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Autore: Mar_Alex01    29/11/2012    2 recensioni
La mia vita era perfetta: i miei genitori non mi avevano mai fatto mancare nulla,i miei fratelli si erano sempre presi cura di me,avevo un fidanzato magnifico,non avrei mai potuto chiedere di meglio,e lo avrei addrittura sposato,avremmo passato la nostra vita insieme.
Poi però,capii che la mia via non era una favola e che i famosi lieti fine non esistono affatto.
[Dalla storia]
L’avevo riconosciuto,non era cambiato di una virgola,i capelli ancora mossi dal vento di fine Ottobre,come quella mattina di Febbraio.
Gli occhi blu che brillavano anche nell’oscurità della notte,scrutavano i miei curiosi di scoprire qualcosa di non raccontato.
Accennò un piccolo sorriso, appena visibile e si mosse,io mi allontanai,e tornai in camera mia.
Mi buttai sul letto,convincendomi di averlo sognato,e non che fosse veramente arrivato a casa, solo quando chiusi gli occhi con un sorriso stampato in faccia capii quanto mi era mancato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 You were all the things I thought I knew
And I thought we could be
You were everything, everything, that I wanted.
We were meant to be, supposed to be, but we lost it.

Avril Lavgine-My Happy Ending

 
Tutti erano lì seduti sui banchi di legno della chiesa che fissavano me e Louis, il mio abito bianco mi ricadeva perfetto, e per la prima volta in vita mia mi sentivo bella, mi sentivo perfetta, i miei occhi verdi brillavano di gioia quella mattina.
Quello era il mio giorno. Il nostro.
Avrei sposato l’uomo che amavo e avremo passato tutta la vita insieme, non sognavo altro da due anni.
Vedevo mia madre in prima fila con le lacrime agli occhi per la prima volta, ma nonostante tutto non cedeva, e non si fece scappare nemmeno una lacrima, mio padre accanto a lei, felice che la figlia più piccola si sposasse.
Subito dietro c’erano mia sorella e mio fratello, gemelli.
Erano stati l’uno il confidente dell’altra sin dalla nascita, si odiavano, ma non potevano non parlarsi per più di due giorni, malgrado fossero di quattro anni più grandi di me, quella che si stava per sposare ero io.
E poi al mio fianco c’era lui, perfetto nel suo abito grigio scuro, che contrastava con il blu oceano dei suoi occhi, mi sorrideva e il suo sorriso perfetto m’incantava ogni volta come se fosse la prima.
Le nostre dita si sfioravano, provocandomi piccole scariche elettriche, mi sentivo al settimo cielo, non ero mai stata più felice in vita mia.
Quando il prete passò alle promesse, il mio cuore iniziò a battere forte, temevo che sarebbe potuto uscire dal petto, per quanto pulsasse veloce.
-Vuoi tu, Katherine Marshall, prendere il qui presente Louis Tomlinson come tuo sposo, e amarlo e onorarlo finché morte non vi separi?- Disse il prete, come stabilito.
-Sì, lo voglio- Dissi sorridente, guardando Louis negli occhi.
-Vuoi tu, Louis Tomlinson, prendere la qui presente Katherine Marshall come tua sposa, e amarla e onorarla finché morte non vi separi?- Disse poi rivolto a Louis.
Aspettavo solo il suo si, quella sillaba e sarei stata felice per sempre.
-Io…- Iniziò Louis titubante, aggiustandosi il nodo della cravatta blu notte.
Io mi girai verso di lui sorridendo, e incoraggiandolo.
-Io... - Continuò.
-Amore, tranquillo- Dissi prendendogli la mano.
Una strana sensazione s’instaurò in me, quella che Louis non volesse sposarmi, la scacciai via scuotendo il capo e guardando l’uomo che amavo.
-Io…non posso Kate- Mi disse guardandomi negli occhi.
Quelle parole mi distrussero, mandarono in frantumi il mio sogno, riportandomi alla realtà, quello non era il mio giorno perfetto, quello era solo un incubo.
-Louis, ma…- Dissi mentre mi cominciarono a pizzicare gli occhi.
-Mi dispiace- Detto ciò sparì, uscì di corsa dalla chiesa, sotto gli occhi sconvolti di tutti, mentre io mi accasciavo a terra e iniziavo a piangere, rovinando tutto il trucco.
 
 
Mi svegliai di soprassalto, avevo sognato di nuovo il mio quasi matrimonio. Mi misi una mano tra i capelli sospirando, era ormai la terza volta quella settimana che succedeva, erano passati ben otto mesi da quel giorno, quel giorno in cui fui piantata davanti all’altare dalla persona che amavo.
Guardai la sveglia sul comodino: erano le dieci e un quarto, così decisi di alzarmi, non prima di aver passato altri cinque minuti a letto però.
La porta della mia camera si aprì senza far rumore e da sotto le coperte vidi entrare Harry con un vassoio in mano, quel ragazzo era qualcosa di meraviglioso.
-Buongiorno- Disse piano.
-Ciao riccio- Gli dissi con la voce ancora impastata dal sonno, mi erano sempre piaciuti i suoi capelli.
-Ti ho svegliata?- Chiese addentando un cornetto dal vassoio.
-No ero sveglia, se non fosse stato per quel sogno, avrei dormito di più però- Dissi, sorseggiando il succo d’arancia.
-Non dirmi che hai sognato ancora che…- Iniziò Harry.
-Si ho sognato di nuovo il giorno del mio matrimonio- Risposi sbuffando. -Hai cucinato tu questa roba?- Chiesi sorprendendomi della morbidezza del cornetto.
-Tutta farina del mio sacco- Esclamò Harry soddisfatto.
-Porta giù, tra poco scendo- Dissi rivolta al mio migliore amico.
Già, era venuto lui a tirarmi su dal pavimento della chiesa mentre affogavo nelle mie stesse lacrime.
Lui mi propose di iniziare una nuova vita a Londra, condividendo quella casa insieme e con Amanda, la mia migliore amica dal liceo.
E sempre lui, mi aveva aiutato ad uscire dai due lunghissimi mesi di depressione successivi al matrimonio.
Ma dopo otto mesi io sognavo ancora quello che era successo quel giorno, dopo otto mesi non ero ancora riuscita a dimenticare, dopo otto mesi la ferita che Louis mi aveva provocato non era ancora guarita e bruciava ancora, alcuni giorni di più altri di meno, ma non ne rimaneva una cicatrice, era ancora aperta.
Mi vestii alla svelta, indossando la tuta grigia che di solito mettevo quando ero a casa, prima di avviarmi verso le scale passai davanti alla stanza di Amanda, prevedibilmente vuota.
Anche quella notte l’aveva passata a casa del suo ragazzo, quando si misero insieme, gli augurai di essere felici come me e Louis, ripensando a quella frase mi vennero i brividi, ma sapevo che Zayn, Amanda la amava veramente, che sarebbe stato capace di dare la stessa vita per lei, cosa che Louis evidentemente non avrebbe mai avuto il coraggio di fare.
Scesi giù e finii la mia colazione assieme ad Harry, stemmo in silenzio finché lui non incominciò a parlare del sogno.
-Non è normale che continui a sognare queste cose- Mi disse mettendo i bicchieri e i piatti nel lavello.
-Vorrei non avere la capacità di sognare la notte- Dissi per tutta risposta.
-La cosa che mi fa più rabbia è che io ti capisco alla perfezione, ma non saprei cosa fare per aiutarti- Mi disse, poi asciugandosi le mani.
-Già che mi porti la colazione a letto è una gran cosa per me- Dissi scherzando.
Lui mi capiva eccome, da quel giorno Louis si faceva sentire raramente e ogni volta che chiamava i ragazzi per sapere come stavamo io, mi rifiutavo di parlarci.
Non solo io avevo perso la persona che amavo, Harry aveva perso il suo migliore amico.
E solo lui meglio di chiunque altro poteva capire come mi sentivo, lui con me si comportava normalmente, scherzava, rideva, si mostrava forte per non farmi cedere, ma una notte giurai di averlo sentito piangere.
Quella stessa notte, capii che Harry non era forte come sembrava e il mio punto fermo cominciò a muoversi da una parte all’altra fino a perderlo di vista, da allora provai a farmi forza da sola e a dimenticare Louis, e ci stavo riuscendo, prima di quei maledetti sogni.

 

Ciaoa tutti!
Vi ringrazio già per aver letto questa piccola cacchetta.
Era da po' di tempo che volevo pubblicare questa storia e adesso che l'ho fatto bhe...
Aspetto solo i vostri pareri :3
Mi piacerebbe ricevere delle recnsioni,anche negative se faccio proprio schifo,lol
Come si dice? Sbagliando s'impara,no?
Questo è solo il "prologo" i prossimi capitoli saranno un po' più lunghi.
Quindi al prossimo capitolo :D
-Mar

 

  
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