CHAPTER 25
Schifo. In questo
momento mi sento uno schifo totale per una lunga serie di ragioni -non ultimo
il fatto che stanotte non ho praticamente dormito, da tanto ero in paranoia.
Ultimamente ho
dovuto chiedere scusa così tante volte che ormai dovrei essere diventato
bravissimo nel farlo, ma la verità è che faccio ancora pena anche in questo.
Alla fine, dopo aver meditato al riguardo tutta la notte, ho deciso di venire a
scuola oggi, ma ora che sono accasciato sul banco in attesa dell’arrivo di Giovanni
con la testa che pulsa in maniera irrefrenabile, l’idea non mi sembra più così
buona. Probabilmente, viste le condizioni in cui versa attualmente il mio
cervello, finirò per dire cose stupide ed inappropriate, e lui non farà altro
che incazzarsi ancora di più con me. Mi rigiro tra le mani il suo regalo per
l’ennesima volta, e inizio a pensare che questa carta così maledettamente
colorata e allegra sembri quasi una presa per il culo. Forse non dovrei neanche
darglielo.
Sono quasi sul
punto di rimetterlo nello zaino e fuggire dalla classe prima che arrivi la
prof, quando sento una mano appoggiarsi sulla mia spalla. Alzo lo sguardo, con
la vaga speranza di incontrare quello di Gio’, ma ciò che mi trovo davanti non
sono gli occhi ghiacciati del mio ragazzo, bensì quelli decisamente meno
attraenti di Schizzo.
« We, ciao.. » lo saluto, senza
neanche premurarmi di fingermi di buon umore.
Lui mi guarda
serio, e se il mio cervello fosse in condizioni normali la cosa mi sembrerebbe
parecchio sospetta perché, okay, lui non è mai serio.
« Luca, ti devo parlare.. Puoi venire un attimo con me?
»
Lo fisso con
espressione stolida, troppo impegnato a domandarmi se debba farmi una
dichiarazione d’amore o comunicarmi di aver messo incinta mia sorella, per
rispondergli.
« Luca? » mi chiama dopo
qualche secondo, un po’ perplesso dalla mia non-reazione.
Scuoto la testa e
mi alzo. « Si, scusa.. Ci sono. »
mormoro, cercando di riattivare le sinapsi, seppur la cosa richieda non pochi
sforzi. Lo seguo in bagno e mi appoggio al muro, realizzando improvvisamente
quanto sia maledettamente faticoso stare in piedi.
« Che è successo? Se hai messo incinta Loli ti conviene
non dirmelo, perché rischieresti di finire annegato nel water qua dietro seduta
stante. » esordisco, cercando di
stemperare la tensione che, non so bene per quale ragione, si è venuta a creare
tra di noi. Che diavolo dovrà mai dire di tanto importante??
Sorride
leggermente, sebbene sia visibilmente teso. «
Luca io.. Ho scoperto di te e Giovani. »
Sento ogni traccia
di colore svanire dal mio volto in un attimo, ed i miei occhi spalancarsi a
dismisura. Sbatto un paio di volte le palpebre, come se stessi cercando di
mettere a fuoco lui -o ciò che mi ha appena detto.
Devo aver sentito
male. Devo… mi stacco dal muro ed indietreggio di un passo, come se avessi
paura di lui.
« Cosa… che hai detto? » mormoro, senza parole.
Lui si avvicina di
un passo e cerca di sorridere. « Beh, non siete poi
così discreti, sai? » dice, ed io in
questo momento vorrei davvero, davvero, morire. « comunque pensavo
fosse giusto parlartene, io.. « si gratta leggermente la nuca, imbarazzato. Immagino
che neanche per lui sia facile fare questo discorso, e probabilmente dovrei
essergli grato per essere venuto a dirmelo, ma al momento sono così spaventato
dalle possibili implicazioni di tutto questo, che i miei pensieri si limitano
unicamente ad un continuo “oddio oddio oddio oddio oddio”. « ..per me non è un
problema questa cosa. » riprende, evidentemente affaticato dallo sforzo di
trovare le parole giuste da dire. « Okay, beh, non voglio
sembrare un ipocrita e non dirò che questo non cambia niente in assoluto,
però.. Sei mio amico e.. In effetti non voglio che cambi nulla, è solo.. Che
avrò bisogno di un po’ di tempo per abituarmi alla cosa, ecco. » conclude, e mi
guarda, come se stesse aspettando che io dica qualcosa, ma io non ho proprio
alcuna intenzione di parlare. Il mio cervello è ancora troppo impegnato ad
invocare il nome di Dio invano, per produrre frasi sensate, quindi mi limito a
ricambiare il suo sguardo, senza preoccuparmi di celare il terrore che mi ha
invaso.
Lui aggrotta le
sopracciglia, preoccupato. « Luca, per favore, puoi evitare di fare quella faccia?
Sembra che ti abbia preso a calci nei coglioni, mi fai sentire in colpa. » Beh, ma era esattamente
ciò che aveva appena fatto! Metaforicamente, almeno. « Non è un problema
per me se sei gay.. »
« NON SONO GAY. » lo interrompo, con
voce leggermente stridula.
Lui scuote la testa
e sospira. Sembra deluso. Non so perché, ma non mi interessa al momento.
« Lascia stare.. In ogni caso non lo dirò a nessuno,
quindi non ti preoccupare.. » e se ne va,
dandomi una pacca sulla spalla con una di quelle sue enormi manone virili.
Rimango da solo in
bagno, e tutto ciò che riesco a fare è appoggiarmi di nuovo al muro, con le
gambe che tremano leggermente. Mi sento maledettamente patetico, ma non riesco
a farne a meno. È.. Davvero, è come se mi avessero tirato un mattone in faccia.
Non sono mai stato
bravo nei rapporti interpersonali ed il confronto con gli altri mi ha sempre
spaventato, Giovanni l’ha sempre saputo e mi è sempre stato accanto. Quando
sono entrato al liceo però le cose sono cambiate: ho imparato ad indossare una
maschera costruita ad arte, sono diventato un “figo” perfetto. Sapete,
quel genere di ragazzo che si sente sempre a suo agio con tutti, in tutte le
situazioni, che sa sempre come comportarsi, come mostrarsi agli altri. Il tipo
che fa sbavare le compagne di classe, il tipo che tutti vorrebbero come
amico o come ragazzo.
Ma da quando è iniziata
questa storia con Giovanni mi sembra che la mia vita sia stata stravolta, che
ogni giorno si formi una nuova crepa in quella maschera meravigliosa. E ho
paura che se continuo così finirà per spezzarsi del tutto, per finire in
polvere, rivelando quello che ha nascosto per tutto questo tempo, mettendomi a
nudo, esponendomi al pubblico ludibrio.
I pezzi di quella
maschera, per quanto maltrattati e fragili, sono tutto ciò che mi resta, ed in
questo momento farei di tutto, pur di tenerli insieme.
« Allora anche gli stupidi piangono? »
Alzo lo sguardo
lentamente, e finalmente incontro gli occhi che aspettavo di vedere da due
giorni, ma non sono così freddi come li immaginavo. Un po’ del ghiaccio di
sabato sera si è sciolto, ed ora mi guardano con un’espressione indecifrabile.
Le sue parole mi raggiungono, e mi accorgo che ha ragione: due lacrime leggere
mi stanno scivolando lentamente lungo le guance. Non rispondo niente, e mi
limito ad asciugarle con il dorso della mano.
« È per me questo? » mi chiede Gio’,
mostrandomi il pacchetto del suo regalo.
Annuisco
lentamente, e lui sorride appena, poi lo apre. I suoi occhi si illuminano
leggermente, scoprendone il contenuto. È una camicia di Ralph Lauren azzurro
chiarissimo. Appena l’ho vista non ho potuto fare a meno di pensare che gli
sarebbe stata da Dio.
« È bellissima Luca.. » mormora, osservandola.
« Ho pensato che.. Si intonasse ai tuoi occhi. » sussurro, abbassando lo sguardo imbarazzato per ciò
che ho appena detto. « Però il vero
regalo è un altro. » mi affretto ad
aggiungere.
Lui mi guarda
incuriosito, ed io tiro fuori l’altro pacchetto dalla tasca dei pantaloni.
Questo è decisamente più piccolo, rivestito da una carta nera ed argento.
Rimango ad osservarlo un secondo, prima di passarglielo.
« Auguri.. » riesco finalmente
a dire, mentre lui strappa la carta ed apre la scatolina al suo interno,
incuriosito. Ne tira fuori una catenina leggera che termina in una piastrina
d’argento incorniciata da decorazioni in stile liberty. La osserva con gli
occhi spalancati per un secondo, facendola girare in aria.
« Era quella che volevi, vero..? » gli chiedo, cercando di capire se gli sia piaciuta o
meno. Ricordo che mi aveva detto qualcosa riguardo una piastrina di questo
genere, vista in una tal gioielleria, ma al momento non sono più così sicuro
che fosse proprio questa.
Lui apre la bocca
per un secondo, poi la richiude.
« L&G.. » sussurra, leggendo
l’incisione che ho fatto fare sul retro. La mette al collo e mi guarda, ancora
senza esprimere un’opinione degna di tale nome.
Inizio a temere
veramente che non gli sia piaciuta. Forse avevo davvero capito male e non era
questa che voleva.. Forse quella che voleva lui era completamente diversa..
O forse trova pacchiana la scritta? Eppure ho chiesto che fosse fatta
leggerissima. Forse è semplicemente prematuro come regalo? O magari gli fa
proprio schif.. Non riesco neanche a concludere il pensiero -e per fortuna..-
che sento le sue labbra premersi sulle mie, e le sue mani sulle spalle che mi
spingono indietro, verso uno dei cubicoli. Spalanco gli occhi, leggermente
sconvolto da questa reazione inaspettata, e ne deduco che il regalo gli sia
piaciuto. O almeno, lo spero, perché se no significherebbe che dentro uno di
quei cubicoli mi ci sta spingendo per affogarmi, e non per baciarmi.
Chiude la porta
alle sue spalle e mi spinge ancora indietro, fino a costringermi a sedermi sul
cesso. Io non ho ancora il coraggio di dire niente. Dopo qualche secondo si
stacca dalle mie labbra, e appoggia la fronte alla mia spalla, stringendo forte
la camicia che gli ho regalato. La piastrina scintilla debolmente, roteando
sospesa tra il suo petto ed il mio.
« Gio‘… » riesco a dire,
piano, dopo qualche secondo, ma lui non mi permette di parlare, interrompendomi
subito.
« Ti rendi.. » si morde un
labbro, chiudendo gli occhi per un momento. « Cazzo, ti rendi
conto di come mi hai ridotto? » sussurra, con voce
tesa, stringendo la mia spalla e la camicia tanto da farsi sbiancare le nocche.
« Non riesco.. Non riesco
neanche a rimanere incazzato con te per più di un giorno.. »
Sento una lacrima
bagnarmi la maglietta, ma stavolta sono relativamente sicuro che non sia mia.
Gli passo una mano tra i capelli, tirandogli indietro la testa, in modo da
incontrare i suoi occhi lucidi e bellissimi. Faccio scontrare lentamente le
nostre labbra, mescolare i nostri respiri. Gli lascio solo un bacio ed un morso
leggero, prima di staccarmi ed appoggiare la fronte contro la sua.
« Io.. Rimarrò completamente nudo di questo passo, lo
capisci? Scoperto.. » mormoro, e
probabilmente da un punto di vista esterno devo sembrare un malato di mente con
manie di persecuzione, per il tono leggermente febbrile che ho usato, ma so che
lui -solo lui- riuscirà a capire cosa voglio dire. « Sto cercando.. Sto solo cercando di non perdere anche
gli ultimi pezzi che mi rimangono.. »
La sua mano allenta
la stretta sulla mia spalla, scivolando piano fino al collo e prendendo ad
accarezzarmi dolcemente.
« Perché non puoi lasciarli andare..? Smettila di aggrappartici
così ossessivamente, se dovessi… se dovessi rimanere nudo, è troppo arrogante
da parte mia sperare di riuscire a coprirti, a tenerti in piedi? »
Non rispondo, ma
questa volta è semplicemente perché davvero non c’è niente da dire.
Vorrei riuscire ad
essere forte, a fidarmi di lui, e dargli la possibilità di fidarsi di me.
Vorrei dargli tutto quello che ho, vorrei dargli tutto me stesso. Vorrei essere
in grado di amare come amano nei film, nei libri, in cui entrambi gli estremi
di una coppia sarebbero disposti a qualsiasi cosa per l’altro. Ma so che
se lo facessi per me sarebbe la fine. Ormai quella maschera è diventata una
parte di me. Non credo che riuscirei sopportarne la perdita.
Rimaniamo nella
stessa -scomoda- posizione ancora per un po’, poi lui si alza, ripiegando alla
bell’e meglio la camicia, senza guardarmi.
Io lo osservo,
invece, con un sorriso leggero stampato in faccia. « Quindi sono
perdonato? »
Lui scuote la
testa, ma la sua espressione è solo divertita. « Diciamo che ti
perdonerò se riuscirai a prendere almeno 10/15 nella simulazione di terza
prova. »
Spalanco gli occhi.
E la bocca. E tutto lo spalancabile.
« LA TERZA PROVA? E quando sarebbe?? » esclamo, improvvisamente sull’attenti.
Gio’ mi guarda
scocciato, poi alza gli occhi al cielo. « Oggi Luca.. Alle
prossime tre ore. »
Ohporcatroia.
Buonsalve gente!
Visto che ho
ricevuto un po’ di critiche per la cortezza dello scorso capitolo stavolta ne
ho fatto uno LUUUUUUUUUNGO LUNGO.
O almeno, per i
miei standard è lungo lungo, ecco.
Quindi.. Che dire?
Il drama il drama il dramaaaaaa <3 credo che in questo capitolo finalmente
si spieghi un pochino -ino-ino-ino- la
motivazione di alcuni dei comportamenti antipatici di Luca.
Inoltre! Finalmente
Schizzo ha parlato a Luca di quella storia! Che carino <3 a me piace tanto
come personaggio, credo che sia il mio preferito. Altro che Luca e Gio’, dal
prossimo capitolo diventerà Schizzo il protagonista. u.u
E poi boh, ho sonno
e non so più cosa sto scrivendo. ;_;
Per favore, fatemi
sapere cosa ne pensate di questo capitolo, perché ci tengo davvero tanto.. T.T
Alla prossima,
Un bacio
Ale