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Autore: Tinkerbell92    29/11/2012    10 recensioni
DA REVISIONARE (CONTENUTI E FORMA)
Prima fanfiction su Percy Jackson, raccontata, come nei libri, in prima persona.
La storia di una semidea particolare, figlia di una dea impensabile, a partire dal suo arrivo al Campo Mezzosangue. Leila, la ragazza, affronterà varie situazioni, anche sentimentali, accompagnata da una custode molto particolare, venendo, però, continuamente ostacolata dalla madre, che vuole a tutti i costi decidere del suo futuro.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Castellan, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nel segno della Luna'
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 Fui vinta dalla stanchezza all’improvviso, proprio mentre vedevo Chirone trottare verso di noi, con un’espressione preoccupata sul volto.
Ci fu un lampo di luce viola, e poi il buio.
Non so dire per quanto dormii. Mi ricordo, però, che quando aprii gli occhi, mi ritrovai nell’Infermeria del Campo, distesa su un letto e con qualche fasciatura.
Ero da sola ed un silenzio innaturale mi circondava.
Provai a mettermi seduta, ma fui colta da un tremendo capogiro, che mi fece crollare sul cuscino.
Improvvisamente, uno strano fascio di luce mi abbagliò, costringendomi a chiudere gli occhi.
- Leila!
Una voce familiare mi chiamò, facendomi avvertire una stretta alla stomaco.
Aprii gli occhi lentamente, mentre, al mio capezzale, era apparsa la figura di una donna dai capelli rossi, che mi fissava con preoccupazione.
- Ma-madre?
Artemide sorrise leggermente: - E’ un piacere rivederti, Leila. Ho saputo che hai sconfitto un mostro pericoloso, sull’isola di Alcatraz.
Mi alzai a fatica, appoggiando la schiena alla testiera del letto: - In realtà, non l’ho sconfitto da sola… come mai sei qui?
Lei emise una sottile risatina: - Sto usando un Messaggio-Iride! Volevo sapere come stavi, tutto qui.
- Ah- risposi poco convinta – Mi sembravi, infatti, un po’ troppo trasparente…
Strinsi un lembo del lenzuolo tra le mani, con aria nervosa: - Madre, io… dovrei dirti una cosa…
- Che cosa?- mi domandò lei, con un’espressione curiosa sul volto.
Deglutii, cercando di non arrossire: - Ecco… riguarda una cosa che è successa all’isola… sai che c’era la Foschia, vero?
- Naturalmente! Mi dava fastidio non poterti vedere!
- Ecco, appunto- mi morsi il labbro per il nervoso – Hai presente Luke Castellan? Il figlio di Ermes?
Artemide assunse un’espressione corrucciata: - Sì?
- Bene, vedi… io e lui… cioè, mentre eravamo sull’isola… è successa una cosa che non ti farà piacere…
- Di che si tratta?
Trassi un profondo respiro. Sapevo che l’avrei fatta arrabbiare, ma volevo mettere da subito in chiaro le cose. Io non potevo diventare una Cacciatrice. Non dopo essermi resa conto di amare Luke.
- Noi… abbiamo avuto dei momenti un pochino intimi e… sai com’è, a volte… non ci pensi, sei un po’ preso dall’emozione e… c’è scappato qualche bacio… - abbassai lo sguardo, non osando guardarla negli occhi – so che non sarai d’accordo, ma ci tenevo ad essere sincera con te.
Mi aspettai di venire incenerita da un momento all’altro, o trasformata in qualche strana creatura dei boschi, ma, quando ebbi il coraggio di alzare lo sguardo, vidi che mamma mi fissava in modo strano, per nulla arrabbiata.
Stavo per aggiungere qualche scusa, quando lei, inaspettatamente, sorrise: - Non ti preoccupare. Ho capito quello che è successo…
- Davvero?
Alzai un sopracciglio confusa, mentre lei continuò: - So che quel figlio di Ermes è particolarmente insistente, posso immaginare quanto tu ti sia sentita stanca di tutte quelle avances! Non oso pensare quanto ti sia costato doverlo baciare, dopo essere stata portata al limite dell’esasperazione! Povera la mia piccola Leila!- mi fissò con aria di commiserazione – E ti sei anche sentita in colpa! Ma, mia cara, lo capisco benissimo! Non serviva che me lo dicessi! L’hai certamente fatto per farlo smettere, tranquilla, la mamma non ce l’ha con te!
Spalancai gli occhi incredula: - No, madre, veramente io…
- Non c’è bisogno che mi dici altro.
Chissà perché, Artemide mi sembrava molto più materna dell’altra volta: - Sono contenta che tu sia una ragazza onesta. Sai che ti dico? Voglio farti un regalo: non ti osserverò a meno che tu non lo desideri! Ora che mi hai dato prova della tua fiducia, posso tranquillamente smettere di controllarti.
- Madre io…
- Vedrai, sarai una perfetta Cacciatrice!
Mi sorrise in un modo tale che mi si bloccarono le parole in gola. Come poteva essere così poco obiettiva?
Cercai di protestare, quando Artemide venne distratta da qualcosa: - Oh, è ora di ripartire! Scusa, tesoro, adesso devo proprio andare. Se hai bisogno chiama, okay?
- Ehm… sì, ma…
- Le Cacciatrici sono pronte – mi guardò sorridendo – A proposito, com’è l’armatura?
- Oh, stupenda!- risposi, cercando di riprendermi dallo shock – E’ un regalo fantastico.
Artemide mi strizzò l’occhio e sorrise apertamente: - A presto, Leila!
- A presto…
La conversazione si interruppe, ed io restai imbambolata a cercare di capire cosa stesse succedendo.
Pensavo che la mia confessione avrebbe scatenato la furia dell’Inferno, invece, mia madre aveva giustificato il mio comportamento secondo quello che voleva credere lei.
Non sapevo se avesse cercato di auto-illudersi o se ne fosse veramente convinta.
Un rumore di zoccoli attirò la mia attenzione e, subito dopo, vidi Chirone entrare nella mia tenda.
- Ben svegliata, Leila.
Sussultai leggermente, preparandomi alla sfuriata: - Ehm… ciao, Chirone…
Il centauro avanzò fino al mio capezzale: - Come ti senti? Stai meglio?
- Sì- risposi poco convinta – Abbastanza.
- Bene.
Attesi la ramanzina con apprensione ma, vedendo che Chirone sembrava piuttosto distratto, gli domandai: - Ehm… niente da dire, riguardo a quanto è successo?
Lui alzò gli occhi al cielo: - Mi avete fatto prendere un bello spavento! Se non fosse venuto Ermes ad avvisarmi, avrei creduto che foste stati divorati dalle bestie del bosco… fortunatamente, siete tornati tutti interi, ma, credimi, poteva andarvi veramente peggio…
- Lo so…- commentai abbassando lo sguardo.
Chirone mi fissò con aria quasi paterna e, trattenendo un sorriso, mi sussurrò: - La prossima volta, per lo meno, avvisate… almeno troverò una scusa più plausibile con i vostri compagni..
- Una scusa?
Il centauro sospirò: - Ho detto che eravate partiti per procurare una pianta medicinale che si trova solamente in Amazzonia e che, durante il ritorno, eravate stati attaccati da un gruppo di mostri… se avessero saputo la verità, di sicuro, adesso, ci sarebbe l’anarchia più totale, qui al Campo…
Annuii debolmente: - Lo capisco. Scusaci, Chirone.
Lui sorrise benevolmente: - Per fortuna, adesso siete sani e salvi, tutti quanti.
- Tutti?- domandai con un filo di speranza. Chirone annuì: - Alcuni tuoi compagni sono già in grado di muoversi… vuoi fare un giro per vederli?
- Oh, sì, per favore!- esclamai, senza nascondere il mio entusiasmo.
Chirone mi aiutò ad alzarsi e mi caricò sulla groppa: - Va bene, Principessa, andiamo!
 
La luce improvvisa del sole mi abbagliò per un secondo, mentre il paesaggio familiare del Campo Mezzosangue si apriva alla mia vista.
I miei compagni, come al solito, si stavano allenando oppure parlottavano tranquillamente tra loro.
Grover si stava facendo coccolare da un gruppetto di driadi e figlie di Afrodite, vantandosi di come, nonostante le sue cinque costole rotte,  avesse eroicamente sconfitto uno dei mostri che ci avevano sbarrato la strada.
Un po’ più distanti, notai i fratelli Stoll, impegnati a duellare tra di loro. Travis aveva il braccio ingessato, tuttavia, continuava a sfottere il fratellino, che non riusciva comunque a batterlo. Non appena mi vide, Connor si illuminò ed agitò la mano in segno di saluto.
Passammo davanti al Poligono di Tiro con l’Arco, dove Lee Fletcher mi salutò allegramente.
Non riuscii a trattenere un sorriso, quando vidi Morgan, appoggiata ad un bersaglio disoccupato, che chiacchierava allegramente con un ragazzone biondo con cento occhi sparsi su tutto il corpo.
Fu felice di vederla tutta intera, sembrava messa piuttosto male sull’isola! 
Non appena si accorse di me, mi strizzò l’occhio con aria complice, senza smettere di parlare con Argo, il quale si limitava semplicemente ad annuire.
Ad un certo punto, Chirone si voltò tornando verso le tende dell’Infermeria.
Mentre passavamo accanto ad un gruppo di duellanti, notai Clarisse che, parando un colpo dell’avversario, non appena mi vide, gridò in tono allegro: - Ciao pivella! Com’è stato litigare con i rampicanti dell’Amazzonia? Forse dovevi fare un voto a Demetra, prima di partire!
Scoppiò in una fragorosa risata, anche se capii subito che non era intenzionata a litigare.
Doveva essere di buon umore.
- Hai ragione, Clarisse!- gridai di rimando – Forse avrei dovuto!
“Altro che voto a Demetra” pensai “Dovrei bruciare le ali a Cupido, per la tremenda cotta che mi ha fatto prendere!”
Come se mi avesse letto nel pensiero, Chirone entrò in una tenda medica, dalla quale uscì Annabeth, tutta sorridente.
- Ciao Annabeth!- la salutò il centauro - Come sta Luke?
La bambina si fermò un secondo, con un’espressione allegra: - Sta meglio. Adesso sta dormendo.
Non ha bisogno di ricevere altre visite…- aggiunse, dandomi un’occhiataccia.
Chirone trattenne un sorriso: - In realtà, Leila voleva vedere Maggie…
- Oh.
La piccola alzò le spalle e indicò un gruppetto di figli di Atena che stavano discutendo: - Devo andare a progettare una nuova arma con loro. Ci vediamo dopo!
La guardai correre verso i suoi fratelli, con i capelli biondi che brillavano al sole.
Chirone mi aiutò a smontare dalla sua groppa e mi fece entrare.
La luce del sole filtrava appena attraverso il tessuto della tenda rossa. Maggie era seduta su una sedia da campeggio, intenta a leggere un libro dalla copertina color porpora, accanto ad un letto sul quale era adagiato Luke.
Maggie alzò lo sguardo, sentendomi arrivare, e mi sorrise: - Ben arrivata. Ti stavamo aspettando.
Sembrava abbastanza allegra e, con sollievo, notai che le ferite inferte da Lamia stavano già iniziando a guarire.
Pensai che, senza dubbio, i lupi mannari fossero delle creature davvero straordinarie, e la abbracciai, trattenendo le lacrime: - Maggie…
Lei mi diede dei colpetti affettuosi sulle spalle, poi, chiuse il libro e mi indicò Luke: - Prima, mentre stava delirando, ha pronunciato diverse volte il tuo nome… credo che dovresti stargli vicino…
Arrossii leggermente, mentre lei si dirigeva verso l’uscita della tenda: - Vi lascio soli…
Mi sedetti sulla sedia al suo capezzale e lo osservai attentamente.
Aveva il viso rilassato, gli occhi chiusi e le labbra serrate. Era fasciato in diverse parti del corpo, con il lenzuolo che lo copriva appena fino al bacino.
Una delle sue mani era appoggiata alle bende bianche che avvolgevano lo stomaco e, lasciandomi sfuggire uno sguardo sui suoi addominali, notai, con gioia, che il respiro era perfettamente regolare.
Gli accarezzai il viso, pensando che, mentre dormiva, sembrava quasi un angioletto, e, cercando di fare più piano possibile, gli sfiorai le labbra con un bacio.
Lui si mosse appena, strizzando le palpebre, e pochi secondi dopo, aprì gli occhi.
Quei suoi stupendi, meravigliosi occhi azzurri.
Gli sorrisi, mentre una lacrima scendeva lungo la mia guancia: - Ciao, amore.
Lui mi mise bene a fuoco, poi mi sorrise a sua volta, sussurrando: - Hey, piccola… che bello rivederti… ti ho sognata, lo sai?
Arrossii un po’, appoggiando la mia fronte sulla sua: - Avevo tanta paura di perderti…
- Lo so- emise una debole risata – Però, c’è voluta una pugnalata per farti sciogliere, eh, Baby?
Il suo tono era scherzoso, ma non riuscii a trattenermi dallo scoppiare in lacrime: - Amore mio…
Mi accarezzò un guancia, strofinando il naso contro il mio: - Hey, non fare così, amore… tra un po’ sarò di nuovo in piedi… e sarò tutto per te…
Risi tra le lacrime, baciandogli le labbra più volte: - Ti amo.
- Anch’io, Baby – rispose, tra un bacio e l’altro – Anch’io…
Gli accarezzai il viso, sentendo che le sue guance cominciavano ad essere leggermente ruvide, e gli sussurrai con fare protettivo: - Adesso riposati un po’. Ne hai bisogno, amore.
- Forse hai ragione- rispose lui, sorridendomi.
Lo baciai un’altra volta e mi avviai lentamente verso l’uscita.
Camminai distrattamente fino alle rive del fiume che divideva in due il Campo.
La temperatura primaverile era piuttosto piacevole ed il sole riscaldava gentilmente ciò che mi stava intorno. Il rumore tranquillo delle acque che correvano mi infuse un piacevole senso di pace e benessere.
Improvvisamente, alzando lo sguardo, notai un uomo molto giovane seduto su una roccia.
Dimostrava poco più di vent’anni, aveva i capelli castani, le sopracciglia arcuate ed il corpo snello ma muscoloso. Indossava una tunica greca candida e dei sandali con le ali.
- Ermes?- domandai, piuttosto confusa.
Il dio mi guardò e sorrise: aveva gli stessi occhi azzurri di Luke.
- Ciao, Leila. Finalmente ci conosciamo!
Teneva un fagottino rosa stretto in braccio e, appoggiato al masso, aveva riposto l’immancabile caduceo, i cui serpenti si muovevano e battibeccavano tra loro.
Mi avvicinai con una certa esitazione, ed uno di loro mi gettò un’occhiataccia: - Che hai da guardare, sssemidea?- sibilò, squadrandomi.
- Oh, piantala, George!- lo sgridò l’altro rettile, evidentemente femmina – Dovresti rispettarla! Lei è figlia di Artemide!
Il serpente di nome George scosse la testa: - Può essere anche figlia di Zeus, Martha, se non ha un ratto da darmi, per me resta una scocciatrice guardona!
- Finiscila, George – lo ammonì Ermes, trattenendo una risata, per poi rivolgersi a me – Scusalo, lui fa sempre così.
- Non è vero!- protestò George.
Il dio diede un’occhiata al fagotto che teneva in braccio, e scostò lievemente la copertina rosa che lo avvolgeva.
Mi avvicinai, per dare un’occhiata: - E così, è una femmina, congratulazioni.
Ermes guardò con amore la piccola dea, per poi mostrarmela con orgoglio: - Non trovi che sia stupenda? E’ una delle creature più belle che abbia mai visto.
La guardai per un po’, poi annuii: - Sì, è molto bella.
La neonata aveva un faccino tondo e roseo, le labbra perfettamente disegnate, le sopracciglia arcuate dal colore scuro e, quando aprì gli occhi per qualche secondo, notai che erano vivaci, leggermente a mandorla e di un bellissimo colore azzurro intenso.
Era così perfetta da sembrare quasi un bambolotto.
Ermes le baciò la piccola fronte, sorridendo orgoglioso: - Poter finalmente abbracciare la mia Tyche è una gioia che non puoi nemmeno immaginare. Dopo aver aspettato mesi, sentendola muoversi dentro il ventre di sua madre, finalmente posso stringerla e baciarla.
- Immagino che sia una sensazione stupenda.
Ermes mi sorrise: - Credimi, va oltre l’immaginario.
Mi sedetti accanto a lui, cercando di non calpestare George e Martha, e fissai la bambina con curiosità: - Daeira mi ha detto che questa neonata sarà molto importante per il futuro… che cosa intendeva dire?
Il dio drizzò la schiena e accarezzò una guancia rosa della piccola: - Sì, è la verità. Vedi, Leila, questa bambina diventerà fondamentale per l’umanità perché lei è la dea della Fortuna!
Spalancai gli occhi per la sorpresa: - La dea della Fortuna? Ma non ne esisteva già un’altra?
- Tempo fa- asserì Ermes – Era figlia di Oceano e della Notte. Ma, dopo lo scontro con i titani, perse i suoi poteri e, per misteriose ragioni, scomparve. Da quel momento in poi, fu Nemesi a bilanciare le sorti del mondo, ma era un impegno decisamente troppo grande, anche per una dea, gestire la Fortuna. Serviva una divinità ufficiale, specialmente in questi tempi, ora che si avvicina qualcosa di potente e minaccioso…
- Potente e minaccioso?- commentai – Ah, siamo messi bene…
- Non è il momento di pensarci, comunque- mi sorrise lui- Almeno, per adesso. E poi, adesso abbiamo lei- diede un altro bacio alla sua bambina – Chi l’avrebbe mai detto che proprio la creatura che concepii con Daeira sarebbe stata la nuova dea della Fortuna?
Stavo per dire che, riguardo a tale divinità, avevo conoscenze diverse dalle sue, quando mi venne in mente che, con quella nascita, la Profezia era, finalmente, completa.
 Nella Terra della Foschia andrai ed un’isola raggiungerai.
Eravamo arrivati nell’isola di Alcatraz, che si trovava al di fuori del Campo Mezzosangue, dove la Foschia avvolgeva gli occhi dei mortali.
Un aiuto giungerà ed il dì seguente qualcosa accadrà.
Daeira mi aveva dato un aiuto davvero consistente e, il giorno dopo il nostro arrivo, avevamo combattuto contro di Lamia.
Il percorso non sarà truce, per colui che non conduce
Luke ci aveva condotti fin là ed, infatti, era tornato al Campo più morto che vivo.
La Buona Sorte tornerà ma un’anima l’Ade inghiottirà.
Appurato che l’anima di cui si parlava era quella di Lamia, restava solo il verso sulla “Buona Sorte”, ossia sulla Fortuna. Era scomparsa da tempo e, finalmente, era ritornata.
Forse per quello mia madre aveva elaborato quelle assurde convinzioni e Chirone non se l’era presa più di tanto per la nostra fuga.
Tyche stava già iniziando ad aiutarci.
Un fascio di luce mi abbagliò e, un istante dopo, Daeira apparve innanzi a noi, con il volto sorridente.
Ermes la guardò con amore: - Ciao, tesoro, come stai?
- Decisamente meglio- rispose lei, strizzandomi l’occhio e avvicinandosi all’amante.
Lo baciò sulle labbra e diede un’occhiata affettuosa alla loro bambina: - Ti assomiglia molto, amore.
- Anche a te- rispose Ermes, baciandola di nuovo – Siete bellissime entrambe.
- Oh, eccoli che ricominciano a sbaciucchiarsi!- sbuffò George, facendo sorridere le due divinità.
- Hai ragione, scusaci, George- disse Daeira con voce dolce, per poi rivolgersi al compagno- Dobbiamo andare, ci aspettano…
- Giusto.
Ermes si alzò in piedi e prese il caduceo, poi mi sorrise: - E’ ora di salutarci, dunque. E’ stato un piacere conoscerti, Leila. E… grazie, per avere così a cuore il mio Luke.
- Ah, n-non è niente- balbettai arrossendo.
Ermes mi strizzò l’occhio e Daeira mi guardò con dolcezza: - Spero di rivederti presto, Leila. Sono stata felice di aiutarti. Arrivederci!
- Arrivederci- risposi – E grazie di tutto.
Distolsi lo sguardo, mentre un fascio di luce fortissimo illuminò l’intera zona.
 
I mesi passarono in fretta e, molto prima che me ne accorgessi, arrivò la fatidica data del sedici Agosto.
Avrei potuto restare al Campo, e, sinceramente, mi sarebbe piaciuto molto, ma mi mancava troppo mio padre. Vederlo attraverso i Messaggi-Iride non era la stessa cosa di averlo accanto.
Preparai in fretta le valigie, e, mentre Maggie le portava fuori, diedi un’ultima occhiata alla Casa di Artemide.
“Tornerò” promisi mentalmente “Il più presto possibile.”
Quando uscii, trovai i miei compagni intenti a salutarsi e, dato che avevo ancora un po’ di tempo, mi unii a loro.
Connor Stoll mi abbracciò piangendo, pregandomi di tornare prima dell’Estate; Clarisse mi battè il pugno, dicendo che, se mi azzardavo a star via troppo, mi avrebbe sguinzagliato dietro i mastini inferociti di suo padre; Lee mi abbracciò forte, e cercai di non pensare che avrei sentito moltissimo la sua mancanza, dato che, in quei mesi, avevamo legato tantissimo, diventando quasi come fratello e sorella.
Anche Annabeth mi salutò, restando piuttosto sulle sue, mentre Morgan mi diede un abbraccio amichevole, promettendomi che avrebbe tenuto d’occhio Luke per me.
Già, Luke!
Notai che, mentre salutavo Grover, il mio… beh, dai, posso dirlo, il mio ragazzo non si era ancora fatto vivo.
- Probabilmente, è perché odia gli addii- suggerì Travis.
Annuii, sentendomi un po’ delusa, e, dopo aver salutato Chirone e il Signor D, raggiunsi lentamente la collina del Pino di Talia.
Ai piedi di essa, dall’altra parte del Campo, il padre di Maggie, il signor Moonwalker, stava caricando i bagagli sulla sua grande Jeep nera.
Era un uomo robusto, un po’ abbronzato, con la barba scura ed i capelli leggermente striati di grigio.
Assomigliava molto alla mia amica, soprattutto per gli occhi: stesso colore cioccolato fondente.
Li osservai, mentre sistemavano le valigie, quando una mano mi si posò sulla spalla.
Mi voltai di scatto, ritrovandomi davanti Luke, con il suo solito sorriso scaltro.
- Ciao, Baby.
Mi finsi offesa, incrociando le braccia: - Pensavo che non venissi a salutarmi…
- E come potrei?- rise lui, tirando fuori qualcosa da dietro la schiena – Mi sono attardato per ridarti questo.
Fissai ad occhi spalancati il mio famoso reggiseno, del quale mi ero completamente dimenticata.
Lo presi, un po’ incredula, mentre lui sussurrava suadente: - Dopotutto, il bacio con la lingua c’è stato… più volte…
Scossi la testa, sorridendo: - Dì che in realtà vuoi solo vantarti con i tuoi amici che sapevano dell’accordo…
Mi posò le mani sui fianchi, accarezzandoli sensualmente: - Forse, una volta avrei fatto così…
Maggie mi chiamò, così mi scossi bruscamente: - Ehm… devo andare…
- Certo- rispose lui, con una leggera nota di dispiacere.
Feci qualche passo in direzione dei confini del Campo, quando, all’improvviso, mi girai di scatto, gli gettai le braccia al collo ed iniziai a baciarlo appassionatamente.
Sapevo che per un po’ di tempo non l’avrei visto, quindi, tanto valeva assaporare gli ultimi momenti insieme nel miglior modo possibile.
Non so quanto andammo avanti. Probabilmente alcuni minuti, ma che mi importava?
Fino a quando Maggie non sarebbe venuta a tirarmi via con la forza, avrei continuato a stringermi a lui, senza smettere il nostro intenso bacio.
- Leila! Inizia a prepararti!
Eccola là! Maggie, sempre nei momenti più opportuni, tu?
Ci staccammo lentamente, senza smettere di abbracciarci, e, con la fronte appoggiata alla sua, mormorai maliziosa: - Adesso avrai qualcosa da raccontare ai tuoi amici…
Lui sorrise, strofinando il naso contro il mio: - Lo sai che alcuni di loro ci stanno guardando?
Gettai un rapido sguardo ad una folla di semidei, che si era radunata ai piedi della collina, guardandoci con gli occhi e la bocca spalancati.
Mi parve di notare anche Annabeth, che fumava dalle orecchie e dal naso per la rabbia.
Mi specchiai negli occhi azzurri di Luke e gli sussurrai sensuale: - Lo so… ma non mi importa.
Premetti di nuovo forte le mie labbra contro le sue, con le braccia strette attorno al suo collo, mentre avvertivo con piacere le sue mani calde sulla mia schiena.
 Dopo un po’, sentii il rumore di un clacson e la voce di Maggie che sbraitava qualcosa.
- Leila! Ti muovi?- Beep! Beep! – L’aereo non aspetta!
La guardai dall’alto della collina: era in piedi, accanto al sedile del guidatore, e stava suonando furiosamente il clacson della Jeep, mentre suo padre, seduto davanti al volante, rideva.
Sospirai e lanciai uno sguardo adorante a Luke: - Devo andare. Ci vediamo tra qualche mese, allora…
- Già. Userò spesso i Messaggi-Iride, perciò, preparati a vedermi spuntare fuori all’improvviso da qualsiasi parte, amore.
Gli accarezzai una guancia e sorrisi: - Ciao, Luke.
- Ciao, Baby.
Ci baciammo un’ultima volta a stampo, poi, con il reggiseno stretto tra le mani, raggiunsi Maggie e suo padre.
Salii in macchina e, non appena fui seduta, sospirai.
Salutai Luke un’ultima volta, con un cenno della mano, poi, quando partimmo, mi sporsi dal finestrino, sbracciandomi con un’ossessa.
Quando il Campo Mezzosangue sparì dalla mia vista, misi la cintura e guardai fuori dal finestrino, sospirando.
Stavo ritornando a casa.
 
***
Angolo dell’Autrice: Ebbene, con questo capitolo si chiude la mia storia.
Devo ammettere che fa uno strano effetto: mi ci ero affezionata molto, l’ho fatta crescere, piano piano, quasi come se fosse stata mia figlia e devo ammettere che sono orgogliosa del successo che ha riscosso.
Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguita, in particolar modo:
- Cup_Cake e Nico Di Angelo, grandissimo recensore ;)
- Eris_Malfoy e Luke, con i loro siparietti :)
- Dafne Rheb Ariadne, con il suo bellissimo avatar di Katniss e Peeta.
- Astrid The Best
- Erica25
- Babygiulietta
- Alexiel94
- Ailea Elisewin
- AliceJackson007
- nemi23
- Texas
- Ro Jack 89
- e… dimentico qualcuno? Sto scherzando, grazie anche a Remiel ;P
per aver lasciato almeno una recensione. Spero di avervi scritti tutti, in caso contrario, avvisatemi :)
Che posso aggiungere? Se la mia storia via ha appassionati, potrete continuare a seguire la nuova avventura di Leila, che pubblicherò a breve.
Ci saranno vecchi e nuovi personaggi, tra cui Nico, e sarà ambientata un bel po’ di anni dopo l’arrivo di Leila e Maggie al Campo Mezzosangue.
Il titolo sarà “Find Me”, a meno che non ne trovi uno migliore all’ultimo :)
Grazie di cuore ancora, e a presto!
Baci, Tinkerbell92.
  
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