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Autore: __wannabefree    29/11/2012    9 recensioni
«Tu hai un vuoto, mamma?» Jenna sobbalzò a quella domanda. Non ne aveva mai parlato con nessuno, ma forse era arrivato il momento di sfogarsi, di buttare tutta la tristezza fuori, di aprire il cassetto ‘adolescenza’, di ricordare, di ricordare i ‘One Direction’. Di ricordarlo. Si alzò in piedi dirigendosi verso l’armadio e prendendo una scatola che non apriva da quel 3 Dicembre 2012. Era venuto il momento di fare un salto nel passato. «Vieni Nila, ti racconto una storia.»
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jenna era stesa sul letto e leggeva un libro avvolta in un plaid che la teneva al caldo dal gelo che c’era in quel periodo. Era il 13 Dicembre ed il vento soffiava impetuoso per tutta l’Italia, provocando anche vari incidenti. In casa c’erano solo lei e la figlia Nila, suo marito aveva accompagnato i suoi figli più piccoli, Larry e Ziam, al Basket. In quella famiglia avevano tutti una grande passione per lo sport, soprattutto il Basket, che a Jenna era piaciuto sin da piccola. Nila era nella sua cameretta a giocare con il computer, pur avendo solo 9 anni le piaceva molto navigare su internet, scoprendo cose nuove che avrebbero arricchito le sue conoscenze. Quel giorno voleva scoprire qualcosa sull’amore, ne aveva sentito parlare, ma non si era mai posta questo dubbio. Non trovando nulla di soddisfacente sul web, si diresse nella camera della madre, stendendosi accanto a lei.

«Mamma, cos’è l’amore?» Chiese la piccola attirando l’attenzione della madre. Jenna si sedette per bene sul letto, posando il libro sul comodino e girandosi verso la figlia maggiore.

«L’amore è un sentimento profondo, intenso, che si prova verso una persona. E’ qualcosa di stupendo. Quando sei innamorata senti le farfalle allo stomaco, pensi solo a lui, ad i suoi occhi, al suo sorriso, alla sua voce. Non ti importa dei difetti che ha, tu lo vedi sempre perfetto. L’amore è un sentimento che ti riempie il cuore. Però l’amore può anche lasciarti un vuoto incolmabile, che ti fa fare gli incubi la notte, che non ti fa dormire. Ma io sono sicura che tu non ne avrai.» La bambina guardò curiosa la madre, a cui erano venuti gli occhi lucidi. Anche lei da piccola fece questa domanda a sua madre, solo che gliela fece ai 13 anni, quando conobbe 5 ragazzi che le cambiarono l’esistenza.

«Tu hai un vuoto, mamma?» Jenna sobbalzò a quella domanda. Non ne aveva mai parlato con nessuno, ma forse era arrivato il momento di sfogarsi, di buttare tutta la tristezza fuori, di aprire il cassetto ‘adolescenza’, di ricordare, di ricordare i ‘One Direction’. Di ricordarlo. Si alzò in piedi dirigendosi verso l’armadio e prendendo una scatola che non apriva da quel 3 Dicembre 2012. Era venuto il momento di fare un salto nel passato.

«Vieni Nila, ti racconto una storia.» Disse sorridendo e sedendosi sulla poltrona, con sopra le gambe la scatola. La piccola si sedette difronte alla madre a gambe incrociate, incuriosita dalla storia che la madre le stava per raccontare. Jenna aprì la scatola, trovandoci tutta la sua adolescenza. Poster, CD, pensieri, bracciali. Era tutto lì. Fece un lungo respiro e cominciò la storia. La sua storia. Mettete questa canzone.«Era il 22 Aprile 2012, domenica. La giornata era solare, faceva caldo, anche troppo per essere solamente Aprile. A quei tempi io ed il computer eravamo una cosa sola, ci passavo ore intere, beccandomi delle sgridate dai tuoi nonni. Ero una ragazzina ingenua, ed avevo il cuore spezzato in mille pezzi. Mi piaceva un ragazzo, Davide si chiamava. Era un anno più piccolo di me, e mi piaceva tanto. Solo che mi vedevo brutta, orribile, grossa. Ero insicura. Ovunque andassi, mi vedevo sempre diversa. Ma forse lo ero sul serio. Ma questa è un’altra storia. Dove eravamo rimaste? Ah, si. Passavo giornate al computer, su Facebook. In quei tempi andava di moda una band, i ‘One Direction’, si chiamavano. Tutte, o quasi tutte, le adolescenti ne andavano pazze. Avevo l’home invasa da quelle cinque facce e da tutte le cose che facevano, così mi decisi ad ascoltare una loro canzone.» Jenna si bloccò, facendo un grosso respiro ed inserendo il loro primo CD ‘Up All Night’, e facendo partire la prima canzone. «Ascoltai questa. ‘What Makes You Beautiful’. Questa canzone mi fece innamorare di loro, del tutto. La ascoltavo sempre, quando ero felice, quando ero triste, quando ero confusa. Mettevo questa canzone e trovavo le risposte. E’ strano, vero? In poco tempo divenni una Directioner a tutti gli effetti. Loro erano tutto per me. La ragione del mio sorriso e la causa delle mie lacrime. Non trovo esagerato dire che senza di loro a quest’ora non starei qui. Come ho già detto mi vedevo orribile, ed in più ero vittima di cyber-bullismo. Sai, prima non c’erano le leggi che condannavano i cyber-bully, ma finalmente tutte le ragazze che si sono suicidate per questa causa, sono state vendicate. I mesi passavano, e più io li amavo. Si, piccola, li amavo. Ma in particolare lui.» Disse indicando il ragazzo biondo. «Si chiamava Niall, Niall Horan.» La piccola guardò la madre e la abbracciò, notando che delle lacrime le erano scese dagli occhi.

«E’ da lui che ho preso il nome?» Disse notando la somiglianza tra il suo nome e quello del cantante. La madre annuì e respirò, dando un bacio sulla nuca alla figlia.

«Lui era stupendo, perfetto. Amavo Niall Horan perché nei suoi occhi c’era il mare. Perché la sua risata ti metteva allegria, era così spontanea, semplice, divertente. Lo amavo perché ogni volta che avevo bisogno, lui c’era. Sempre. Il mio sogno era incontrarli, avere un loro abbraccio. Tutto qui. C’erano ragazze che volevano l’iPhone, l’iPad, io volevo solo un loro abbraccio. Ma non ci sono riuscita. Ce l’avevo quasi fatta, ma si dice che tutte le cose belle, siano destinate ad avere una fine. E loro l’hanno avuta troppo presto. Siamo arrivate al 26 Novembre 2012. Cominciano a girare delle voci di un certo ‘Mister X’, ovvero un ex manager dei ragazzi, licenziato perché aiutava i Larry.» La bimba la guardò confusa. «No, non Larry tuo fratello. Larry era la bromance tra Louis ed Harry. Ci sono stati sempre dei ‘problemi’ con Harry e Louis, perché tutti credevano che fossero gay, ma Louis si ostinava a dire il contrario, pur essendo la verità. Io, le vere Directioners, li avremo amati ugualmente, loro erano tutto per noi. Ma i manager non capivano, i manager si ostinavano a pensare solamente ai soldi. Soldi, soldi, soldi. Ma non era solo questo, si parlava anche di uno di loro che cadrà, mentre gli altri si sarebbero rialzati. Ma i One Direction in quattro non erano One Direction. Ricordo che piansi in classe, mi nascondevo dietro i capelli e piangevo, perché avevo paura di perderli, avevo paura che tutta la mia felicità potesse finire. Avevo paura di qualcosa che non era sicuro.» Fece un altro respiro, asciugandosi le lacrime, che ormai cadevano. Le note di What Makes You Beautiful continuavano a suonare per la stanza, riempiendola di ricordi. «Insomma, arrivò il 2 Dicembre. La ‘cosa’ che sarebbe dovuta accadere, sarebbe successa il 3 Dicembre alle 00.37, così rimasi sveglia, in ansia, con le lacrime agli occhi, il cuore a mille ed una vocina dentro me che diceva ‘Va tutto bene, andrà tutto bene’. Ma non fu così. Mister X aveva ragione, su tutto. Alle 00.37 lui lasciò un vuoto nel mio cuore. Lui decise di andarsene per sempre. Lui abbandonò tutte noi.» Un altro respiro ed un'altra lacrima che scendeva. «Niall fu trovato morto nel suo camerino, prima dello spettacolo.» Evitò di raccontare alla figlia di come l’hanno trovato, ma lei ricorda. Niall era per terra, avvolto di sangue, con un coltello in pancia. Si era suicidato. Aveva abbandonato tutto. Il suo sogno, le sue fans, i suoi amici. La sua vita. «Da quel giorno i One Direction non furono più i One Direction, perché mancava lui. L’anima del gruppo. Io smisi di mangiare, non riuscivo a dormire, la mia media di voti calò. Tutto da quel giorno cambiò. Cominciai anche ad auto lesionarmi, il dolore fisico mi faceva dimenticare di quello che avevo dentro. Per quel poco riuscivo a dimenticarmi di tutte le sofferenze. Di tutti i dolori. Della mia vita. Andò avanti così per mesi, fino a che tua nonna mi mandò in un centro di riabilitazione. Smisi di tagliarmi, smisi di lasciare cicatrici sulla mia pelle, ma quella sul cuore c’era ancora.» Si fermò. Si accorse che forse per una bimba di 9 anni questi argomenti erano troppo pesanti. O forse voleva semplicemente smettere di ricordare.

«E poi mamma? L’hai dimenticato?» Chiese la bambina interessata alla storia della madre. Jenna non sapeva cosa rispondere. Nel profondo del cuore sapeva che non l’aveva dimenticato. Che non gli aveva dimenticati. Loro erano sempre lì, al centro del suo cuore, con i loro sorrisi da ragazzi giovani e solari, con i loro occhi pieni di speranze e sogni per il futuro, con il loro carattere dolce e premuroso, con le loro risate che ti facevano spuntare un sorriso anche nei momenti più bui, con le loro voci, che insieme formavano l’armonia perfetta. Lei non gli aveva dimenticati. Lei non avrebbe mai potuto dimenticare quei cinque ragazzi troppo perfetti ed apposto per essere qualcosa di vero. Non avrebbe mai potuto dimenticare quei ragazzi che la facevano sognare. Non avrebbe mai potuto.

«Si, ormai sono solo dei ricordi.» Mentii. Non voleva che la figlia si facesse quest’impressione dell’amore, era così piccola, così fragile, non meritava di soffrire. Nila sorrise e diede un bacio alla madre, che l’abbracciò. Nila era la persona più preziosa che aveva, insieme ai suoi due fratelli. Ma Nila era così simile a Niall, se avesse creduto nella reincarnazione probabilmente avrebbe pensato che sua figlia fosse la reincarnazione del giovane cantante.

«Lui ora ti sta guardando mamma, ed è orgoglioso di te.» Le sussurrò la piccola nell’orecchio dandole un altro bacio e dirigendosi in camera sua, lasciando la madre sola, in preda ai ricordi. Afferrò una foto di Niall e la strinse al petto, proprio vicino al cuore. Sembrava fosse tornata ai suoi 14 anni, faceva sempre così. Si metteva in un angolo del bagno, la foto di Niall al petto, e scoppiava a piangere, per poi uscire e fingere un sorriso. Ma la gente sapeva. Sapeva che lei soffriva, e per questo non le dava pace. Era un ‘come stai?’ continuo. Non si vedeva come stava? Una merda. Respirò e posò la foto di Niall dov’era, prendendo il loro maxi poster e stringendolo vicino al volto.

«Non vi dimenticherò mai. Grazie, One Direction.»


SPAZIO AUTRICE

In questi giorni sono in vena di OS lol
Questa mi è venuta in mente oggi a scuola,
in seguito a quello che sta succedendo con questo Mister X.
Io non so se crederci o non crederci,
ma mi sto cagando in mano. lol
Spero che vi piaccia, anche se molto drammatica.
Ora mi dileguo lol ma vi lascio la mia OS e la mia FF, yo.
LUNGA VITA AI ONE DIRECTION.
xx Giulia.
Self harm: it was the cat [OS]|Forget the past [FF]

   
 
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