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Autore: Dolceamara    18/06/2007    7 recensioni
Quello allora chiude la mano a pugno e mi dà un colpetto sulla spalla.
Avanti, insiste, almeno il tuo nome! Alito che puzza di alcool sulla mia faccia.
Blaise continua a ridere e guarda alternativamente me e il pellerossa.
Non fare la prima donna, Drake! sbotta agitando l’ennesimo bicchiere che si trova in mano.
Idiota.
Drake… è davvero uscito di testa.
Genere: Romantico, Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mamma mia figliolo quanto sei pallido

Mamma mia figliolo quanto sei pallido! borbotta la signora schiaffeggiando appena le guance di Blaise.

Sto bene, sto bene… mormora in risposta lui e mi guarda e corruga la fronte sudata. Ho solo un po’ di mal di testa.

Ragazzo! Si rivolge quella allora a me, con un gesto un po’ più scocciato. Hai la macchina? Vi posso portare a casa io altrimenti. Lui in queste condizioni qui non lo lascio.

Si sistema le pieghe del vestito mentre parla, e l’enorme anello che ha al dito le si impiglia in un merletto fiorito. Sbuffa qualche parola non proprio cortese sottovoce e torna a guardarmi con occhi quasi sgranati. Ma si è innamorata di Blaise?

Non si preoccupi, rispondo io. Prendiamo l’autobus, o andiamo a piedi.

Non se ne parla! A quest’ora? Mi sembrate due ragazzi con abbastanza soldi in saccoccia (mi guarda da testa a piedi), vi svuoterebbero le tasche in due secondi!

La guardo e sospiro e annoto interiormente: mai affidarsi ad una babbana in abito a fiori. Sono una specie pericolosa.

D’accordo, rispondo.

Blaise mi guarda dubbioso al di là di un velo di stanchezza.

La signora cinguetta soddisfatta lo solleva da terra, e un attimo dopo gli cingo i fianchi con un braccio per sostenerlo.

Siete fortunati sapete, comincia la babbana strusciando una mano contro l’altra, come per pulirsele. Mio marito non è un tipo troppo geloso, non si insospettirà se arriverò un poco più tardi! continua, e io penso che nessun marito al mondo potrebbe mai essere geloso di un budino petulante che cammina.

Blaise rimane in silenzio mentre seguiamo docili l’abito a fiori e ciò che vi è sotto che ondeggiano, poi avvicina appena la bocca al mio orecchio.

Harry dov’è andato? sussurra, e torna a guardarsi i piedi, suoi e della signora.

Non lo so, rispondo sbrigativo, ha detto che aveva un impegno.

Mi tremano le mani.

Non ha detto quale? chiede ancora lui, con voce se possibile ancor più bassa. Mi stringe la spalla con la mano.

No.

Ah.

Allora! esordisce all’improvviso la signora. In quale parte della città abitate?

Blaise mi guarda e corruga di nuovo la fronte e si morde il labbro.

Glosbury street, borbotto, sperando che esista.

Abito a fiori pare riflettere un attimo, e io sudo freddo.

Ah, esclama poi, capito!

Sospiro di sollievo, Blaise si rilassa al mio fianco.

Poco dopo siamo di fronte a quella che dopo anni di baldoria per le vie babbane ormai ho capito essere un’automobile.

La signora fruga un po’ nella borsetta con la mano, poi il suo viso si illumina. Estrae un paio di chiavi e dopo aver premuto un pulsante davanti e dietro la macchina si illumina di quattro luci.

Ci apre la portiera e io spingo Blaise dentro.

Lo guardo mentre si appiattisce sul sedile, stringendo le mani sull’imbottitura, il volto pallido.

Provo una sensazione simile a quando il primo anno ad Hogwarts avevo affermato convinto che sì, accidenti si capisce ad occhio, i fantasmi oltre che al corpo han perso pure qualche rotella, e girandomi mi ero ritrovato Mirtilla Malcontenta di fronte, gli occhiali appannati.

La signora fa partire l’automobile e ci chiede se non vogliamo aprire i finestrini visto il caldo che fa fuori.

Non ho la più pallida idea di cosa siano i finestrini, quindi scuoto il capo.

Ah, come volete, bofonchia lei, e iniziamo a muoverci. Veloce.

Blaise al mio fianco è silenzioso e guarda fuori dal vetro che lo separa dall’esterno.

Ripenso ad Harry, e al bacio, e a come è corso via, poi guardo Blaise e ho voglia di mordermi le labbra fino a farle sanguinare.

Un brivido mi attraversa il collo quando immagino le mie labbra calde.

Guardo fuori e vedo le case sfrecciare indietro una dopo l’altra e mi sembra che stiano tutte fuggendo per andare a schiacciarsi sul fondo.

Ragazzo, tutto bene? chiede amorevole la signora, e solo dopo mi accorgo che si sta riferendo a Blaise.

Sìsì, tutto a posto. risponde lui. Sorride spento.

Lo guardo chiudere gli occhi e fare un respiro profondo, e il cuore mi si accartoccia nel petto.

Penso che dovrei essergli amico e odiare Potter per come l’ha ridotto, eppure sento solo in gola un bruciante groppo di saliva (all’interno del quale forse ce n’è un po’ anche di Harry), e stringo i piedi l’uno contro l’altro e li infilo sotto la specie di sedia imbottita su cui è seduta la signora al volante.

 

Siete sicuri di non volere che vi accompagni fino a casa? chiede la babbana in gonnella, inclinando la testa.

Siamo sull’imbocco di quella che evidentemente deve essere Glosbury street, io e Blaise scendiamo dall’auto.

No signora, rispondo senza remore, preferiamo fare due passi. Un po’ d’aria gli farà bene.

Indico Blaise al mio fianco, sorriso stanco disegnato sulla faccia.

Va bene, dice lei con un sospiro, alzando le spalle. L’anello che ha al dito luccica al buio illuminato solo da una falce di una sopra di noi.

Ci saluta, ci dice buonanotte, buonanotte! Cercate di bere meno! e si allontana sulla sua scatola di metallo lucido fino a scomparire dietro a una casa di mattoni a braccetto con altre case.

Io e Blaise rimaniamo immobili e silenziosi sul marciapiede fino a quando non siamo sicuri che non tornerà indietro.

Merlino, sbotta poi lui, ho voglia di fumare. Lo dice scuotendo il capo e si passa una mano tra i capelli e guarda in alto, inspirando forte dal naso.

Bravo scemo. Ne hai già fatte abbastanza stasera, gli rispondo, e mi infilo le mani in tasca.

Tu eri con me, dice lui, e mi guarda.

Non sono il tuo cane da guardia. Lo guardo.

Sì, ma con te so che tornerò sempre a casa. Come stasera. Fa un giro completo sui piedi e alla fine crolla seduto per terra sul cemento. Allunga il collo indietro come se volesse guardarsi la schiena.

Tutta questa fiducia mi ribolle nel sangue e immagino il mio cuore perdere un battito quando lo pomperà, talmente bollente e acido da ustionarsi.

Osservo Blaise dall’alto mentre torna a piegare il collo verso il basso, lo sguardo fisso sul cemento.

Non devi fare troppo affidamento su di me, gli dico, e improvvisamente mi sento arrabbiato. Nero.

E perché mai? risponde lui. Ho fatto qualcosa di sbagliato stasera?

Suona preoccupato, e io mi sento uno schifo.

No… nulla.

Menomale. Si rialza in piedi e si preme le mani sugli occhi. Maledetto Potter! esordisce in tono ironico e mi guarda. Che c’è? chiede.

Niente, rispondo io. Potter mi ha fatto incazzare in quel vicolo.

Ah. Che vi siete detti?

Niente di che (bugia), ma quel suo modo di fare da cane bastonato (voglio sembrare arrabbiato, sul serio) mi dà sui nervi.

Blaise ridacchia tristemente. Già, a te dà sui nervi, a me fa venire voglia di riempirlo di baci.

Cuore che scricchiola, senso di colpa che cigola.

Un uccello strilla in lontananza e Blaise fa una smorfia offesa.

Hey. Gli appoggio una mano sulla spalla.

Passerà, gli dico, e vorrei che mi staccasse quella mano a morsi.

Continuo a pensare allo sguardo di Potter, ai suoi sospiri… a quella cazzo di bocca.

Lo so, risponde Blaise. Vorrei tanto sapere chi è quel fortunatissimo stronzo di cui si è innamorato così alla follia.

Lo guardo e sbatto le palpebre.

Come? chiedo.

Ma sì, riprende lui. Mi ha mollato perché “Blaise, stare con te sarebbe una farsa. Vedi, io… sono interessato a qualcun altro. Mi dispiace”

Imita un tono di voce affranto e penso che gli riesca fin troppo bene.

Non dico niente, mentre il mio cuore pompa sangue acido più in fretta.

Sospira, mi guarda, scuote il capo e sospira di nuovo.

Cazzo, sbotta, adesso ho davvero voglia di fumare.

Guardo in alto quella falce affilata che è la luna, che stasera è un po’ più crudele e un po’ meno romantica e un po’ più bella.

Ripenso per l’ennesima volta a Potter, a quel suo “non è vero, questo non darlo a Blaise”, e mi sento meschino e anche più leggero.

Mi volto verso il mio amico e afferrandogli un braccio lo tiro in piedi. Barcolla un attimo, ma è stabile.

Avanti, gli dico. Torniamo a casa.

Lui annuisce e un attimo dopo si smaterializza.

Lo imito pochi secondi dopo, tanto quanto basta per mordermi le labbra talmente forte da farle sanguinare.

 

Questo non darlo a Blaise.

Questo non dirlo a Blaise, Draco. Non dirlo.

 

 

 

 

End.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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