Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: daeran    05/07/2004    4 recensioni
Chi è Albus Silente? La Rowling ce lo presenta come un grande mago saggio che alla fine del 5° libro si accorge di aver commesso un grave errore. C'è chi lo odia, chi lo ama ma cosa prova davvero lui? E' sempre stato un vecchio mago saggio? Il suo passato nasconde qualcosa? (ok.. la presentazione fa un pò schifo.. :P è una storia romantica.. più o meno.. più che altro è la mia folle idea di romanticismo.. :P spero che qualcuno la legga.. e spero che non la troviate proprio orribile.. :P grazie, Dae. )
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 4
Presente


Improvvisamente, il paesaggio circostante andò dissolvendosi, ogni cosa attorno si trasformò in un'ombra scura via a via meno definita. Il suolo divenne un nero vortice che trascinò al suo interno Silente, il quale rimase fermo con gli occhi socchiusi, in attesa che lo sfondo di un nuovo ricordo gli si riformasse attorno.
Solo quando tutto si fu fermato il preside riaprì gli occhi. Si trovava ora in un luogo buio, non era sicuramente una stanza, ma neppure un luogo aperto.
Accigliato si guardò attorno.
Non c'era nulla, nessuno, non un filo di vento, né un minimo segno di vita. Non ricordava di aver mai vissuto un momento simile, non aveva mai visitato un luogo così straripante di... nulla, di non vita.
Una lieve scintilla si accese poco lontano.
Albus si avvicinò lentamente, con gli occhi puntati sullo strano brillio. Poco a poco la fonte di luce si delineò. Era una collana, abbandonata sul pavimento nero come la pece.
Si chinò a raccoglierla e notò un ciondolo d'oro a forma di sole, con guizzanti fiammelle che ne delineavano la circonferenza.
Muovendolo al buio, le fiammelle brillavano di luce propria, ballando silenziose come fuoco vivo.
Non si trovava più in un ricordo, ne era certo.
Non vedeva più quel ciondolo da almeno cento trenta anni, da quando si erano lasciati.
Un lieve fruscìo alle spalle lo fece trasalire. Il suo cuore anziano aumentò i battiti.
Il mago si alzò lentamente, pienamente consapevole di chi avrebbe visto voltandosi.
"Ciao Albus." una voce soave si levò alle sue spalle. "Credevo di averlo perso, grazie per averlo ritrovato. Tu hai ancora il tuo?"
Perderlo? Come avrebbe potuto perdere un oggetto reale all'interno di un pensiero? Era forse una trappola? Non gli importava, voleva sentire di nuovo quella voce, l'idea di rivederla gli fece dimenticare qualsiasi precauzione.
Aprì la propria mente, accettò quella dolce intrusione.
Il buio e il vuoto si diradarono lentamente, lasciando spazio al verde di una splendida radura notturna che si creò attorno ai due.
"Certo! Non potrei mai separarmene." Così dicendo si sbottonò i primi bottoni della veste da mago e mostrò la catenina che sempre portava al collo, da più di cento anni. Un ciondolo d'argento a forma di luna piena brillò di una luce bianca e abbagliante, nella mano di Silente mentre l'uomo si voltava ad affrontare il volto del Vampiro.
Era sempre la stessa, tutti quegli anni non l'avevano cambiata; splendida nel suo abito di seta nera; la pelle bianchissima del viso risaltava incorniciata dai lunghi capelli corvini, che alla luce della luna piena parevano fulgidi come diamanti; gli occhi d’oro brillavano di mille colori riflettendo il luminoso cielo ricoperto di stelle della visione.
"Non sei un ricordo." disse Albus porgendole il ciondolo.
La ragazza scosse la testa delicatamente, avvicinandosi di qualche passo. Sembrava volare con leggerezza a piedi nudi sul prato, comparso secondo la sua volontà.
Non afferrò il ciondolo ma rimase impassibile a guardare Albus negli occhi, porse la tesa in avanti ed appoggiò la fronte contro il petto del mago. Voleva che fosse lui metterle la collana, come aveva fatto tanto tempo prima.
Un brivido gli percorse la schiena, possibile che dopo tanto tempo un solo suo semplice gesto potesse provocargli ancora quelle emozioni?
Il profumo dei suoi capelli gli invase le narici; non era possibile, non era reale. Agganciò, con non poca difficoltà, la catenina. Andye si allontanò leggermente e riprese a fissarlo attenta.
"Sei spaventato?" chiese sorridendo.
"No, solo stupito. Che posto è questo?"
"Un luogo che ho visto molto tempo fa." rispose alzando le spalle. "Ti piace?"
"E' molto bello." Annuì Silente, dando un'occhiata distratta alla radura apparsa dal nulla. "E' un'illusione?"
"Naturalmente" annuì Andye "Il tuo corpo al momento, è fuori dal pensatoio, nel tuo ufficio e probabilmente stai guardando con espressione vacua e inebetita un muro." sorrise quasi con cattiveria: "Chissà cosa potrebbero pensare i tuoi studenti vedendoti così. Tornerebbero a crederti un vecchio pazzo fuori di testa!" scoppiò a ridere divertita.
"Ne hai sentito parlare?" lo stregone fissò il pavimento con aria imbarazzata.
La ragazza si avvicinò ancora ed affondò le mani nei lunghi capelli bianchi come la neve.
"Già." disse semplicemente, rigirando un ciuffo tra le dita affilate.
Silente si allontanò di qualche passo.
Lei lo guardò accigliata poi, sospirando : "Ho sentito che la tua mente era vulnerabile e ho provato a raggiungerti; a quanto pare ci sono riuscita. Pensa se fossi stata Voldemort." aggiunse con un luccichio divertito negli occhi.
"Probabilmente ora sarei già morto, o semplicemente impazzito!" disse il mago con un certo senso di colpa.
"Tu sei già pazzo!" esclamò seria la ragazza, "Stai parlando con me e, stando al < censimento dei Vampiri residenti nel Regno Unito nel XX secolo >, io sono morta centoventi anni fa, per mano del più grande mago di tutti i tempi, Ordine di Merlino di prima classe, capo supremo del Wizengamot, nonché attuale Preside della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e , secondo la Gazzetta del Profeta, possibile futuro Ministro della Magia: Albus Percival Wulfric Brian Silente!" puntualizzò con voce pomposa.
" Credo siano le parole esatte di quel simpatico libro < Censimento delle creature Oscure: ottima guida per i veri cacciatori >. Non immagini quanti idioti si siano ritrovati ad affrontare gli effetti collaterali, credendo a tutto ciò che c'è scritto. Siete proprio strani voi Umani!" concluse sedendosi su una roccia comparsa in quell'istante.
"Stavi pensando a me?" domandò dopo un attimo di silenzio.
Silente la guardò, non era sicuro di volerle dire la verità ma, una volta incrociati i suoi occhi, non potè farne a meno.
"Il nostro primo incontro" annuì.
"Il nostro primo bacio vuoi dire?" disse lei con aria maliziosa, "Mh... personalmente preferisco il secondo!" sollevò una mano e due figure apparvero accanto a Silente. Il giovane Albus e Andye tale e quale a come appariva ora, si stringevano in un abbraccio quasi soffocante, mentre le mani di lui si insinuavano con delicata fermezza sotto la camicetta di seta nera indossata dalla Creatura Oscura, percorrendole lentamente la schiena dalla pelle perlacea.
Silente arrossì violentemente sotto la barba bianca, spostò la mano destra come per allontanare una mosca fastidiosa e l'immagine scomparve così come era comparsa.
La ragazza lo guardò sollevando un sopracciglio:
"No!" protestò con aria infantile "Ora arrivava la parte interessante!"
Albus non la guardò, il suo cuore batteva all'impazzata,
"Si... beh... in effetti, credo che quello fosse il terzo bacio." disse con un impercettibile tremore nella voce.
"Oh... può darsi." sorrise lei "è passato tanto tempo da allora." lo guardò dal basso, attraverso le lunghe ciglia nere: "E' passato tanto tempo dal nostro ultimo bacio." concluse con aria triste.
"Già." rispose semplicemente Silente, rifiutandosi di guardarla in faccia.
"Possiamo sempre rimediare!" constatò la ragazza alzandosi e avvicinandosi lentamente ad Albus; questo la allontanò, trattenendola per le spalle, mentre lei lo fissava accigliata.
Albus sorrise, si sforzò di guardarla come avrebbe guardato una sua studentessa. Doveva capire, non era più la stessa persona, gli anni lo avevano cambiato.
"Credo sia meglio di no, Andye"
"Perchè? Non ti piaccio più, Albus?" domandò con voce infantile.
Il preside, rise sommessamente; guardò la ragazza mordendosi il labbro inferiore:
"Sono vecchio, Andye. Non sono più il ragazzo dei tuoi ricordi." bisbigliò con gli occhi tristi.
"Vecchio?" la ragazza scoppiò a ridere apertamente. "Io ho quattrocento anni, Albus! Credi di essere più vecchio di me?" domandò con un tono di finta ilarità e di rabbia repressa.
"Non sto parlando di età, Andye. Tu sei rimasta giovane e bella, esattamente come allora; io... guardami..."
"Ti sto guardando, Albus!" lo interruppe freddamente "Io ti avevo offerto un'alternativa ma tu l'hai rifiutata, se non ricordo male. Non era forse questa la tua scelta? Non hai scelto di tua iniziativa di rifiutare il mio sangue? Volevi invecchiare, Albus... e ora? Hai cambiato idea? Rimpiangi ciò che hai abbandonato?" la voce del Vampiro era salita di qualche ottava, i suoi occhi brillavano intensamente, vibrava di rabbia.
Il repentino cambiamento di umore era caratteristico della ragazza; la sua diabolica oscura e così affascinante ingenuità aveva sempre attratto il giovane Albus ed anche il vecchio non ne rimase immune. Sorrise vedendo la Creatura Oscura infuriarsi come una bambina offesa, una bambina con zanne affilate e una gran voglia di affondarle nelle carni del primo umano di passaggio.
"Stai ridendo di me, ragazzino?" chiese con lo stesso tono che aveva avuto la prima volta più di centotrenta anni prima.
"Oh, no! Naturalmente no! Non mi permetterei mai!" rispose il vecchio stregone, usando, senza rendersene conto le stesse parole usate allora. "Mi hai frainteso, Andye. Io non rimpiango la mia scelta! Sono felice di ciò che sono diventato. Ma... se tutti questi anni sono stati per te come un battito di ciglia, per me sono stati una vita intera, non sono più quello che ero un tempo. Io... noi... non può essere più come allora, Andye, mi dispiace."
La ragazza lo fissò mordendosi le labbra. Sospirò.
"Mi stai dicendo addio?" chiese senza rabbia nè rancore.
"Ti ho detto addio centoventi anni fa, Mia Signora." rispose lui in un sussurro.
"E' vero... mi hai detto addio allora. Beh... non abbiamo più altro da dirci, quindi." accennò a voltarsi. Silente la trattenne, doveva lasciarla andare, era finita ormai, tanto, troppo tempo prima. Era necessario dimenticare ma non riusciva a farlo.
Dopo tanti anni ancora pensava a lei, incontrarla in un pensiero gli aveva provocato le stesse forti emozioni di quando era ragazzo, era come se le loro vite, i sentimenti che avevano provato l’uno per l’altra, fossero stati congelati, sospesi nel tempo, in attesa che uno dei due decidesse di liberarli  nuovamente ed ora era finalmente accaduto. Nel momento stesso in cui aveva di nuovo posato gli occhi su quell'oscura figura, ogni sensazione, ogni pensiero, ogni emozione era ritornata forte esattamente come centoventi anni prima. Andye aveva risvegliato in lui quei sentimenti ed ora egli voleva davvero mettere di nuovo fine a tutto?
Si guardarono intensamente, nessuno dei due seppe chi fu il primo a muoversi, le loro labbra si schiusero in un profondo, sensuale e liberatorio bacio; le mani di Silente scivolarono con delicatezza sui lunghi capelli corvini del Vampiro, scendendo ad accarezzarle la schiena scoperta. Il corpo di lei fremette a quel tocco.
Si lasciarono andare a quella passione che si negavano ormai da troppo tempo.
Sapevano entrambi che sarebbe stato un addio, ma almeno sarebbe stato un dolce addio.
"Professor Silente!" una voce riecheggiò nella radura. I due non vi badarono.
"Albus! Oh cielo, Albus vi sentite bene?"
Il mago sollevò lo sguardo, la radura attorno era scomparsa, la sensazione del lieve vento notturno sulla pelle era sparita.
"...Andye..." bisbigliò ansante.
Si guardò attorno in cerca di quegli occhi ferini ma non li trovò, la ragazza era sparita; l'illusione ed il contatto mentale erano stati interrotti improvvisamente, come un sogno viene interrotto dall'odioso e gracchiante canto di un gallo alle prime luci dell'alba.
La professoressa McGranith gli aveva afferrato le spalle e lo scuoteva lievemente, sul suo volto era disegnata una profonda preoccupazione.
"Albus, vi sentite bene?" ripetè, sospingendo il preside verso la poltrona di chinz dietro la scrivania.
Il preside vi si lasciò cadere pesantemente, sollevando una nuvoletta di polvere che offuscò per un attimo la vista.
"S... sto bene, Minerva... sto bene.. stavo solo.... pensando." sospirò con tristezza.
"Siete sicuro, Albus? Guardavate il muro con sguardo vacuo. Ho temuto che Voi sapete Chi vi avesse in qualche modo raggiunto." disse posandosi una mano sul petto, era ancora pallida per lo spavento.
"No, Minerva... no... non Voldemort." Balbettò, provocando l’ormai familiare sussulto della professoressa al suono del nome di Colui Che Non Deve Essere Nominato.
"Per fortuna! Si dice che per il Legilimens ci sia bisogno del contatto visivo ma, Voi sapete Chi, ha già dimostrato di poter agire contro le regole che controllano il nostro mondo. Lui e il giovane Potter, naturalmente." bisbigliò la McGranith continuando a scrutare il volto stanco del preside.
"Ci sono notizie di Harry, Minerva?" domandò lo stregone cercando di cambiare discorso, altre creature erano in grado di penetrare la mente di persone lontane, creature oscure naturalmente, non voleva che Minerva potesse ricordarsene, lui stesso non voleva più pensarci.
"Si, è ancora a casa degli zii, non sembra ci siano pericoli imminenti. Molly Weasley ha chiesto di poterlo trasferire al più presto alla Tana. Le ho detto che avrei chiesto il vostro parere prima."
"Mhh, non è sicuro spostarlo ora, forse potremmo portarlo al Quartier Generale, ma l'assenza di Sirius lo farebbe soffrire ancora di più. Penserò una soluzione, Minerva. Dì a Molly che le farò sapere al più presto." rispose con voce ancora tesa.
Il cuore continuava a battergli all'impazzata ma raccolse tutto l’autocontrollo di cui disponeva nel tentativo di non mostrare i suoi reali pensieri.
In quel momento, per la prima volta dopo tanto tempo, non gli importava di Harry, non gli importava di nessun altro. Avrebbe voluto poter tornare indietro nel tempo, accettare la proposta di Andye di tanti anni prima.
Scacciò via quel pensiero senza senso, sospirando. Non poteva abbandonare ciò a cui più teneva, la vita, l'esistenza stessa del suo modo e di quello dei babbani, nelle mani di Voldemort; aveva delle responsabilità ora, non era più un ragazzino ribelle e spensierato,
"C'è altro, Minerva?" chiese lanciando un occhiata fuori dalla finestra.
"Oh, si Albus. Quasi dimenticavo. Abbiamo ricevuto una risposta alla richiesta per un professore di Difesa Contro le Arti Oscure. Qui c'è il curriculum vitae del candidato" Porse dei fascicoli al preside. "Arriverà domani mattina per il colloquio."
"Bene... " sfogliò distrattamente il fascicolo, non notò nemmeno il nome del candidato, non fece caso neppure se fosse uomo o donna. La sua mente era altrove, ma oramai troppo cosciente per ritrovare quel dolce contatto.
"Volete che vi porti qualcosa Albus? Del tè? Sembrate stanco, dovreste dormire un po'." suggerì la donna con aria materna.
Albus sorrise lievemente. "Sto bene, Minerva. Grazie per la vostra preoccupazione. In effetti sono un po' stanco ma ho ancora del lavoro da fare. Vi prometto che appena avrò finito andrò a farmi una bella dormita." i suoi occhi brillavano di nuovo della familiare cordialità del preside di Hogwarts.
La professoressa McGranith sorrise in risposta. "Bene, Albus. Se vi occorre qualsiasi cosa, fatemelo sapere."
Il preside rise, di una risata cristallina: "Oh, Minerva! Siete voi quella uscita dal san Mungo da non più di due mesi! Dovete badare più alla vostra salute e non pensare ai bisogni di questo povero vecchio! So cavarmela, non preoccupatevi!" dicendo così le strizzò l'occhio, la professoressa, di nuovo rasserenata, uscì ridendo dall'ufficio in cima alla torre.

Albus fu di nuovo solo. Passeggiò qualche minuto su e giù per la stanza, sollevò il pensatoio e, senza guardare il liquido che conteneva, lo ripose al sicuro nell'armadio.
Si avvicinò alla finestra.
Il caldo sole d'agosto stava calando lontano ad occidente, colorando il cielo lilla, di un intenso rosso sangue.
Presto sarebbe calata la notte, presto Lei sarebbe uscita, ovunque fosse il suo nascondiglio. Sarebbe andata a caccia di babbani, probabilmente. La cosa non lo turbava affatto; era la sua natura, non la disprezzava per questo.
Si domandò però una cosa: avrebbe pensato ancora a lui?
Si sbottonò gli ultimi bottoni della veste da mago ed estrasse il ciondolo che portava al collo: la mezzaluna d'argento brillò, così come aveva fatto poco prima nell'illusione dei suoi pensieri, si accese di una luce bianca e malinconica.
Il vecchio stregone sospirò ancora.
"Oh, oh, oh! Il nostro perfetto Preside ha qualche difetto? Andye... mh... è un nome che non mi suona affatto nuovo. Vediamo? dove lo ho già sentito?" una voce di scherno si levò alle spalle del mago che, senza voltarsi, sibilò tra i denti: "Non sono affari tuoi Phineas!"
Il ritratto finse di non sentirlo : "Ma si!! Certo!! Andye Byron! Il Vampiro più sanguinario del secolo scorso! Credevo che l'aveste uccisa proprio voi, Silente! Perchè la invocate ora? Mh... fatemi pensare: siete rimasto inebetito in mezzo alla stanza a fissare il muro... Abbiamo due possibilità: la pazzia della vecchiaia finalmente ha colpito anche voi (non che siate mai stato molto sano..) oppure eravate in contatto mentale con qualcuno!"
Phineas parlava molto lentamente, sul volto aveva disegnata un' espressione di finta riflessione. Misurava le parole per colpire a fondo l'animo di Silente:
"Se non erro, Silente, alcune creature oscure possono penetrare le menti degli sciocchi. Non ditemi che vi siete lasciato imbrogliare dalla voce incantatoria di una bella Vampira! E' forse ancora viva? " Il ritratto scoppiò a ridere meschinamente, con un lieve tono di sorpresa nella voce, i presidi addormentati, ritratti negli altri quadri cominciarono a destarsi al suono di quel latrato.
"Lo ho sempre detto Silente! I ragazzi, gli adolescenti sono tutti uguali! Pensano solo a loro stessi. Quante vite avrà spezzato da quando l'avete lasciata andare?" scosse la testa disgustato.
"Vuoi sapere la verità, Phineas?" disse calmissimo Silente con gli occhi azzurro cielo immersi nel sangue vermiglio del tramonto. Aveva senza volere recuperato, nel profondo del proprio spirito, il tono ribelle che lo aveva caratterizzato più di un secolo prima:
"Non mi importa!"


FINE


--------------------------------------------------------------------------------------------------------------
ok-.. così è completo...
è una fic strana.. è nata solo per soddisfare la mia curiosità sul personaggio di Silente.. in effetti quando l'ho scritta avevo in mente un'altra storia e questi capitoletti mi servivano per delineare meglio i personaggi di Albus e di Andye.. poi purtroppo tutto si è concluso con questa fic.. :P
spero che la legga qualcun altro.....
spero che le parole di Silente non sembrino troppo menefreghiste alla fine.. o meglio.. spero che lo sembrino.. era proprio quello che volevo! :-P
Per l 'età di Silente mi sono basata su alcune interviste alla Rowling lette in giro.. in cui si diceva che ha più o meno 150 anni
ciao ciao Dae.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: daeran