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Autore: Amy Dickinson    29/11/2012    9 recensioni
Tutto era cominciato semplicemente come un gioco. Del custode non c’era ombra e le piscine sembravano una tentazione troppo invitante, al punto che Rudi non aveva esitato a buttarsi in acqua per primo. Alice, divertita, gli aveva preso i vestiti, allontanandoli dalla sua portata fra le risa di tutti. (...) Ma com’erano arrivati a quel punto? Alice continuava a chiederselo mentre Rudi la baciava...
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cudicini, Rodolfo Cesaroni
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come due anelli, più che fratelli

Tutto era cominciato semplicemente come un gioco. Del custode non c’era ombra e le piscine sembravano una tentazione troppo invitante, al punto che Rudi non aveva esitato a buttarsi in acqua per primo. Alice, divertita, gli aveva preso i vestiti, allontanandoli dalla sua portata fra le risa di tutti.
Poi era arrivato il custode e gli altri erano corsi via, inclusa Alice, andatasi a nascondere mentre Rudi, impossibilitato ad uscire dall’acqua, aveva preso aria e si era immerso completamente, tornando in superficie solo quando l’uomo di turno aveva lasciato la stanza. Alice, sgusciando fuori dal suo nascondiglio aveva tirato fuori dall’acqua i boxer del fratellastro che, nella foga, gli si erano sfilati di dosso, quindi lo aveva sfidato ad uscire dall’acqua e andare a riprenderseli. Rudi aveva esitato e lei lo aveva preso in giro.
“Chi è che non ha il coraggio?” aveva poi ribattuto, mettendosi in piedi senza cercare di nascondere la propria nudità.
Alice era attonita. Certo tra loro c’era sempre stata una gran confidenza, complice anche il fatto che abitavano sotto lo stesso tetto da anni, la stessa che può esserci tra un fratello e una sorella, ma non si sarebbe mai aspettata un gesto tanto coraggioso ed insieme sfrontato da parte sua.
Lo stupore però non era durato che pochi istanti perché la ragazza, troppo orgogliosa per farsi dare della codarda, si era tolta gli indumenti, rimanendo seminuda a sua volta. Allora Rudi l’aveva afferrata e trascinata con sé in piscina. La loro complicità era troppo radicata perché Alice se la prendesse, infatti avevano iniziato a giocare come bambini, ridendo e scherzando, finché il ragazzo non le si era avvicinato a una distanza tale da riuscire a toglierle il reggiseno. Lei aveva cercato di opporsi ma i suoi sforzi non erano serviti, così aveva ripreso a scherzare con lui allo scopo di vendicarsi di quel gesto.
Poi le loro mani si intrecciarono e i loro sguardi si incatenarono in modo quasi magnetico e,  improvvisamente, tutto apparve chiaro come il sole e fu un attimo.
Immersisi del tutto nell’acqua ne emersero subito dopo, l’uno accanto all’altra, le labbra unite, impegnate in un bacio romantico e un po’ impacciato.
Ma com’erano arrivati a quel punto? Alice continuava a chiederselo mentre Rudi la baciava con un sempre maggiore desiderio, mosso da un sentimento sconosciuto che gli impediva di fermarsi. E non riusciva a darsi una risposta.
Erano fratelli, anzi… fratellastri, come erano soliti specificare. E i fratelli, o fratellastri che sia, di norma non si scambiano certe effusioni, non si tolgono i vestiti e non si baciano in posti diversi da guance e fronte.
Quello che stavano facendo era poi così sbagliato? Oppure, dato che non erano fratelli di sangue, potevano concedersi quei momenti?
Si poneva mille dubbi, non sapeva cosa pensare, come comportarsi, e venirne a capo sembrava un’impresa irrealizzabile.
Doveva proprio respingere Rudi? Impensabile. Anche se ci avesse provato, anche se lo avesse voluto davvero, non ci sarebbe riuscita. Più avvertiva quelle labbra, quel tocco, più si sentiva attratta da lui. Lui, il bambino dispettoso e a volte antipatico con cui litigava spesso, quello stesso bambino che era cresciuto con lei, cambiato, e che l’aveva confortata quando soffriva per Walter, gesto che lei aveva apprezzato e ricambiato quando lui si era innamorato di Miriam.
Incredibile, le sembrava che tutto ciò fosse lontano anni luce, invece non erano passati che pochi mesi. A pensarci bene, era il mondo stesso che le pareva lontano. Sembrava che non ci fosse nient’altro che lei, Rudi e i loro ricordi che le apparivano lampanti nella mente, come le scene di un film, accuratamente montate una dietro l’altra. Tutte le volte che si erano consolati a vicenda, sostenuti, consigliati.

 

 

Ma come fai? Sai dei miei guai, anche se non mi vedi.
Ma come fai? Non manchi mai quando non sto più in piedi.
Se cado giù ci pensi tu, mi spieghi come fai?
A sopportare tutti i miei perché, a non urlare se ce l’ho con te.

 

 

Poteva succedere il finimondo ma Alice c’era sempre stata per Rudi, e lui per lei, tutto il resto veniva tagliato fuori in automatico.
Eppure, come riuscivano a sapere esattamente quando l’uno aveva bisogno dell’altra e viceversa? Era come se un invisibile filo conduttore li unisse e solo loro sembravano accorgersene, per gli altri restavano fratello e sorella, come potevano esserlo Jole e Budino.
Destino o semplice coincidenza? Difficile darsi una risposta. Ma sapevano che il loro era un legame speciale, lo avevano sempre saputo. E non era importante che ne fossero a conoscenza altre persone.

 

 

Combinazione senza nome, come due anelli, quasi fratelli.

 

 

Erano passati dall’odio all’amicizia, alla complicità che solo due fratelli possono avere. Ma poi Alice aveva capito di amare Rudi e si era fatta in quattro per lui, come e più di prima, tutto pur di esaudire i suoi desideri, qualsiasi cosa pur di vederlo felice. Restando nell’ombra, senza prendersi il merito. Il suo operato poteva sfuggire all’occhio di amici e parenti, ma non al suo, lui sapeva che era a lei che doveva tutto, perché senza di lei non sarebbe mai andato molto lontano e non aveva problemi ad ammetterlo.

 

 

Ma come fai? Risolvi i guai, anche se poi lo neghi.
Ma come fai? Non dormi mai, forse è per me che preghi.
Se volo su, ci pensi tu, mi spieghi come fai?
A sopportare tutti i miei perché, a non urlare se ce l’ho con te.
Combinazione senza nome, come due anelli, quasi fratelli.
A realizzare tutti i miei farò, a non mollare quando me ne andrò.

 

 

Eppure alla fine si era arresa all’evidenza: lui non la voleva, non diversamente da come si vuole una cara amica o una sorella, almeno. E già, perché nella testa del ragazzo c’era sempre e solo Miriam. Così aveva fatto il possibile per dimenticarlo, scegliendo di dare una possibilità a Francesco, sperando di mettere una pietra sopra al proprio cuore.
Rudi però era sempre lì, davanti a lei e non le rendeva le cose facili. Perché Alice non lo vedeva come un fratello, non più ormai. Marco e Mimmo erano suoi fratelli, ma non Rudi. Lei non voleva più vederlo come tale, perché non le bastava.
Un fratello non le avrebbe mai fatto battere il cuore, desiderare l’impossibile, afferrare l’inafferrabile.

 

 

Un’emozione senza nome, come due anelli, più che fratelli.

 

 

La testa cominciava a scoppiarle, troppi pensieri l’affollavano e non ne poteva davvero più. Era confusa, non era in grado di capite se quello che stava accadendo era la realizzazione di un sogno soffocato sul nascere o l’errore più grande mai commesso. Non sapeva più niente. O, forse, sì.
Sentiva che non gli importava del futuro, in quel momento era cosciente solo della vicinanza della persona che aveva desiderato più di qualunque altra, del proprio corpo che la spingeva a ricambiare quei sentimenti muti ma forti, invogliandola ad abbandonare la maschera sul fondo della piscina e a rivelare il suo amore sinceramente.
Improvvisamente Alice abbandonò indugi e interrogativi, e ascoltò le sensazioni che nascevano dal suo profondo. Accolse le labbra del ragazzo con arrendevolezza, si lasciò avvolgere dal calore delle sue braccia e si perse in quegli attimi meravigliosi e proibiti, augurandosi che non conoscessero fine.

 

 

Grazie perché se stai con me io crescerò.
Resta con me o senza di te come farò?

 

 

Qualsiasi cosa le avesse riservato l’avvenire, l’avrebbe affrontata. Voleva Rudi in quel momento, esattamente quanto lui desiderava lei. E qualsiasi esperienza precedente svanì dalle loro menti, focalizzandosi solo sul presente.
E ad un tratto Alice cominciò a sentire davvero la canzone di Rudi, quella che aveva scritto per lei pensando a lei, rimbombarle nella testa, zittendo la sua coscienza, i dubbi e i timori, i se e i ma; risparmiando solo il rumore dell’acqua che si muoveva ad ogni piccolo movimento e il martellare forsennato dei loro cuori, colmi di una felicità impareggiabile e segreta, incomprensibile ad altri.
Loro erano lì, stretti in quel modo, il resto non c’era, il resto non contava.       

 

 

A sopportare tutti i miei perché, a non urlare se ce l’ho con te.
Combinazione senza nome, come due anelli, più che fratelli.
A realizzare tutti i miei farò, a non mollare quando me ne andrò.
Un’emozione senza nome, come due anelli, più che fratelli, sì...

 

 

 

 

 

 

 

 

- Angolo autrice -
Ciao gente,
è la prima volta che scrivo in questa sezione, quindi non linciatemi… seguo questa serie dalla prima puntata della prima stagione ma non avevo mai pensato di scrivere delle storie a riguardo, poi ho visto la puntata in cui Rudi canta la canzone da solista e mi è entrata in testa così ho pensato di scriverci su qualcosa, francamente non so cosa ne sia venuto fuori…  se vi va recensite, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate. Se poi vi andasse di leggere anche le altre due mie storie dedicate alla serie, mi fareste un enorme piacere - al momento non posso mettere i link ma le trovate sul mio profilo autore ^^ "Cara Marta", dedicata alla coppia Marco/Eva, e "Il destino a volte è crudele, come una lettera mai letta", sempre Rudi/Alice ;)
Un saluto,

Amy

 

 

 

  
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