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Autore: nuccetta    28/11/2012    14 recensioni
Elena, Damon e Stefan. Elena è bella, mora, con gli occhi del color del cioccolato. Damon ha due iridi di ghiaccio, un atteggiamento da bello e dannato e la battuta sempre pronta sulla punta della lingua. Stefan è ligio al dovere ed innamorato perdutamente della sua donna. sembrerebbero gli stessi protagonisti che abbiamo imparato ad amare in The vampire diaries, ma non è così.
Elena e Stefan si sono conosciuti e amati anni fa, la loro storia è ricca di passione, tenerezza e amore. Damon giunge all'improvviso tra di loro e legherà indissolubilmente la vita alle loro.
E' la storia di un amore travagliato, è una storia di tradimenti, di bugie, di sentimenti veri e di timori nascosti.
un triangolo un po' diverso dal solito....
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardo un'ultima volta lo specchio dietro di me. Il vestito blu mi fascia alla perfezione i fianchi per poi scendere elegantemente sulle mie cosce. Mi sento bene con me stessa, so che non devo temere il giudizio di nessuno, o meglio ne sono sempre stata convinta fino ad oggi. Questa sera invece è diverso, conoscerò la famiglia del mio fidanzato e, in casi come questi, non c'è nulla di così sicuro.

Io e Stefan ci siamo conosciuti al college qualche anno fa, da allora è stato amore a prima vista. Abbiamo affrontato insieme molti ostacoli, abbiamo gioito insieme per i successi e ci siamo sorretti negli insuccessi, per poi raggiungere insieme il traguardo, il fatidico giorno che entrambi aspettavamo.

Ora, dopo essermi accorta che la mia vita senza di lui non ha più senso, ho deciso di seguirlo a New York, abbandonando definitivamente Mystic Falls e la mia famiglia. Già, la mia famiglia. Quanto mi mancano. Mia madre, mio padre, Jeremy, i miei amici. Però è giusto così e se dovessi tornare indietro lo rifarei, non una, ma mille altre volte. Ho imparato che esistono delle priorità e, mi fa male ammetterlo, in questo momento i miei genitori non sono la mia.

Non mi pesa più di tanto aver stravolto la mia vita, l'ho fatto per Stefan, l'ho fatto per me, e non c'è nulla di più importante al mondo. Perchè è difficile fare qualcosa che comprenda te solo in parte, ma diventa facile, se riesci a farlo per l'amore.

“Elena, non sei ancora pronta?”. Un uragano biondo fa il suo ingresso in camera.

“Sì, sto arrivando. Prendo la borsa e ti raggiungo”.

Conosco Caroline da poche ore, ma abbiamo già stretto un grandissimo feeling. Credo. So pochissime cose di lei, per adesso so a mala pena che è una grande amica di Stefan e che è stata lei a proporgli di farmi mandare il curriculum nell'editoria per cui domani inizierò a lavorare. Lei è la prima assistente del capo dell'azienda e non ha perso tempo a suggerire a Stefan di provare a farmi assumere come seconda assistente. Beh, sembrerà impossibile, ma due giorni dopo mi è arrivata una mail dell'azienda con la conferma della mia assunzione. A volte la fortuna gira anche dalla mia parte.

Ok, inizio a sentire il cuore in gola, ma devo stare tranquilla, devo convincermi che nulla potrebbe andare male. Io sono Elena Gilbert, la ragazza più popolare del liceo, una delle più brillanti del campus e per questo non ho nulla da temere

“Elena, andiamo per favore”.

Sospirando seguo una Caroline piuttosto spazientita, devo ricordarmi che la sopportazione non è il so forte!

 

Quando scendo dalla macchina, rimango a bocca aperta.

Stefan mi ha sempre detto di provenire da una famiglia parecchio benestante, ma quando mi parlava di ricchezza... beh, non pensavo si spingessero fino a questo limite. Di fronte a me, si erge un'incredibile villa ottocentesca, probabilmente fuori da ogni genere di sogno umano. Inizio a respirare affannosamente. Ricordo che quando andavo a scuola mi sentivo ricca, perchè, a differenza di tutte le mie amiche, potevo godere di un meraviglioso giardino con tanto di altalena personale. Di certo non potevo pensare che dall'altra parte dell'America ci fosse qualcosa di anche così lontanamente simile.

Faccio il mio ingresso in casa Salvatore, l'interno è forse addirittura meglio... o almeno, è sicuramente più prestigioso.

“Elena, tesoro”.

Stefan si sta facendo spazio tra tavolini d'epoca, camerieri ed invitati di chissà quale cerchia sociale. Il suo viso è attraversato da un sorriso, gli occhi verdi brillano di una luce furtiva e nitida, i muscoli saettano sotto la camicia grigia... ed io mi sciolgo innocente di fronte a questa visione celestiale.

“Amore”. Mi butto a capofitto tra le sue braccia, respiro soddisfatta il suo profumo dolce e virile al tempo stesso e mi sento finalmente sicura, per la prima volta da quando ho messo piede in questa casa. Mi sento come una nave che torna al porto ed anche se stanca, so che ci sarà lui a sorreggermi.

“Allora, sei pronta?”. Annuisco, mentre lui mi allontana dal suo petto per afferrarmi con dolcezza la mano.

“Io sono nata pronta”. Sfodero uno dei miei sorrisi più sicuri, Stefan non immagina minimamente quali lotti stiano prendendo vita dentro di me, adesso.

Attraversiamo l'immenso salone fino a raggiungere una piccola comitiva di persone, con a capo, quello che potrei conoscere come Giuseppe Salvatore. Non l'ho mai visto in vita mia, eppure quella sicurezza che lascia trasparire, quel vocione così imponente e arrogante, rispecchiano esattamente tutti i racconti del mio fidanzato.

“Papà, per favore, devo presentarti una persona”. Giuseppe, con mossa abile ed esperta di chi è abituato a piantare in asso la gente con grazia, ci raggiunge con un sorriso finto e tirato sul volto.

“Stefan, figliolo... e tu... tu devi essere Elena. Stefan mi ha tanto parlato di te. Sei decisamente meglio dal vivo, ho avvistato per puro caso una tua foto e devo dire che non ti rendeva abbastanza giustizia”.

Nella sua mente contorta da uomo di mondo, questo dovrebbe essere un complimento? Decido di lasciar correre, intervenire non è nella mia natura, soprattutto se si prende in considerazione il papà del mio fidanzato... decisamente troppo, troppo rischioso.

“E' un piacere conoscerla, signor Salvatore”. E' una gara a chi sfodera il proprio sorriso migliore, devo ammettere che, considerate le mie scarse capacità di attrice, non c'è sicuramente sfida.

“Mio figlio mi ha detto che ti ha aiutato a trovare un lavoretto per mantenerti”.

“Non mi limiterei a chiamarlo lavoretto per mantenermi. Sono molto felice e non vedo l'ora di iniziare, adoro il campo dell'editoria”. Rivolgo un sorriso, questa volta sincero, al mio fidanzato ed ignoro volutamente lo sguardo infuocato che mi lancia Giuseppe Salvatore, ed io che temevo di non piacergli! Semplicemente: mi odia!

“No, certamente. E comunque, immagino che avere un buon partito come Stefan al tuo fianco, di certo non può che farti bene. O sbaglio?”.

“Papà...”. Ignoro completamente un imbarazzatissimo Stefan, quasi sorrido al suo sorriso compiaciuto quando affermava con certezza, che suo padre mi avrebbe adorato. Ne era pienamente convinto. “D'altronde è mio padre, se io sono felice, allora lui è felice”. Povero il mio cavaliere senza macchia. Era così felice che non si è fatto passare per la testa, neanche per un secondo, che un uomo come Giuseppe salvatore è troppo attaccato al denaro per tenere a cuore i sentimenti di suo figlio.

“lascia perdere, Stefan. E' un dubbio legittimo e riceverà risposta. Dunque, non si preoccupi, signor Salvatore, nella mia vita ho fatto molti errori, mi sono umiliata più di una volta e se c'è una cosa che non accetterei mai, è arrivare ai vertici più elevati, se non posso farlo sulle mie gambe. Le assicuro che sono abbastanza forti. Adesso, se permettete, mi accomodo al bancone a bere un aperitivo”.

Mi allontano dalla coppia con un ultimo sguardo di diffidenza al più adulto dei due, ma devo ammettere che anche il più piccolo mi ha particolarmente indisposta. Ho odiato come mi ha trattato suo padre, ma la delusione più grande è quella di vedere il tuo fidanzato rosso di vergogna per gli atteggiamenti del genitore, ma comunque incapace di muovere un discorso a tuo favore.

 

Mi avvicino al bancone, attraenti cameriere in divisa rossa e nera si aggirano indaffarati nel retro.

“Posso esserle utile, signorina?”. Oltre che attraente, pure educato e galante... l'uomo perfetto, insomma. Ok, la rabbia mi sta offuscando il cervello!

“Sì, una vodka lemon, grazie!”.

“Un po' pesante per essere solo le sette del pomeriggio!”. Una voce sarcastica ed indisponente mi solletica antipatica l'orecchio sinistro.

Mi volto infastidita, fino a quando incontro i suoi occhi così... così... così incredibilmente azzurri, non ho altre parole per descriverli! Immediatamente, la mente mi si annebbia, non ricordo neanche dove sono e perchè. Oh, già sei alla festa del padre del tuo fidanzato... piccolo dettaglio, oserei dire!

Rinsavisco velocemente, scrollandomi dalla vista la palese straordinarietà di quello sguardo.

“E tu saresti?”. Riesco a mantenere comunque un certo contegno, dopo tutto sono sempre la sadica Elena, acida come uno yogurt scaduto. Citazione di Jeremy Gilbert, mio fratello minore.

“Damon”. Mi guarda divertito, quasi come se nessuno avesse mai osato rivolgersi a lui con quel tono.

“Damon e basta?”.

Il suo sguardo continua ad essere enigmatico, il suo sorrisetto sarcastico non arriva agli occhi, che sembrano nascosti da un patina glaciale.

“Damon e basta. Esattamente. E tu, invece?”.

“Elena Gilbert. Sai, è buona educazione presentarsi a dovere, a me la mamma lo ha insegnato!”. Rispondo acida e solenne.

Ora è molto più che divertito, inizia anche a ridacchiare alzando e abbassando le spalle.

“Elena Gilbert. Curioso”.

Inizio ad essere parecchio irritata. Chi diavolo è questa specie di Dio del sesso, che mi provoca in questa maniera così scortese?

“Dimmi, Damon e basta, cosa sarebbe così curioso?”.

Alza le spalle con gesto plateale. “Niente. Una ragazza così carina, solo ad un bancone di una delle feste più in di tutta New York”.

“ Curioso, però...”.

Il suo sguardo si corruccia in una mossa interrogativa.

“Un ragazzo così attraente, che va ad importunare ragazze sole ad un bancone di una delle feste più in di tutta New york”.

Ride di gusto. “Mi piaci, Elena Gilbert. Sei di sicuro una delle cose più divertenti che mi siano capitate a questo genere di feste”.

Si passa stancamente una mano tra i capelli ed io quasi arrossisco per quanto sia bello.

“Sentiamo, cosa c'è che non va in questo genere diverse?”.

“La gente. Non sa divertirsi. Altolocati figli di papà che pensano solo a mostrarsi in pubblico e cercano di mantenere un certo contegno per non dare dispiacere a chi ha costruito per loro una vita fatta di agi e sregolatezze”.

Scoppio a ridere, sinceramente sorpresa dalla perfetta presentazione di Stefan a questa serata infernale. Sì, devo ammettere che questa sera ce l'ho un po' con lui.

“Perchè ridi? Normalmente non faccio ridere le ragazze, preferisco sorprenderle con un altro genere di arma”.

Alzo gli occhi al cielo. Ci sto bene, è come se lo conoscessi da una vita, come se dentro di lui ci fosse un'incognita grossa come una casa, ma un'incognita familiare. E' come se fossi entrata in un locale mai frequentato e ora sentissi l'odore di casa mia. Mi è già capitato, ed è una cosa che ti spiazza, proprio come Damon ha spiazzato me in questa serata.

“A giudicare il prezzo totale dei tuoi vestiti, giurerei che anche tu sei un altolocato figlio di papà, circondato da agi e sregolatezze”.

“Ehi, così mi offendi! Io so sfruttare gli agi e le sregolatezze che mio padre mi ha procurato! A me piace divertirmi!”.

Sospiro, questa volta tra l'irritato e il divertito, divertita perchè come uno come lui è impossibile non esserlo, irritata perchè non è qui che dovrei essere.

“scusa forse sono troppo sfacciato per una come te. Però mi sembravi un po affranta e la serata è troppo lunga per restarmene in un angolo a bere alcolici e farmi i fatti miei. Comunque, se ti va di lasciare questa gentaccia e questo posto che puzza di ostriche spacciate come super pregiate, mentre in realtà arrivano da allevamenti fluviali, conosco un posto carinissimo in cui offrono un wiskey eccellente. I ricchi si intendono solo di champagne”.

Mi sorride speranzoso. Io, però, ricambio un po' incerta. Non posso prendere e andare via con un perfetto sconosciuto, non sarebbe da me.

“Non saprei...”.

Inizia a girarmi un po' la testa. Cerco Stefan con lo sguardo. Cammina dietro a suo padre come un cagnolino, da quando sono andata via, non ha accennato neanche un secondo a cercare di parlarmi, di chiedermi come sto. Ritorno su Damon, sul suo sguardo limpido e pulito, sulla sua voglia di scappare pari, se non superiore alla mia.

Afferro la borsetta. “Ok. Andiamo”.

 

Il bar è vecchio e logoro, uno di quei posti in cui non ti aspetteresti mai di trovare un tipo come Damon. Però è accogliente ed io mi sto divertendo come una pazza, molto più di quanto sia capitato nell'ultimo periodo di tempo.

“Due tequila bum bum”.

“Per la fanciulla”. Ridono, o almeno è ciò che mi sembra. La mia testa è diventata una specie di camera insonorizzata, sembra di vivere in un mondo ovattato e la cosa non mi dispiace neanche un po'

Butto giù una tequila dietro l'altra e mi struscio sul corpo di Damon come fosse un palo da lap dance, trasportata dalla musica indecente di questo posto smorto e appiccicoso. So già che domani avrò parecchie cose di cui rimproverarmi, ma ho deciso di non pensarci. Questa sera è la mia serata, al diavolo l'Elena che tutti vogliono, ! Questa sera sono davvero io di fronte agli occhi di un uomo che neanche conosco. Perchè è proprio vero, sono le persone che non fanno parte della tua vita, a tirar fuori la vera essenza di te. Forse perchè a te non interessano, forse perchè sei tu a non interessare a loro.

“Questo è per il mio fidanzato che per non contraddire suo padre, mi abbandonata sola ad un bancone di una delle feste più in di New York”.

Tra un singhiozzo e l'altro, Damon brinda con me, sul suo sguardo irritazione mista ad euforia, e manda giù il suo generoso bicchiere di bourbon.

“Già, un brindisi al più grande idiota di tutto lo stato”.

“E questo...”. Sollevo l'ultimo bicchierino di vodka come fosse un trofeo. “Questo è per tutti gli stronzi che ho incontrato. E ci includo anche te”.

“Yeah, io ti adoro, Gilbert”.

Bevo, bevo e bevo ancora. Bevo e sono felice. Bevo e mi sento bene.

 

 

 

Lui è al mio fianco, il corpo ancora caldo d'amore, il profumo della mia pelle sulla sua. Ho quasi paura a voltarmi, a scorgere il suo viso dubbioso ed impertinente. Mi vergogno terribilmente del mio comportamento, di chi ho finto di essere, anche solo per una sera. E adesso ho un enorme groppo in gola. Come devo comportarmi? Cosa dovrei dirgli? Come posso sistemare tutto?

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutte! Io sono nuccetta. Da poco ho completato una fanfiction sui Nian, “Eppure mi hai cambiato la vita” (invito coloro che non l'avessero letta, a darle anche solo un'occhiatina), e adesso è arrivato il mio momento di dedicarmi ad una storia in questa categoria.

Dunque, come avrete capito, nella mia ff sono tutti umani.

Elena è una ragazza che ha appena concluso il suo percorso di studi, ha una vita tranquilla ed un fidanzato perfetto, con cui convive da parecchi anni.ama alla follia la sua vita con Stefan ed è pronta anche a seguirlo a New York, a cambiare vita, a trovarsi un nuovo lavoro e tutto questo solo per stare con lui. Stefan, infatti, è figlio di un uomo molto ricco (presto scopriremo anche i dettagli sul lavoro del nostro Salvatore) e dunque per il ragazzo non c'è altra alternativa, se non quella di seguire tutti i percorsi già intrapresi dal padre.

Il primo capitolo vede un'Elena piuttosto irritata sia dall'atteggiamento del fidanzato, sia da quello di suo padre. Il secondo dimostra di possedere una concezione di lei un po' opportunista, il primo, invece, non prende le sue difese.

A questa festa, Elena incontra Damon. Il loro è più un incontro scontro, sono due caratteri molto forti che si incendiano con facilità, ma assistiamo poi ad un susseguirsi di fuochi d'artificio,. I due si allontanano dalla festa ed alzano un po' i gomiti fino al... mattino dopo. Cosa sarà successo durante la nottata? Cosa gli dirà Elena al suo risveglio?

Premetto che non ho ancora deciso se questa storia si concluderà con un Delena o uno Stelena, dunque fino alla fine, o quasi, i giochi saranno aperti. Prometto comunque che ne succederanno delle belle per entrambi i fandom.... grazie a coloro che decideranno di leggermi, a quelli che recensiranno e a quelli che, comunque dedicheranno una piccola parte di tempo alla mia storia.

 

 

Colgo l'occasione di salutare coloro che hanno seguito la mia precedente fanfiction, soprattutto coloro che hanno recensito l'ultimo capitolo e ai quali non ho ancora risposto.... a prestissimo.

  
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