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Autore: daeran    04/07/2004    0 recensioni
Chi è Albus Silente? La Rowling ce lo presenta come un grande mago saggio che alla fine del 5° libro si accorge di aver commesso un grave errore. C'è chi lo odia, chi lo ama ma cosa prova davvero lui? E' sempre stato un vecchio mago saggio? Il suo passato nasconde qualcosa? (ok.. la presentazione fa un pò schifo.. :P è una storia romantica.. più o meno.. più che altro è la mia folle idea di romanticismo.. :P spero che qualcuno la legga.. e spero che non la troviate proprio orribile.. :P grazie, Dae. )
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Reminiscènze

Capitolo 1
Pensieri e Ricordi

 

Era passato ormai un anno dal ritorno di Voldemort.
Harry Potter era di nuovo al sicuro a casa degli spietati zii, protetto da una delle più antiche e potenti magie conosciute. Neppure il vecchio Tom Riddle in persona avrebbe potuto avvicinarsi a lui, sempre se, naturalmente, la giovane star si fosse tenuta in casa, lontano dai guai.
"Io non cerco i guai! Di solito sono loro che trovano me!"
Silente sorrise al ricordo delle parole pronunciate dal giovane Potter, all'inizio del suo terzo anno ad Hogwarts.
Erano già passati tre anni da allora e stava per avere inizio un nuovo anno scolastico. Harry avrebbe frequentato la sesta: anno in cui avrebbe dovuto compiere delle scelte molto importanti per il futuro.
Il giovane mago naturalmente era interessato alla carriera di Auror, così come a loro tempo lo erano stati i giovani Malandrini: James, Remus e Sirius.
A questo pensiero una fitta di dolore attraversò per un momento lo spirito dell'anziano preside.
Rivide davanti ai propri occhi l'immagine di Sirius Black cadere, sotto i colpi serrati di Bellatrix Lestrange, attraverso l'Arco della Morte.
Appoggiò i gomiti sulla scrivania e affondò, sospirando, il volto tra le mani. Si sentiva in colpa, non aveva potuto far nulla per lui.
Quindici anni prima non aveva capito l'inganno di Peter Minus.
Aveva creduto, come chiunque nel regno della magia, che Sirius fosse il traditore, che il ragazzo ribelle cresciuto ad Hogwarts, altri non fosse che la spia inviata da Lord Voldemort.
Non aveva protestato quando Bartemius Crouch aveva dato ordine di rinchiuderlo ad Azkaban senza processo. Eppure avrebbe dovuto opporsi in quanto membro del Wizengamot, avrebbe dovuto offrire anche a Black, come a tutti gli altri, la possibilità di difendersi, di esporre alla corte la sua versione dei fatti e invece si era sentito anche allora in colpa per la morte di James e di Lily, si era sentito tradito de quello stupido ragazzino insofferente e, forse spinto dall'odio e dalla superbia, lo aveva consegnato senza remore nelle mani dei Dissennatori.
Solo tredici anni dopo gli si era presentata una possibilità di redimersi, di aiutare un innocente a salvarsi da una pena ingiusta e orribile.
Ci era riuscito, aveva fatto in modo che Harry salvasse il padrino, costretto da quel giorno ad una vita in fuga ma pur sempre vivo e libero.
A lungo, dopo la rocambolesca fuga con l’ippogrifo, il vecchio mago si era tenuto in contatto con Black per accertarsi che fosse al sicuro; non voleva che soffrisse ancora a causa del suo disinteresse.
Stava andando tutto per il verso giusto, esattamente come la mente del più grande mago di tutti i tempi aveva progettato, quando ecco di nuovo qualcosa di imprevisto: il ritorno di Tom Riddle. Anche allora non si era accorto di nulla, anche allora un Mangiamorte lo aveva ingannato.
Il giovane Diggory era stato ucciso, lo stesso Harry aveva rischiato di seguirlo dopo atroci sofferenze.
Silente sapeva di aver commesso errori dopo errori, tutto ciò, nella sua situazione, era imperdonabile.
Sin dalla morte di Cedric, durante le inesauribili notti insonni, una voce nella sua testa gli aveva ossessivamente ripetuto :
"Come può un preside lasciare che uno dei suoi studenti venga ucciso con tale facilità? Perchè non hai capito che quel Moody era un impostore? Perché hai lasciato i ragazzi che ti erano stati affidati nelle mani di un simile mostro?"
Lo conosceva da anni, avrebbe dovuto rendersi conto dello scambio.
Il ragazzo era morto solo ed esclusivamente a causa della sua disattenzione.

Ora la stessa fine era toccata a Sirius, di nuovo un suo protetto aveva subito gli effetti degli errori di un vecchio mago non più in grado di combattere il male come un tempo, di nuovo la sua disattenzione aveva condotto qualcuno alla morte.
Se avesse spiegato ad Harry come stavano le cose molto prima, se gli avesse raccontato tutto, se gli avesse detto della profezia, del potere e del legame che correva tra lui e Voldemort, forse avrebbe preso più seriamente le lezioni di Occlumanzia, forse non sarebbe caduto nel tranello, forse...

Questi pensieri attraversarono come un fiume in piena, la mente dell'anziano mago che tentò di riscuotersi con un brivido; si massaggiò le tempie strizzando gli occhi del colore del cielo, dietro le lenti a mezza luna.
Tornato alla realtà, guardò il foglio sulla scrivania, sul quale spiccava nella calligrafia dura e appuntita di Severus Piton, la solita richiesta:

"Io Severus M. Piton, attuale professore di Pozioni nella scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, chiedo con la seguente, che mi venga affidata la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure, per l'anno accademico 1996-97 (secondo il calendario Babbano adottato dal Ministero)
In allegato i documenti di diploma del sottoscritto con relativi M.A.G.O. ricevuti nella materia suddetta

Distinti saluti,
Severus M. Piton"

Il preside sbuffò stancamente.
Tutti gli anni riceveva lo stesso plico, ormai aveva imparato a memoria ogni singolo voto ricevuto da Severus durante i suoi sette anni di scuola.
Lo aveva sempre reputato un ottimo studente, molto portato per Pozioni anche se fin troppo affascinato dalle Arti Oscure. Proprio per questa sua piccola passione, ogni anno, da ormai quattordici anni, aveva sempre puntualmente rifiutato la richiesta del professore ma anche quest'anno come nei passati Silente non era ancora riuscito a trovare un sostituto per la professoressa Umbridge, non che fosse facile trovarlo in effetti, le brevi carriere di tutti i predecessori erano sufficienti a convincere chiunque a cercare un altro mestiere e a questo naturalmente andava aggiungendosi la notizia del ritorno di Lord Voldemort, confermata da molti testimoni.
Chiunque avesse avuto un minimo di cervello avrebbe rifiutato di esporsi tanto, dimostrando chiaramente di essere contrario all'Oscuro Signore e patteggiare per Silente.
Tutti naturalmente speravano che il preside di Hogwarts sconfiggesse definitivamente Colui Che Non Deve Essere Nominato, ma una cosa è sperare, tutt'altra cosa è esporsi personalmente.


Tanti pensieri, tanti ricordi affollavano la mente del preside, troppi per poter affrontare le dure giornate che lo attendevano, afferrò il pensatoio di pietra che aveva prestato pochi mesi prima al professor Piton.
Si poggiò la bacchetta sulla tempia e si liberò di alcuni dei ricordi più oscuri e pesanti delle ultime settimane.
Sospirò nuovamente prima di lanciare un'occhiata all'interno del pensatoio; vide delle sagome muoversi nel liquido argenteo che vi galleggiava.
Avrebbe rivisto Sirius, avrebbe rivissuto quei momenti. Voleva evitarlo.
Fece per riporre il pensatoio nell'armadio, quando una lieve onda increspò il liquido dei suoi pensieri ed una sagoma si levò verso l'alto, quasi cercasse di uscire dal bacile.
Silente si fermò, tornò a scrutare nei propri ricordi argentei. Un volto si sollevò verso di lui, un volto femminile.
Lunghi capelli neri come la notte, occhi dorati, brillanti come l'alba, seppur tristi come il tramonto, si posarono su di lui e gli provocarono un sentimento che non provava ormai da moltissimo tempo.
Rivedere quella pelle bianca come il latte, quelle labbra perfette, morbide e rosse come il sangue, gli ricordò qualcosa che aveva cercato di dimenticare, qualcosa che per qualche motivo si era riunito ai pensieri dei quali si era appena liberato. Forse Lei avrebbe potuto... no sarebbe stata una pazzia.

  
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