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Autore: MargotRoux    01/12/2012    1 recensioni
"Sapeva chese ne sarebbe dovuta andare. Per il bene suo e anche di lui. Ma non ci riusciva, qualcosa, qualcosa che non aveva mai provato prima si era insediato nel suo petto e non voleva uscire. Ma lei voleva farlo uscire? Era così caldo, rassicurante..."
Questa storia, cari lettori, parla del gruppo dei Guns completo e originale: Axl, Slash, Duff, Steven e Izzy. La protagonista, Erin, è completamente inventata e uscita dalla mia cara testolina, dunque non ci sono riferimenti alla vera ragazza del cantante. Ciò premesso, se volete ancora seguirmi in questo racconto spero non ve ne pentirete, perdonatemi le incongruenze di date etc. di concerti, creazioni di canzoni etc. e spero che noterete le citazioni. In quanto alla storia... è romantica, parla di un amore disilluso, crudo, spero reale.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci con un nuovo fresco capitolo! Ok, ora mi eclisso e vi lascio leggere...

 
Margot


Guardava il pubblico da dietro il palco del locale. Le luci variavano dal blu al rosso, e l’ultimo brano prima del loro spettacolo stava finendo.

Erin indossava un corpetto nero e rosso decorato a spirali, a cui erano agganciate le calze nere decorate con pizzo bordeaux che richiamava il colore del corpetto. A piedi calzava lucide scarpine nere, tacco dieci. Suo malgrado, gli slip neri, pur essendo semplici, erano straordinariamente striminziti. Si maledisse per aver avuto un’idea così stupida.

Michelle invece portava un reggiseno nero in tessuto con inserti in pelle, e con piccole borchie a punta, e slip dello stesso stile.le scarpe
color oro, piuttosto pacchiane, completavano la mise.

“Io ti detesto, Erin.”

“Lo so, anch’io mi detesto.”

“Ragazze, siete uno splendore!” si girarono entrambe verso il proprietario di quella voce melensa e fastidiosa.

“Jason, vaffanculo.” Dissero in coro.

“Oh, un giorno mi ringrazierete. Comunque sono lieto che ti sei portata un’amica, ma non serviva, ti avevo già portato un po’ di
compagnia sul palco… Ragazze, vi presento Margot, la vostra nuova compagna di danze, e ora vi lascio vado a controllare il locale…" e così facendo assestò una gran pacca sul culo della ragazza in questione, che per tutta risposta trasalì violentemente e si avvicinò alle altre due.




***



Poche ore prima


“Non ce l’ho un lavoro per te, ragazzina, vai a trovarlo da un’altra parte.”

“La prego, la prego, sono senza un soldo, non ho più nemmeno una casa… so fare la cameriera, l’ho già fatto in altri locali, sono brava! La prego, anche se dovessi servire ai tavoli nuda!”

“Non fare proposte che non puoi mantenere, ragazzina… Quanti anni hai?” chiese alla fine Jason.

“21, 22 la prossima settimana!”

“Mh. e sai ballare?”

“Cosa? Io.. io sì, sì, so ballare!”

“Bene. Allora oggi è il tuo giorno fortunato, ragazzina. Proprio stasera inizia un’altra ragazza a ballare qui, e tu l’affiancherai. Se non ti sta bene, quella è la porta, potrei anche fare a meno di te. La paga sono 100 dollari a serata, ma tutto dipende da questa. Ok?”

“Ok, sì, perfetto! Grazie mille! Ah, mi chiamo Margot, comunque, la ringrazio infinitamente!”

“Lo so, lo so. Ora sparisci, ho da fare.” La liquidò Jeizy con un movimento brusco della mano e una faccia schifata. Non era da lui fare l’elemosina alle ragazzine. Ma quella aveva veramente un bel culo, anche se di tette purtroppo non era così dotata. Pazienza.
 


Cazzo, sì! Sìsìsìsìsìsì! Aveva un fottutissimo lavoro! La ragazza uscì dal locale e saltellò felice per la strada.
Qualche passante la guardò male, ma a lei non ne importava più nulla. L’avrebbero vista quella sera sul palco, se proprio volevano osservarla.
Cazzo, un lavoro. Ok, magari non il migliore sul mercato, ma almeno avrebbe potuto pagarsi l’affitto di un appartamento, e mangiare. Si bloccò di colpo. Poteva mangiare. Cominciò a ridere tantissimo. Cazzo, aveva un lavoro!


Prese a correre, tenendosi stretta la borsa con le mani aggraziate. Corse per qualche isolato, e quando arrivò era distrutta. Giunse davanti a una piccola palazzina di cemento, si riprese, e poi entrò con aria trionfante.

Salì velocemente le scale e aprì la porta rossa di un appartamento.

“Amore, sei tu?” sentì la voce di uomo che giungeva dalla cucina.

“Sì, brutto stronzo, sono io.”

“Brutta puttanella, devo ricordarti chi sono?” fece di nuovo l’uomo, uscendo dalla cucina e camminando verso di lei. Era grosso, semicalvo,
ma con peli neri che spuntavano persino dalla schiena. Indossava una canottiera bianca tutta macchiata e la pancia strabordava dalla cinta slacciata dei pantaloni luridi. In mano aveva un lattina di birra mezza vuota.

“No, non ne ho affatto bisogno, infame pezzo di merda.”

“Non ti azzardare, troietta! Ti ricordi cosa è successo l’altra volta perché sei stata poco gentile?” ribatté lui, con fare aggressivo. Lei si portò istintivamente una mano al collo.
Si ricordava quelle luride mani che lo afferravano con molta chiarezza.

“Brava, piccola. E ora non mi rompere più i coglioni, sto guardando la TV.”

“No! Io non ne posso più! Sai cosa ho fatto oggi? Mi sono trovata un lavoro! Non ho più bisogno di te e de tuoi sporchi soldi! Io me ne vado! Hai capito? Me ne vado!” e così facendo prese di fretta un borsone stracolmo di vestiti da un armadio già pronto, e fece per uscire dalla porta.

“NO! Brutta troia rotta in culo! Tu non te ne vai! Io ti ho salvato dalla strada, puttanella! Tu mi devi la vita!” l’uomo l’aggredì, cercando di toglierle di mano il borsone e di trattenerla dentro casa.

Ma la ragazzina si sapeva difendere, gli morse violentemente la mano che cercava di tapparle la bocca, si girò velocemente verso di lui approfittando della sua confusione e gli assestò un calcio fra le gambe. Lui represse un urlo e lei fuggì velocemente per le scale di quella palazzina, correndo di nuovo a perdifiato verso il locale.

Ce l’aveva fatta. O mio Dio. Ce l’aveva fatta. Arrivata davanti al Rainbow si guardò intorno. Il Sunset Strip… Finalmente realizzava il suo sogno, dunque. Adocchiò un piccolo albergo dismesso, e chiese la chiave della camera più economica.

Margot si lanciò sul letto, felice. Chiuse gli occhi, sorridendo, e si abbandonò alle lacrime. Finalmente, finalmente libera. L’avevano sempre chiamata ragazzina, anche se aveva 21 anni, per il suo fisico esile e l’espressione dolce. Aveva corti capelli castano chiaro, occhi verdi tendenti al giallo.
Sì, giallo. Tutti quelli che la guardavano per la prima volta negli occhi erano perplessi. Quasi impauriti.

In effetti, anche se la chiamavano così, non era proprio una ragazzina. Ormai era una bellissima giovane donna, dalla pelle pallida e il sorriso facile. E sì, era dolce e carina. Esile, apparentemente innocua. Ma se scavavi a fondo nei suoi occhi potevi trovare un’indole battagliera e forte che spiazzava spesso chi la conosceva.

Era stata insieme a quel tipo per tre anni. Tre anni, in cui non era mai riuscita a scappare. Non lo amava. Né lui amava lei. Le piaceva, e aveva il terrore di rimanere solo.
La picchiava. La violentava. Per alcuni periodi l’aveva costretta a rimanere relegata in casa, perché aveva paura che potesse fuggire.
Lei gli era rimasta accanto, all’inizio perché davvero non sapeva dove andare, i suoi genitori erano morti in un incidente stradale e le avevano lasciato un’eredità di debiti.
Lui l’aveva trovata che cercava di prostituirsi per pagare le spese, gliele aveva pagate e lei aveva pagato il debito con lui in tre anni di botte.
Poi era diventata paura, fino al giorno in cui si era resa conto che non aveva più nulla da perdere, e aveva cominciato a preparare la fuga.
 

Ma ora era finita, lei aveva un lavoro. Un lavoro. Sorrideva, guardando il soffitto.



Allora? Piaciuta la new entry? Spero di sì... Anche perchè porta il nome del mio nickname, presto scoprirete perchè.
Beh, che dire... Niente citazioni neanche in questo capitolo, tranne che quando lo scrivevo stavo ascoltando Paint it Black degli Stones e la porta dell'appartamento ha preso immediatamente il colore rosso, come vuole uno dei primi versi della canzone...
Bene, ci vediamo presto on un altro capitolo, ringrazio Tutti quelli che mettono la mia storia su preferito/seguito e che recensiscono, in particolare PJ per i suoi meravigliosi complimenti! A presto!
  
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