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Autore: Cynthia    18/06/2007    4 recensioni
La caduta dal punto di vista di uno degli angeli ribelli.
Come scritto anche all'interno è un lavoro PURAMENTE DI FANTASIA.
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angelo

"All'angelo corrotto cacciato dal paradiso non resta altro destino che farsi demonio... non sei forse d'accordo Spike?"

(Tratto dall’anime “Cowboy Bepop”)

 

«Lucifer, è una pazzia!» gridai.

Lui mi guardò con disprezzo, disgustato dal mio atteggiamento.

«Rubicante, ne abbiamo già discusso. Tu sei stato il primo a sostenermi, non puoi tirarti indietro adesso. Anche se lo facessi verresti punito comunque, e questo lo sai bene.»

Chinai il capo, sconfitto. Le sue parole erano giuste. Chi avrebbe avuto compassione del primo seguace dell’angelo ribelle?

«Hai scelto la tua strada, non puoi tornare indietro.» concluse.

Si sollevò da terra con un forte colpo d’ali e se ne andò.

Sconfitto, abbattuto, umiliato. Sarebbe stato questo il suo destino, ed anche il nostro. Ne eravamo consapevoli, ma avremmo seguito il nostro capo.

Perso nei miei tristi pensieri svolazzai verso le nuvole più alte, per godermi il tramonto.

I rossi raggi del sole facevano assumere alle mie ali una tinta rossiccia. Bello, infinitamente migliore di tutti quei candidi ed innocenti colori, sarei potuto stare ad osservarne il colore per sempre.

«Ancora innamorato delle tue ali?» una voce conosciuta mi distolse dai miei pensieri.

Mi voltai, trovandomi di fronte ad uno degli Arcangeli più potenti: Michael.

Chinai il capo in segno di saluto e di rispetto.

«Non c’è bisogno di simili formalismi, Rubicante. Siamo amici, no?»

Quella domanda mi ferì più di ogni altra cosa.

«Certo, siamo amici.» risposi sforzandomi di sorridere.

Si sedette accanto a me, lasciandosi avvolgere da quel colore rosso.

Fu lui a rompere il silenzio che si era creato.

«Perché a me non diventano di questo colore?» chiese.

Non afferrai a cosa si riferisse.

«Eh?»

«Le ali!»

«Ah! Non saprei … magari non è il colore adatto ad uno dei Prediletti.»

«E a chi sarebbe adatto?»

Feci spallucce.

«Il colore del sangue e del pericolo. Il colore del tradimento più profondo. Non sei d’accordo?»

Mentre pronunciava quelle parole ero colto da un profondo terrore, terrore che avesse scoperto qualcosa.

«Può essere …» risposi cautamente.

Lui mi guardò e scoppiò in una fragorosa risata.

«Rubicante! Credi davvero che qualcuno ti possa ritenere un traditore solo perché hai le ali rosse? Sarebbe una cosa senza senso!»

Touche!

«Già, sarebbe davvero una follia!» risposi mettendomi a ridere anch’io.

«Lucifer.» disse facendosi serio improvvisamente.

«Cosa

«Oggi in consiglio, cosa ne pensi di quello che ha detto

«Il discorso sugli esseri umani?»

«Anche

Potevo dirgli che approvavo totalmente?

«Bhe, non ritengo che abbia tutti i torti. Insomma, loro non hanno niente a che spartire con noi angeli, eppure non si ammalano, la loro mente è pervasa solo da buoni pensieri, non sono poi diversi da noi, ali permettendo.»

Michael sembrò soppesare attentamente le parole che avevo appena detto.

«Ed in generale? Come lo giudichi?»

«È un bravo angelo, nonostante si dia tutte quelle arie. Non farebbe del male ad una mosca.»

Un sorriso amaro si dipinse sul suo volto.

«Quindi tutti i discorsi che fa sono solo per dare aria alla bocca? Anche prima con te?»

Cazzo! Aveva sentito!

Si alzò in piedi, guardandomi fisso.

«Rubicante, se davvero siamo amici, puoi parlarmi di tutto quello che vuoi, io non ti giudicherò.»

Qualcosa scattò nella mia mente.

«No, Michael. Non c’è niente di cui ti debba parlare.»

Mi guardò con un’espressione leggermente scettica.

«Sicuro?»

«Sicuro.» risposi col sorriso sulle labbra.

«D’accordo, sappi che domani ci sarà una riunione speciale per parlare di Lucifer e delle misure da adottare contro di lui ed i suoi seguaci. Spero di non dover parlare anche di te. Arrivederci Rubicante.» disse volando via.

«Addio, Michael.» sussurrai.

Lucifer aveva ragione, una volta imboccata una strada non si può tornare indietro.

 

Erano passati solo pochi giorni dalla mia conversazione con Michael quando Lucifer decise di attaccare gli angeli.

Mi diede il comando su metà delle sue truppe, tutti angeli ribelli, e mi ordinò di lanciarle contro l’esercito degli Arcangeli come diversivo. Io e lui avremmo combattuto direttamente contro Michael ed Uriel, anche lui potente.

Lucifer aveva dato il segnale d’attacco, sicuro dell’effetto sorpresa, quando dall’alto era piombato l’intero contingente angelico. Inutile dire che le nostre truppe furono decimate in pochi istanti.

Lucifer imprecò pesantemente e si lanciò contro Michael.

Io rimasi immobile, guardando quella cruenta battaglia; Lucifer, armato con spada ed accecato dall’ira, cercava incessantemente di aprire un varco nella difesa di Michael, protetto dall’armatura, che con estrema calma e concentrazione respingeva i suoi colpi.

Improvvisamente una stoccata più forte delle altre permise alla spada di Lucifer di infliggere un profondo taglio sulla guancia dell’avversario.

Non mi fu permesso di vedere altro.

Uriel, accortosi della mia posizione, si era avvicinato senza farsi notare ed era riuscito a tramortirmi col manico del suo arpione, si era affrettato a legarmi con delle catene e a bendarmi. Nello stato di semi incoscienza in cui ero piombato e da cui non riuscivo a risvegliarmi sentivo solo il gelido tocco della punta dell’arpione di Uriel sulla mia nuca.

Dopo quella che mi parve un’eternità mi furono sbendati gli occhi, e lo spettacolo che vidi fu dei più raccapriccianti.

Mi trovavo in cielo, sorretto da due angeli in armatura dorata, intorno a me, nelle stesse condizioni, vi erano circa una cinquantina di ribelli, quelli feriti erano stati accuratamente bendati; davanti a noi stava il nostro capo, le vesti strappate e numerosi tagli non medicati sul corpo, a destra era sorretto da Uriel ed a sinistra da Gabriel. Michael era davanti a tutti e guardava verso la Terra.

Abbassai lo sguardo anch’io.

Centinaia di corpi di angeli erano stati accatastati disordinatamente in una pira che ardeva allegramente. Ecco la fine dei ribelli, l’eterna dimenticanza.

«Ora tocca a voi.» disse la voce di Michael.

Prese in mano la spada e fece qualche profondo taglio sulle ali di Lucifer.

Potevo sentire i sordi lamenti del capo, ma mi spaventai quando incrociai lo sguardo carico d’odio di Michael. Sembrava divertirsi, sicuramente voleva la sua personale vendetta per il taglio sul viso (veramente orrendo, avrebbe lasciato una bella cicatrice).

«Angelo Lucifer, il Supremo Consiglio Angelico ha decretato l’esilio e l’eterna prigionia nel luogo più buio per te e per i tuoi compagni. La condanna verrà eseguita seduta stante.»

Il capo venne slegato e fatto precipitare verso il terreno.

Noi tutti lo osservammo cadere senza che potesse cercare di volare, le ali erano in uno stato pietoso.

Ma l’impatto non avvenne.

Prima che toccasse terra, la stessa si aprì in una gigantesca e incredibilmente profonda voragine, tanto che era impossibile riuscire a scorgerne il fondo. In quel momento capii a cosa si riferisse con “il luogo più buio”.

Lucifer ci era caduto dentro e la stessa sorte sarebbe toccata a noi.

Non sbagliai, a tutti i miei compagni vennero tarpate le ali e vennero gettati di sotto.

Ero rimasto da solo e Michael si era avvicinato.

«Ti pensavo amico…» il tono lasciava trapelare una certa tristezza.

«Mi dispiace, ma non potevo tirarmi indietro …» non riuscivo a guardarlo negli occhi.

«Capisco.»

Prese in mano l’arpione di Uriel ed iniziò l’opera sulle mie ali.

Il dolore era secondo solo all’immensa tristezza che provavo nel sapere che non avrei più potuto vederle tinte del rosso del tramonto.

«Addio Rubicante.» disse. Sul suo viso una lacrima.

Mi lasciai cadere, la voragine si apriva sotto di me, le parole di Michael rimbombavano nelle orecchie. Sul mio viso una lacrima.

 

Al termine della caduta ero ai piedi di Lucifer, profondamente cambiato nell’aspetto: le ali piumate erano come quelle di un pipistrello, la candida pelle era diventata rossa e fra i neri capelli (una volta biondi) erano spuntate due aguzze corna.

L’aspetto dei miei compagni era simile al suo.

Nel buio i nostri occhi riuscivano a vedere, eravamo diventati mostri.

«Che facciamo, capo?» la domanda mi uscì spontanea.

«Ci divertiamo, andiamo a caccia di umani!» un ruggito bestiale accolse le sue parole.

Non eravamo più angeli, eravamo diventati demoni.

Aspettateci umani, il male è arrivato nella Terra. Arriverà anche su di voi.

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti! Questa storiella scritta di getto è il mio primo tentativo di storia originale.

Ci tengo a chiarire alcuni punti:

Questo è un lavoro PURAMENTE di fantasia NON intendo ASSOLUTAMENTE offendere qualcuno.

La frase d’apertura è tratta dall’anime “Cowboy Bebop” ed è stata quella che mi ha dato l’input di scrivere la storia.

Il nome del protagonista, come qualcuno forse intuirà, è stato tratto dalla “Commedia” di Dante Alighieri. È uno dei Malebranche, i diavoli che accompagnano Dante e Virgilio attraverso la bolgia dei Barattieri.

Bene, a questo punto ringrazio quelli che metteranno una recensione (anche per dire che è orrenda, giuro che non mi offendo!).

   
 
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