Crossover
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Autore: ViKy_FrA    19/06/2007    10 recensioni
"Quando l'ultimo giorno di scuola dell'ultimo anno di liceo suona la campanella dell'ultima ora di lezione, hai come la sensazione che quello sia l'ultimo secondodella tua adolescenza. [...] Grandissima cazzata!"
"Sono passati tanti anni, ma io la magia di quella notte non l'ho più ritrovata."
(Luca - Notte Prima Degli Esami)
Non credo sia OOC, semplicemente per il fatto che TUTTI siamo OOC sotto esami ^_^!!!
Per la verità e un Cross Over... Anche se la "prcedenza" è data ai Digi-maturandi =P!! Troverete anche Il Mistero Della Pietra Azzurra, Saiyuki, Rossana e la storica Sailor Moon!!!
Specialmente dedicato a chi, come me, domani sarà di nuovo sui banchi di scuola... In Bocca Al Lupo!!! ^_^
Genere: Romantico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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DIGIMON &…

 

 

NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI

 

 

Semplicemente dedicato a tutti coloro che, come me, domani saranno sui banchi di scuola…

In bocca al lupo!!

 

 

*

 

 

Io mi ricordo

quattro ragazzi con la chitarra

e un pianoforte sulla spalla

 

- Oh!

- Eeh…?

- Matt, c’hai mica la maturità domani? Parte mica la prima prova?

- Sì, perché? – chiese, continuando tranquillo ad accordare la chitarra.

- Ma sei scemo? E sei qui a provare?? Và a casa a studiare!!

- Credi davvero che quello che non ho fatto in un anno, anzi cinque, possa farlo in un giorno solo?? E poi è il tema… Dài, basta sapere l’italiano!!

- Allora vai tranquillo – continuò, con un palese tono ironico.

- Santo cielo, Jack, io compongo canzoni!! Le so usare le parole!! Anzi, se vogliono curo anche le sillabe, le assonanze, le consonanze…

- Dài, Jè, lo senti come parla… Se non è secchione lui… - lo prese in giro il bassista.

- Il Nicky c’ha ragione… Secchia!! – Ale gli lanciò addosso lo strofinaccio con cui stava pulendo i tasti della pianola.

- Crepate tutti!! – rispose Matt, rilanciando al proprietario lo straccio.

- Se penso che potevo esser fuori anch’io adesso… - si lagnò Jack, strimpellando note a caso su una chitarra vissuta.

- Pirla che ti sei fatto bocciare… - sentenziò Matt.

- Ma credi che me la sia cercata?? E’ che… -

- Jack, ripigliati le bacchette e molla giù la tua vecchia chitarra che iniziamo a provare – gli accordi del basso di Nick si stavano già diffondendo lenti e ovattati.

- Continuo a non capire perché proprio io ho dovuto sacrificare la chitarra per la batteria…

- Eri l’unico che la sapeva suonare… Così impari a farti il conservatorio quando andavo solo alle elementari!! – lo canzonò Matt, mentre si alzava e si piazzava davanti al microfono.

Era tardo pomeriggio, e i grandi lampadari al neon della sala prove non erano ancora stati accesi. Fuori dai finestroni pareva una serata qualunque…

- Questa è dedicata solo a te, Matt… - lo prese in giro Ale, mentre dai tasti della sua pianola partivano delle note fin troppo conosciute in quegli ultimi mesi…

 

 

Come pini di Roma

la vita non li spezza

questa notte è ancora nostra

 

Nadia si buttò all’indietro sul suo letto.

- Sono morta… - biascicò.

- Sei tu che sei voluta andare in piscina il giorno prima degli esami… - sentenziò Jean sedendosi al contrario sulla sedia mobile della scrivania.

- Tutti raccomandano di fare cose divertenti il giorno prima di un esame…

- Veramente tutti raccomandano di non studiare il giorno prima che è inutile…

Silenzio.

- Nadia? Ti sei addormentata?

- Ma và! Te l’ho detto… Sono stanchissima… E se domani non mi sveglio? – chiese all’improvviso scattando seduta.

- Tu? All’alba sarai in piedi, stai tranquilla…

Tornò a buttarsi sul letto. Sospirò, e poi iniziò a ridacchiare. Si girò su un fianco per poter vedere Jean.

- Ti rendi conto che tocca anche a noi? Che quando al tg parlano di chissà quanti alunni, parlano anche di noi? Di me e di te? E’ il nostro momento!! Che strano… Tocca a noi – ripeté.

- Bhè… E’ poi un esame…

Nadia sollevò di nuovo, restando lo stesso mezza su un fianco, per poter parlare più comodamente. E Jean non poté non notare le cosce lasciate scoperte dal vestitino bianco.

- Sì, ma è il nostro trampolino!! Cioè, mi spiego… Non so… Siamo nella leggenda! E’ come se finalmente anche a noi toccasse qualcosa che hanno passato tutti, che condividono tutti… Non so… E’ come essere i protagonisti assoluti della scena… Capisci?

- Forse… - sorrise Jean. A lei e ai suoi ragionamenti assurdi di quando è serena e rilassata. Di quando è con lui.

- Domani inizieremo la maturità… - disse quasi a se stessa – Domani… Ma per adesso siamo ancora dei pivellini, giusto? Dei mocciosi, dei ragazzini…

- Per una notte ancora.

- Per una notte.

Iniziarono a ridacchiare. Nessun doppio senso, nessuna malizia. Solo la strana sensazione di chi sta per fare un salto, di chi sta per chiudere una piccola porta per spalancare un portone.

Ma ha ancora un po’ di tempo per giocare, per godersi la sicurezza del mondo custodito da quella piccola porta.

E qualcosa dentro non riesce a stare buono.

Come delle farfalle nello stomaco.

O forse quella era solo la fame?

- Pizza? - chiese Nadia, una volta calmatosi.

- Pizza! – confermò Jean, alzandosi dalla sedia per andare a ordinare.

Nadia tornò a sdraiarsi sul letto ridendo. Urlò, per farsi sentire anche nell’altra stanza.

- Sono stanca… Ho la stupidera!!!

 

 

Ma come fanno le segretarie con gli occhiali

a farsi sposare dagli avvocati?

 

- E queste sono le ultime pratiche… Ha bisogno di altro?

- No, può andare… - la segretaria fece per guadagnare la porta del grande ufficio in legno e vetro – Ah, signorina Silvani (XD!!), la maturità è già iniziata?

- No, la telegiornale hanno detto domani…

- Ah, sì? Grazie…

- Come mai, signor avvocato…?

- Così… Ho un bel ricordo dei giorni della maturità… Ma quanti anni sono passati… Buona serata signorina, a domani!

- Buona serata signor avvocato!

E mentre lascia quel bell’ufficio sui suoi tacchetti sottili, non può far a meno di pensare a che bell’uomo è il suo superiore… Chissà quante chances aveva… Si guardò nel riflesso di una vaso di vetro. Bhè, diverse…

E intanto migliaia di ragazzi stavano assaporando gli ultimi attimi di un qualcosa

Per il resto del mondo, in fondo, è una giornata qualsiasi…

 

 

Le bombe delle sei non fanno male

è solo il giorno che muore

è solo il giorno che muore

 

Sana si stiracchiò sul divano. La pendola dell’ingresso batté le sei, facendola sobbalzare.

- Meno quattordici ore… - bisbigliò.

- Ciao! Non stai studiando??

Sana fece un salto sul divano, urlando come un ossesso per quell’improvvisata.

- Funny, mi ci vuoi far arrivare allo scritto o no?

- Bhè, sai, credevo che ti avrei fatto un favore freddandoti senza farti soffrire… - la prese in giro.

- Ti ammazzo… - fu la risposta tra i denti – Non ti ho sentita entrare…

- Mi sa che mi ha coperto la pendola…

- Dannato affare… – di nuovo tra i denti…

Funny si accomodò sul divano accanto all’amica.

- Sei pronta?

- Bho… Oggi però non ho studiato… Tanto, per qualche valeva… Sta mattina ho dato un occhio a matematica per la prova di dopodomani… Ma mi è venuto mal di testa e ho mollato!!! – rispose candida.

- Ma perché hai fatto lo scientifico??

- Scusa, mi ci vedi a parlare lingue, tradurre greco, o disegnare??

- C’era il socio-psico-pedagogico… Chi non sa cosa fare in genere va lì… (non è vero è.é!! ndV) In fondo è completo… (ah, ok… ^.^ ndV)

Sana fece spallucce.

- Non è che mi ci veda un granché coi bambini…

- Mica fai per forza la maestra… E poi tanto il lavoro ce l’hai no? Tua madre tiha fatto fare il diploma per non lasciarti ignorante come una capra, no?

- Bèèè… - belò – Grazie Funny, è bellissimo parlare con te… Comunque, ormai, mi pare tardi per tornare indietro…

- Già…

Silenzio. Forse a pensare ai cinque anni appena trascorsi, forse a pensare che sarebbe stato meglio fare un altro indirizzo. O forse a pensare che è il caso di rifarsi lo smalto…

- Herick ha l’allenamento, giusto??

- Sì…

- Lo andiamo a prendere e poi gelato??

- Eh?

Funny scattò in piedi, prendendole la mano.

- Dài!! Oggi non sei uscita, no?? Ti ho vista connessa tutto il tempo su msn… Dài, è una serata così bella.

Sana buttò un’occhiata fuori dalle grandi finestre. Naturalmente il sole non era ancora tramontato, ma c’era comunque la sensazione di sera.

- Massì! – esclamò alzandosi – Andiamo a prendere Herick!!

 

 

Gli esami sono vicini

e tu sei troppo lontana dalla mia stanza

tuo padre sembra Dante e tuo fratello Ariosto
stasera al solito posto, la luna sembra strana
sarà che non ti vedo da una settimana.

Tai sospirò chiudendo di botto il libro di italiano. Non credeva davvero di studiare, ma per scaramanzia aveva voluto sfogliarlo. Passandosi le mani sulla faccia a tra i capelli per svegliarsi un po’, si mise a guardare le foto appese alla parete.

Non vedeva Sora dalla fine della scuola. Dieci giorni. Bhè, alla pizzata di classe si erano visti, certo. Ma era qualcosa di ben diverso dai loro appuntamenti. Lei si era messa a studiare fin dal primo lunedì, una secchiata dopo l’altra, ogni giorno una materia o un argomento trasversale a più discipline. Il Positivismo, il Realismo, la crisi dell’uomo nel Novecento…

A Tai invece, uscivano tutti quanti dagli occhi, a furia di leggerne e rileggerne. Avevano provato a studiare insieme, i primi giorni. Ma quando il ragazzo aveva capito che le intenzione della sua ragazza prevedevano di condensare in un giorno quello che lui avrebbe diluito in una settimana, credette fosse il caso di prendere una strada diversa nello studio.

Perfettamente nel suo stile, lento e indolente aveva ripassato il programma. E perfettamente nel suo stile non aveva fatto in tempo a finirlo. Al diavolo, che andasse come doveva andare! Tanto era già bollato al sessanta, poteva solo sperare di racimolare qualche punto in più nell’orale…

Ormai era sera inoltrata, la luna si intravedeva già dalla finestra, benché il cielo fosse più chiaro. Non ci aveva mai fatto caso, in quei gironi passati alla scrivania… Eppure doveva essere sempre stata lì. Non è che la luna prende e fa giri strani solo perché a lui, povero scemo, manca la ragazza! Una luna quasi evanescente nell’azzurrognolo della sera. Strana, perché uno è abituato a vederla al buio, mica all’ora di cena!!

O forse perché, dopo tanti mesi insieme, la stava guardando da solo.

Dio, quanto le mancava…

Al diavolo tutto!!

Scattò in piedi, non ne poteva più: sarebbe andato a trovarla!!

E se stava studiando, fatti suoi, avrebbe smesso!! Tanto, non è quello che fai il giorno prima che cambia il tuo esame… Lo sapeva perfino lui!!

 

 

Maturità, ti avessi preso prima
le mie mani sul tuo seno

è fitto il tuo mistero
il tuo peccato è originale come i tuoi calzoni americani
non fermare ti prego le mie mani
sulle tue cosce tese chiuse come le chiese
quando ti vuoi confessare

Sora stava per esplodere! Che finisse in fretta quel periodo perché non ne poteva più!!! Voleva stendersi al sole, andare in piscina – dannazione a Nadia! - , leggere, guardare la tele, uscire in piazza la sera…! E invece era ossessionata dagli esami, dall’arrivare davanti alla commissione con la testa vuota… Di positivo c’era solo l’esser riuscita a comprimere in pochi ed essenziali concetti gli argomenti di inizio anno e l’essersi accorta di ricordarsi alla perfezione gli ultimi. Però l’ansia di non riguardare ogni singolo dettaglio contro ogni possibile domanda era troppo grande!

Nel bel mezzo dei suoi scleri, suonarono alla porta.

Aprì con gesti bruschi, dettati dalla sua frustrazione.

Era Tai. Con un pacchetto del fast-food lì vicino in mano.

- Non dirmi che stavi studiando!! – esclamò subito, e poi, senza aspettar risposta – Hai fame?

- No, non stavi studiando… E ho fame!! - esclamò – Ma ti prego, portami via di qui!!! Usciamo, usciamo, usciamo!! – era già sul pianerottolo, a chiudersi la porta alle spalle, senza preoccuparsi di tira su la borsa, le chiavi o il cellulare.

- Non dirmi che stavi studiando!! – ripeté, questa volta curioso della risposta, data la reazione non propriamente normale!

- No… Sta mattina sono stata a fare un giro al centro commerciale con mia mamma… Mi ha preso un porta fortuna – e gli mostrò il ciondolino a forma di margherita che portava al collo – Poi ho pranzato fuori con Mimi… E adesso stavo disegnando qualche bozzetto…

- Ah, meno male… - rispose, sinceramente sollevato. L’unico idiota che aveva toccato un libro, comunque, pareva restare solo lui.

Ormai erano fuori dalla palazzina, e si stavano dirigendo al parco del quartiere.

- Come vorrei che fosse già tutto finito! – esclamò ad un certo punto Tai.

- Dillo a me… Era quello a cui stavo pensando quando sei arrivato!

- E’ un segno del destino: io ti salverò dagli esami!!

Sora scoppiò a ridere.

- Scemo… Dai, mettiamoci qua…

Seduti sulla spalliera di una panchina, iniziarono a scartare gli hamburger, guardando placidi la gente che passava, chiacchierando di sciocchezze.

Era tanto che non passavano un po’ di tempo insieme, così, senza fare nulla, ma facendo tutto… Erano stati amici, prima che amanti: un vago senso cameratesco continuava a sopravvivere tra di loro.

Gli hamburger e le patatine finirono troppo presto, in quella strana e surreale serata.

- Che facciamo? – chiese Sora a un Tai di ritorno dalla spazzatura. Lui sorrise malizioso.

- Te le devo anche spiegare, certe cose? – la prese in giro,mentre si metteva in ginocchio sulla panchina, fra le gambe di lei ancora seduta sulla spalliera.

- Mi hai adescato con del cibo, solo per quello, allora!! – continuò la farsa.

- Certo, i ragazzi pensano solo a quello… - si avvicinò a lei per baciarla.

- Scemo… - bisbigliò a un soffio dalle sue labbra.

- Andiamo da te? – chiese lui, interrompendo giusto per un poco il loro bacio. Le mani ancora intorno alle sue gambe, credeva di sentire il calore della sua pelle sotto il tessuto ruvido dei jeans.

- Mi distrai… - si lagnò Sora.

- Andiamo da te? – ripeté lui, sorridendo alle sue lamentele.

- No, c’è mia mamma… Ma da te non c’è ancora nessuno, no?

- Ingenui… Mi hanno lasciato la casa per farmi stare tranquillo prima dell’esame… - confermò – Ma solo per la sera: tornano fra qualche ora.

- Nessun problema, volevo andare a letto presto…

- Non preoccuparti… Ti riporto a casa presto…

- Ma che bravo bambino… - lo canzonò con una voce sciocca.

- Allora andiamo? – chiese alzandosi e prendendole la mano.

- Andiamo! – confermò saltando giù dalla panchina.

- Però potevi restare a dormire da me!!

- Ma credi che dormiremmo se resto da te??

- Bhè, non è che si possa andare avanti una notte intera…

- Scemo!!! Intendo parlare, chiacchierare, giocare con la play…

- Sì-sì…

- Davvero!!

- Urca!!

- E non ci credere allora!!!

E fingendosi offesa, lo seguì docile fino a casa sua, continuando per gioco quel finto litigio.

E se anche era della convinzione che lasciarsi andare fra di loro prima di un esame fosse un’idea assolutamente cretina, non pensò proprio di fermarlo: gli era mancata, lo poteva sentire nel tocco delle sue mani.

Sperava che anche lui lo capisse come aveva capito lei le sue sensazioni.

Capisse che anche lui era mancato a lei.

 

 

Notte prima degli esami, notte di polizia
certo qualcuno te lo sei portato via
Notte di mamma e di papà col biberon in mano
notte di nonne alla finestra

ma questa notte è ancora nostra

Goku aveva piantato i gomiti sul davanzale della finestra della sua camera, e scrutava la notte fresca di fine primavera. Praticamente era già estate.

Era appena passata una automobile della polizia, da qualche parte, in una delle strade lì sotto la sirena si era fatta sentire. Chissà che si poteva ammattire per la maturità. Bhè, se era possibile, lui sarebbe stato il prossimo.

Aveva la bruttissima sensazione di essere alla fine di tutto, che dopo l’esame nulla sarebbe stato come prima. E non gli piaceva.

Cambiavano troppe cose, troppe situazioni, gli toccava prendersi delle responsabilità e diventare autonomo. E non gli piaceva.

Non era in grado di essere autosufficiente. Altrimenti non si sarebbe attaccato, con i denti e con le unghie a Sanzo.

Del resto, se avesse fallito gli esami che lo aspettavano, avrebbe deluso Sanzo, e nemmeno questo gli piaceva.

Già era “fuori corso”, come diceva educatamente Hakkai, qualche anno, ci mancava solo dover ripetere tutto. E poi Gojyo lo avrebbe sfottuto fino alla morte. Proprio lui, poi, che aveva solo la terza media!!

Però non voleva chiudere con quel mondo a lui tanto famigliare, caro e sicuro. L’idea che se avesse frequentato fin dall’età giusta il liceo, sarebbe già stato fuori, non lo rincuorava affatto. Anzi, gli faceva nascere l’idea di poter essere liceale a vita…

Chissà quanta gente là fuori sapeva quale dramma si stava consumando in quella piccola stanza. Chissà se fra qualche anno, lui, si sarebbe ricordato di quella notte e delle sue paure.

Strizzò forte gli occhi e scosse violentemente la testa. Volente o nolente l’indomani sarebbe entrato a scuola per fare un tema. Poteva farcela, anche se non voleva. Non poteva non farcela, anche se avrebbe preferito.

Sospirò.

Un pianto di un bambino prese a echeggiare nella notte, molto più sottile della sirena delle polizia di poco prima. Quanti anni mancavano a quel bambino, prima di dover crescere, di dover maturare! Nella palazzina di fronte c’era la solita vecchina che spiava per la strada deserta. E per contrasto, quanti anni erano passati dal suo esame, dal momento – scolastico o no – in cui aveva capito di dover diventare grande.

Sentì il campanello, la porta aprirsi, delle voci e Sanzo che urlava:

- Scimmia, sta arrivando un tuo simile!!

Non fece in tempo a voltarsi che Lirin era già in camera sua, a urlare:

- Pizza??

- Eh? – chiese Goku spaesato.

- La sorellina Yaone ne ha fatta un sacco, per festeggiare che domani ho l’esame, e mi ha detto di portarvene un po’!! E’ tutto in cucina… - vedendo che Goku non reagiva, disse, sconsolata – Hai già mangiato…?

- Sì… Ma fa niente, perla pizza c’è sempre posto!! – esclamò entusiasta.

- Scimmie, venite qui a mangiare che si fredda: il nostro forno non è abbastanza grande per scaldarla tutta. Lirin, come diavolo hai fatto a portala a mano??

- Pizza, pizza pizza!!! – urlando come un bambino, Goku arrivò in cucina, seguito a ruota da Lirin.

Si lanciarono su quello spuntino di mezzanotte anticipato, e anche Sanzo sembrò più sereno rispetto alla cena – Goku non immaginava certo che si stesse preoccupando per la sua apatia…

Yaone non si era smentita: sembrava quasi che avesse cucinato Hakkai…

In breve, il baccano o il profumo della pizza richiamò dall’appartamento di fianco anche Gojyo e Hakkai; fu invitato a salire anche Kougaiji che aveva accompagnato la sorellina e aspettava di sotto. Alla fine, per un motivo o l’altro chiamarono anche Yaone e Dokugakuji. La pizza sembrava non finire mai, forse perché chi era al bis – a parte Lirin – preferì non abbondare, forse perché era solo un pretesto per fare casino.

In fondo, queste cose non sarebbero mai cambiate: la pizza, le notti d’estate, il mangiare tutti insieme ad orari assurdi…

Sarebbero cambiate altre cose, ma per ora gli restava ancora una lunga notte tutta dedicata a loro che no erano ancora cresciuti…

 

 

Notte di giovani attori, di pizze fredde e di calzoni
notte di sogni, di coppe e di campioni

- Pronto Sam?

- Mi pigli per il culo? – le chiese spaparanzato sul divano, senza mezzi termini. La tele andava su programmi a casaccio.

Chibiusa di sedette mollemente sulla poltrona.

- Non lo sei?

- Ci ho messo giù, il pensiero: ho dato un occhio a un paio di cose, ma non mi sta in testa nulla… (bene, Tai non è l’unico pirla) Però ho sistemato i fogli con gli appunti… Adesso c’è un po’ meno casino sulla scrivania…

- Uhh… Immagino…

- Ehi, sono maturando, ho il diritto di prendermi i miei spazi!!

- E l’anno prossimo tocca a me!!

- Stai tranquilla, un anno è lungo… Tipo, prendi un anno fa: Eravamo qui a festeggiare i campioni del mondo!!! – a quel punto si fece prendere dalla nostalgia mista all’entusiasmo – Quattro… Ti rendi conto, quattro… - bisbigliò, quasi fosse qualcosa di troppo importante da sbattere ai quattro venti… - Ecco, la maturità mi sarebbe piaciuto farla l’anno scorso, e dire ai miei nipoti: “Ho fatto la maturità l’estate in cui l’Italia ha vinto i mondiali”… Ah, che soddisfazione… Campioni del mondo, ti rendi conto??

- Certo che me ne rendo conto: ero di fianco a te quando abbiamo girato le strade in piedi sui motorini a sventolare il tricolore… Dico, si poteva are una cosa più cretina e pericolosa??

- Sinceramente, penso di sì.. Vuoi una lista?

- No, e comunque sei diventato maggiorenne quell’anno, no?

- Sì, è vero, mi posso accontentare…

Suonarono al campanello. Si sentì la voce della signora Tzukino che faceva accomodare qualcuno. La voce chiassosa di Sana riempì in breve il salotto.

- Mi sento come prima di una recita!

- Ma qualcuno ti ha chiesto qualcosa? Ciao Herick, ciao Funny…

- Carino come sempre… E noi che volevamo invitarvi fuori a mangiare qualcosa…

- Alle nove e mezza??

- Vengo anch’io!! – esclamò Chibiusa.

- Passiamo in un fast-food, facciamo una passeggiata e siamo indietro per le dieci e mezza o undici… - spiegò Funny.

- Dài, si può fare… - scodinzolò Chibiusa.

- Ma cecc’entri tu?? Ok, si può fare… Vale come rito scaramantico per domani??

Funny fece spallucce:

- Ultimo atto di libertà prima della nostra morte sociale?

- Ok, ci sto!

- Passiamo a chiamare anche Ottavia? E’ sulla vostra stessa barca… - insisté Chibiusa.

- Perché ho l’idea che tu verrai comunque anche se ti legassi in bagno? – chiese, retoricamente, Sam.

- Non saprei… - disse innocentemente Chibiusa, mentre già prendevano la porta – Zia, usciamo un pochino!!! – avvertì la ragazza.

- Non fate tardi! – la raccomandazione giunse dalla cucina – Che domani Sam deve essere riposato!

- Sì, mamma!

- Arrivederci signora! – urlò Sana.

- In culo alla balena ragazzi!! – urlò Bunny dalla sua stanza al piano di sopra.

- Speriamo che non caghi!! – risposero a una voce sole mentre uscivano nella notte.

 

L’aria sul terrazzo non era fredda, e le stelle sembravano più luminose del solito.

- Se sopravvivo agli esami voglio fare giornalismo.

- Non avevi già deciso?

- Sì, ma non l’avevo mai visto come qualcosa di realmente realizzabile come ora…

- A me basta uscire dignitosamente dall’esame… Poi vedrò…

- Bhè, hai poi qualche mese… Mi passi il cartone con la pizza?

- Tieni… Sì, ma sanno essere molto lunghi i mesi…

- Che aria saggia…

Silenzio.

- Jean?

- Mhm?

- Anche se io finirò a giornalismo e tu chissà dove… Saremo ancora insieme, no?

Lui si voltò a guardarla nella notte. Nadia stava fissando il cielo, con una sguardo perso oltre quel mare di stelle. Tornò a guardarlo anche lui.

- Insieme – confermò – come fin ora!

La sentì sorridere, benché non avesse prodotto nessun rumore.

- Però non voglio essere “chissà dove”!!

- Allora… A scienze meccaniche!! – propose, nemmeno sicura che un corse del genere esistesse all’università.

- Forse… - sorrise – Ma è certo che basterà entrare in casa per trovarmi.

Sentì la mano di lei cercare la sua. Continuò a guardare le stelle, così come era sicuro stava facendo anche lei.

Le stelle e i loro sogni.

 

 

Notte di lacrime e preghiere
la matematica non sarà mai il mio mestiere

 

Era scoppiata a piangere. Non ce l’aveva fatta. Era tesa, e non era riuscita a sopportare la tensione. E ora era lì, in cucina, in lacrime, con le ragazze a provare a consolarla come una bambina piccola.

Sylvia le accarezzava il braccio, seduta accanto a lei, provando in tutti i modi di calmarla. Milena stava dall’altro lato del tavolo, sostenendo tutto quello che diceva Sylvia e aggiungendo gli intercalari dolci con cui era solita chiamarla. Heles stava in piedi in un angolo, troppo imbarazzata per dirle qualcosa di carino, ma anche impaziente di trovare le parole giuste.

Lei, raggomitolata sulla sedia, ad abbracciarsi le gambe e a nascondere la testa controre ginocchia.

- Dài, Ottavia… Lo sai benissimo quanto vali, e sai benissimo come funzionerà l’esame domani. Ne hai fatte di simulazioni… E poi hai lavorato per ben cinque anni!! Addirittura, quando davi una mano a qualcuno, quella persona riusciva a cavarsela! Guarda come hai tirato Goku!! Meglio di così: se sai insegnare qualcosa allora davvero la padroneggi!!

- Non lo so cos’è… Non lo so cos’ho… - piagnucolò tra i singhiozzi.

- Andiamo, Ottavia, non è mai morto nessuno!!

- Non dirmi che l’hai fatta, perché so benissimo che non è vero!!

- Effettivamente ero impegnata a vagare qua e là nel tempo, ma Heles e Milena, sì, e sono ancora qui, l’hanno superata con successo e anche loro ti dicono che non crolla mica il mondo!

- Dài, amore! Stai tranquilla… E’ il momento in cui raccogli quello che hai seminato… Devi solo, con pazienza, cogliere certi i frutti da piantine ben precise… - incoraggiò Milena.

- E poi, vuoi sentirtela dire tutta? Non ci interessa con che punteggio esci, abbiamo visto come hai lavorato e siamo tutte orgogliose di te, per la tua serietà e la tua dedizione… - riprese Sylvia.

- Non è quello…

- Allora a maggior ragione devi esser serena! Tesoro, se sei davvero così matura da non pensare al voto, allora la maturità e già tua!!

Nemmeno la logica di Milena sembrarono calmarla.

Heles si sedette al tavolo, accanto a Milena.

- Ti va di fare un giro? Prendere un po’ d’aria, così magari ti schiarisci le idee…

Ottavia annuì, ma senza smettere di piangere e continuando ad affondare la testa contro le gambe.

- Quanto mai ho aperto i libri… - piagnucolò.

- Ma amore, nessuno ha la lucidità per studiare il girono prima! Perché secondo te io prendo il sole o vado in piscina prima di un esame?? E dire che ormai ne ho fatti un sacco…!

Sollevò il visetto con gli occhi lucidi e rossi.

- Ho solo dato un occhio a due cose di arte per curiosità e subito mi è venuto il panico perché non mi tornavano due particolari…

- A maggior ragione, per due particolari… Sono quelle cose che ti vengono solo al momento della domanda, con la prontezza che ti dà l’urgenza di dover rispondere!! – Sylvia aveva calcato di più le carezze quando le aveva visto gli occhi.

- Dài, preparati che ti porto a fare un giro con l’auto!!

- Mi porti al belvedere?

- Anche al mare, se vuoi!!

Ottavia sorrise.

- Ok! Grazie!!

- Corri!! – rispose Heles. Nulla la imbarazzava di più delle dimostrazioni di affetto.

Un po’ intrizzita dalla posizione, Ottavia si diresse in camera sua.

Pochi minuti dopo, mentre stavano ancora commentando la crisi di Ottavia, suonò il citofono. Rispose Sylvia: era Chibiusa, con Sam e alcuni compagni di classe.

- Ottavia, c’è una sorpresa!! – urlò Sylvia appena aprì la porta dell’appartamento.

- Meglio del belvedere! – rincarò Heles.

Ottavia sbucò dalla sua stanza, con gli occhi ancora arrossati, e appena vide Chibiusa le corse incontro per abbracciarla.

- Che bello vedervi!!

- Vieni con noi al fast-food?? Per le undici sei indietro!!

Ottavia si voltò verso le ragazze.

- Poss… - non finì nemmeno la parola.

- Corri! – le risposero in coro. E come una fionda tornò in camera a finire di sistemarsi.

- Tiratela su di morale, è un po’ in crisi… - spiegò Sylvia ai ragazzi; Sam era appena entrato, mentre gli altri ancora indugiavano sulla porta.

- Io ho creduto di avere una reazione simile per matematica, l’altro giorno… - raccontò Sam.

- Non lo dire a me… - sbottò Sana dalla porta.

- Non ci resta che pregare… - riprese Sam.

- Pronta! – esclamò Ottavia, quasi sbucando dal nulla.

Saltando chiassosamente, uscirono ridendo dalla porta.

- Pregare per non perdersi fra amici dopo il liceo… - precisò Sylvia, mentre rientrava in cucina con Milena ed Heles.

 

 

E gli aerei volano in alto tra New York e Mosca
ma questa notte è ancora nostra

Claudia non tremare
non ti posso far male

se l'amore è amore

- Look mum!! There are many lights over there!!

- Sit down, Cindy, please... Don’t make a noise...

E fra una di quelle lucine che si potevano vedere di notte da un aereo straniero, ce n’era una, particolarmente dolce e soffusa, che usciva attenta da una stanza.

- Hai freddo?

- No… - si strinse di più a lui.

- Tremavi…

- Non so, è qualcosa che mi è venuto da dentro… Un po’ come la prima volta.

- La prima volta di che.

- Fra noi, scemo!!

Silenzio.

- Vuoi un disegnino?

- Mannò, ho capito! Perché?

- Perché ho il dubbio che tu non abbia capito?

- No, perché è come la prima volta.

- Non so… Credo sia connesso alle “grandi cose”…

Tai prese a ridere, tentando di trattenersi e non riuscendoci.

- Se un coglione! Se hai preso il doppio senso sei un grandissimo coglione!!

- Ok, sto serio, dimmi!

- No, con te non si può parlare!

- Dài… Però si può fare altro!

- Cretino!

- Visto che pensi tu male? Io intendevo parlare, chiacchierare, giocare con la play… - le fece il verso.

- Crepa!! – ma già si sentiva nella voce che rideva.

Silenzio, rotto solo dalle risatine di entrambi.

- E’ come se stessimo per dichiarare che siamo diventati grandi. E la cosa mi fa effetto… Sta notte, finisce un capitolo della nostra vita.

- Ma ne inizia un altro.

- Già…

- E comunque, l’alba non è ancora arrivata… Questa notte ancora nostra…

Si accoccolò di nuovo contro di lui, sotto le lenzuola bianche del suo letto.

Ancora silenzio.

- Però ci sei anche tu. Sono più tranquilla… se siamo insieme…

- Meno male – le rispose. Meno male che ti posso essere utile. Meno male che posso fare qualcosa di bello per te, come tu per me. Meno male che ci sei.

- Ti amo Tai…

- Anch’io ti amo, Sora… Tantissimo…

 

 

*

 

 

Si accendono le luci qui sul palco
ma quanti amici intorno

che mi viene voglia di cantare

- Oh!

- Eeh…?

- Matt, c’hai mica il ritrovo domani? Tipo “tutti insieme appassionatamente dieci anni dopo”?

- Sì, ci troviamo con gli ex-compagni del liceo, perché?

- Così… Mi è venuto in mente che ce l’avevi detto… Ma non mi ricordavo quando era… Mi piacciono queste cose sentimentali!

- Massentilo, il nostro Jé!! – lo prese in giro Nick, mentre accordava il suo fedele basso.

- Scoppia!! – gli augurò – Certo che ti fai un bel pieno di emozioni tra sta sera e domani sera… Almeno, per me sarebbe così…

- Diciamo che non mi lamento… - commentò Matt.

Ale entrò di corsa nella stanza.

- Preparatevi, anche psicologicamente… Tra cinque minuti tocca a noi!!!

- Tutta la serata toccherà a noi, finalmente!!! – considerò Nick.

- Scusate l’abitudine.

Matt si tirò in piedi:

- Oddio… Ma ti pare che a ventinove anni mi devono tremare le gambe prima di salire su un palco!!

- Ehi, è la nostra serata di gloria!!! – esclamò Nick.

Col cuore ovunque tranne che in mezzo ai polmoni – posto dove doveva stare, come dieci anni prima Matt aveva studiato – salirono sul palco.

Si sarebbero dovuti trovare quella sera, tutte le quinte del suo vecchio liceo, dieci anni dopo, cresciuto, cambiati. Forse qualcuno addirittura con dei figli, molti già laureati da un pezzo, alcuni ancora laureandi, altri con carriere alternative… Come la sua, anche se la laurea aveva preferito prenderla lo sesso.

Ma il suo grandioso debutto, e della sua band, come professionisti aveva ritardato di un giorno l’incontro, alla sera dell’anniversario della loro prima prova.

Eppure, qualcuno non aveva rinunciato a passare di nuovo quella notte tutti insieme. Questa volta anche fisicamente, oltre che idealmente, tutti loro di quell’antica compagnia.

L’avevano avvisato della loro presenza, ma vederli davvero lì, tra le prime file, come se dieci anni non fossero mai passati, per Matt – come per loro – fu davvero l’emozione più forte.

Le luci, la musica, l’autentica voglia di cantare, oltre il fatto di essere lì apposta per quello.

Uguali e diversi a tanto tempo prima.

Come se dieci anni non fossero mai passati.

 

 

Forse cambiati, certo un po' diversi
ma con la voglia ancora di cambiare

 

Un’altra notte prima degli esami.

 

 

Se l'amore è amore…

 

Se è anche amicizia…

 

 

 

 

@@@@

 

BHA! BUBBOLE!!!

 

Ed ecco a voi la prima fic che pubblico sia su manga.it che su efp!!! Che emozione!!! Bhè, veramente su manga.it ho pubblicato due ore e mezza fa… E’ che volevo mantenere lo stesso ordine di pubblicazione che su manga.it, ma tanto qui ho saltato proprio la fic “Holiday” (a suo modo collegata a questa…) perché l’avevo slavata in un’altra cartella… (non l’avevo più spostata… ) Ooops!! Quindi, salta comuque tutto ^^”…

Già che ci sono ringrazio infinitamente la fedelissima Hinata, che ha commentato poco fa su manga.it ^_^!!!

E, in via del tutto eccezionale, vi ripropino pari pari (o quasi) lo sclero!!! (Meno male… meno spreco di neuroni!!!)

 

E ho finitooo!!! Ci ho messo tutto un pomeriggio!! Olè!! Credevo di metterci meno, di dedicarmi anche a qualcos’altro in questo mio pomeriggio prima degli esami… E invece no. Pazienza: in fondo in questa fanfic ci ho messo tutti i miei sentimenti, tutto quello che provo… alcuni esagerati, altri approfonditi… altri solo immaginati!!! In fondo non mi posso lamentare: una diario lungo un pomeriggio… Cosa c’è di meglio per una sentimentale come me??

Fa specie che questi momenti non torneranno più… Ammenoché non mi faccia bocciare… Eee direi proprio di no… =P

 

Come singfic sono contenta di come sia venuta… Ispirata a una canzone, ma non troppo aderente al testo… Posso dirla la migliore che ho fatto fin ora?? (Venditti mi sta sulle balle, ma per noi ormai questa canzone è una colonna sonora…) Mi sono voluta ispirare, per i personaggi, alla struttura originale di “Holiday”, una ff che scrissi alla fine della terza per “celebrare la fine della scuola” (cioè un degenero…=P)!! Ovvero: semplificazione al massimo: scuola, orari, materie, licei, vita quotidiana come la nostra, in Italia, ma con dei personaggi che amo!! (E che non mi sono sbattuta a inventare… =P)

Ah, sì… (che poi non si sa mai, meglio scrivere i disclaimers…)

 

Discalimers:

La canzone Notte prima degli esami è interpretata da Antonello Venditti.

I Manga e Anime citati sono: Digimon, Il mistero della pietra azzurra, Sailor Moon (^_^), Saiyuki, Rossana (Il giocattolo dei bambini) e appartengono ai rispettivi autori.

Credo di non aver dimenticato nessuno… Ah, ecco:

La signorina Silvani è presa in prestito come nome dalla saga di Fantozzi… Per fortuna (come ho precisato nella ff) non ha nulla a che spartire con lei: qui è un essere umano normale ^_^ =P!!!

Che bello, ho fatto dei Disclaimers!! E sono pure stata lineare nelle mie BUBBOLE!!! Strano…

 

Per sta sera (ma andava bene anche oggi pome nei miei piani…) volevo fare qualcosa di unico e glorioso… Ma pare che, per un motivo o per l’altro, il destino mi sia avverso!!!

Poco male… Resta comunque la mia notte prima degli esami!!

 

Ritiro tutto c’è il FESTIVALBAR!!! Fa troppo estate!!! E poi è una pietra miliare della mia vita!!!

 

In Bocca Al Lupo!!!

 

 

 

E…

 

In Culo Alla Balena!!!!

   
 
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