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Autore: lafilledeEris    30/11/2012    2 recensioni
Uno sguardo in più ad un ragazzo carino incontrato per caso al centro commerciale, l'aver negato davanti al ragazzo che Dio solo poteva sapere quanto amasse – gli faceva ancora uno strano effetto a pensarci- e si era guadagnato una notte sul divano. E non gli costava ammetterlo. Kurt aveva ragione. Il vecchio Sebastian ogni tanto riaffiorava e procurava solo guai.
Sulle note di "Carry on" dei fun, la mia prima Kurtbastian
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Premi Play - It's only the beginning'
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A noi, che amiamo un pinguino e una mangusta

e non lo troviamo strano.

 

 

 

 

 

 

Track #1:Carry On

Artist: fun

 

 

 

 

Non ti dirò ti amo

 

 

 

 

 

 

 

  

Sebastian era disteso sul divano coperto da un plaid striminzito con il braccio che copriva il viso. Si girò sul fianco e guardò l'orologio digitale che stava sulla. Tv: erano solo le ventitré. Sapeva bene che quel rigirarsi in continuazione non avrebbe portato a nulla. Odiava litigare con Kurt, soprattutto quando era colpa sua. Uno sguardo in più ad un ragazzo carino incontrato per caso al centro commerciale, l'aver negato davanti al ragazzo che Dio solo poteva sapere quanto amasse – gli faceva ancora uno strano effetto a pensarci-  e si era guadagnato una notte sul divano. E non gli costava ammetterlo ma Kurt aveva ragione. Il vecchio Sebastian ogni tanto riaffiorava e procurava solo guai. Non era cambiato poi tanto in realtà: lui e Kurt litigavano ancora, ma c'era fra loro qualcosa d'importante, di bello e speciale che aveva fatto sì che due anime così distanti diventassero affini. Era uno sguardo, un leggero sfiorarsi, un sorriso. Ed era amore.

Non sesso, né una cosa passeggera. Il ragazzetto con la faccia da checca e lo sguardo da pinguino abbandonato gli aveva rubato il cuore. Ora si sentiva terribilmente in colpa. Non erano servite parole o scenate. Kurt si era chiuso in un insolito mutismo da quando aveva notato lo scambio di sguardi. Odiava vedere Kurt abbattuto per colpa sua. Non riusciva a stare in quella casa un minuto di più. Prese il telefono e digitò un numero. Squillò per qualche minuto, finché dall'altra parte non ricevette risposta.

“Ehi!”

“Ehi”.

Un minuto di silenzio imbarazzante.

“Cosa hai combinato stavolta?”

“Nick cosa ti fa pensare che io abbia combinato qualcosa?”

“Smythe non insultare la mia intelligenza. Mi ci gioco la giacca degli Usignoli che hai fatto qualcosa di sbagliato con Kurt...”

Sebastian sbuffò in maniera sonora.

“’Bastian, ti ho sentito!”

“E allora? Non capisco, davvero, cioè...”

“Bas, conosco troppo bene te e Kurt e so che mi se mi chiamo a quest'ora di notte quando potresti stare con lui, la situazione è grave. Ed è colpa tua.”

“Grazie” gracchiò acido Sebastian.

“Senti, ci vediamo al Lima Bean fra mezzora”.

“Ok, a fra poco”.

Quando si ritrovò nuovamente solo al buio tornò a far i conti con se stesso. Non gli piaceva per nulla che persino Nick avesse capito ciò che lo preoccupava. Passò davanti alla camera che divideva con Kurt da ormai due anni. Il suo ragazzo dava le spalle alla porta e dal movimento regolare delle spalle poteva intuire che stesse dormendo. Conosceva Kurt e quasi di sicuro si era addormentato col viso rigato di lacrime.  Sebastian si odiava per questo. Amava il sorriso di Kurt, il suo modo di arricciare il naso, il momento in cui il sorriso dalle labbra si spostava agli occhi, così azzurri e limpidi.

 Diede un'ultima occhiata al suo ragazzo poi uscì, chiudendosi la porta alle spalle.

 

 

Il Lima Bean era quasi vuoto quando Sebastian arrivò, il che gli facilitò il compito di individuare Nick.

“Amico lasciatelo dire, sei uno straccio” lo salutò quest'ultimo.

“Ciao anche a te”.

Si sedette accanto all'Usignolo che aveva già ordinato per entrambi.

Il momento in cui Sebastian guardò Nick fu decisivo per fargli comprendere quanto grave fosse la situazione.

“Mi sa che un giro non basterà.” fece segno al barman di portare altre due birre.

“Birra? Sul serio? Lo sai che sono tipo da vino...”

“Smythe non tentare di tergiversare con me. Andiamo dritti al punto. Che hai combinato?”

Sebastian raccontò l'accaduto all'amico, ad ogni parola realizzava sempre di più quanto fosse stato stupido.

“Non avrei dovuto. Io... “

“Se ti conosco bene come credo e ahimè è così,”Nick si beccò un'occhiata torva da Sebastian “lo scambio di sguardi fra te e quel tipo sarà durato più del dovuto, oppure lasciava intendere troppe cose. Non fraintendermi, non c'è niente di male nel guardare qualcuno di carino, ma lascia che ti ricordi che una volta che ti impegni con qualcuno poi c'è un limite che non devi superare con altri. Dimmi, tu tieni a Kurt?”

Sebastian lo guardò stranito.

“Che domande fai? Io tengo a lui come a nessun altro,altrimenti non gli avrei chiesto di andare a vivere insieme”.

“Ma non sa, ad esempio, dell'esistenza di una certa scatolina”.

La scatolina in questione conteneva qualcosa di davvero prezioso. Non per il valore economico del contenuto in sé, me per l'importanza affettiva.

All'interno erano custodite le fedi che Sebastian avrebbe voluto far veder a Kurt il giorno in cui gli avrebbe chiesto di sposarlo.

Era passato un anno da quando le aveva comprate. Da allora le aveva nascoste nell'unico posto in cui il suo fidanzato non avrebbe mai guardato: in garage.

Sebastian ricordava bene il momento in cui quelle due fedi avevano colpito la sua curiosità.

Ogni fede era composta da tre fedine più piccole e rappresentavano amicizia, fedeltà e amore.*

Bas sapeva che sarebbero piaciute sicuramente a Kurt.

“E non deve sapere nulla” precisò.

“Ma tu vuoi chiedergli di sposarti! Mi spieghi cosa aspetti?”

Nick lo guardava stupito. Sembrava soppesare le parole, mentre scrutava l'amico.

“Se ti faccio una domanda, promettimi che sarai sincero?” Sebastian annuì vigorosamente.

“Ti ricordi cosa mi dicesti quando mi confidasti che volevi stare con Kurt e io ti dissi che ti avrei fatto la pelle se lo avessi fatto soffrire?” L'altro lo guardò stranito. “Dicesti che non solo volevi provarci, ma che volevi stare con lui, solo con lui” precisò. “Per la prima volta ti ho visto determinato a far felice un'altra persona”.

“Nick, sai come la penso, però. Oggi ne ho avuto la prova riesco solo a farlo soffrire. Ti sembra giusto?”

“No e lo sai” iniziò l'altro “ma l'ho visto anche sorridere grazie a te. Ora ti chiedo: se lo ami e so per certo che sia così, perché stai ancora qui a parlare con me quando dovresti correre da lui e chiarirvi? Puoi ancora recuperare, lo so”.

Sebastian spalancò gli occhi, quasi incredulo.

“Vado?” domandò.

Nick alzò gli occhi al cielo.

“Muoviti!” lo esortò.

“Vado!”

 Sebastian lasciò Nick solo al bar, correndo per raggiungere la macchina. Quando salì a bordo e si mise a guidare non badò a semafori e incroci, guadagnandosi le ire degli altri automobilisti.

Arrivato a casa si precipitò in camera loro e spalancando la porta trovò il letto vuoto.

Gli si gelò il sangue nelle vene.
Se ne era andato. Lo aveva lasciato solo. Ma era quello che si meritava giusto?

“Sebastian?”

 Il ragazzo sentendosi chiamare, si voltò di scatto. Senza aprire bocca lo abbracciò, aspettando che l'altro ricambiasse. Quando sentì la mani di Kurt cingergli la spalle, in quel momento Sebastian riprese a respirare. Sentì i polmoni dilatarsi e l'aria che si riappropriava del suo spazio vitale nel petto. Staccandosi vide lo sguardo interrogativo di Kurt.

Gli diede un bacio a stampo.

“Aspetta qui” spiegò Sebastian, “torno subito”.

Corse in garage e trovò subito ciò che cercava nel piccolo armadio degli attrezzi.

Tornò al piano superiore e andò da Kurt che si era accomodato sul divano.

“Sebastian, vuoi dirmi che succede?”

Il ragazzo in risposta gli si inginocchiò ai piedi.

“Volevo chiederti scusa. Ma sappi che non ti dirò che ti amo. Non ti dirò che ti amo, ma avrai il tuo bacio del buongiorno; non ti dirò che ti amo, ti porterò la colazione a letto; non ti dirò che ti amo, ma ti bacerò prima che tu inizi il tuo trattamento mattutino con le creme perché ti preferisco così come sei; non ti dirò ti amo guardandoti mentre ti vesti e sperando di poterti spogliare presto; non ti dirò ti amo quando rientrando esausto da lavoro troverai la cena pronta; non ti dirò ti amo quando stesi sul divano ti massaggerò i piedi; non ti dirò ti amo quando ti lascerò usare la doccia per primo; non ti dirò ti amo quando ti stringerai a me e avvicinerai i tuoi piedi gelati ai miei . Non ti dirò ti amo, perché non è da me, ma sarò capace di dimostrartelo se lo permetterai. Penso che avrò tutto il tempo che mi serve, visto che voglio passare il resto della mia vita con te. Kurt Hummel vuoi sposarmi?”

Kurt guardava Sebastian sbattendo le palpebre, mentre alternava lo sguardo fra lui e le due fedi nuziali nella scatola.

“Non sai quanto tu mi renda felice”.

“Avrai tutto il tempo per dimostrarmelo” sorrise Sebastian.

Kurt gli si avvicinò sorridente e lo baciò.

“Tutto il tempo.”

Ecco cosa aveva imparato Sebastian: l'amore concede il più grande perdono e la più grande redenzione a cui un uomo possa aspirare.

Ora la sua felicità stava tutta in un pezzo di cielo, come il colore degli occhi dell'uomo che avrebbe passato con lui il resto della vita.

 

  

* le fedi sono di Cartier.

 

 

Il mio angolino

 

Eccomi! Tutto questo è nato in un momento d'ispirazione. Volevo dare il mio personale, se pur minimo, contributo al fandom.

È un esperimento, quindi non so bene come sia venuta. Aspetto vostre notizie se volete dirmi che ne pensate.

Bacini rock 'n roll.
Betata da FeEChAn.

V.

   
 
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