Anime & Manga > Death Note
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Autore: Sundy    21/06/2007    5 recensioni
Un drabble su Matsuda, ripescato fortunosamente dalle viscere del pc dove si era perduto. Si capisce del tutto solo se avete letto gli ultimi capitoli, altrimenti è di un cripticismo assolutamente fine a se stesso.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tota Matsuda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eppure lo sapevi, tenente, che non sei capace di prenderti cura delle piante. Al ritorno dal lavoro, hai trovato il tuo germoglio misterioso morto, e adesso te ne sta lì, con la testa tra le mani, a guardare il suo cadavere deposto tra la carta di giornale, sforzandoti di sentirti dispiaciuto.
Il germoglio misterioso era spuntato da un vaso che stavi per buttare via, vederlo affiorare dalla terra ti ha trasmesso un vago senso di speranza. Eppure, sapevi che non faceva per te.
C’è cattivo odore nel tuo appartamento, tenente Tota Matsuda della Squadra Investigativa, e sei ancora convinto che non dipenda dalla trascuratezza con cui pulisci gli angoli del bagno e della cucina, pensi che sia colpa delle tubature, eppure dentro di te l’animale sente che qualcosa di morto lo sta sommergendo. L’incenso che bruci tra le mura della tua minuscola casa per mascherare l’odore dell’umidità, i colpi ritmici inflittiti alla pelle d’asino della batteria che hai iniziato suonare per evitare al tuo cuore di diventare dipendente dal tamburo metallico della tua pistola, ogni tentativo di divincolarsi da questo groviglio è inutile, e lo sai.
Tapparsi il naso non servirà a farti vincere la muffa e l’immondizia che ti sommergono da ogni lato, come il passo ubriaco con cui ti riporti a casa quasi tutte le sere non ti condurrà alla fine di tutto questo. La desolazione suburbana in cui la tua piccola vita si consuma non ti spazzerà via. Saranno sempre e solo i tuoi passi cadenzati a portarti dalla cima al fondo, e viceversa, del gorgo di scale metalliche sulle quali ti arrampichi per raggiungere la tua tana e che discendi, con una spossatezza indifferente, per andare a lavoro.
Anche lì c’è chi crede, e non a torto, che tu non ci sia mai stato portato, ma non osano silurarti per uno strano rispetto nei confronti di quello che tuo malgrado hai vissuto. Ma tu questo non lo capisci, e non lo capirai mai. Continuerai a macinare semi che germogliano solo per morire, alimentato dal carburante distillato di riso che inietti nel tuo motore da quattro soldi con la meccanicità di chi vive così perché non sa fare altro, e morirai, tra un momento qualunque e il suo successivo, ti fermerai sulle tue scale ripulite male, ti fermerai e capirai che è finita, che finalmente è finita, quando in un momento qualsiasi, quest’incubo interrotto tornerà a prenderti.

“Ash to ash, dust to dust, fade to black...

Chiudendo gli occhi non si dimentica, soldatino…

Fortune, fame, mirror vain, gone insane...
But the memory remains - (Metallica)”

  
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