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Autore: j3nnif3r    29/11/2012    1 recensioni
A volte le sfiorava le labbra, con timore, come se potessero sfaldarsi, come se fosse di neve. E lei non si muoveva, perché era morta.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A volte le sfiorava le labbra, con timore, come se potessero sfaldarsi, come se fosse di neve. E lei non si muoveva, perché era morta. Si era chiesto cosa ne fosse rimasto, dove fosse, come funzionasse. Se l’era chiesto spesso. Perché non c’era il tempo per fare domande, eppure era importante. E le sue labbra erano sempre più bianche e il ricordo del suo sorriso diventava fragile. L’aveva mai davvero vista aprire gli occhi e pronunciare il suo nome? Iniziava a dubitarne, ma ogni giorno diventava tutto più confuso e pieno di luce. Ogni giorno era meno forte.
Sarebbe morto, lo sapeva.
In realtà, era pieno di rabbia. Se si fosse fermato a pensarci troppo avrebbe avuto paura. Si sarebbe spaventato di se stesso. Invece, pensare solo di rivolerla indietro oscurava il resto. La sua vita non era nulla. Non era mai stata poi così divertente. E quando cavalcava e riusciva a sentire l’adrenalina, quando i salti diventavano pericolosi e temeva di non farcela, di fallire e lasciarla lì a diventare sempre più trasparente fino a sparire, si sentiva bene come non gli era mai successo.
“Sai, so che morirò.” aveva detto una sera ad Agro, solo per sentirlo dire da qualcuno. “Lo so, e non importa.”
Il cavallo gli era venuto accanto, e lui aveva immaginato che fosse per consolarlo. Che sciocco. Era solo un cavallo. Iniziava a sentirsi solo, probabilmente. Aveva accarezzato Agro con dolcezza, e si era sentito triste.
Ormai, mancava solo un colosso.
“Quando io sarò morto...” iniziò, parlando a voce bassa. Agro allungò il muso verso di lui, come se tendesse un orecchio. “Se succederà, dovrai prenderti cura di lei.” Lo accarezzò, sorridendo. Ma era triste, perché era triste dover morire. Forse avrebbe dovuto sentirsi un eroe perfetto, disposto a tutto, e desiderare solo il meglio per lei. Ma temeva la morte, non sapeva cosa pensarne, e avrebbe voluto starle accanto. Ancora. Vederla sollevarsi e ridere con lei e correre su Agro sentendola ridere, perché adorava sentirla ridere.
Agro fece uno strano verso, come se fosse sorpreso, e lui si accorse che stava piangendo. Rise, asciugando le lacrime.
Era meglio dormire.
Accoccolandosi ai piedi dell’altare, si strinse al mantello per non avere freddo. Agro li fissava entrambi, vegliando, come se in fondo avesse capito.

   
 
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