa, la sconfitta di Valentine, la grande festa per la vittoria... Sentì bussare, ma non alla porta, alla finestra. Sapeva benissimo chi era. Tornando alla realtà andò ad aprire, ed una ventata d'aria fresca la investì.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti... Probabilmente chi segue la mia storia vuole scuoiarmi viva per l'incredibile ritardo. (-_-)" E non sapete quanto vi capisco (^_^)" Comunque ormai siamo alla fine della storia, prima di linciarmi spero che vorrete sapere cosa sto preparando. (Ma lo scoprirete a fine capitolo nei miei commenti finali)

In questo capitolo vorrei commemorare il mio computer, che è stato con me per sei lunghi anni, che adoro nonostante si blocchi ogni 5 minuti, si spenga da solo, sia più lento di una lumaca, e abbia cancellato (ancora non so come) molti miei file, costringendomi a riscrivere il capitolo, e altre storie a cui sto lavorando. (è_é)

Nonostante tutti i difetti che ha, è sempre stato con me.
E questo sarà l'ultimo capitolo che pubblicherà, visto che andrà in rottamazione, e c'è un nuovo computer lucido e pronto che mi aspetta. 
Dopo tutto questo discorso abbastanza noioso, vi lascio al capitolo.






                                  SOGNO O REALTÀ?

“Non puoi andare di nuovo lì Jace, è troppo pericoloso!” esclamò Isabelle.
“Si che posso. Sono ore che l’antidoto le è stato somministrato Izzy. Solo loro possono dirmi perché Clary non si sveglia.” replicò Jace.
Era ormai notte fonda. Tutti avevano aspettato ore al capezzale di Clary, ma lei non si era svegliata. Jace doveva fare qualcosa, ma Izzy e Alec stavano contestando da diverso tempo l’unica idea che gli era venuta.
“Vuoi davvero tornare alla Corte delle fate?” gli domandò Alec.
Jace si girò verso di lui. “Tu lo faresti per Magnus? O per Izzy, o me?” gli chiese guardandolo negli occhi. Alec lo fissò di rimando. Rimasero fermi a guardarsi, per quelli che a Jace parvero secondi interminabili.
Poi Alec sospirò.
“Sai già la risposta.” gli disse Alec. “Vacci domani mattina, ora è troppo tardi, e tu, come tutti noi, sei stremato.”
Jace sorrise appena battendo la mano sulla sua spalla. “Grazie fratello.”
Il ragazzo prima di andare nella sua stanza a riposare volle passare da Clary.
Entrò nella stanza della ragazza piano, e lentamente si sedette nella sedia accanto al letto. Jace la guardò pensieroso. Era ancora pallida, ma il viso aveva ripreso un po’ di colore dalla somministrazione del siero.
Sembra fatta di porcellana. Fu il pensiero di Jace. Poi i suoi occhi scesero con lo sguardo sulle braccia di lei, ora segnate da delle cicatrici.
Porcellana rotta. Crepata dal bambino capriccioso che era Jonathan, che tu non sei riuscito a fermare in tempo.Disse una vocina nella testa di Jace. Lui scosse la testa per liberarsene. Ma quel pensiero rimase comunque lì.
Sospirando Jace si appoggiò allo schienale della sedia, e lentamente sentì la dolce coperta del sonno posarsi su di lui. Pochi istanti prima che la stanchezza lo trascinasse nei sogni, sentì una mano carezzargli la guancia con tocco leggero e familiare.
Maryse?
Provò ad aprire gli occhi ma il torpore lo trascinò giù.
 
Era consapevole di stare sognando. Però stavolta non era ad Alicante, come nei suoi sogni precedenti. Era all’istituto. Nella camera di Clary, ma lei non c’era.
Jace si avvicinò al letto vuoto e vide se stesso assopito accanto ad esso.
Ma dov’era lei?
Il ragazzo si guardò intorno ma di Clary nessuna traccia. Uscì da quella stanza e percorse i vari corridoi dell’ edificio.
Cercò ovunque, controllò la cucina, la biblioteca, l’armeria, anche la serra; ma della ragazza nessuna traccia. Andò verso l’ascensore sperando di trovarla fuori. All’esterno spirava un po’ di vento, ma si stava bene. La luna illuminava tutto, conferendo alle cose un colore di tonalità più chiara. Controllò il perimetro dell’istituto, però della ragazza non c’era traccia.
Jace sentiva il proprio cuore battere forte per la preoccupazione.
Dove poteva essere finita Clary? Si domandò ancora.
Di colpo una raffica di vento lo costrinse ad abbassare lo sguardo. Il terreno era stranamente pallido, e su di esso si stagliava netto il profilo dell’istituto. Improvvisamente un ombra si mosse.
Jace sollevò la testa di scatto, posando gli occhi sui pinnacoli e le guglie. Tra di essi un ombra si aggirava leggera e agile…
In poco tempo si ritrovò a percorrere il corridoio per andare sul tetto. Poi…
 
Jace si svegliò di colpo. Si sfregò gli occhi per abbandonare le ultime tracce del sonno. Fuori era ancora buio, potevano mancare un paio d’ore all’alba.
Jace appena fu completamente sveglio, si guardò intorno, e il cuore cominciò a battergli forte.
Il letto anche se in ombra, anche se non vedeva niente per le tenebre, Jace sapeva che era vuoto. Lo sentiva, lei mancava.
Saltò il piedi come una molla. Aveva in corpo ancora il torpore del sonno, ma la mente era lucida.
Uscì fuori dalla stanza e cominciò a percorrere il corridoio che portava alla scala che sbucava sul tetto. Non sapeva il perché, ma sentiva che doveva andarci.
Mentre camminava sentiva uno strano senso di déjà vu, ma non gli diede conto arrivando finalmente alla scala.
Fuori il vento leggero gli scompigliò i capelli. Jace cominciò a correre tra le torrette e le guglie, col freddo che gli irrigidiva i muscoli.
Sorpassò un arco con degli angeli di pietra scolpiti ai lati, e si fermò.
Lei era lì seduta su una sporgenza, i capelli rossi mossi dal vento. Non aveva la camicia da notte, ma dei jeans e una canottiera, che probabilmente aveva preso dalla sua stanza.
Lui fece un passo. “Clary.” sussurrò piano.
Lei voltò piano la testa, e i suoi occhi si posarono su di lui, velandosi subito dopo di lacrime, che lei non si permise di versare.
Per un secondo si fissarono in silenzio.
Poi Clary si alzò, girandosi completamente verso di lui ed incrociando le braccia. Jace non riusciva a credere che lei fosse davvero lì di fronte a lui. Ma sentiva che era sbagliata, quella distanza tra loro.
Fece un passo verso di lei, ma Clary rimaneva immobile, fissandolo come se stesse per andare in pezzi da un momento all’altro.
“Clary?”
Negli occhi di lei vedeva esitazione. Si tormentava le braccia con le unghie delle mani.
Jace non capiva. Perché nel suo sguardo vedeva quell’insicurezza?
Perché lei è quasi morta per un tuo errore.Disse la stessa vocetta di prima nella sua testa.
Si avvicinò ancora, e lei stavolta abbassò lo sguardo. La sentì espirare per poi rialzare gli occhi su di lui. In quelle iridi verdi vide tormento, paura, e qualcosa che Jace non riuscì ad afferrare.
“Sei davvero tu?” la sentì sussurrare.
Jace era sconcertato. “Certo che sono io. Clary perché fai così? Non capisco…” disse.
Lei scosse la testa. “Lo dite tutti, ogni volta che credo di svegliarmi. Ma poi sto di nuovo su quel maledetto letto.” disse Clary angosciata “Ora sto veramente parlando e camminando? O è ancora quel dannato intruglio di Jonathan a farmelo credere?”
“Clary te lo posso giurare, tutto questo è reale. Ti sei davvero svegliata grazie all’antidoto. Ora sei di nuovo con noi, con me.” disse lui parlando lentamente.
“Dite sempre le stesse cose. Sempre. E quando mi convincerò di essermi di svegliata per davvero… sarò di nuovo lì. Mentre gli altri cercano di salvarmi la vita, rischiando la loro. Tutto per colpa mia. Per essere stata così debole.” affermò lei.
“Debole?” ora Jace era a dir poco sbalordito. “La Clary che conosco non è affatto debole.” lui scosse la testa, cercando le parole giuste da dire. “Lei… Tu ti getti a capofitto nelle situazioni più pericolose, se è per aiutare le persone che ami. Sei entrata in un hotel pieno di vampiri per Simon, sei andata ad Alicante per tua madre, e al lago Lyn sei riuscita a fermare Valentine e salvare me.” Jace fece un lungo respiro, e continuò “Quando Jonathan ti ha rapita, e torturata per costringerti a passare dalla sua parte, tu hai sempre rifiutato, nonostante la sofferenza che ti ha inflitto. Hai sempre detto no, dicendo che preferivi morire che passare dalla sua parte. Lo hai fatto per noi.”
Lei lo guardò. “Come fai a sapere che gli ho detto questo? Che mi sono ribellata a Jonathan?”
Jace sentì la tristezza assalirlo al ricordo di quello che le aveva fatto. Aveva un nodo in gola, ma riuscì comunque a dire: “Nella cella dove ti teneva c’era una telecamera…” si avvicinò a lei di un passo, “Jonathan ha registrato tutto… tutto quello che ti ha fatto.” ancora due passi più vicino, lei lo stava guardando negli occhi. E Jace si costrinse a continuare, per darle pace, per darle sollievo, per farle sentire che lui era lì vicino a lei. E che tutto quello era reale.
“Probabilmente Jonathan l’aveva fatto per farmi soffrire.” sussurrò. “Per farmi ricordare la mia colpa, e come non sono stato capace di proteggerti e salvarti dai suoi capricci.”
Il ragazzo fece un sospiro. “No. Tu non sei debole. Non lo sei mai stata. Sono io quello che non è stato capace di salvarti di…”
Jace venne interrotto dalle braccia di lei, che si incrociavano intorno al suo collo in un abbraccio. Lui rimase un istante appena fermo per la sorpresa, ma poi si lasciò andare a quel contatto che anelava da giorni e giorni.
“Non provare più a dire una cosa del genere. Tu non hai colpa di tutto questo, tu mi hai salvato. Non ti sei arreso mai. Hai anche rischiato di farti ammazzare…” la voce di lei si spense. Allontanò il viso dal suo collo, e lo fissò. Nei suoi occhi vedeva la stessa insicurezza di prima. Ma ora nel suo sguardo c’era anche speranza, e sì, anche felicità.
“Sei davvero tu?” sussurrò di nuovo.
Jace le sorrise. “Sono io.” Jace si avvicinò al suo viso dicendo: “Scommetto che nessuno dei Jace della tua testa, è riuscito a fare un discorso così figo.”
Lei alzò gli occhi al cielo. “No. Ma di sicuro erano più romantici.” ribatté lei.
Il sorriso di Jace si fece malizioso. “Sei sicura?” sussurrò.
Prima che potesse rispondere Jace la baciò.
Fu un bacio lungo, in cui Jace finalmente riuscì a scacciare tutti i sentimenti che lo avevano accompagnato nel viaggio: la disperazione e la rabbia di non averla protetta; la paura di averla persa o di non aver fatto in tempo; la tensione di tutto il viaggio; e anche il disagio di scoprire quanto era dipendente da lei.
Jace finalmente si sentiva leggero, ora che Clary era con lui, tra le sue braccia. Se la strinse a sé come se volessero strappargliela via, la sentì gemere, ma non dal dolore. Il ragazzo sentì la passione in lui come un fuoco che saliva, e saliva. Le passò una mano nei capelli, i suoi bellissimi capelli, e avvicinò ancora di più i loro visi. Jace si sentiva come se da un momento all’altro sarebbe scoppiato di felicità. 
Le era mancata così tanto, voleva sentirla il più vicino possibile, dopo tutta l’attesa e l’angoscia che aveva provato.
Ma lei si scostò rompendo il bacio. Lui la guardò confuso. Clary era arrossita e col fiatone, le labbra erano gonfie per i baci e tirate su in un sorriso appena accennato, i capelli un po’ arruffati dove lui vi aveva immerso la mano, e gli occhi erano lucidi e brillavano come smeraldi. Era bellissima.
“Cosa…?” cominciò lui, ma Clary lo interruppe poggiando la sua bocca su quella di lui, in un bacio lieve come una carezza.
“Mi sei mancato tanto.” sussurrò lei contro le sue labbra. “Avevo così tanta paura, paura che quella runa non fosse sufficiente a proteggerti. Che saresti potuto morire, o che non saresti più tornato da me.”
Jace la strinse forte a sé, e lei appoggiò la testa sul suo petto chiudendo gli occhi. La sentì rilassarsi contro di sé.
“Tornerò sempre da te.” sussurrò lui.
“Jace…” la sentì mormorare, poi sentì le sue gambe cedere.
Jace la prese in braccio e la riportò nel letto della sua stanza, dove si stese accanto a lei.
Mezza addormentata Clary si rannicchiò contro di lui. Jace la attirò più vicino a sé, la sua testa rossa si appoggiò nell’incavo della sua gola.
“Jace” mormorò Clary.
“Mmm?”
“In romanticismo ti superano.”
Jace ridacchiò. “Oh staremo a vedere. Se mi impegno posso essere il migliore in qualsiasi cosa, te lo sei dimenticato?”
La sentì borbottare qualcosa, per poi rilassarsi contro di lui.
Il ragazzo, ancora con un sorriso sulle labbra si addormentò.
E finalmente Jace riuscì a dormire profondamente e senza alcuna preoccupazione, stretto tra le braccia di Clary.




E siamo alla fine! Finalmente Jace e Clary si sono ricongiunti, e sono felici. Ora vorrei un po' di  
ATTENZIONE
Sto scrivendo un capitolo extra JacexClary, naturalmente con lei che prima si ricongiunge con gli altri. Ma vorrei sapere quanti di voi vorrebbero che le scene tra i due angioletti siano di un raiting più alto, (tipo arancione o rosso) o se lo volete lasciare basso. (verde o giallo)
Vorrei il vostro parere: volete un incontro più passionale o più dolce?
Chi vuole mi faccia sapere cosa vuole!

E con questa mi ritiro (^_^)
Ciao!
by A.D.
 




  
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