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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    03/12/2012    1 recensioni
[AU]
Quando i giochi di quattro fratelli restituiscono la vita ad una leggenda.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Salgari/Corsari delle Antille

Rating: Verde

Personaggi/Pairing: Corsaro Nero, Corsaro Rosso, Corsaro Verde, Carmaux, Primogenito dei Ventimiglia, Honorata, Wan Guld

Tipologia: OneShot

Genere: Commedia, Slice Of Life

Avvertimenti: AU

Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono.

Note: Ispirata da una discussione in chat con Satomi, che ne ha anche curato la betatura e ne ha sistemato qualche punto un po’ traballante. I nomi dati ai Ventimiglia sono suoi.

DI FANTASMI E TOMBINI

 Non era raro che ad Halloween i bambini più piccoli andassero in giro per il quartiere assieme ai fratelli più grandi, anzi: era quasi una consuetudine vedere i costumi dei minori fare il paio o essere ispirati a quelli dei maggiori. Certo però era curioso vedere uno spettacolo come quello che stava offrendo al vicinato non solo il piccolo Emilio, il cui costume da pirata era tanto elaborato per la sua età da sembrare quasi autentico, ma anche i tre giovani che lo seguivano.

Anche i loro costumi sembravano particolarmente curati, e alcuni sussurravano malignamente quanto fossero sprecati per un'occasione del genere; ma i quattro non udivano nulla e proseguivano imperterriti nel loro giro.

Di pirati ce n'erano tanti ma loro tre risaltavano particolarmente.

E a tutti coloro che, evidentemente curiosi, si fermavano a chiedere di che costumi si trattassero nel dettaglio, Emilio, con voce grave e solenne, rispondeva sguainando la spada e decantando un brano nella sua lingua madre, con espressione fin troppo seriosa per un ragazzino di 12 anni; qualcosa che i pochi che masticavano un minimo di italiano identificavano come un giuramento di vendetta, il che rendeva la cosa ancora più inquietante e spaventosa.

Ridendo, i fratelli spiegavano la rivisitazione che stavano portando a termine, il loro tentativo di far rivivere le vicende di quell'eroe che aveva popolato i giochi di bambini prima di Vittorio, il maggiore, e poi degli altri, e che non avevano mai dimenticato del tutto.

“Un nobile cavaliere di stirpe italiana, Emilio di Roccanera!” esclamò Federico con ardore mentre si sistemava per l'ennesima volta la vistosa piuma verde sul cappello del medesimo colore.

“Era il protagonista del romanzo preferito di nostro padre quando era ragazzo.” Subito dopo, come in un dialogo provato e riprovato più volte, s'intrometteva nella discussione Ludovico, poggiando le mani coperte da guanti bianchi sul pesante tulle nero che ricopriva le spalle del fratellino. “Noi rappresentiamo i suoi fratelli, per cui cerca vendetta.”

Le spiegazioni si concludevano sempre al medesimo modo: le occhiate preoccupate e di sbieco degli interlocutori, la loro fuga dissimulata con qualche scusa e il vagabondare che riprendeva senza posa.

Erano uno spettacolo interessante, senza alcun dubbio.

Tre pirati fantasma e un bambino vestito di nero in cerca di vendetta.

“Ah, l'immaginazione!” sospiravano tra loro i più che lì ad Ames, nell’Iowa, dove la famiglia dei quattro fratelli s’era trasferita ormai da qualche anno, non avevano mai sentito parlare di pirati gentiluomini o roba simile.

Ma era comunque Halloween, era sempre tempo di cercare di procurarsi più dolci possibile e, in caso di fallimento, di elaborare gli scherzi più adatti.

Dopotutto era anche quella una vendetta.

E quando quel vecchio capitano arcigno che viveva nella casa vicina, il “Wan Guld della porta accanto” come lo chiamavano i quattro fratelli, si rifiutò di dar loro qualche dolcetto...

Uscire per portare a spasso il cane e finire “aggredito” da tre fantasmi urlanti usciti da dietro una siepe non era certo un bel modo per concludere la giornata.

Ed Emilio, nascosto dietro la medesima siepe, sorrideva e progettava, per l'anno seguente di coinvolgere, anche un suo fidato amico nel giro; allegro e sempre pronto agli scherzi com’era, sarebbe stato un perfetto Carmaux. Farlo vestire da puzzola, profumarlo a dovere e farlo nascondere sotto un tombino, in attesa di spuntare fuori a spaventare i malcapitati a suon di boccacce e gridolini, gli sembrava ancora più geniale dello scherzo organizzato ai danni del loro vicino di casa.

Eccolo che ritornava, a proposito, ancora mezzo spaventato; bofonchiò qualcosa come teppisti prima di attraversare la soglia dove lo attendeva una ragazzina dalle lunghe trecce, l’espressione a metà tra il divertito e l’arrabbiato. Era bionda e bellissima proprio come la duchessa del romanzo di cui ancora ora si divertivano a leggere le avventure. E anche lei era figlia del nemico, purtroppo.

Emilio sospirò prima di abbandonare il suo nascondiglio, e s’affrettò a raggiungere i fratelli che l’aspettavano alla fine della strada; non c’era niente di male, in fondo, a ridere assieme a loro per uno scherzo ben riuscito. Ma avrebbe presto trovato un modo per farsi perdonare dalla sua piccola Honorata. Parola di gentiluomo.

   
 
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