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Autore: HoshiLaProciona    01/12/2012    6 recensioni
“Che ne dici se mi parli di come tutto è iniziato? Sai, le storie mi piace sentirle dall’inizio” affermò lo psicologo in modo pacato.
“Intende da quando la nostra storia è iniziata?”
“intendo da quando hai iniziato ad innamorarti di Hermione Granger.”
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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La voliera dei gufi. Era quello il mio posto preferito. Dove potevo pensare, riflettere e prendere delle decisioni. Dove andavo a esternare le mie emozioni, dove potevo essere me stesso. Ma non sarebbe più stato così. Non da quella sera.
Da quella sera l’avrei sempre ricordato come il posto dove LEI mi aveva lasciato. Dove il nostro amore era finito. Senza lasciare traccia. Le sembra giusto?” disse Draco con voce rotta.
Che ne dici se mi parli di come tutto è iniziato? Sai, le storie mi piace sentirle dall’inizio” affermò lo psicologo in modo pacato.
Intende da quando la nostra storia è iniziata?”
intendo da quando hai iniziato ad innamorarti di Hermione Granger.”
Draco Malfoy rimase pietrificato.
Bene, se è questo che vuole.” Draco iniziò a raccontare...
Era il mio quarto anno e sa c’era lo stupido torneo tre maghi e Potter era stato estratto, Iniziarono a girare dei pettegolezzi, pettegolezzi che erano stati scritti su tutti i giornali, io ero nella sala comune dei Serpeverde e stavo leggendo la gazzetta del profeta che titolava Ecco come un giovane amore nasce con una grossa foto di Hermione e Potter abbracciati...

-È incredibile come certa gente si beva certe stronzate- dissi a Tiger, erano chiaramente storie inventate.
-Ma che ti importa, anche se fosse? Così magari la piccola mezzosangue sarà molto più felice e rilassata e inizierà ad aiutare nei compiti di storia della magia- rispose con il suo solito tono da ignorante cafone. Mi iniziò a scocciare questo suo fare da spaccone.
-Tiger non riesci a capire. Sei troppo stupido-
-Se lo dici tu. Comunque mi sembra strano il tuo comportamento.-
Come poteva una mente così semplice, come quella di Tiger, capire che qualcosa in me non andava. Erano settimane che passavo le notti a pensare a Hermione e nemmeno io capivo perché. Ripensavo a quella volta in cui aveva ordinato ad Hagrid di portarmi in infermeria, di come sembrasse preoccupata nei miei confronti. Pensavo ai suoi occhi castani e limpidi. Non riuscivo a togliermela dalla testa insomma.
Penso che fu qualche settimana dopo la mia discussione con Tiger, quando Hermione, inspiegabilmente, mi sorrise, che capii di esserne innamorato.
E giuro, io ci provai a non pensarci, ci provai con tutte le mie forze ma non ci riuscii. Così decisi si odiarla, era la soluzione più plausibile. E ci riuscii per tutto il quarto anno e anche per il quinto.

Quando arrivammo al nostro sesto anno io pensavo di essermene fatto una ragione, le vedevo per i corridoi e in classe ma riuscivo a cacciarla dai miei sogni, ovviamente, riconoscevo la sua bellezza a me stesso ma mai davanti agli altri.
Mi divertiva vederla concentrata durante le lezioni di pozioni dove Potter riusciva a superarla, e a volte la spiavo studiare in giardino ma riuscivo a contenere i miei sentimenti.
Un giorno successe la disgrazia...”
Esagerato!” disse ridendo lo psicologo. Draco a quel punto lo fulminò con lo sguardo gelido da vera serpe.
Come dicevo... un giorno Lumacorno mi fece rimanere dopo la lezione per parlare del mio andamento scolastico che reputava buono, ma non abbastanza per entrare nel Luma Club. A me non importava più di tanto ma non volevo deludere mio padre quindi per farmelo amico decisi di rimanere durante il mio tempo libero a pulire l’aula.
Stavo lucidando i calderoni, l’aula era vuota e silenziosa e ad un certo punto il rumore della porta mi fece sobbalzare.
Hermione Grager entrò trafelata e con tutti i capelli scompigliati.
-Ah.. ci sei tu qui.. Lumacorno mi aveva detto che c’era già qualcun altro a pulire ma non pensavo fossi tu... scusa se vuoi me ne vado...- disse timida. Le facevo davvero così paura?
-Se puliamo sto schifo in due finiamo prima.- affermai con voce severa. La feci arrabbiare molto perché i suoi occhi di indurirono e le guance si arrossarono. Poggiò i libri sul primo banco disponibile e dandomi le spalle iniziò a pulire le provette.
Purtroppo non potevamo usare la magia altrimenti non sarebbe successo nulla.
Il destino, Dio, Salazar o chi vuole lei, volle che mi tagliai con un Beker rotto..il che mi fece attirare l'attenzione di Hermione.
-Che succede?- chiese lei, con tono preoccupato..
-Nulla, mi sono solo tagliato-
-Cosa?! Fa vedere, potrebbe fare infezione!- Disse preoccupata dirigendosi verso di me
-Non è nulla! Lascia stare!-
Non mi ascoltò minimamente e con fare da infermiera mi prese il dito guardandolo.
Poi si diresse verso degli scaffali a cercare qualche erba strana. La guardavo camminare. Era qualcosa di spettacolare.
-Questa foglia farà cicatrizzare il tutto nel giro di 20 minuti- poi la mise sopra il taglio. Io la guardavo mentre si prendeva cura di me e non riuscivo a proferire parola, era bellissima, e io ero innamorato.
-G...grazie.. Hermione...- Doveva essere molto sorpresa di quelle parole perché mi guardò come se fossi pazzo! eravamo troppo vicini e.. Dio.. ricordo ancora il profumo di rose e menta che emanava il suo corpo. Mi avvicinai minimamente per osservare ogni sua minima mossa. E Lei rimase immobile.
Per Salazar. Dovevo farlo. Così presi tutto il mio coraggio e la baciai. Non so se ha mai provato quella sensazione che si prova solo al mattino presto, quando si è svegli e non. Ancora sotto le coperte, al caldo e fuori magari nevica. Quella sensazione di pace e tepore. Quando non si capisce la differenza fra sogno e realtà. Ecco. Io stavo provando quella sensazione nel baciare Hermione Grager.
Prima era spaesata e meravigliata ma poi mi cinse il collo con le mani, così io mi avvicinai al suo corpo prendendo fra le mani i suoi bellissimi capelli castani e sentii tutto il suo sapore sulle mie labbra.
Purtroppo quel momento finì. Lei si staccò, mi guardò dritta negli occhi.
Piangeva?
-Hermione ma cos...- provai a chiederle ma lei prese i libri e scappò via. Lasciandomi solo nell’aula di pozioni. Solo con le mie mille domande.
Cosa aveva significato quel bacio? Lo voleva anche lei? Perché è scappata?”
A Draco scappò un sorriso raccontando questo episodio, che segnava l’inizio della sua prima storia d’amore, iniziò a scendergli una lacrima ma la cancellò con la manica della camicia, si schiarì la voce e continuò.
Passarono alcune settimane dopo quel giorno. Lei non mi guardava più in faccia, mi evitava in maniera abbastanza evidente e faceva di tutto per aver meno contatto fisico con me. La cosa mi distruggeva ma non volevo fare qualche passo falso anche se non vedevo l’ora di sapere quello che passava in quella testa riccia.  E poi successe il miracolo.
Era sera e la scuola era praticamente vuota, in pochi eravamo rimasti ad Hogwarts per le vacanze di Natale e io ero in giro per i corridoi perché non riuscivo a dormire.
Andai alla voliera dei gufi per schiarirmi un po’ le idee, Come sempre era vuota, d’altronde era notte ed era il 24 di Dicembre. Iniziai a guardare con attenzione la notte, la luna era alta nel cielo e non si vedeva nemmeno una nuvola, aveva nevicato tutto il giorno ma il vento era riuscito a scacciare via le nuvole. Sentii dei passi salire le scale ma non li ascoltai. Poi quando sentii quella voce, la sua voce, sussultare mi girai di scatto, probabilmente sorridendo perché lei mi sorrise di rimando.
-C-ci-ciao- balbettò lei con i denti che battevano dal freddo.
-Ciao- risposi io.
Lei fece per andarsene, sembrava imbarazzata e spaventata. Però le presi il polso e la fermai.
-Dobbiamo parlare- dissi io, mi accorsi di essere stato troppo duro e cattivo.
-C’è.. solo se vuoi... nel senso.. hai capito no?- aggiunsi poi.
-Va bene... di cosa vuoi parlare?- disse lei girandosi verso di me. -Del fatto che mi hai sempre odiata per anni e anni e poi che cazzo fai? Prendi e mi baci?-
-Perché te ne sei andata.-
-Cosa diamine ti aspettavi? Che rimanessi li? Ero confusa, afflitta e in preda al panico. Draco noi ci odiamo.- Rispose. Le sue parole erano dure.
-io non ti odio. Non più.- Aggiunsi. Mi sentivo una persona debole, insicura e in pericolo. Non mi ero mai sentito così per nessuno.
-E allora? Questo basta per baciarmi?-
-Senti non lo so. Non so che mi prende. Ok? Da due anni che non capisco un cazzo della mia vita ok? Ogni volta che ti vedo io... non capisco più niente. Ti ho baciata ok? Ho sbagliato, so che tu mi odi ma almeno cerca di non farmi passare per il buffone della scuola. Non vuoi avere nulla a che fare con me? Mi sta bene ma volevo solo chiarire. E volevo scusarmi per quel bacio.-
-Tu, Draco Malfoy, ti vuoi scusare? Con me? La sporca mezzosangue?- disse incredula -e poi chi ha detto che non voglio aver nulla a che fare con te?- aggiunse poi abbassando gli occhi.
Mi avvicinai alzandole il viso e l’abbracciai. Sentivo il suo calore che mi sconvolgeva l’anima, lei ricambiò l’abbraccio, appoggiandosi sul mio petto e la sentii ridere.
-Perché ridi?- dissi sorridendo
-Bho è tutto così assurdo-
Non so per quanto tempo rimanemmo li abbracciati senza parlare. Quel silenzio valeva più di mille parole.
-Hai freddo, ti senso- dissi io, ora mai erano 5 minuti che tremava e anche se mi dispiaceva dovevo spezzare quell'incantesimo.
-Tranquillo.. posso sopportare- disse sorridendomi.
-Invece no. Andiamo dentro, ti accompagno alla tua sala comune-
Detto questo la coprii con la mia giacca e ci dirigemmo verso il castello per mano.
Una volta dentro, davanti al dipinto della donna grassa, mi guardò negli occhi e la baciai.
-Cosa siamo noi?- mi chiese un po’ imbarazzata.
Ci pensai un po’ su e sorridendo le risposi semplicemente “l’inizio di qualcosa”.
Tornai nella mia sala comune con una sensazione mai sentita prima. La sensazione d’essere amato davvero. La consapevolezza che qualcosa di bello stava nascendo nel mio cuore, qualcosa di puro e sorprendente.
Sembra strano pensare a quei momenti, i primi momenti che ricordo con chiarezza nella mia mente. Il resto è tutto disturbato, confuso. E non ho idea del perché.”
Un campanello interruppe Draco, il suono lo disturbava e si accorse che era passata l’ora di colloquio.
Grazie Draco, oggi sei stato molto bravo! Ci vediamo domani a quest’ora.”
Ok, ma ancora non capisco il motivo. Lei mi ha lasciato e non tornerà.”
Queste sedute sono per te, per farti stare meglio. Non sarò io a mentirti dicendoti che Hermione tornerà da te.” rispose freddo all’affermazione di Draco, ma lui non capì il perché così non gli diede nemmeno il tempo di aggiungere altro e uscì dal suo ufficio sbattendo la porta. Odiava quell’uomo che pensava di conoscerlo meglio di chiunque altro, quando l’unica persona che era riuscito a scalfire la sua corazza era quella che l’aveva lasciato solo e abbandonato.
Tornando nel dormitorio incontrò Hermione ma lei girò lo sguardo altrove come se non esistesse, erano questi gli atteggiamenti che lo facevano stare male. Lui non riusciva a sopportarlo.
A lezione si girava spesso verso di lei e cercava di incrociare il suo sguardo e ogni volta che lei lo evitava si sentiva morire dentro.

Quella notte non fu facile per il ragazzo, continuava ad avere dei terribili incubi. Sognava il corpo della sua amata freddo, morto e senza anima. Sentiva che senza di lui lei era in pericolo, anzi, lui sapeva che era così.
Come tutti i giorni si diresse dallo psicologo, erano i suoi genitori che lo costringevano e di certo il perfetto Draco Malfoy non poteva deluderli.
Ciao Draco, come stai oggi?” chiese sorridente lo psicologo.
Come vuoi che stia? Di merda. Me lo chiede ogni giorno che varco quella porta ora mai dovrebbe aver capito che la risposta è sempre quella.”
Scusa. Riprendiamo da dove ci siamo fermati?”
Come vuole.”
Eravate felici insieme no? Mi stavi raccontando di quando vi siete messi insieme poi come è andata?”
Come è andata? Bhe.. magnificamente è dir poco. Avevamo passato il primo scoglio, che era quello di dirlo a tutti. Io avevo parlato alla mia casa e li avevo minacciati, ma non ce ne fu molto bisogno. Ero rispettato da tutti e non aveva creato molto scandalo, ma Herm fu messa molto in difficoltà dai suoi amici ma dopo averci parlato era stata firmata una specie di tregua fra case. E questo tranquillizzò entrambi e anche i professori.”
E i tuoi genitori?” questa domanda ghiacciò il cuore di Draco.
Non voleva pensare alle sfuriate con suo padre, i pianti con sua madre, il fatto che per Lucius non era più il figlio perfetto.
Non voleva nemmeno ricordare tutte le volte che suo padre aveva chiamato la sua Hermione sporca mezzosangue,lo stesso appellativo che Draco le aveva dato negli anni passati ma che col tempo aveva smesso di usare. Draco, ora mai, la chiamava solo per nome oppure con qualche stupido appellativo che si davano nel tempo libero come ogni coppietta sdolcinata.
Ricordava con gioia le volte che l’aveva chiamata Grifona mentre facevano l’amore. Si, perché con lei aveva fatto solo l’amore. Mai del puro sesso. Questo Lucius non riusciva a capirlo.
Era troppo spiegare tutto questo a quel perfetto estraneo. Quindi Draco mentì.
-I miei genitori? L’avevano presa normalmente.. Mia madre mi dava dei consigli, sa per i regali e tutto il resto... mio padre... bhe.. si faceva gli affari suoi”
Lo psicologo alzò il sopracciglio e lo guardò per qualche istante.
Capisco. Ora mi spieghi quello che è successo quella notte? Nella gufiera?”
Gli occhi color ghiaccio sgranati, le mani stretta a pugno e un nodo in gola. Draco tornò indietro nel tempo.
Era mezzanotte e il pomeriggio io e lei avevamo litigato per non so che stupidaggine, sa era così stupida che l’ho dimenticata. Io ero andato li per pensare al mio stupido comportamento.
E così lei mi raggiunse, sapeva che mi trovavo li perché lei mi conosceva davvero, Tiger e Blaise erano andati a cercarmi chissà dove.
Lei mi sorrise e così anche io feci di rimando.. poi iniziò a parlarmi e la rabbia mi tornò iniziò a dirmi che aveva parlato con Potter e le aveva consigliato di prendersi una pausa e io sentendo quelle parole rimasi pietrificato, come poteva dar retta a quello sfregiato? Io l’amavo. Io l’amo tutt’ora in modo incondizionato e lei voleva ascoltare quel cretino.
Io le dissi che non doveva, che per me lei era tutto ma non mi volle ascoltare e io.. per la rabbia la chiamai in quel modo terribile...”
Sporca mezzosangue?” chiese lo psicologo a Draco.
Voltò lo sguardo di scatto verso il dottore e annuì, aveva uno sguardo evidentemente straziato dal dolore.
Così lei mi lasciò e io rimasi li, nella voliera dei gufi per non sò quanto tempo. Solo.”
Sei davvero convinto di questo?”
Certo! C’ero io li! Mica lei!”
Draco tu vieni ai miei appuntamenti da quanto?”
Un paio di settimane non di più” rispose come se fosse la domanda più stupida di tutte.
Sbagliato. Tu vieni qui da un anno.”
Cosa? No, non è vero! Io vengo qui da quando LEI mi ha lasciato, da due settimane! I miei genitori mi costringono, io frequento ancora il sesto anno di Hogwars!”
Figliolo, ti sbagli, tu sei stato espulso da Hogwarts e ti trovi in questo ospedale per persone come te da un anno.”
Non è vero...” disse Draco con le lacrime agli occhi.
Proverò a spiegarti cosa ti sta succedendo.
La tua mente sta cercando di proteggerti, ha creato dei falsi ricordi per non farti ammalare,  ti ha fatto dimenticare tutto. Noi abbiamo le stesse conversazioni da mesi, arriviamo sempre allo stesso punto, io ti dico quello che realmente è successo e tu andando a dormire dimentichi tutto.”
Cosa è successo realmente?” chiese Draco preoccupato, senza sapere di aver ascoltato quelle frasi milioni di volte.
Quella notte, hai ragione, Hermione era venuta a chiederti una pausa. Doveva pensare a cosa fare.”
Cosa fare riguardo a cosa?” disse il ragazzo interrompendo lo psicologo.
Cosa fare riguardo al bambino che aspettava. Da te.”  quella frase paralizzò Draco, “Tu non credevi alle sue parole, così la chiamasti in quel modo, e quando ti disse che fra voi era finita e fece per andarsene tu..”
NON LO DICA”
Tu la uccidesti!” disse il dottore ignorando il ragazzo.
No. Non è vero. Lei mente.”
No Draco, tu lo sai. Scava nella tua mente. Anche tu lo sai”
I ricordi di Draco  diventarono nitidi, chiari e precisi.
Ricordava il volto di Hermione rigato dalle lacrime, lui che la continuava ad insultare e la sua bacchetta, puntata alle spalle della sua ragazza, che lanciava quella luce verde che spezzò il mondo della giovane Serpe.
Avrebbe mai riconosciuto il sogno dalla realtà?
Un urlo di dolore squarciò il petto del ragazzo scoppiando inevitabilmente in lacrime. A quel punto gli sembrò di svegliarsi da un brutto sogno, con l’unica differenza che quando ti svegli, solitamente, ti senti meglio ma al giovane ragazzo sembra solo di peggiorare.
Lo psicologo non disse più nulla e attese il completo sfogo del ragazzo, poi chiamò un’infermiera che lo fece portare in camera. Il dottore aveva ragione, Draco non era ad Hogwarts e non era nemmeno a casa. Era in uno stupido manicomio. Lo trattavano come un pazzo. Quindi era pazzo davvero? Aveva ucciso la sola persona che l’avesse mai amato. Aveva ucciso la madre del suo futuro figlio.
Si, era pazzo, senza alcun dubbio ma dicevano che i pazzi non hanno la consapevolezza di essere mentalmente deviati. Stava guarendo o aveva avuto questo confronto con se stesso più volte?
Come poteva saperlo?
L’infermiera lo riportò nella sua stanza e gli sorrise gentile.
Caro, hai una visita.”
Draco annuì, d’altronde non riusciva a parlare. Chi era venuto a trovarlo? Tiger? Sua madre? Suo padre?
Si aspettava chiunque ma non lui. Harry Potter era entrato nella sua stanza e lo guardava.
Ciao Malfoy. Ti starai chiedendo perché sono qui, te lo chiedi sempre. Ogni volta che vengo a trovarti hai una faccia come per dire -Che cosa vuole questo sfregiato da me?-  la stessa faccia che hai ora. Io vengo qui da un anno sperando che tu riesca a parlarmi. Sperando, inutilmente, che tu riesca a dirmi tutta la verità. Purtroppo non succede mai.
So quanto l’amassi e so quanto tu stia male e ti assicuro che ti capisco. Dopo un anno io non riesco ancora a passarci sopra. Hai ucciso la mia migliore amica e credo che ci sia solo un modo per perdonarti e credo sia lo stesso modo grazie al quale possa perdonarti tu stesso”
Draco fissava quel ragazzo che odiava da quando aveva memoria.
Dopo un anno ho preso la mia decisione. sai non mi è consentito portare una bacchetta e nemmeno a te. Però ti ho portato un’altra cosa. Spero possa aiutarti.”
Quando Harry tirò fuori il suo piccolo regalo a Draco brillarono gli occhi.
Harry Potter non aggiunse nulla e uscì dalla sua stanza.
Il mattino seguente l’infermiera convinta di dover ripetere la solita recita aprì la porta sorridente ma quello che vide la fece urlare in modo da far agitare tutto l’istituto.
Quella mattina non l’aspettava Draco Malfoy ma solo il suo cadavere sorridente e coperto di sangue con in mano un coltello e una scritta sulla parete che recitava Grazie Amico
Finalmente Draco Malfoy era in pace.

  
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