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Autore: WestboundSign_    02/12/2012    4 recensioni
Frank Iero in un'intervista ha fatto sapere a noi fan pervertiti che ha dato il suo primo bacio in una dark room, ad un componente del gruppo.
HEHEHEHE *pervert face*, Frank, chi sarà mai questo misterioso uomo?
...una fanfiction banale. c:
Genere: Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Prime esperienze.'
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 Non ho mai amato le feste. Non c’è un motivo preciso, non ho mai avuto episodi scioccanti né niente, solo, è così.
Probabilmente è per il fatto che sono sociopatico e l’idea di muovermi come un non-so-che-cosa in mezzo ad un centinaio di persone ubriache non mi alletta molto. Soprattutto, la musica fa cagare.
Beh, lo sanno tutti che il pogo e i balli da discoteca sono due cose completamente diverse – in ogni caso pogo a vita!
Dicevo, non amo le feste. Eppure stasera parteciperò ad un party. Non so come Ray abbia fatto a convincermi, di sicuro ero fatto (cosa molto probabile, ehm…).
Sospiro. Mi annoierò così tanto!
Infilo la giacca e i guanti, entrambi di pelle. Non so come ci si debba vestire ad una festa, io comunque sono come sempre: Converse, jeans, maglietta, felpa, tutto nero.
Sono uno schianto.
Sì come no.
Oh, ma che cazzo me ne frega? Non ho bisogno di piacere a nessuno, io.
A scuola non sono molto popolare, voglio dire, sì, non faccio parte di nessun gruppo, tipo… “sfigati”, secchioni, fighi… ecco, niente di tutto ciò.
Sono sociopatico, non ho amici (escludendo Ray), non sono notato… la mia vita va alla grande, devo dire!
-Frank! C’è Ray!
Oh Gesù. Prendo le sigarette che avevo nascosto sulla libreria e scendo.
-Ciao mamma.
-A che ore torni?
Roteo gli occhi. –Non so, sto da Ray…?
Silenzio.
-Dai, ho quindici anni!
Mi guarda negli occhi e sorrido in modo di essere il più convincente possibile.
-Okay, allora ci vediamo domani.-, mi dice freddamente.
-Sìsì, ciaoo!
Tutto pur di uscire da questa casa infernale!
Vedo Ray di fronte al cancello con la sua moto.
-Hey.
-Si parte, Iero!
-Yu-hu.-, dico, sarcastico.
-Stronzo, potevi vestirti meglio, no?
-Io sto bene così.
Rotea gli occhi. –Non cambierai mai, vero?
Gli sorrido a trentadue denti e salgo in moto.
-Allora, di chi è la festa?
-Michael Way.
-Chi?
Non ho mai sentito questo nom… ah, Michael.
Mi si rivolta lo stomaco. Michael è uno sfigatissimo nerd del cazzo accettato dalla società solo perché fratello di quel Gerard. Ah, e per i soldi, ovviamente. E non dimentichiamoci che è grazie a lui se ora Ray è considerato da tutti un po’ più figo, dato che sono diventati amici.
-Bastardo, potevi dirmelo, almeno mi risparmiavo il teatrino.
-Ti tocca, caro.
Sbuffo. Certe volte lo odio proprio tanto.
In dieci minuti siamo arrivati a casa Way.
-Porca. Puttana.
Rimango allibito alla vista dell’abnorme villa in cui abitano.
Ray mi dà una pacca sulla spalla. –Andiamo, sfigatello.
Lo seguo e appena incrociamo la prima persona assumo la mia solita aria da “vi-odio-non-rompetemi-il-cazzo”, che dissuaderebbe anche il più ben disposto ad avvicinarmi.
Suppongo siamo in ritardo, dato che sono le dieci di sera e all’ingresso c’è già una ragazza mezzo svenuta.
Che fottuto schifo.
Per guardare la tipa morente non mi accorgo che di fronte a me c’è un ragazzo e vado a sbattere contro di lui.
Mmh, iniziamo bene.
-Scusa.-, dico piano e temo non abbia sentito, il rumore della musica è troppo forte.
-Niente!-, sorride incerto guardandomi negli occhi quando alzo la testa verso di lui.
Oh, cazzo.
Non riesco a distogliere lo sguardo neanche quando Ray mi tira per un braccio.
Era… è… alto. Con gli occhi più belli che abbia mai visto; bianco come il latte, i capelli neri. Boccheggio.
-Frank! Hey! Ci sei?
Guardo Ray senza capire.
-Ti stavo presentando Michael, prima che partissi per un altro universo!
-Eh? Ah, sì.
Stringo velocemente la mano di Michael e gli concedo uno dei miei sorrisi più falsi. Che schifo, lui è così… nerd, non voglio immaginare suo fratello.
Ci addentriamo nel soggiorno, trasformato per l’occasione in mega discoteca e raggiungiamo il bancone del bar.
Mi ci vuole una birra.
-A noi!
-A noi.
Brindo con loro e ci sediamo qualche minuto, poi Michael viene richiamato da Janet, una troietta del secondo anno.
-Cosa pensi di fare adesso?
Sogghigno. –Probabilmente me ne starò qua fermo tutta la serata, a bere birra e iniettarmi cocaina nelle vene.
-Contento tu…
Gli sorrido, è così stupido a volte! –Beh, va’ a divertirti, c’è una tipa che ti sta puntando da un po’, là in fondo.
Indico un punto imprecisato della sala e Ray si alza di scatto, come in trance. –Ci vediamo dopo, Frank.-, mi comunica, senza distogliere lo sguardo dalla presunta ragazza che gli ho fatto notare.
-Ciao ciao!
Ridacchio, Ray è ignaro e innocente, come al solito. Poveretto.
Finisco la birra e ne prendo un’altra, reggo bene l’alcol, io.
A dir la verità non mi piace neanche troppo bere, è bella la sensazione di sballo totale. Che poi, se fosse per me berrei solo superalcolici, la birra è accettabile, okay, ma niente al mondo riesce ad eguagliare la sensazione di bruciore nella gola che… argh.
Una coppietta interrompe il filo dei miei pensieri buttandosi sul mio tavolo limonando.
È il momento di andare.
Percorro il perimetro della stanza stando ben lontano dalla folla per cercare l’uscita ma non faccio in tempo a raggiungerla che Ray e Michael mi bloccano.
-Brutto stronzo!
Ray mi preme l’addome con un dito.
-Che ho fatto?-, gli chiedo stupito.
-Quella non stava fissando me, idiota!
Scoppio a ridere, seguito a ruota da Michael.
Mi asciugo una lacrima. –Mi dispiaaaace, Ray!
-Sì, adesso ti faccio vedere io!
Mi solleva da terra e mi trascina di fronte ad una porta foderata di nero.
-Divertiti!
Mi butta giù e chiude. Merda.
Cerco di aprire, ma evidentemente la stanno bloccando, quei bastardi. E io che lo credevo mio amico.
‘Fanculo.
Mi guardo intorno, è completamente buio, fatta eccezione per una lampadina dalla luce fioca accanto ad una colonna.
Mi avvicino, ma inciampo in qualcosa, o qualcuno, e cado a terra.
E in quel momento capisco.
È una dark room.
Sono in una cazzo di dark room!
Devo uscire di qui, subito.
Riesco ad intravedere almeno cinque coppie di uomini, donne, gay, etero, lesbiche che stanno per scopare, sono dappertutto, cazzo.
-Hey.
Qualcuno mi ha preso per un braccio. Una scarica di adrenalina mi attraversa il corpo, deglutisco.
-Cosa vuoi?-, cerco di fare il duro.
-Anche tu qui?
È buio e non vedo un cazzo, eppure, questa voce… l’ho già sentita. Dove cazzo, dove?
-Hai mai fatto sesso con qualcuno?
Ecco, lo sapevo, è un maniaco. Uomo. Un maniaco omosessuale che mi vuole sfondare il culo!
-No!-, dico scioccato.
Silenzio.
Sento il suo odore, è buono, è dolce, sa di… fragola?
Qualcosa mi spinge a fidarmi di questo sconosciuto senza faccia.
-A dire il vero non ho neanche mai baciato qualcuno.-, aggiungo. Neanche mezzo secondo dopo averlo detto vorrei rimangiarmi le parole. Yeah, mi sono appena sputtanato per sempre. Almeno ho detto al verità, sì, io, Frank Anthony Iero, quindici anni, Newark, non ho mai baciato una persona sulle labbra. Awww.
Mi stringe a sé e sento i suoi capelli sul viso.
È molto protettivo, e dolce, diciamo.
…mi vergogno di me stesso. Da quando mi escono certe parole?
-Vuoi…?-, sussurra.
-Cosa?
Inizio a tremare e la sua stretta sulla mia schiena si fa più forte.
-Lo sai benissimo.
Mi allontano di qualche centimetro e gli passo una mano sul viso.
Ha labbra sottili, zigomi alti e un naso minuto, mentre la frangia gli ricopre metà fronte.
Anche lui fa lo stesso, mi accarezza il viso saggiandone i contorni con la punta delle dita.
Credo che fumi, si sente dall’odore di tabacco sul suo indice e sul suo medio. E c’è anche qualcos’altro, dev’essere china.
Stringo forte gli occhi. –Sì.-, sussurro flebile.
Il mio primo bacio sprecato in una dark room, alla festa di un fighetto nerd di merda, con uno sconosciuto. Molto, molto, molto ribelle.
Sento il suo respiro farsi più vicino e lentamente posa le sue labbra sulle mie.
Una scarica mi attraversa tutto il corpo, anche se lui si stacca quasi subito.
-Com’era?-, mi chiede, con un tono un po’ preoccupato.
Non rispondo e lo bacio ancora; stavolta però lui inizia ad aprire le labbra e io lo seguo, è un po’ come nei film, ma molto più bello.
Mi aggrappo alla sua schiena, ai suoi capelli, è bellissimo, è come se non fossimo più qui, in mezzo a coppie di drogati e ubriachi, ma su, nell’universo, a Valhalla, dove cazzo vogliamo.
-Hey, Michael sta aprendo i regali.
Una voce frettolosa interrompe il nostro momento e torniamo sulla terra, mentre dalla porta filtra un po’ di luce.
Mi stacco e nascondo la testa sul suo petto per non farmi vedere. Non voglio che lui sappia che Frank Pansy Iero non aveva mai baciato qualcuno prima d’oggi.
Mi alza il viso con una mano, le luci sono di nuovo calate.
-Devo andare.-, sussurra.
Mi dà un ultimo bacio e poi si allontana, lasciandomi solo, con il sapore delle sue labbra ancora sulle mie.
Dopo qualche secondo esco anch’io.
Quasi tutti ora sono di fianco al bancone, intorno a Michael, entusiasta.
C’è anche il tipo contro il quale ero andato a sbattere, ora che guardo meglio. Oh, ma chissene fotte, ho baciato qualcuno, ho baciato il Dio del Bacio! Chissà se è lì, in mezzo a quelle persone. Chissà chi è. Tremo per un momento, poi esco saltellando per fumare una sigaretta.
È stato… caaazzo.
-Hai da accendere?
Mi volto di scatto. Solo per un momento, mi era sembrato di sentire la sua voce, ma… no, è il ragazzo figo su cui ero quasi caduto prima.
Tiro fuori l’accendino in silenzio e glielo passo senza avvicinarmi, è lui a farlo.
-Grazie.-, sussurra con voce stanca.
Questa volta non posso sbagliarmi, deve essere lui.
Mi volto per riprendere l’accendino e ci guardiamo per un momento, che però sembra un’eternità al mio cuore debole.
Mi siedo su un muretto che delimita probabilmente il giardino, seguito a ruota dal ragazzo.
Lo guardo di sottecchi, nah, non è lui. Chi voglio prendere in giro? Sono uno stupido.
Faccio dondolare i piedi, mentre rimugino sul fatto che non so neanche come si chiami l’uomo a cui ho regalato il mio primo baci. Potevo chiederglielo. In fondo neanche lui è a conoscenza della mia identità, siamo alla pari. Credo.
-Vuoi?
Faccio un salto su me stesso. Mi ero quasi dimenticato del ragazzo, merda.
Ha una bottiglia in mano, leggo a fatica l’etichetta, è Scotch. Penso mi stiano brillando gli occhi, ora.
Sempre in silenzio gliela prendo dalle mani e la apro.
Aaahh, questo sì che è nettare.
Faccio un lungo sorso, lascio che il liquido mi bruci le interiora e infine mi concedo un sorriso.
Gliela ridò e lui fa lo stesso – non che lo stia osservando, sia ben chiaro.
Eppure, sono sicuro di aver sentito quella voce.
Parlo per la prima volta da quando mi ha chiesto l’accendino. –Grazie, Scotch.
Spio le sue reazioni al suono della mia voce, è… sorpreso, direi.
Mi giro per guardarlo negli occhi e lui alza una mano verso di me, sul mio viso, ripassa il contorno del mio naso, delle mie guance e delle mie labbra.
Chiudo gli occhi e faccio lo stesso.
Non lo guardo, solo, sento.
Il mio cuore inizia ad accelerare i battiti, mentre il sangue sembra aver dimenticato il cervello, che va in tilt quando avvicina il suo viso al mio.
-Questo sarà il tuo secondo bacio.-, sussurra con voce roca prima di baciarmi. Ed è meglio della prima volta, il mio stomaco fa trenta giri della morte al secondo.
La sua lingua è calda, morbida nella mia bocca, sorrido quando mi mordicchia il labbro e si aggrappa alla mia testa.
Mi lascio andare al bacio più dolce mai provato – grazie al cazzo, eh.
-Gerard! Gerard!
Si stacca di colpo e mi fissa spaventato, non capisco, cosa c’entra lui con Gerard?
Michael compare in fondo al vialetto.
-Gee, dov’eri finito? Stiamo aspettando solo te per la…
Le sue parole muoiono nell’aria fredda della sera. Mi guarda negli occhi, poi fissa il mio braccio. Oh merda, è ancora attorno alla vita di… Gerard. Mi affretto a toglierlo, al limite dell’imbarazzo.
-…torta?
-Sì, ehm, vieni, o…?
Sento che deglutisce. –Arrivo, solo un momento.
-Okay…-. Ci guarda deluso prima di allontanarsi un po’ gobbo nel buio del giardino.
Improvvisamente realizzo che lui è Gerard. E sono fottutamente infuriato.
-Vaffanculo, cazzo.-, sibilo.
Mi guarda stupito. –Perché, cos’ho fatto?
Fisso i suoi anfibi rovinati in silenzio.
-Se è per…
-Ho dato il mio primo bacio ad un ragazzo più grande di me di quattro anni che, oltre ad essere il più ricco della città, è il re dei fighetti-figli-di-papà. Come dovrei sentirmi, cazzo?!-, urlo.
Non è possibile, sono un coglione.
Mi alzo e me ne vado. Che si goda la torta, il fratello e le troiette che ha a disposizione. Non me ne frega un cazzo.
o forse sì?
No, vaffanculo. NO.
 
Ciao a tutti, lalala, so che fa schifo, hate me, non sono capace di fare niente, non so fra quanto continuerò, anche perché doveva essere una one-shot, poi la mia ispirazione è andata a farsi fottere, bam.
Se avete voglia, recensite. Anche solo per dirmi dove faccio schifo, così miglioro. Ehm.
Sul serio, più rileggo questa fanfiction, più mi faccio schifo per la banalità della cosa e anche per il modo in cui l’ho scritto.
Ahh, che stupida che sono. Lol. c:

   
 
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