Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: lady vasshappenin    28/11/2012    4 recensioni
Dal primo capitolo
"Aveva smesso presto di credere in “Babbo Natale”, nella “Fatina Dei Denti” e nelle altre bazzecole che i genitori le andavano dicendo spesso e volentieri.
Per lei maturità voleva dire lasciarsi alle spalle il mondo delle fiabe e dei balocchi e, in quel momento, il suo scopo principale era diventare una persona matura.
Era molto diversa dai suoi coetanei, e non solo. Era diversa anche dalla propria madre, Berta Dixon, una trentacinquenne che ancora sperava di ottenere la sua lettera di ammissione in quella scuola di maghi e streghe di cui blaterava da mattina a sera.
"
Se una figlia di Potteriani odiasse il mondo magico? Se disprezzasse tutto ciò che fa parte del mondo della fantasia? E se Hermione, ragazzina di 11 anni del 2023, dovesse rivedere tutti i suoi ideali a causa di una stupidissima lettera?
Ispirata dalla saga di J.K. Rowling e dedicata ai Potterheads come me, vi propongo la mia FF.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Grifondoro, Hugo Weasley, Lily Luna Potter, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Nuova generazione
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

1. ANCORA GUFI

 
Era una tranquilla mattinata d’inizio agosto e aiutava sua madre ad stendere i panni come faceva ogni mattina ormai.
Il sole le picchiava lucente sulla testa e, accecata totalmente dalla luce, disse:- Mamma, posso rientrare in casa? Questo sole mi sta facendo venire mal di testa!-.
Sapeva che le giornate di sole a Southampton si potevano contare sulle dita della mano, ma quel giorno il caldo era davvero asfissiante e non riusciva a godere del bel tempo.
Sua madre si voltò e, rendendosi conto dalla faccia della figlia, sudata e stanca, che non era la solita scusa per non far nulla, le rispose:- Certo Herm, vai pure! Nel mentre, però, sveglia anche Rem!-.
Hermione annuì e su diresse verso la porta sul retro, che dava sulla cucina e attraversò tutto il corridoio fino ad arrivare davanti alla porta della propria camera.
Aprì lentamente la porta, cercando di non far rumore, ed entrò nella stanza che condivideva con il fratellino Remus.
Hermione, Remus e, per giunta, Severus, il merlo indiano che viveva con loro, e Mrs. Purr, la panciuta gatta che avevano acquistato molti anni prima, non si chiamavano così per caso e i loro non erano nomi affibbiati senza un reale motivo. Era tutto nato dalla mente di sua madre moltissimi anni prima, quando si era appassionata ad una saga chiamata Harry Potter scritta da una tale J.K. Rowling o qualcosa del genere.
Harry non è solo un libro, ma un amico” diceva sempre la donna.
Ma non era vero. Hermione sapeva che un libro non poteva mai essere un amico, soprattutto un libro che raccontava frottole una dietro l’altra. Magia. Stregoneria. In parole povere, frottole.
Non poteva essere possibile che un ragazzino possa frequentare una scuola di magia e diventare un mago!
Era inaccettabile, per la mente di Hermione, registrare un avvenimento del genere!
In primis, perché era impossibile che esistesse la magia e, di conseguenza, non poteva esistere nessun mondo magico e nemmeno nessun Ministero della Magia.
Per avere undici anni appena compiuti, lei era un ragazzina con i piedi per terra. Si riteneva una persona molto sveglia e proprio per questo aveva deciso di non credere a ciò che la fantasia le dettava.
Se non aveva una prova dell’esistenza di qualcosa, bene, per lei quel qualcosa non esisteva.
Aveva sempre negato al proprio pensiero di essere influenzato da questo tipo di fandonie.
Sì perché la fantasia è qualcosa d’irreale, e quindi è solo una grossa bugia.
Aveva smesso presto di credere in “Babbo Natale”, nella “Fatina Dei Denti” e nelle altre bazzecole che i genitori le andavano dicendo spesso e volentieri.
Per lei maturità voleva dire lasciarsi alle spalle il mondo delle fiabe e dei balocchi e, in quel momento, il suo scopo principale era diventare una persona matura.
Era molto diversa dai suoi coetanei, e non solo. Era diversa anche dalla propria madre, Berta Dixon, una trentacinquenne che ancora sperava di ottenere la sua lettera di ammissione in quella scuola di maghi e streghe di cui blaterava da mattina a sera.
Aveva cercato in tutti i modi di far apprezzare il “mondo di Harry” alla propria primogenita, senza mai riuscirci, e ci aveva provato in tutti i modi possibili: film, libri e citazioni riempivano quella piccola villetta bretone.
Entrò in camera e, alzando le tapparelle, fece si che la luce riempisse quella stanzetta.
La reazione di Rem fu immediata :- No! Lasciami dormire ancora, mamma!-.
- Rem, non sono la mamma, sono Hermione! E’ ora di svegliarti!- gli strillò la ragazza, buttandolo gentilmente dal letto.
Lamentandosi e borbottando, il bambino di nove anni dai folti bruni si trascinò a forza fino alla cucina.
La somiglianza fra i due fratelli era impressionante, ma i colori erano diversi, visto che la sorella era bionda con gli occhi azzurri e il fratellino bruno con gli occhi verdi.
Durante la colazione di Remus, Hermione gli fece compagnia, visto che non aveva alcuna voglia di tornare fuori e, anche se il mal di testa persisteva, non le andava di sdraiarsi sul divano.
Arrivato a metà della sua tazza di latte e cereali, il bambino si bloccò pensoso.
Ecco, ci risiamo” pensò subito Hermione. Era arrivato, come lo chiamava lei, il momento “mi sono ricordato che sogno ho fatto questa notte”, in cui il fratellino passava tre minuti buoni a ricostruire ciò che il suo inconscio gli aveva mostrato durante il sonno.
Non amava particolarmente vedere il proprio fratellino riflettere su tutte quelle fantasie che si formavano nel suo cervellino, ma per adesso cercava ancora di accontentarlo dandogli retta e stando a sentirlo.
- Herm, mi sono ricordato che sogno ho fatto stanotte-.
- Dimmi Rem!- rispose la ragazza, facendo la parte della curiosa.
- Ma non ho la certezza che sia un sogno …- aggiunse Remus.
Per Hermione era inaccettabile confondere fra vero e faceto, non poteva permettere che suo fratello cadesse vittima delle bugie. Ma non poteva neanche troncare quel flusso di “belle cose” che nascevano nella mente di Remus, non perché lei non lo volesse fare. Era stata sua madre a proibirle di farlo.
Le tornarono in mente le parole che le aveva detto qualche mese addietro: “Potrai non crederci tu, ma non per questo non devono crederci gli altri ”.
Così gli rispose semplicemente:- Raccontami ciò che hai visto e saprò dirti se sognavi o no.-.
Il bambino iniziò a raccontare un sogno pieno di gufi che volavano a destra e a sinistra portando tante lettere. Fin qui niente di strano. Sono quegli stupidi gufi che dovrebbero portarle la lettera per frequentare la scuola di magia che amava tanto sua madre. Secondo ciò che diceva il libro, la lettera d’iscrizione sarebbe dovuta arrivare al compimento degli undici anni ed Hermione  undici anni li aveva compiuti già da una settimana, ma non si era presentato nessun gufo. Un’altra prova che confermava che sua madre si sbagliava sull’esistenza della magia. Ma il dettaglio che stranì maggiormente Hermione fu ciò che raccontò dopo il bambino.
- Dopo il sogno, mi sono subito svegliato.- continuò Remus- Appena ho aperto gli occhi però, anche se c’era buio, ho visto un paio di occhi gialli che mi guardavano dalla finestra … E mi sono sembrati proprio due occhi di gufo! E se non sbaglio teneva anche una lettera nel becco!-.
Non stava scherzando Remus, glielo si leggeva sul volto. Cercava una conferma che la sorella non gli avrebbe mai dato. Lei, in quel momento, si stava solo preoccupando per la salute mentale del fratellino e non si faceva problemi a dare tutta la colpa alla propria madre.
Gli aveva riempito la testa di cavolate e ora era più che normale che Remus avesse le visioni!
Poi, a complicare tutto, le venne un dubbio. Se non si sbagliava, aveva sentito quella notte degli strani rumori venire da fuori … Un verso d’animale … Di gufo
No, non poteva essere possibile, si stava lasciando influenzare dai sogni del fratellino. Se mai aveva sentito qualcosa, dovevano essere stati i clacson delle macchine. Punto.
Freddamente sussurrò al bambino davanti a lei:- E’ stato solo un sogno, Rem. Non c’erano gufi stanotte fuori dalla finestra. Nessuno mi porterà una lettera per Hogwarts.-.
Remus, visivamente risollevato anche se ancora un tantino dubbioso, aggiunse riprendendo a mangiare:- Su questo ti do ragione, tanto la McGranitt non ti prenderebbe mai a scuola … Tu non credi nella magia …-.
Bene, senza doversi esprimere più di tanto, anche Remus aveva capito che quella fantomatica scuola non l’avrebbe mai reclutata, visto che in sostanza non esisteva nemmeno un posto del genere.
Alzandosi, si diresse nello stanzino di suo padre per prendere uno dei suoi tanti libri da leggere per passare il tempo.
Una targhetta di legno con su inciso “GARTH DIXON-TORNO FRA POCO” indicava che suo padre non era momentaneamente a casa. Come se già non lo sapesse.
Garth Dixon lavorava come commercialista in una fabbrica di mobilio a poche miglia da casa. A lavoro dava l’impressione di essere una persona di cui fidarsi, con la testa sulle spalle e che evitava frivoli passatempi. Insomma, il padre che ci si sarebbe prefigurato per una tipa come Hermione. Nulla di più sbagliato.
Tornato a casa, il signor Dixon si trasformava in un piccolo Archimede Pitagorico che, chiudendosi nel suo ufficio, dava vita alle creazioni più strambe, tutte, rigorosamente, incentrate su mondo Potteriano.
In quella famiglia, infatti, l’amore per la magia non era proprio solo della signora Dixon ma anche del consorte, che allietava perciò la moglie con creazioni che si avvicinassero almeno un tantino agli oggetti descritti nel libro. Il più delle volte erano flop totali, ma Berta sorrideva lo stesso, incoraggiando Garth a continuare.
Come volevasi dimostrare, accanto alla libreria, ecco la nuova invenzione del papà di Hermione, ancora da ultimare. Un prototipo di scopa volante si trovava accanto alla ragazzina che, schifata da tutto ciò che riguardasse il mondo in cui si erano rintanati i genitori, prese un libro e uscì di corsa da quello sgabuzzino.
Non si era nemmeno accorta di che libro si trattasse fin quando, arrivata in salotto, si era seduta sul divano e aveva osservato la copertina del tomo.
Dannazione!” ruggì nel suo pensiero. Quel maghetto era più appiccicoso di una ventosa! Eccola lì, messa sul divano con in mano il primo volume della saga che i suoi genitori tanto amavano e che lei tanto detestava. Lo lanciò dall’altra parte del divano e si accovacciò, in modo da potersi allontanare quanto ancora le fosse possibile da quel libro.
Ad un certo punto, le sue orecchie sentirono la voce di sua madre che scandiva a chiare lettere il suo nome.
- HERMIONE! HERMIONE! HERMIONE!-.
Doveva essere successo qualcosa. Preoccupata, l’undicenne schizzò per la casa fino ad arrivare davanti alla porta che dava sul giardino.
Sua madre avvistandola, le fece cenno con una mano di avvicinare e con l’altra indicava un punto più in là.
- Hermione, vieni a vedere! Ci sono i gufi di giorno! E si sono poggiati davanti casa!-.
Ancora gufi.
 
Spazio dell'autore

Ehi gente, beh questo è il mio primo capitolo di questa FF e questa è la mia prima FF su Harry Potter. Sono una Potteriana convinta e quindi spero possa soddisfare le aspettative dei miei "colleghi" Potterheads! :)
La storia si ambienta nel 2023, quando la nostra generazione avrà figli o almeno alcuni sì.
Hermione del 2023 è una "babbana" nel vero senso della parola, un po' alla Vernon Duddley alla fine.
Ma non preoccupatevi, la siutazione cambierà in meglio! Spero vi sia piaciuto questo primo capitolo, aspetto recensioni gente!
 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: lady vasshappenin