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Autore: Secret Whispers    28/11/2012    0 recensioni
Questa fanfiction è la prima classificata del contest Back in Time organizzato dal Secret Whispers GDR Forum.
"Un ipotetico quanto inaspettato ritorno nel passato e un tentativo di cambiare il futuro. Ayako rivede Hideo prima che questi diventi violento, riuscirà a cambiarlo?"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La fiction che segue si è classificata prima al contest "Back in Timeindetto dal Secret Whispers nel mese di Maggio 2012.
L'autrice, Lina Lee, ha acconsentito che la sua opera fosse esposta su questa pagina. 



Titolo: Diversi e simili
Autore: Lina Lee
Fandom: role Hideo x Ayako
Personaggi: Ayako e Hideo
Avvertimenti: rating verde
Genere: Introspettivo
Breve introduzione: Un ipotetico quanto inaspettato ritorno nel passato e un tentativo di cambiare il futuro. Ayako rivede Hideo prima che questi diventi violento, riuscirà a cambiarlo?
N.d.A(facoltativo):

 
 


Cenare da sola non era una cosa particolarmente divertente, ma per lei era piacevole avere del tempo per sè, in cui non pensare ad altro che alla propria vita con annessi e connessi. C'erano tanti pensieri a farle compagnia, quindi a pensarci bene non era così sola.
Stava mangiano un semplice panino, nulla di complicato, qualcosa che equivaleva alla sua voglia di recarsi alla mensa del dormitorio. Poi sentì squillare il telefono, il suo cellulare, il punto era, dove diamine aveva messo il cellulare?
Lo sentiva squillare ma non era facile localizzarne il suono.
Poi un lampo di genio, in bagno, il maledetto cellulare era in bagno!
Si alzò e corse per tutta la stanza nel tentativo di recuperare il cellulare prima che la chiamata venisse interrotta, ma proprio quando c'era così vicina da poterlo afferrare scivolò su qualcosa e nella caduta batté la testa.
Per qualche secondo, minuto, forse solo attimo, ci fu il buio più totale, solo un dolore alla testa lancinante, poi tornò la luce e riuscì a tirarsi su, seduta.
Si massaggiò la testa dolorante, con una mano che lasciava le dita intrecciarsi con i capelli, aveva preso davvero una bella botta!
Solo che...dove cazzo era?
Quel posto...non era mai stata in quel posto, non lo aveva neanche mai visto, come ci era arrivata lì?
Aprì la bocca per chiedere aiuto ma la richiuse subito dopo, c'era solo un nome che ricordava, quello del suo partner.
In effetti, definirlo partner era davvero eccessivo, e d’altra parte non capiva proprio perché in quel momento le fosse venuto in mente proprio Hideo, però Ayako doveva ammettere che si sarebbe sentita in qualche modo più sicura se ci fosse stato anche lui. Ma che le stava prendendo? Da quando aveva paura senza di lui? Si stava forse rimbeccilendo?
Si alzò in piedi tenendo ancora la mano sulla testa cercando di capire dove fosse, girandosi a destra e a sinistra; si trovava in mezzo a degli alberi, quindi poteva ipotizzare che fosse un parco.
Ma il problema restava comunque: come ci era arrivata in quel posto da camera sua nel dormitorio?
Si diede un pizzico sulla mano per cercare di capire, magari era solo un sogno e fra poco si sarebbe svegliata. Invece il pizzico diede il dolore normale e Ayako capì che non era un sogno.
Quale che fosse la situazione doveva comunque darsi una mossa, perciò prese a camminare per cercare una via d’uscita e senza rendersene conto si ritrovò davanti un edificio a lei ben noto: era il suo liceo!
Era il liceo che sia lei che Hideo avevano frequentato da ragazzi. E ora capiva anche perché non riusciva a riconoscere il luogo; lei non aveva mai gironzolato per il parchetto circostante l’edificio, si era sempre limitata ad entrare a scuola e nella palestra per gli allenamenti del kendo, nulla di più nulla di meno.
Con fare circospetto la giovane si avvicinò all’edificio, sembrava fosse il lato est del suddetto.
Cercava ancora di capire come potesse essere giunta lì dal bagno della sua camera quando si ritrovò davanti agli occhi una scena alquanto strana e assurda: vide un ragazzetto, un liceale, seduto con le spalle poggiate al muro, le gambe piegate e tenute con le braccia, il mento poggiato su di esse.
Ayako osservò meglio il ragazzo.
Non è possibile, non può essere lui!! pensò mentre si rendeva conto che quello davanti a lei era proprio Hideo!
Stava per raggiungerlo a grandi falcate per potergli chiedere che diavolo stesse succedendo quando si fermò di colpo: quello che aveva davanti era sì Hideo, ma non il giovane che aveva rivisto dopo alcuni anni, bensì il ragazzetto del liceo!
Era forse tornata indietro nel tempo? Si diede un secondo e anche un terzo pizzicotto sulla mano, facendone diventare rosso il dorso; si stropicciò gli occhi, ma l’immagine non cambiava, davanti a se aveva sempre lui.
Mentre ancora pensava e fissava il giovane, fu la voce di quest’ultimo a farla quasi ridestare
-Sbaglio o tu sei nella mia classe?- le chiese sollevando il viso e fissandola coi suoi occhi chiari come il cielo azzurro di quel giorno. Come sarebbe che le aveva chiesto se era in classe sua? Certo che lo era, e lui lo sapeva benissimo!
-E come mai non indossi la divisa?- le chiese ancora. Ayako abbassò il viso e si rese conto che aveva addosso la tuta che usava quando stava al dormitorio. Ecco, questo sarebbe stato difficile da spiegare. Ma soprattutto la ragazza si chiese COME doveva comportarsi, come quando era al liceo, in maniera remissiva, o come quando si era rincontrati, in maniera forte e decisa?
Gli si avvicinò e lo osservò e decise di botto che forse era meglio comportasi come quando erano al liceo, non sapeva perché ma sentiva dentro di se che quella era la decisione migliore.
-Si, sono nella tua classe, mi chiamo Ayako, e tu dovresti essere Hideo, giusto?- gli rispose evitando accuratamente la seconda domanda sul suo abbigliamento. Ormai la giovane era di fronte al ragazzo, che restava ancora seduto a terra e in silenzio. E fu proprio restandogli così vicino che si accorse che aveva la mano insanguinata. Che avesse fatto a pugni con qualcuno come suo solito?
Prima che potesse chiedergli alcunché fu però proprio Hideo a parlare ancora.
-Strano che non mi chiami gaijin come fanno tutti i tuoi simili- le sibilò contro fissandola con malcelato odio.
-Non ne ho nessun motivo- rispose Ayako capendo che quello che aveva davanti non era solamente il ragazzetto del liceo, ma era soprattutto Hideo ALL’INIZIO del liceo, quando ancora non aveva rivelato tutta la sua violenza. Appoggiato a quel muro con gli occhi lucidi, per quanto adirati, sembrava semplicemente una persona bisognosa d'aiuto, proprio come lo era stata lei per tutti quegli anni.
Avevano reagito in maniera così diversa, eppure erano così simili. Si erano rincontrati ed erano nuovamente cambiati, e ancora una volta tanto simili.
Fu con queste considerazioni che ad Ayako venne una piccola idea: se davvero era tornata indietro nel tempo (facendo i conti, addirittura dieci anni indietro, cosa ancora davvero assurda da credere!) forse poteva in qualche modo cercare di evitare che Hideo diventasse così violento come, in effetti, era stato. Magari bastava solo un piccolissimo e semplicissimo gesto per fargli capire che non tutti i giapponesi erano cattivi e lo odiavano. In fondo anche a lei sarebbe bastato un semplice gesto a quel tempo, qualcuno che le tendesse la mano, ma non c’era mai stato nessuno.
Si frugò nella tasca dei pantaloni della tuta e trovò il suo fazzoletto con le sue iniziali; era un regalo della nonna, che lei teneva con se solo per comodità, ma che non aveva mai apprezzato realmente.
Si inginocchiò e prima che il ragazzo potesse in qualche modo reagire gli prese la mano e gliela fasciò col fazzoletto.
-Non so cosa tu abbia combinato, ma di certo fasciata è meglio protetta- gli disse finendo di fare il nodino che teneva il fazzoletto legato. Hideo la fissò con occhi increduli e sbarrati, per poi alzarsi di scatto spostandola da se e rischiando di far cadere la ragazza.
-Che tu sia maledetta come tutta la tua specie!! Lo so che è solo un modo per poi sfottermi coi tuoi simili per la mia debolezza, avrei dovuto immaginarlo da subito!!- le urlò contro senza nemmeno permetterle di controbattere.
-Ma vedrai che mi vendicherò di tutti voi, ve la farò pagare cara!!- le urlò ancora per poi voltarsi e correre via.
Ayako era stata letteralmente colta alla sprovvista da quella reazione, pensava di trovarsi di fronte ancora un ragazzo in qualche modo tranquillo, ma evidentemente era già maturato nel giovane il germe dell’odio e della violenza che lo avrebbe caratterizzato per tutti gli anni del liceo.
In ogni caso, si rialzò e prese a corrergli dietro per raggiungerlo, senza pensare a due cose: la prima era che non aveva scarpe, visto che nella sua camera al dormitorio non indossava nemmeno le ciabatte da camera. La seconda era che non aveva fatto i conti coi dislivelli del terreno; uno di questi le giocò un brutto scherzo, facendole mettere male il piede e facendola cadere malamente a terra senza avere più la possibilità di raggiungere Hideo e magari cercare di parlargli ancora.
 
Riaprì gli occhi a fatica, le doleva la testa e le sue orecchie captavano il suono incessante del cellulare che non aveva smesso di squillare. Ayako si sollevò piano da terra, riconoscendo prima le mattonelle del bagno e poi tutto il bagno. La testa le doleva malamente, era scivolata, o qualcosa di simile, nel tentativo di recuperare il cellulare e doveva aver perso conoscenza.
Rispose alla chiamata più per far cessare quel suono che le stava dando un tremendo fastidio che per reale volontà di voler sapere chi fosse. Era Mariko san, la proprietaria del negozio dove lavorava, per avvisarla che il giorno dopo in negozio sarebbe restata da sola. Ayako non ebbe nulla da obiettare e la conversazione si chiuse poco dopo.
Per qualche minuto Ayako rimase ferma seduta a terra a pensare. Come volevasi dimostrare, era impossibile che fosse tornata indietro nel tempo, semplicemente aveva perso i sensi e la sua mente aveva viaggiato con la fantasia, elaborando una sorta di sogno nel quale la giovane aveva immaginato come poteva essere Hideo PRIMA che diventasse violento. Sospirò. Magari un giorno avrebbe pure potuto chiedergli come andarono davvero le cose e come divenne così violento.
A fatica si sollevò in piedi e si guardò allo specchio, sulla fronte al lato sinistro campeggiava un bel bernoccolo tutto rosso, che se non fosse stato bagnato con acqua fredda quanto prima sarebbe rimasto ben in evidenza per un bel po’! Ayako si frugò le tasche dei pantaloni della tuta dove di solito teneva il suo fazzoletto con le iniziali, per poi fissare incredula e sbigottita la sua faccia riflessa nello specchio.
Dov’era finito il suo fazzoletto??
  
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