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Autore: LizDream    18/06/2007    1 recensioni
"...Sapete che cosa sono le fiabe?si quelle storielle dove il mondo è rosa e tutto è perfetto,dove esistono sempre dei bellissimi principi azzurri che salvano le loro principesse dalle streghe cattive e dove la storia finisce con lo stesso identico LIETO FINE.Anch’io da piccola come tut..." ****************************************** ciao a tutti!Questa storia l'avevo scritta un po' di tempo fa e ora ho deciso di pubblicarla...fatemi sapere cosa ne pensate ^^! By LizDreamer
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ANKE LE FIABE NASCONDONO DOLORE

ANCHE LE FIABE NASCONDONO DOLORE

 

Sapete che cosa sono le fiabe?si quelle storielle dove il mondo è rosa e tutto è perfetto,dove esistono sempre dei bellissimi principi azzurri che salvano le loro principesse dalle streghe cattive e dove la storia finisce con lo stesso identico LIETO FINE.

Anch’io da piccola come tutte le comuni bambine credevo alle fiabe e sognavo che un giorno ci sarebbe stato il mio principe azzurro che mi avrebbe salvata e che poi ci saremmo sposati vivendo per sempre felici e contenti e che io non sarei mai rimasta sola. Ma la realtà è ben diversa dai sogni e dai desideri e questo l’ho capito a mie spese.

Avete mai avuto la netta convinzione che non sareste mai rimasti soli?che parenti ed amici non vi avrebbero mai abbandonato?ecco io l’ho sempre pensato. Sono cresciuta credendo in questo forse troppo infantile pensiero. Ed invece anche  questa mia unica certezza si era frantumata in mille pezzi. Proprio io che credevo tanto nell’affetto e nell’amore della famiglia e dell’amicizia ora non ho avevo più nessuno.

I miei genitori e i miei nonni materni erano partiti per una vacanza affidandomi la casa circa 1 mese fa ed io non ero potuta andare per via dei numerosi compiti in classe che si devono sostenere alla fine della 3°liceo.

Ma quando ho accolto l a notizia con grande gioia, poiché ripetevo sempre ai miei che si dovevano prendere un periodo di riposo dal lavoro, non mi sarei mai aspettata che la mia felicità si sarebbe tramutata nel mio peggiore incubo.

Ma tornando a raccontarvi di come la mia vita è stata sconvolta nel giro di poche settimane, riprendo dicendo che i miei parenti erano appunto partiti per questo viaggio ed io dopo qualche settimana che non facevo altro che studiare decisi di andare a trovarli per fargli una sorpresa e un po’ anche per riposarmi.

Una volta giunta all’hotel dove alloggiavano chiesi alla reception il numero della stanza e salii al 2°piano.

Bussai alla porta della camera ma non rispose nessuno, solo allora mi accorsi che era leggermente socchiusa.

Entrai guardandomi intorno e apprezzando il buon gusto con cui avevano arredato l’ambiente:c’era un letto matrimoniale che risaltava al centro della stanza formato da uno spazioso materasso e dalle leggere lenzuola di seta azzurra ottime per il caldo che faceva in quel periodo, due comodini in legno chiaro posti ai due lati del letto, una grande finestra da cui si poteva ammirare il panorama, un ampio armadio dello stesso colore ed anche una piccola poltrona posizionata accanto alla finestra…si davvero una bella stanza,molto accogliente.

Osservando distrattamente uno dei due comodini mi accorsi di un particolare che prima non avevo notato, c’era una busta,che probabilmente conteneva una lettera,che però non era stata spedita.

La presi in mano e lessi l’indirizzo: era destinata a me.

La aprii e cominciai a leggere.

Più leggevo e + tutto mi sembrava sempre più irreale.

La lettera era stata scritta da mio padre e diceva che la mamma e i nonni avevano avuto un incidente stradale mentre andavano a fare spese in città e che lui non era andato con loro perché doveva svolgere altre commissioni.

Mi dava poi le indicazioni per raggiungere l’ospedale e mise dentro un biglietto perché prendessi l’autobus.

Ma quello che non riuscii a capire era perché non me l’aveva mandata. Dopotutto avevo il diritto di sapere.

Ma non rimasi lì riflettere perché corsi immediatamente fuori dall’hotel e presi il primo autobus che mi avrebbe portato all’ospedale.

Dopo circa un quarto d’ora ero arrivata. Scesi e raggiunsi con non poche difficoltà la stanza dove stavano operando i miei.

Lì vi trovai mio padre che appena mi vide assunse un’aria stupita per poi correre verso di me e abbracciarmi.

“Tesoro che ci fai qui?aspetta…per caso hai letto la lettera non è così?oh mi dispiace non avertela spedita ma non ne ho avuto il coraggio”

“come stanno?”

“non so ancora niente, è da circa 4 ore che stanno operando la mamma e il nonno ed i-“

“la mamma e il nonno?e la…la…la non…la nonna?”

Lui abbassò lo sguardo e mi strinse più forte a sé sussurrando…

“mi dispiace…non ce l’ha fatta, è morta sul colpo”

Allora io in un impeto di rabbia e frustrazione mi sciolsi dall’abbraccio e gli chiesi con voce stranamente calma:

“perché non mi hai avvertito?perchè?”

“scusami te l’ho detto non ne ho avuto il coraggio” disse avvicinandosi a me ma io ancora una volta mi scansai e voltandomi verso di lui gli urlai contro:

“MA NON CAPISCI CHE NON HO NEMMENO POTUTO SALUTARLA UN’ULTIMA VOLTA?”poi abbassando la voce…

“lo sapevi che per me lei era come una seconda mamma” e poi alzando si nuovo la voce, gli gridai piangendo:

“NON CAPISCI CHE NE AVEVO IL DIRITTO DI SAPERE?NE AVEVO IL DIRITTO MA TU NON HAI ESITATO A MENTIRMI”

Allora lui mi strinse forte a sé io inizialmente opposi resistenza ma poi mi lasciai cullare dall’affetto paterno.

“scusate, lei è il signor Reeves?”ci interruppe il dottore che dall’espressione di mio padre intuii doveva essere il medico che stava operando la mamma e il nonno.

“si, sono io mi dica come stanno dottore?”chiese mio padre impaziente.

“beh ecco la signora ha riportato gravi lesioni sul corpo ma per ora possiamo considerarla fuori pericolo ma l’altro paziente,abbiamo fatto tutto il possibile ma non ce l’ha fatta…mi dispiace”e se ne andò.

Dopo quel terribile pomeriggio io e mio padre andavamo ogni giorno a trovare la mamma che non faceva altro che peggiorare finché un giorno…mi abbandonò anche lei.

Inutile dire che ero rimasta sconvolta,stavo perdendo tutta la mia famiglia, ma nonostante tutto non avevo ancora pianto.

Ora mi rimaneva solo mio padre. Decidemmo di tornare a casa e di far seppellire la mamma e i nonni nella città in cui erano nati. 

Una mattina,di domenica, stavo riordinando casa e quando andai nella stanza di mio padre per chiedergli se avesse visto la mia giacca nera trovai un foglio spiegazzato sopra il letto.

Quando lo vidi rimasi paralizzata,non un’altra lettera,non poteva essere.

Non la lessi nemmeno, uscii a fare 4 passi  cercando di trovare un po’ di conforto e comprensione almeno nell’aria frizzante che muoveva dolcemente i miei capelli.

Nei giorni avvenire mi chiusi sempre + in me stessa perdendo il mio carattere solare che mi contraddistingueva. Così facendo però persi anche i miei migliori amici che dicevano di capire il mio stato d’animo ma che non comprendevano il mio drastico cambiamento.

Ed ora eccomi qui che sono andata a vivere da sola a Los Angeles e ho presentato un esame di ammissione in una delle più prestigiose università presenti qui.

Tra un paio di giorni mi dovrebbero dire se sono stata accettata o meno.

Ho deciso di cambiare la mia vita e di ricominciare.

Ormai sono passati 4 anni da quel giorno in cui ho perso tutto.

Era ora che ricominciassi a vivere.

DIN DON

“arrivo”

Vado ad aprire la porta  e…

“oh ciao amore”dico mentre saluto Jay, il mio ragazzo.

‘il mio ragazzo?’eh già, dopo tante disgrazie,ho finalmente trovato l’amore.

“ciao Kat”lui mi chiama sempre così anche se il mio vero nome è Katia.

“Guarda un po’cos’ho qui?!?”mi dice sventolandomi una busta davanti.

“che cos’è?”gli chiedo

“è la risposta dall’università,era nella cassetta della posta”

“che cosa?ma se doveva arrivare tra almeno un paio di giorni!”

“ed invece è arrivata adesso,su leggi vediamo che dice”mi esorta ad aprire la busta.

La apro,la leggo con trepidazione e …

“allora?c’è l’hai fatta?”mi chiede impaziente jay.

Io traggo un profondo respiro e poi abbracciandolo forte gli comunico quello che c’era scritto nella lettera.

“SI, JAY, CE L’HO FATTA”

Lui allora contraccambia l’abbraccio felice e mi bacia.

Il giorno dopo telefono ai miei amici e li informo della notizia.

Eh si mi sono anche fatta degli amici, loro sono: Katrine,Brian;Dana e Jess.

Katrine è diventata la mia migliore amica e con lei sono anche riuscita a leggere la lettera di mio padre,si quella che avevo trovato in camera sua,quella domenica.

Nella lettera diceva che se ne era dovuto andare via perchè dopo tutto quello che era successo aveva bisogno di cambiare aria.

Poi si scusava con me per non aver saputo starmi vicino e dice che spera di rivedermi un giorno.

Beh si può dire che la mia vita si sta mettendo apposto e anche se quel giorno ho perso tutto ora ho l’affetto di Jay e dei nostri amici e posso dire di essere finalmente FELICEcome nelle fiabe.

 

 

 

 

 

 

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