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Autore: Sa_MiLow    28/11/2012    1 recensioni
La spiaggia era il mio posto preferito dove passare le giornate, da sola con l'unico mio amico più caro: l'mp3. Disillusa nei confronti della vita, arida nei sentimenti. Tutto era così da anni e tutto stava per cambiare.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Camminare sulla spiaggia era il mio passatempo preferito, era il mio piccolo rifugio, arrivavo alla piccola spiaggetta sul mio skateboard, ci andavo da quando avevo 14 anni ma avevo ormai smesso di fare i trik e mi limitavo a usarlo come mezzo di trasporto. Passavo lì come minimo un'ora al giorno, anche di più se le giornate prendevano una piega sbagliata. A volte mi sedevo sulla spiaggia e fissavo le onde infrangersi con la musica nelle orecchie e l'immaginazione che galoppava. Anche quel giorno ero sulla spiaggia, poco lontano da casa mia nella costa californiana. Abitavo a Berkeley, california, una città universitaria quindi sempre piena di vita, peccato che quella vita non facesse per me. Ero un tipo alquanto solitario, non amavo il divertimento “adolescenziale” fatto di sbronze, club dance e mettersi in mostra. Preferivo i concerti, le vere amicizie, le persone che ti notano anche se te ne stai in disparte. Quel pomeriggio ero in spiaggia, nonostante il vento freddo e le nuvole che coprivano il cielo. Avvolta nella mia felpa, tirai su il cappuccio per ripararmi dal vento. Mi persi a fissare l'orizzonte, le nuvole volavano leggere e veloci sul mare dandogli una tonalità grigio scuro. Ero persa nei miei pensieri, l'università, la vita a casa... Mamma non c'era più ormai da 5 anni, ma papà dava il massimo per non farcene sentire la mancanza. I miei due fratelli erano qualcosa di stupendo sia dal punto di vista affettivo che da quello estetico. Non volevo pensare alla morte di mamma, non ora perlomeno mi sarei depressa. Mi alzai, mi strinsi nella felpa e tornai verso casa. Salii sul mio skate e con la musica nelle orecchie iniziai a correre. “ I walk this empty street, On the blvd. of broken dreams,Where the city sleeps,And I'm the only one and I walk alone” niente di più vero in quel giorno. Mi sentivo sola nonostante tutte le persone che mi erano attorno, sentivo che nessuno mi comprendeva veramente. Arrivai a casa, presi in mano lo skate e entrai “sono a casa!” nessuno rispose, feci finta di nulla e mi chiusi in camera mia. Accesi lo stereo e misi su un cd dei My chemical romance mentre cercavo di studiare. Dopo poco sentii bussare. "avanti" Dean, uno dei miei due fratelli,entrò
"quando la finirai di ascoltare questa merda, Helena?" lui adorava la musica rock anni 70 e il metal, perciò non perdeva mai occasione di rompere sui miei gusti contemporanei. Dean aveva 23 anni, capelli corti castani, occhi azzurri e fisico atletico. É sempre stato un casinista festaiolo, non di certo quello che si definirebbe un bravo ragazzo! Quello era il ruolo di Sam, Samuel all'anagrafe, 21 anni (uno più di me, si io ero la piccina di casa), classico ragazzo che amano i genitori: studioso, tranquillo e con la testa sulle spalle. Aveva i capelli castano chiaro lunghi fino sopra gli occhi nocciola, il viso tenero ed un fisico allenato. Io? Beh io mi chiamo Helena, vent'anni, adoro la musica, il rock, e suonare. Sono tutt'altro che femminile, cosa normale dato che abito con solo maschi, e non sono ciò che si reputa popolare.
"piantala di rompere Dean!! non posso mica fossilizzarmi sulle stesse canzoni come te!!" al che lui corse contro di me e iniziò a farmi il solletico come quando eravamo piccoli
"chiedi immediatamente scusa gagnetta!!" morivo dalle risate ma mai e poi mai avrei chiesto scusa
"mai!! mai!! ahahahha" continuò imperterrito fino a quando non mi obbligò a chiedere scusa
"ok,ok...perdono!!"
"bene così!! vittoria!!" sorrise maligno
"scusa,Dean ma cosa ci fai qui? Non dovresti essere in giro a caccia??" lui mi diede un coppino leggero
"ti ho vista sulla spiaggia, cosa ci facevi là tutta sola di nuovo??" era preoccupato
"ehm... niente,pensieri" lui alzò un sopracciglio, non mi credeva era palese "piantala di guardarmi così, dai!!" continuò "senti, non ti devi preoccupare, sto benissimo!! " si sedette sul mio letto
"certo sorellina, lo vedo!!" inidicò la mia stanza alquanto darkettosa: I muri erano bianchi,si, ma ricoperti di poster di gruppi rock e disegni poco allegri, le tende erano viola come le lenzuola e I copriletto e l'armadio era ridipinto di nero. <> cercai di sdrammatizzare ma mi procurò solo un pugno sulla spalla. "sorellina, lo sai che se hai bisogno ci sono sempre per te?"
"lo so Dean, ti voglio bene" l'abbracciai, lui mi strinse forte
"sai, sei l'unica ragazza che ha l'onore di avere il mio affetto sincero" lo guardai dubbiosa
"sai fratellone, non credo sia una cosa di cui vantarsi" ci guardammo un po' in cagnesco e poi scoppiammo a ridere"ascolta, ma tocca a Sam cucinare sta sera?" chiesi preoccupata
"si,almeno credo, io ho cucinato ieri, quindi o papà o Sam"
"speriamo si fermino a prendere qualcosa al take away...se no siamo fritti" ridemmo insieme. A quel punto sentimmo urlare dal piano sottostante
"sono a casa gente!" era Sam.
Corremmo giù per vedere se aveva la cena. Quando ci vide arrivare di corsa scoppiò a ridere
"ehi, com'è che siete così felici di rivedermi?" noi ci guardammo poi esclamammo in coro
"cena!"
"tranquilli, ho preso la pizza tornando dal colledge" noi tirammo un sospiro di sollievo. Iniziammo a preparare, nel momento in cui ci mettemmo a tavola il telefono squillò, Sam rispose, era papà, non sarebbe tornato per cena, come al solito d'altronde. Passava la sua vita al lavoro, tornava tardissimo e usciva prestissimo, eravamo praticamente sempre soli.
"papà non torna" avvisò Sam
"lo sapevo" risposi, non avevo neanche apparecchiato per lui.
"su Hel, deve lavorare per mantenerci" mi consolò Dean. Si, mi chiamavano Hell, come “inferno”, perchè da piccola ero pestifera quindi da lì rimase il mio soprannome.
"si,lo so...dai, mangiamo" l'atmosfera si fece più pesante ma continuammo a mangiare tranquilli parlando del più e del meno. Dopo cena, il telefono squillò.
"Dean, Sam, andate voi?? ho le mani bagnate" stavo lavando I piatti mentre I due scansafatiche guardavano la tv. Il telefono continuò a squillare finchè Dean stancamente tirò su la cornetta, dopo poco
"Hell, è per te!!! Nicole!!" Nicole era la mia migliore amica, ci conoscevamo da soli tre anni ma il nostro rapporto era stato subito di complicità. Avevamo gli stessi gusti in molte cose tra cui la musica che entrambe amavamo. Mi asciugai le mani e andai a prendere il telefono. Allungai la mano verso mio fratello che prima di passarmi il cordless disse ammiccante
"a presto bellissima! Bacio" poi mi strizzò l'occhio divertito e mi passò il telefono “idiota” sillabai
"pronto" dissi, la risposta fu un fiume in piena
"oddio!!!Helena!!! ma quanto è gnocco tuo fratello Dean!! mi ha mandato un bacio!! penso di svenire!! Quand'è che m'inviti??" risi
"scema!! quante volte devo dirtelo che mio fratello non è l'uomo per te??" lei sospirò
"puoi dirmelo quanto vuoi ma rimarrà sempre l'uomo dei miei sogni!!"
"ahahah ma daiii....hai chiamato solo per dirmi quanto è figo Dean?" andai in camera mia e chiusi la porta
"Dean..." aveva un tono sognante "anche il suo nome è meraviglioso!!" sospirò "no, comunque ti ho chiamato perchè volevo invitarti a vedere un musical! Ti va??" restai perplessa
"un musical?? di cosa si tratta?"
"me l'ha chiesto mia mamma, ci lavora mio zio, così ci ha regalato dei biglietti e siccome quella sera mio papà lavora allora ho pensato che magari ti faceva piacere venire, non so di cosa si tratti di preciso" la cosa m'incuriosì
"wow non sapevo avessi uno zio che fa musical!! che figata!"
"già...non è che io abbia grandissimi contatti con lui però è gratis e un po' di musica non fa mai male!"
"sono d'accordo!! per quand'è??" lei ci pensò un attimo
"domani sera al teatro pincipale della città, siccome domani è venerdi ti va di venire da me dopo la scuola e poi andiamo insieme??"
"certo!! devo solo avvisare papà e i due scemi, ma non ci saranno problemi!" sorrisi, non so perchè ma l'idea di andare a vedere quel musical mi metteva di buon umore.
"se riesco a trovare un altro biglietto glielo do a Dean!!"
"la pianti!!??" sorrisi "tanto non ti caga!"
"non dire cattiverie!!! Lui mi ama ma non lo sa ancora!!" rise delle sue cazzate.
"ma Sam non ti piace?? lui si che è un buon partito!!"
"naaa, troppo noioso!! te lo immagini mentre mi fa il culo perchè non ho studiato per il compito??" ridemmo insieme della pignoleria di mio fratello. "ehi Hell, hai più sentito Luke??" Luke era il mio migliore amico, si era trasferito a Seattle il primo anno di università e tornava a casa solo per le vacanze. Mi mancava da morire quando non lo vedevo, ci sentivamo una volta a settimana per telefono o e mail ma non era abbastanza per sentirsi vicini.
"l'ho sentito ieri, mi ha scritto un emai perchè non aveva tempo di telefonare a ore decenti...mi manca tanto!"
"anche a me" rispose triste. Parlammo del tempo passato, poi riattaccamo dandoci appuntamento per il giorno dopo all'università. Finii di lavare I piatti e mi sedetti accanto a Sam sul divano a guardare un film in tv, davano “non aprite quella porta”, ero più schifata che spaventata, come mi sedetti Dean mi lanciò la battutina
"ehi ma la tua amica quando viene a trovarci, mi diverto troppo con lei"  lo fulminai
"devi smetterla di prenderla in giro! Sei senza cuore"
"ma dai...anche lei lo sa che scherzo!! però è divertente" Sam gli diede un coppino ne scaturì così una lotta tra i due con le mie risate di sottofondo.
"ah ragazzi, domani non torno dopo scuola, vado da Nicole e poi andiamo a vedere un musical" Dean mi guardò schifato
"è una roba da checche il musical" lo guardai dubbiosa
"infatti siamo due ragazze" lui mi guardò come preso in fallo
"ehm..si...ma resta il fatto che sia da checche!" io e Sam scoppiammo a ridere. Dopo poco adai a dormire lasciando i due in salotto.
  
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