Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Julia Veiss    03/12/2012    4 recensioni
Quando Hermione chiede "e voi, che avete intenzione di fare dopo la scuola?" a Neville crolla il mondo addosso. Già, che fare?
Sua nonna vorrebbe tanto che diventasse un Auror, come i suoi genitori prima di lui.
Ma Neville un sogno nel cassetto ce l'ha ed è determinato a seguirlo.
E poi c'è quella strana ragazza con i capelli biondi e gli occhi color del cielo...
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neville Paciock, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I giorni alla Tana passarono in fretta, tra gli scherzi magici di Ron e George, le partite di Quidditch e a scacchi magici e le lunghe chiacchierate serali davanti al fuoco. Arrivò così l’ultimo giorno di permanenza di Neville.
«Domani tornano i nostri genitori» disse Ron malinconico.
«Già, e sarà meglio fargli trovare la casa come l’avevano lasciata...» aggiunse Ginny guardando il fratello, torva.
Ma non fu un problema: qualche incantesimo e la casa fu in ordine, forse anche troppo. I manici di scopa al loro posto, i libri disposti ordinatamente in fila sugli scaffali e tutti i letti rifatti alla perfezione. Non si era mai vista una casa tirata così a lucido.
«Secondo me neanche la Umbridge aveva una casa così ordinata!» disse Harry. Tutti i ragazzi scoppiarono a ridere, dopodichè corsero tutti a ultimare i preparativi per la partenza.
Neville invece si sedette su una poltrona per pensare a quanto era successo giorni prima. Se ne era andato nello stesso istante in cui era tornata la nonna, quindi l’ipotesi di ritornare a casa come se niente fosse era da scartare. E poi, dopo la visita del gufo del Ministero, Neville aveva il presentimento che la nonna, pur di farlo diventare un Auror, l’avrebbe legato ad una sedia con un libro di Gilderoy Allock sotto il naso. Rabbrividì cercando di trovare un’altra soluzione.

Nel frattempo Hermione era scesa al piano di sotto e stava incantando una Passaporta per Ginny, che sarebbe tornata ad Hogwarts quella sera stessa. Purtroppo l’ultimo tratto dei binari dell’Espresso non era ancora stato riparato del tutto, e quindi tutti gli studenti avevano dovuto trovare un metodo alternativo per raggiungere la scuola.
Quando Hermione finì l’incantesimo, Neville si avvicinò a lei.
«Senti, Hermione... non è che potresti farmi un favore?» disse con tono supplichevole. «Vedi, il fatto è... è che io non posso tornare a casa».
«In che senso non puoi tornare a casa, Neville? Che è successo?» chiese lei allarmata.
Neville spiegò rapidamente come stavano le cose fra lui e sua nonna Augusta. Hermione annuiva, pensierosa, accarezzandosi il mento.
«Oh, Neville... cosa ti serve?» Neville si sentì subito più leggero.
«Avrei soltanto bisogno di una Passaporta per... per Hogsmeade.» disse piano.
«Hogsmeade? Così lontano?» chiese la ragazza.
«E’ che... voglio cominciare a studiare... al più presto» rispose lui arrossendo un poco. Lo imbarazzava sempre parlare dei suoi desideri, delle sue aspirazioni. Hermione sorrise, prese una vecchia spazzola per il pelo di Grattastinchi dal suo baule e la incantò. Dalla sua bacchetta scaturirono delle fiamme color prugna che avvolsero la spazzola fino a farla quasi sparire, dopodichè tutto d’un tratto si dissolsero. La spazzola sembrava tale e quale a prima.
«Arriverai a Hogsmeade alle undici in punto di stasera» disse la ragazza, terminato l’incantesimo.
«Grazie mille, Hermione. Davvero.» disse Neville.
«Fai attenzione, mi raccomando.» sussurrò lei sorridendo.

Ormai era arrivata l’ora di partire, e i ragazzi si radunarono nel salotto della Tana. Ginny abbracciò Hermione e Luna, salutò frettolosamente i fratelli e poi trascinò via Harry in cucina, ridendo, mentre Ron tirava una gomitata a George sogghignando.
Anche per Neville era ormai arrivato il momento di andare. Salutati tutti quanti, prese il borsone e uscì dalla porta, tenendo la spazzola incantata in tasca. Fuori il cielo era color inchiostro punteggiato da tante minuscole stelle bianche. Neville cominciò a camminare e l’erba, ghiacciata per il freddo, sotto i suoi piedi produceva un suono piuttosto sinistro. Voleva allontanarsi il più possibile dalla Tana, in modo che nessun altro, eccetto Hermione, sapesse che non era diretto a casa. Continuò a camminare per un tempo che gli parve interminabile e stava morendo di freddo: era sicuro che se si fosse tolto le scarpe non avrebbe trovato le sue dita dei piedi, bensì dei ghiaccioli. Cercando di non pensarci, decise di voltarsi indietro.
Il tepore della Tana ormai erano solo un puntino lontano, e una parte di Neville si pentì di non essere rimasto ancora. Sospirando riprese a camminare, quando gli sembrò di sentire dei passi dietro di sé. Proseguì ancora per un paio di metri dopodichè si voltò di scatto.
Lunghi capelli biondi raccolti in una coda di cavallo, un paio di pantaloni azzurro cielo e un maglione rosso con tante fragoline stampate sopra. Era Luna.
Neville ebbe un tuffo al cuore. Si fermò in mezzo al prato che circondava la Tana per aspettarla.
«Vado anche io da quella parte, ti faccio compagnia!» disse lei quando lo raggiunse. In realtà Neville non aveva la minima idea di dove stesse andando, ma ora che c’era Luna con lui, che importava?
I due ragazzi proseguirono chiacchierando allegramente del più e del meno. Scese la sera, arrivò il buio e il freddo, ma a loro non importava più di tanto.
«Sono quasi le undici... io devo andare» disse Neville d’un tratto.
«Oh...» sussurrò lei. «Mi ha fatto tanto piacere parlare con te» aggiunse poi sorridendo. Neville sorrise a sua volta. Fortunatamente era buio, così Luna non si accorse di quanto lui fosse rosso in viso.

Neville decise di farsi coraggio. Chissà quando si sarebbero rivisti...
«Luna c’è un’ultima cosa che vorrei dirti...»
Lei spalancò gli occhi: «Dimmi!»
Lui le prese le mani e le strinse nelle sue.
«Ecco, io... veramente...» farfugliò Neville «io... cioè, tu...»
Luna aspettava paziente che Neville riuscisse a formulare una frase di senso compiuto. Le piaceva questo lato di lui, un po’ imbranato, ma in fondo anche tanto dolce e carino.
«Tu... tu mi...»
POOOF.
Neville venne improvvisamente strattonato via dalla Passaporta di Hermione, verso Hogsmeade.
E Luna rimase sola in mezzo all’erba gelata, con ancora il calore delle mani di Neville nelle sue e con quelle parole che galleggiavano nell’aria fredda di gennaio.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Julia Veiss