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Autore: SaraPallina    02/12/2012    3 recensioni
Cosa avrà pensato Tadashi alla festa di Yahiro quando vide Akira?
Cosa provò durante la serata che passò insieme a quella ragazzina tanto affascinante e misteriosa?
Leggete e sprete!
*Continuazione di "Amore a prima vista... oppure no"*
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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AMORE A PRIMA VISTA...O NO

DALLA PARTE DI LUI
 

“Mamma, ma ci devo proprio andare? Non ne ho proprio voglia!” mi lamentai davanti alla mia seria mamma.

“Te l'ho detto, Tadashi: devi andarci per costruirti una vita sociale. Vacci oppure ti aspetta il banji...”

Ma certo: ovviamente mia madre sapeva sempre come convincermi.

Che noia!

Non conoscevo neanche il festeggiato! Sarebbe stata una palla mortale!

Ma non potevo provare il banji...

Così, trascinando i piedi, mi diressi verso camera mia e quasi non svenni quando vidi cosa avrei dovuto indossare...

Un orribile completino elegante con tanto di farfallino. Il vestito comprendeva anche una giacca che io distrattamente (si fa per dire) dimenticai sul mio letto.

Agguantai il regalo misterioso per il festeggiato, un tale Yahiro Saiga discendente da una ricca famiglia, e uscii dalla porta. Feci giusto in tempo a sentire mia madre che mi urlava che mi sarebbe venuta a prendere alle undici che già ero in sella alla mia potente... bici, diretto a quella villa sconosciuta.

Non era tanto lontana da casa e per quello feci in tempo a passare in un negozietto a comprarmi un pasticcino.

Non arrivai in ritardo ma manco a dirlo la sala era già praticamente stracolma.

Lanciai con noncuranza il pacchetto sopra la montagna di regali e mi guardai un po' intorno.

Non conoscevo proprio nessuno!

Avvistai un buffet molto guarnito dove subito mi diressi a rifornirmi di cibo.

Dopo uno spuntino a dir poco lussuoso andai ad esplorare la casa indisturbato.

Entro in cinque o sei camere, tre bagni, due cucine, sette anticamere e quattro studi. Quanto adoro esplorare!

Feci qualche scala, e poi stanco mi appoggiai al muro. Per poco non caddi per terra perché dietro le tende c'era il vuoto!

Anzi, dietro c'era un bellissimo balconcino. Appartato, abbastanza grande, ma non eccessivamente e soprattutto da cui si potevano osservare delle bellissime stelle.

Mi sedetti su una poltroncina di vimini a guardare dappertutto.

Non so quanto tempo passò ma ad un certo punto sentii cadere per terra qualcosa ed istintivamente mi girai.

Mi prese un colpo quando riconobbi la ragazzina che mi si parava davanti. Indossava un bellissimo vestito lilla e i capelli sciolti che gli ricadevano sulle spalle. Aveva uno sguardo sorpreso così iniziai io discorso: “Ciao Akira. Ne è passato di tempo.”

Avevo visto quella ragazzina una volta sola e già allora mi aveva incuriosito.

L'avevo incontrata l'estate passata...

 

Tadashi stava facendo un bagno nel mare cristallino a sud del Giappone, la mamma era nel chiosco dietro la scogliera a chiacchierare con una nuova amica bevendo una qualche bevanda rinfrescante e dimagrente di quelle che fanno vomitare solo a guardarle.

Lui era rimasto solo in quella spiaggia che aveva trovato con tanta fatica e sgridate da parte della signora Karino. Però il posto era spettacolare e il piccolo era fiero di essere stato lui a scovarlo.

Si annoiava a morte e si mise ad osservare il mare. Solo allora si accorse del lussuoso yacht che era fermo poco lontano da lì.

A bordo si poteva ben notare una bambina seduta sul ponte all'ombra di una tettoia. Era tutta sola e non dava l'idea di divertirsi affatto. Cosa che, tra l'altro stava accadendo anche al giovane Karino.

Dopo un po' che la osservava, Tadashi decise di attirare la sua attenzione sbracciandosi e facendo segno di raggiungerlo.

Probabilmente la ragazzina lo notò perché, tolto il pareo ed il cappello, si tuffo per raggiungerlo, e in pochi minuti arrivò nella spiaggetta segreta. Era tutta bagnata così gentilmente gli offrì il suo asciugamano.

Felice di avere una nuova compagna di gioco il bambino si presentò subito.

Ehi, ciao! Io sono Tadashi Karino, molto piacere! Vorrei conoscerti, perché ti stavo fissando da un secolo e ti vedevo un po'... non saprei... depressa e triste, ecco.” Non ci mise molto però a capire che se non avesse fatto qualcosa con o senza quella ragazzina si sarebbe annoiato.

Infatti quest'ultima non sembrava neanche dell'idea di presentarsi a sua volta.

Dai, posso avere l'onore di sapere il tuo nome?” scherzò Tadashi un po' stufo.

Akira Todo” fece la bambina. Ragazza molto chiacchierona, si direbbe... Però quel cognome gli ricordava qualcosa... Ecco!

Ma dai, per caso sei la figlia del proprietario di quell'importante compagnia aerea?” disse il giovane Karino tutto eccitato.

Come facevi a saperlo?” si incuriosì la ragazzina, un poco imbarazzata. Non amava quelle attenzioni.

Mia madre ne parla spesso...” aggiunse sinceramente il bambino un filo imbarazzato pure lui.

Ma dai! Non ci credo! Sai sono qua da sola con il mio maggiordomo e mi annoio un pochino, posso rimanere ancora un po' qui?” quasi supplicò la bambina cambiando immediatamente tono.

Ma certo! Le mie domande non sono ancora finite!” Disse sorridendo felice il piccolo Karino subito dopo aver addentato un panino tirato fuori da una borsa gialla che teneva di fianco a sé.

Finalmente quella bambina si era lasciata andare e tutto sommato lo affascinava. Il suo modo elegante e cortese lo fecero riflettere: aveva sempre pensato alle persone raffinate come snob e antipatiche, ma si dovette ricredere.

Akira parlava apertamente liberandosi di tutto quello che non aveva potuto dire nel corso di quella vacanza ed era così felice che alla fine abbracciò il suo nuovo amico, che rimase parecchio imbarazzato da quella dimostrazione di allegria. Quel suo abbraccio era stato del tutto innocuo ma aveva incantato il piccolo Karino: si mise una mano tra i capelli ancora un po' bagnati da un recente bagno e la fissò stupefatto.

Dopo quell'avvenimento il tempo passò velocemente, finché verso il tramonto il presunto maggiordomo della famiglia Todo richiamò la bimba e lei si dovette allontanare. Tadashi era felicissimo di aver conosciuto una persona talmente simpatica ed affascinante. Sperava con tutto il cuore di rincontrarla un giorno. Però,dentro di sé, sapeva che non sarebbe potuto succedere.

Ad un certo punto, poco prima che il fantastico yacht si mettesse in moto, gli sembrò che Akira gli mandasse un bacio da lontano, anche se di sicuro se lo stava immaginando...

Lo yacht si mise in moto, e si allontanò nel nel tramonto, portando con se quell'adorabile bambina.

 

“Che ci fai tu qui?” mi disse in modo un po' incerto Akira.

Anche io sono felice di vederti, grazie!

“Beh, mia madre dice che devo partecipare a queste feste tra gente importante, perciò... eccomi qua!” gli dovetti rispondere grattandomi la testa con fare imbarazzato.

“No, che ci fai qui nel mio balconcino segreto!” mi fece notare lei tutta rossa in viso.

Che bello, ero sicura che non ti avrei più rivisto Tadashi!

“Ah, scusa... non lo sapevo... se vuoi me ne vado... Sai, non conosco nessuno e non voglio stare in mezzo a tutta quella folla schiamazzante... Mi spiace...” gli dissi ultra imbarazzato ed un po' irritato facendo già il movimento di andarmene.

“No, guarda non è un problema, rimani pure, tanto c'è spazio per due...” fece allora, forse capendo che non era stata molto carina...

“Sul serio? Allora grazie! Invece tu che ci fai qui?” feci sollevato tornando a sedermi e facendole un po' di spazio.

“Beh, Yahiro è il mio migliore amico, ecco perché sono qui” disse, esitante. Forse non ne era così tanto convinta perché lo ripeté come se dovesse accertarsene.

“Ti ricordi ancora di quella volta al mare?” buttai lì un po' con noncuranza mentre in vece mi importava eccome! Avevo pensato a quella giornata per tutte le rimanenti vacanze ed anche per tutto il resto del tempo!

“Come avrei potuto dimenticare...” mormorò, quasi tra sé.

Evvai!

“Beh, pensavo non di non rivederti mai più... Ed invece eccoti qua!” sorrisi con nonchalance.

Quella ragazzina gracile nell'aspetto ma che nascondeva un forte animo mi ammaliava un sacco!

Allora iniziai a parlare del più e del meno.

Per intrattenerla, insomma...

Lo so sono patetico...

Però non volevo che quel momento si spezzasse e lei mi sopportava ascoltandomi ugualmente.

Ad un certo punto sentimmo della musica più forte provenire dal salone ed immaginammo che fossero iniziate le danze ufficiali.

“Tadashi, forza non vuoi venire a ballare con me?” mi disse d'un tratto.

No, no, no,no.... Io non so ballare!

No, al momento non ne ho voglia... Ho appena mangiato...”

Una sola parola: Pa-te-ti-co!

“Non sai ballare eh?” chiese lei, sorniona.

Perfetto.

“Ehm... già!” feci rosso come non so cosa.

Stupido stupido stupido! Hai peggiorato solo le cose...

“Fa niente, allora restiamo qui!” mi sorrise Akira. Non so come faceva ma in un modo o nell'altro sorrideva anche con gli occhi. Era veramente bellissima...

Passò un altro po' di tempo finché non mi venne in mente un idea veramente geniale: “Senti vorresti vedere un bel posto?” gli dissi tutto eccitato.

“Io conosco già ogni luogo di questa casa...” rispose, dubbiosa. Ah, ma dovrai fare molto di più per mettere a disagio il grande Tadashi Karino!

“Non qua fuori! Non è troppo lontano ed io potrei portarti in bici... Non dirlo a nessuno però perché è il mio posto segreto. Però, siccome io ho visto il tuo...” feci io, contento, tutto d'un fiato.

“Non so...” sussurrò lei incerta: potevo immaginare che non fosse abituata a uscire di casa senza permesso o cose simili...

“Ti prometto che torneremo in tempo! Per favore!” la supplicai.

“D'accordo però torneremo in tempo e nessuno dovrà saperlo, ok?” disse un po' impacciata.

E ancora una volta, la curiosità ha vinto contro la razionalità!

“Urrà!” esultai “Dai, allora, andiamo!”

“Vieni da questa parte, c'è la porta di servizio chiusa da una chiave che è presente anche all'interno” fece con tono eccitato ma anche incredulo di ciò che aveva appena detto.

“Perfetto, allora... pronti e via!” le presi la mano e la guidai correndo verso la presunta porta di servizio.

All'inizio non mi resi conto di quello che stavo facendo.

Poi mi accorsi che stavo effettivamente stringendo la mano di Akira, forse un po' sopraffatta da quelle nuove emozioni.

Ma, in ogni caso, si faceva condurre senza opporsi.

Appena usciti tirai un sospiro di sollievo: per fortuna non c'erano stati intoppi!

Fuori l'aria aveva già il profumo della notte e mi avvicinai al mio potente bolide... la mia bici.

Lo so che non era un modello spettacolare, ma mi ci ero affezionato!

Le proposi di salire in bici, ma lei rispose che per il momento non le dispiaceva camminare.

E ci incamminammo.

Decisi di passare per una stradina pianeggiante, per poi raggiungere un lungo stradone pieno di ogni sorta di bancarella e negozietti.

Ma ad un certo punto mi dovetti fermare un attimo: avevo visto la bancarella delle polpette di riso fritte... Adoro quella roba!

“...Vuoi qualcosa? Perché sai... io ho un certo languorino...” le feci un po' imbarazzato.

Lei mi fece cenno di si ed io le andai a comprare una polpetta con i pochi spiccioli che mi rimanevano in tasca.

Era veramente squisita!

Finito lo spuntino continuammo a camminare. Ogni sorta di luce colorata per Akira era un incanto.

Percorremmo infine una stradina in salita e raggiungemmo la cima di una verdeggiante collinetta.

Eh eh, ora arrivava il bello! Le dissi tutto contento che eravamo quasi arrivati, e le chiesi gentilmente di aspettarmi un momento a metà della salita: io sarei andato a lasciare la mia bici nel “posto”.

La raggiunsi subito, viste che avevo corso per non lasciarla troppo sola.

Le feci chiudere gli occhi, per aumentare la sorpresa...

In poco tempo arrivammo nel mio posto segreto, che poi tanto segreto non era visto che di lì passava una strada.

Era uno spiazzo panoramico che offriva una vista spettacolare! Una recinzione di legno evitava gli incidenti e il tutto era incorniciato da un po' di vegetazione.

Akira scattò subito verso la recinzione, per osservare meglio la città ai nostri piedi.

Io pian piano la raggiunsi.

Era veramente così stupefatta e sorpresa che non si poteva fare a meno di guardarla in modo dolce e tenero.

Io probabilmente l'avrei fatto ugualmente...

Era veramente stupenda... anche se aveva camminato parecchio non dava segni di stanchezza, i suoi capelli, illuminati dalla luce di un tenue lampione, erano se possibile ancora più belli del solito.

Poi, il suo viso. Oh, il suo viso... era veramente meraviglioso. I suoi occhi erano spalancati, dolci e sorpresi: in una parola, spettacolari. La bocca era delicatamente spalancata in un sorriso, e il suo nasino puntava leggermente all'insù...

Anche il piccolo neo sotto l'occhio sinistro le dava un certo fascino.

Solo in quel momento lei si accorse che la stavo fissando e quella magia si frantumò.

Distolsi immediatamente lo sguardo.

“Bello, eh?” commentai imbarazzato.

“Veramente incantevole!” confermò lei, ammaliata.

“Questo posto l'ho trovato una volta mentre girovagavo qui intorno.” le raccontai in quel momento.

Lo so, probabilmente non gliene poteva importare di meno, però... che altro potevo dire per non rimanere in un patetico silenzio?

Capii che in quel giorno ero molto, ma molto molto più impacciato del solito, il che è tutto dire...

Quella ragazzina mi faceva uno strano effetto...

Istanti di silenzio, era proprio quello che non volevo che accadesse!

Ma che fare?

Fece tutto la piccola Todo: mise la sua piccola e fragile manina sopra la mia, la strinse e si mise in posizione da valzer.

Mi disse a mo' di scusa: “Grazie per tutto questo! Ora io ti insegnerò a ballare!”

Nooo, non il ballo! Le pesterò tutti i piedi (ma quanti piedi ha?), andrò fuori tempo (ma quale musica?)... però ballare con lei mi tenta... .

All'inizio non fui un vero e proprio fenomeno (e vorrei vedere!), però dopo un po' mi accorsi di saper ballare discretamente.

Peccato che fosse già l'ora di tornare indietro...

Ma era meglio così, almeno se non ci sarebbero stati problemi.

La vidi un po' stanca, probabilmente pensava che quella serata sarebbe stata calma e tranquilla, passata in solitudine su quel balconcino...

Le offrii di nuovo di salire in bici e questa volta accettò.

Montai anche io in bici e la portai giù dalla salita, verso casa Saiga.

Pochissimo tempo dopo non mi trattenni più, era troppo dolce appoggiata alla mia schiena, abbracciata a me per reggersi sul portapacchi.

“Ehi...” le feci

“...”

“Akira... tu mi piaci!” buttai lì tutto d'un fiato. Mi ero liberato di un peso...

Ora cosa mi avrebbe detto, però...

“Hai detto qualcosa?” invece mi disse.

Uffa ! Con tutta la fatica che avevo fatto per dirglielo...

“No, proprio niente!” gli feci allora un po' demoralizzato.

“Invece secondo me hai parlato!”mi ripeté lei.

Certo che avevo parlato!

“Ti ho già detto che non ho parlato!” mi scaldai.

Sono un fifone, lo so...

“Dai dimmelo tanto lo so che hai detto qualcosa!”

“Non è vero! Ma quanto insisti!”

Continuammo così ancora per un po', finché finalmente lei decise di cambiare discorso.

Arrivammo a casa Saiga mezz'ora prima della fine della festa, sperando con tutto il cuore che nessuno si fosse accorto della loro mancanza.

Per fortuna avevamo tenuto le chiavi della porta sul retro e così indisturbati potemmo rientrare.

Tornammo velocemente al balconcino per osservare le magnifiche stelle nell'immenso cielo notturno.

Il balconcino era calmo e da lì si potevano vedere delle bellissime stelle.

“Ehi, una stella cadente!” che fortuna, ora avrei potuto esprimere un desiderio!

“Dove, dove?” fece Akira curiosa ma ormai era passata

“Vabbè, perfetto, nessuno si è accorto della nostra mancanza” feci, tirando un sospiro di sollievo.

Ma in quel momento, da dietro le tende, uscì il festeggiato.

“Salve, io sono Tadashi Karino, figlio della preside della scuola qui vicino. Tu probabilmente sei Yahiro, il festeggiato! Tanti auguri!” gli dissi tenendo un tono calmo e naturale anche se dentro di me cresceva l'ansia.

Lui invece non mi considerò nemmeno.

Che antipatico!

Si rivolse invece ad una terrorizzata Akira, dandomi le spalle.

“Akira, non ti ho visto in giro e allora pensavo ti avrei trovato qui. Solo che poco fa non c'eri. Dov'eri finita?”

Lei era parecchio in difficoltà: “Ehm... io...”

Allora cominciai a farle segni con le braccia per darle delle idee e lei comprese al volo.

“Beh, infatti ero qui... però probabilmente non mi hai visto perché ero tornata in sala per riporre il piattino del tè... e poi sono dovuta andare in bagno... Scusa...” fece, cercando di essere il più convincente possibile.

“Ok, ma la prossima volta vieni a salutarmi prima!” fece Yahiro con il suo solito tono freddo.

“Ma non ti trovavo...” si giustificò la bambina.

“Va bene, ma chiamami se lui- e mi indica senza neanche voltarsi- ti da fastidio” rispose e si allontano come se nulla fosse.

Gli feci una bella linguaccia! Se la meritava!

Intanto però Akira era sull'orlo delle lacrime.

“Ho avuto tanta paura”.

Che cosa avrei dovuto fare? Abbracciarla, incoraggiarla con dolci parole, sorriderle?

Mitico, non feci assolutamente niente.

Rimasi imbambolato mentre il colore della mia faccia passava dal rosa a tutte le gradazioni di rosso.

Alla fine però si tranquillizzò.

Grazie, visetto mio, ti ringrazio tanto!

Avrei voluto che quella serata non finisse mai, stare con lei mi faceva stare bene e non volevo separarmi nuovamente da quella meravigliosa ragazzina.

Ma alle undici la mia mammina adorata, puntuale come un orologio svizzero si materializzò davanti al portone della lussuosa villa.

Non c'era più molto tempo e perciò avemmo solo il tempo di scambiarci i numeri di telefono e gli indirizzi.

Nella macchina di mia madre, con la mia bellissima bici nel bagagliaio, mentre lei parlava di come fossero ricchi i Saiga e di come sicuramente mi fossi divertito, io espressi il mio desiderio.

Avrei rincontrato prestissimo Akira e lei avrebbe capito i miei sentimenti.

Non era troppo ambizioso come desiderio, credo...

“Aspettami Akira, prima o poi capirai tutto!”

“Tadashi, per caso hai conosciuto qualcuno di ricco, e intelligente, che magari potrebbe entrare nella Special A, da grande? Mi servono un po' di nuovi iscritti...”

“Mammaaaaaaa!”

  
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