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Autore: Red Rope    29/11/2012    1 recensioni
Corsero attraverso i corridoi con la luce che andava e non andava. Corsero come se ci fosse la salvezza da qualche parte ad aspettarli. Corsero fino a non poterne più.
Basato sul video della canzone 'Monster'!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hayley Williams, Jeremy Davis, Taylor York
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so, è da un po' che penso di scrivere una cosa del genere, Monster mi ispirava troppo per lasciarlo lì così D:
Tanto per capirsi questa è Hayley, questo Taylor e questo Jeremy (i colori mi sono venuti in mente pensando a loro, è una cosa molto random!)
Spero apprezziate c:
Disclaimer: Non conosco nessuno dei componenti dei Paramore, il video Monster appartiene a loro e tutto ciò che è scritto qui non è a scopo di lucro, solo frutto della mia mente malata!

Aveva la strana sensazione di fluttuare, non riusciva a capire dove si trovasse. Sentiva freddo attorno a sé, era consapevole di essere sdraiata, ma non sentiva una superficie sotto la sua schiena. Al contrario, le sembrava di essere quasi completamente avvolta in qualcosa di morbido, di fluido, come se fosse stato acqua. Doveva svegliarsi, doveva...
Aprì gli occhi, trovandosi in un ambiente poco illuminato, e sì, era sdraiata nell'acqua, come se fosse stata in una grande piscina. Mosse una mano nell'acqua e sentì un'altra mano vicino alla sua: voltò a malapena il viso a sinistra, vedendo Taylor accanto a lei, con gli occhi ancora chiusi, e dopo di lui Jeremy, anche lui come se stesse dormendo. Dove diavolo erano? E perché diavolo erano vestiti così, come se fossero usciti da una festa?
Cercò di mantenere la calma: doveva ricordare cosa era successo prima che si addormentasse – ma si era davvero addormentata? Chiuse gli occhi, cercando di fare mente locale.

Mosse le mani nella sostanza in cui era immerso. Era fottutamente ghiaccia, e non aveva odore: perfetto, per lo meno non era piscio o benzina. Però come era finito immerso in quella – decise che era acqua, non osava pensare cosa potesse essere – cosa? E soprattutto, dov'era? Una piscina? Non sentiva odore di cloro, però. Mosse le mani, per vedere se poteva nuotare, e toccò qualcosa alla sua destra. Dio, sembrava un corpo. Aprì gli occhi, temendo di vedere chissà cosa, e invece era solo Taylor, che dormiva – o almeno così sembrava.
Vide Hayley che fissava il soffitto; tentò di chiamarla. “Hayley”. La voce non gli usciva dalla gola. Che diavolo stava succedendo? Che diavolo era successo prima? Chiuse gli occhi. Doveva capire, doveva fottutamente capire che cosa era accaduto.

Acqua. Acqua ovunque. Dio, era bagnato fino al midollo. E che diavolo ci faceva in giacca e camicia? Sentii una piccola mano prendere la sua. Hayley. Avrebbe riconosciuto quel tocco tra mille, era accanto a lui. Voltò lo sguardo verso la ragazza, che lo guardava preoccupata. Voleva dirle qualcosa, ma sentiva come se le corde vocali fossero state paralizzate. Sentì l'acqua muoversi alla sua sinistra, e vide Jeremy. Si morse un labbro. Dove diavolo erano? Sembrava un'enorme stanza quasi buia, riempita d'acqua. Chi poteva aver fatto una cosa del genere? E loro come ci erano finiti?
L'ultima cosa che ricordava era...Cos'era l'ultima cosa che ricordava?
Merda. Merdamerdamerda. Occhei, era in uno stato confusionale, per questo non ricordava. Semplice, no? Avrebbe chiuso gli occhi, respirato profondamente e tutto sarebbe stato apposto – e poi, chi gli diceva che quello non era un sogno?

***

Un letto. Era seduta su un letto. Aprì lentamente gli occhi: beh, per lo meno non era più nell'acqua, ma di sicuro una stanza d'ospedale era l'ultima cosa che si aspettava. Attorno a lei c'erano una quantità immensa di vasi con dei fiori appassiti, e i soliti bigliettini di auguri di pronta guarigione. Uno di essi catturò la sua attenzione. “This is not the end”. Che cosa significava?
Si guardò attorno: tutto era fatiscente, dove diavolo era finita stavolta?

Aprì gli occhi di scatto: era seduto sul pavimento, appoggiato ad un muro e tutto attorno a lui era distrutto. Barelle, stampelle, flebo...era in un ospedale. Oh, magnifico. Dall'acqua all'ospedale. Che diavolo stava succedendo? Tutto diventava sempre più incasinato. E dov'era andati a finire i suoi vestiti? Era perfettamente sicuro che nella piscina fosse vestito elegantemente, aveva anche un fottutissimo papillon al collo: quindi da dove spuntavano fuori quei vestiti alquanto normali? Non ricordava di essersi messo i jeans e la t-shirt.

Non male. Un fottuto divano. E un televisore che fa fzzz. Quel posto aveva tutto l'aspetto di una sala d'attesa di un ospedale, un ospedale in disuso da molto tempo. Bene, era più confuso di prima: si passò una mano tra i capelli, rassegnato. Doveva cercare i ragazzi e uscire da questo incubo, svegliarsi – se mai fosse stato possibile.



Uscì dalla stanza, iniziando a camminare nel corridoio poco illuminato. Aveva fatto a malapena pochi passi, quando uno scoppio dietro di lei le suggerì che era meglio correre. Dio, Dio, Dio, io so che mi puoi sentire: portami via da qua!

Non aveva fatto nemmeno in tempo ad alzarsi in piedi, che alcune scosse e degli scoppi lo avevano spaventato. Che diavolo stava succedendo, ancora? La luce che andava ad intermittenza, e l'intonaco iniziava a crollare. Doveva andarsene, e presto anche!

Una scossa. Il televisore smise di fare fzzz e esplose. Si alzò di scatto dal divano, e si diresse verso il corridoio quasi buio e sicuramente deserto. Non sentiva rumori, come se fosse stato da solo; la lampada dietro di lui esplose. Merdamerdamerda, era meglio andare via da lì.



Correva, correva, correva, correva, e i polmoni le facevano maledettamente male. Le lampade esplodevano ogni istante dietro di lei, e il terrore le faceva muovere le gambe più velocemente che in tutta la sua vita.

Non poteva fermarsi, doveva correre. Doveva trovare gli altri, se possibile. Doveva uscire da lì. I muri dietro di lui scoppiarono. Maledizione, perché stava succedendo tutto questo? Come era finito in quel casino?

Corse senza sosta. Ahhh, maledizione! Quasi rimpiangeva l'acqua. Argh, doveva pensare a trovare l'uscita! E in fretta, anche! Gli sembrava di girare intorno, non c'erano indicazioni da nessuna parte e le esplosioni non finivano!


***

Quasi non ci credeva quando li vide arrivare. “Oh, Dio! Grazie!” gridò, correndo verso Taylor e Jeremy. “Hayley!” esclamò Jeremy. “Ragazzi, sono contentissimo anche io di rivedervi sani e salvi, ma non mi pare il momento” farfugliò Taylor a causa del fiatone. Un'esplosione alle sue spalle confermò le sue parole.
“Presto, andiamo!”
Passarono attraverso la cappellina dell'ospedale, correndo a perdifiato, mentre dietro di loro continuavano a crollare pezzi di edificio e a esplodere muri e lampade. Corsero attraverso i corridoi con la luce che andava e non andava. Corsero come se ci fosse la salvezza da qualche parte ad aspettarli. Corsero fino a non poterne più.
E arrivarono.
Era una stanza piccola, con una grossa linea rossa orizzontale che percorreva i muri, un microfono, un basso e una chitarra a terra. Sui muri c'erano segni di botte, pedate, intonaco che cadeva dove qualcuno aveva dato dei pugni.
“Che diavolo significa tutto questo?” chiese Taylor. Gli altri due lo guardarono, confusi quanto lui.
“Non lo so” mormorò Hayley. “Ma sembra che sia tutto finito”.



Angolo dell'autrice:

Ehm..Ciao?
Come ho già detto prima non ho saputo resistere all'impulso di scrivere qualcosa. Behh, forse non è proprio il massimo, lo ammetto, e devo dire, finisce lì, perché lì finisce il video.
So che lascio gli interrogativi iniziali senza risposta, ma sono sicura che avrei tirato fuori dal mio cervellino malato solo degeneri e ho voluto salvaguardarvi dal morire (?) D:

Quindi, non odiatemi *sparge biscotti per non venir uccisa*

   
 
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