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Autore: Panda_Ellie    03/12/2012    1 recensioni
Ogni canzone di American Idiot racconta qualcosa di Jimmy.
Lui è il Gesù di Periferia, figlio della rabbia di suo padre e dell'amore di sua madre, innamorato di Whatsername.
Jimmy è un personaggio vero, molto più fragile di quanto lui creda.
Deve imparare a crescere, a riconoscere i Saint Jimmy che la vita gli presenterà, sapendo che non è finita finché non sei sottoterra.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  American Idiot 

Con la televisione accesa incessantemente da ore, era difficile anche solo pensare. Non che Jimmy lo facesse più del necessario, eh.  
 Quel ronzio meccanico in sottofondo bruciava i neuroni: per non parlare della voce acuta delle conduttrici televisive che faceva venire il voltastomaco tanto suonava stupida.  
Jimmy se ne era sempre stato  lì come tutta la sua famiglia, su quel divano verde, a fissare il piccolo schermo.
E, come gli altri americani medi, si beveva ogni giorno le migliaia di cazzate che politici, giornalisti e semplici puttane vomitavano ogni giorno davanti alle telecamere.
Tra un panino di Mc Donald’s (che poi gli Americani non mangiano mica sempre al fast food, ma perché dovremmo essere politicamente corretti? Generalizziamo pure) e un sorso di Coca- Cola light per tenere sotto controllo il lardo incombente, quando si facevano le tre del pomeriggio suo padre faceva scivolare pietosamente un dito sul telecomando e si sparava un paio d’ore di telefilm demenziali imbottiti di risate finte pre-registrate.
Quando queste partivano, anche lui rideva meccanicamente contorcendo la bocca in una smorfia che assomigliava di più a un ghigno, e poi tornava subito serio.
Sua madre, invece, passava il suo tempo a leggere le riviste per casalinghe dove trovava un sacco di ricette che però non le riuscivano mai bene.

Jimmy era un bravo ragazzo.
Che diamine, era americano. Non si drogava, non uccideva e non rubava. Ogni tanto accompagnava persino sua madre in chiesa.
I suoi genitori erano piuttosto soddisfatti di questo figlio normale.
Jimmy era anche grigio: tutto in lui rispecchiava quel colore, tranne i suoi audaci occhi verdi che riflettevano quella rabbia in lui che non si poteva nascondere. Rabbia apparentemente immotivata, che aveva ereditato da suo padre, ma che in realtà aveva radici profonde.
Era grigio, e non avrebbe potuto essere altro, essendo figlio della rabbia nera di suo padre e dell’amore bianco di sua madre.
Poi, l’estate dei suoi diciott’anni, qualcosa gli era piombato addosso come una secchiata d’acqua gelata.  Aprì gli occhi, anzi, li spalancò come se stesse vedendo il mondo per la prima volta.
Ed era una merda.

All’improvviso comprese tutto il cinismo, l’ipocrisia, il finto buonismo e il moralismo che straripavano su ogni canale televisivo, sulle pagine dei giornali che non servivano più a diffondere le notizie ma a tenere sotto controllo il pensiero della massa. Comprendeva i segreti e gli inganni che il governo costruiva per non permettere alle persone di ribellarsi a quella schiavitù mediatica, i messaggi subliminali che  fottevano il cervello alla società del consumo: una società artificiosa e malata, creata appositamente per comprare oggetti inutili prodotti nei Paesi del Terzo Mondo con un costo di manodopera ridicolo.
Tutto ciò gli creò un profondo scompiglio interiore, e Jimmy per la prima volta in vita sua non aveva certezze.
“Ma come?! Eppure parlavano di libertà, di democrazia, di diritti! La politica di questo Paese non è forse incentrata sul rispetto e sull’equità? Devo davvero pensare che tutto ciò era … solamente una bugia?” Si infervorò sempre di più, mentre grondava sudore tanta era la rabbia che cresceva in lui.
“Una bandiera a stelle e strisce non basta da sola a tutelare una Nazione? Non è forse questo ciò che chiamano orgoglio di una nazione? NON VOGLIO ESSERE UN ALTRO IDIOTA AMERICANO!” Urlò il ragazzo, spegnendo la tv con un calcio e mandando in frantumi lo schermo.

O meglio, così avrebbe voluto reagire.
Tutto quello che fece fu borbottare queste parole a mezza bocca, mentre sua madre sollevava confusa gli occhi dai carciofi che stava friggendo.
“Tesoro, cosa dici?” fece dolcemente la donna, accarezzandogli una guancia.
Jimmy allontanò fermamente la mano della madre, distogliendo lo sguardo altrove, mentre andava a chiudersi in camera sua.
“Sai, mamma…” mormorò prima di chiudere la porta.
“L’ultima volta che ho letto un passo della Bibbia si parlava di un Gesù che predicava il bene e amava gli umili e i deboli, perdonava le prostitute e i peccatori e se veniva picchiato non reagiva. Io non predico il bene, ma non predico nemmeno il male. Non amo gli umili e i deboli, ma sono uno di loro.
Perdono le prostitute e i peccatori, o meglio, non mi interessa ciò che fanno finché non riguarda me. E se vengo picchiato non reagisco neanch’io, sennò mi picchiano il doppio più forte.  Mi sento una versione di Gesù distorta e sformata. Più debole, ma anche più umana. Forse sono il Gesù di periferia.”




La parola a chi ha scritto la roBBBa sopra: 
Ciao cari, grazie per aver letto fin qui e che la pace sia con voi. 
Adorando i Green Day non potevo non fare una fanfiction su American Idiot, che è uno dei miei album preferiti perché un pò mi rispecchia. Se mi lasciate una recensione mi fa piacere! Specie se questo primo capitolo vi ha fatto abbastanza cagare ditelo, così magari i prossimi saranno un pò meglio. 
Detto ciò la smetto di scrivere minchiate!
Un abbraccione!
-- Ellie-chan -- 
   
 
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