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Autore: talinasomerhalder_    03/12/2012    12 recensioni
Evangeline Anderson,una comune ragazza al quarto anno del liceo artistico di Roma. Da sempre cresciuta con la madre,la ragazza ha quasi dimentico cosa significa aver accanto a se una figura parterna. Ovviamente questo fino a quando Josh Anderson non gli si presentò davanti alla porta,rivelando alla figlia la sua vera natura:era una cacciatrice di vampiri,proprio come lui.
Il suo scopo? Salvare il mondo dal Male. Non solo si ritroverà a combattere con i vampiri,ma anche con i Diavoli mandati in Terra da Lucifero,per avere il potere sull'umanità.
E' giustizia uccidere per vendetta?
Non sarà una battaglia facile,la loro. Aggiungiamoci Alisia,una malattia che porta alla pazzia;aggiugiamoci Allison,una vecchia antenata che si vendica contro chi non sa amare;aggiungiamoci una profezia;aggiungamoci infine un vampiro,Derek.
Derek che sarà la rovina di Evangeline. Derek che è un vampiro,che è spietato,che è cattivo.
Un'amore che va oltre contro ogni natura;un'amore che non può funzionare.
Ora..chi sono i cattivi? Chi sono i buoni?
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la mia prima storia che pubblico su efp. Seguo il sito da tempo,ma ho deciso di iscrivermi da poco.Prima come lettrice e ora come autrice.
Be',cosa posso dire?! Spero che con il primo capitolo sia riuscita ad attirare la vostra attenzione,e che vi abbia incuriosito abbastanza per seguire la mia storia :)
Ora basta chiacchiere. Vi lascio al capitolo.

Ci leggiamo sotto e buona lettura :D

 CAPITOLO UNO 

Era buio.Ma i suoi occhi...il suo viso,potevi vederli chiaramente.
Piccole venuzze sotto le pozze azzurre che si ritrovava al posto degli occhi,e i suoi denti.Due canini che spuntavano ai lati della bocca.
Il suo viso,faceva paura.
Quelli come lui erano cattivi,erano dei succhia sangue.
Ammaliavano con lo sguardo le loro vittime,e dopo averle dissanguate le uccidevano senza pietà.
Dei mostri;e il mio lavoro era ucciderli.Ucciderli tutti.Per il bene dell'umanità.
Lo vidi avanzare verso di me,nel buio totale.O almeno...per me lo era,lui ci vedeva benissimo.
Ero disarmata,avrei dovuto avere paura.Paura che mi squarciasse la gola,che mi facesse del male.
Ma la cosa strana era che io non ero spaventata;affatto.Non di lui,almeno.
Lo sguardo serio,la bocca semiaperta,il giusto per mettere in mostra le zanne che gli davano un'aria minacciosa.
Ma lui non capiva.Non capiva che io volevo solo aiutarlo.
Quando ormai me lo ritrovai a pochi centimetri di distanza,potei finalmente ammirare il suo volto.La pelle liscia al tocco,gli zigomi alti,i capelli biondi spettinati,e gli occhi di un azzurro intenso.
Poggiai una mano sul suo volto,e lo accarezzai sussurrando un 'Lascia che io ti aiuti.'
Lui scosse il capo e scostò bruscamente la mia mano dal suo viso.
«Sei testarda,ragazzina.Io non ho bisogno di una come te.» Mi ringhiò contro,tentando inutilmente di spaventarmi.
Feci un passo indietro e questa volta fui io a scuotere il capo.
No,non avrei mollato.
Gli presi una mano e me la portai alle labbra,iniziando a versare lacrime salate.
Piccole gocce d'acqua,bagnavano le mie guance.Stavo piangendo.Da quant'era che non lo facevo?
«Perché non capisci che così mi fai star male?Lascia che ti ami,Derek.»



Fu così che mi risvegliai per l'ennesima volta,in preda al panico e tutta impregnata di sudore.
Strinsi i pugni e ringhiai un 'Fottuto sogno',mentre mi alzavo dal letto,inciampando così facendo nei miei stessi piedi.
Erano settimane che questa cosa andava avanti,ed io iniziavo davvero ad esserne stanca.
Stanca di questi incubi,di questa nuova vita,di questa nuova città che non assomigliava neanche lontanamente alla mia Roma,stanca di aver lasciato la mamma sola,e stanca di tutto!
Erano due fottuttissime settimane che me ne restavo chiusa in camera a riflettere sugli ultimi giorni.A riflettere sul fatto che la mia vita da quel giorno era cambiata radicalmente.
Niente sarebbe stato più come prima.
Come vi sareste sentite voi,se da un giorno all'altro,l'uomo che porta il titolo di vostro padre,vi si presentasse dopo tanti anni a casa vostra e vi dicesse 'Ti ricordi di me?Io sono Josh,tuo padre.Devo parlare con tua madre,fammi passare.'
E io che lo guardavo imbambolata,non sapendo se rispondergli con un 'Ma come ti permetti?Ripresentarti dopo tanti anni alla porta come se nulla fosse,ah?Ma con quale coraggio,poi! Non ti voglio vedere,vattene.' o con un 'Entra...' mormorato.
Be',io da stupida ragazzina scelsi la seconda opzione.
Avevo avuto un padre assente anche durante la mia infanzia,quando ancora viveva con noi.Poi,quando all'età di otto anni vidi la mamma in lacrime,sulle scale di casa,odiai quell'uomo con tutta me stessa.
Se ne era andato con una delle sue puttanelle,lasciandoci sole.
Lo odiavo,e lo amavo.
Era possibile?
Restavo sere intere sveglia a chiedermi se mancassi anche a lui...e continuavo a ripetermi che se non era ancora venuto a cercarmi era perchè di me non gli importava proprio nulla.
Tutte le notti passate a piangere,sotto le coperte per non fare rumore,a pregare che lui un giorno tornasse da me e dalla mamma.
Ed infatti era tornato.E avrei tanto voluto che il motivo fossi io,che si fosse finalmente accorto che io per lui contavo qualcosa,che mi amasse.
Cazzate.
Già,cazzate.
Scossi il capo,per non pensarci più,e corsi in bagno per cambiarmi.Feci una doccia e dopo aver indossato dei jeans ed una camicetta bianca,mi pettinai i lunghi capelli ondulati che mi ricadevano morbidi lungo la schiena.
Infine mi passai del correttore sotto gli occhi,per coprire le occhiaie e mi guardai allo specchio.
Nei miei diciasette anni avevo letto spesso storie di tutti i generi.
Amavo leggere,soprattutto libri che trattavano di vampiri.Erano la mia passione.Credo di averla ereditata da mia madre.Lei è una scrittrice,di romanzi horror,per la precisione.
Ero la prima a sognare di poter essere una di quelle ragazze che magari si innamoravano di ragazzi misteriosi,che magari alla fine si scoprivano essere dei succhia sangue o degli umani pelosi che si trasformavano ad ogni Luna Piena...ma ero anche una delle prime ad essere convinta che quelle creature non fossero reali.Ci avrei messo la mano sul fuoco.
O almeno,questo era quello che pensavo prima di essermi trovata Josh davanti alla porta.
Ora mi ritrovavo ad essere la protagonista di quelle storie paranormali che leggevo spesso.
Sì,proprio io. Evangeline Anderson,cacciatrice di vampiri.
Cazzate.
Quando si presentò a casa,e mi spiegò che dovevo andarmene lontano per proteggere l'umanità,gli scoppiai a ridere in faccia.
Ma lui era serio,rigido da far quasi paura.
'Da quanto ti fai,papà?'
Sì,fu così che gli risposi.Perché,avanti!Chi avrebbe mai potuto credere ad un'assurdità del genere? Io,la Salvatrice dell'umanità?!O colei che salva il mondo dal male,come mi definì lui in seguito? Era assolutamente assurdo! Anzi...lo è ancora.
Sbuffai,e dopo essermi caricata in spalle lo zaino scesi di sotto.
In cucina trovai ad aspettarmi Josh e Austin,intenti a consumare la loro colazione.
Quest ultimo scoprii fosse il figlio che la puttana gli lasciò davanti alla porta,prima di scappare.Lo allevò come proprio,per tutti questi anni.
Era un ragazzo della mia stessa età,forse qualche anno più grande,occhi color nocciola molto simili ai miei,e alto...decisamente alto!
Sì,paragonata a lui ero un fungo.
I presenti puntarono gli occhi sulla sottoscritta,mentre io senza degnarli neanche di un'occhiata feci per andarmene via,e di corsa anche.
Esatto,oggi era il primo giorno di scuola.
«Evangeline sei veramente maleducata!Tua madre non ti ha insegnato che non è educazione non salutare?» Sbottò l'uomo
alzandosi dalla sedia.
Addirittura?
Mi girai a guardarlo e facendo spallucce risposi neutra con un «Perché,tu nove anni fa mi salutasti prima di andartene ? Sai che è maleducazione,no?»
Mi lasciai sfuggire sulle labbra un sorriso sghembo,consapevole di essermi comportata da stronza e feci per andarmene soddisfatta.
Lo vidi rimanere perplesso,fermo sul posto mentre se ne stava in silenzio.
Bingo.
«Io...ho fatto un errore.Me ne assumo le responsabilità.Ora non ti sto facendo mancare niente,no?»
«Sei patetico,Josh.Vuoi proprio sapere come la penso? Penso che tu sia un completo imbecille,che è andato con la prima puttana che gli è capitata sotto tiro e ci ha lasciate sole!Noi eravamo la tua famiglia,papà!Ti volevamo bene...ma guardati ora.Sei rimasto solo.Sei soddisfatto,adesso?»
Austin alle sue spalle mi stava guardando malissimo,con la mascella serrata.Mi strinsi nelle spalle e non seppi da dove cominciare per scusarmi.Avevo offeso sua madre,chiamandola puttana.
Lo guardai negli occhi e lo vidi scuotere il capo come per dirmi 'Sta zitta e basta.'
Lui era stato l'unico amico che mi ero fatta da quando ero lì.Ci parlavamo poco,ma ricordo che la prima notte che passai in quel posto,venì a portarmi personalmente della cioccolata calda,rassicurandomi che sarebbe andato tutto bene.
«Sono passate due settimane da quando ti ho detto la verità,quindi spero tu abbia accettato la tua natura.» Cominciò freddo mio padre.
Accettarla?Accettarla?Ma faceva sul serio?
«Quindi ritengo che sia arrivata l'ora che tu inizi con gli allenamenti. Mercoledì sarà qui il tuo maestro,e sappi che non accetto repliche.Lo fai e basta.» ed infine aggiunse, «Austin portala a scuola.»
Mercoledì?!Tra due giorni,cavolo!Era troppo presto!
Rimasi con gli occhi sgranati,mentre lui si defilava in cucina.Scherzava,spero!
«Io non voglio...» Iniziai con l'obiettivo di sfogarmi e dirgli che non avevo nessuna intenzione di fare niente di niente! Ma a tapparmi la bocca fu il ragazzo,che mi trascinò fuori.Mi fece entrare dentro la macchina con la forza e mi richiuse lo sportello,mentre lui andava a mettersi al volante.Mise in moto e schiacciò il piede sull'accelleratore.
Sgranai gli occhi e per poco non mi strozzai con la saliva,che mi era andata di traverso.
«Ma a te la patente chi l'ha data?» Borbottai io,girandomi a guardarlo.
«Ma quanto siamo spiritose,sorellina.» Sogghignò il ragazzo,facendomi accaponare la pelle.
Io e lui,fratelli. Nah!
Gli guardai i tratti del viso perfetti,gli zigomi alti e le labbra carnose e morbide.Quella mattina si era ingellato i capelli mori,alzandoli in una cresta non troppo alta.
A guardarlo meglio era presentabile,sì.
Mi morsi un labbro,quando tornai a guardare la strada.
Dovevo approfittare della situazione per chiedergli delle cose. Perché diamine,Josh continuava a ripetermi 'Quando sarà il momento ti farò sapere tutto il necessario,non voglio che rischi un infarto a soli diciasette anni.' da giorni ormai.
Così,facendomi coraggio mi decisi a parlare.Sì,almeno quello non mi era mai mancato.
«Tu...credi davvero alla storia dei vampiri?Pensi che siano reali? Insomma,Josh non è che si fa di qualcosa,vero?Si droga o che ne so!»
Lo vidi lanciarmi un'occhiata veloce,mentre io,nervosa,mi aggiustavo la chioma bionda nello specchietto.
«Mi sono sempre chiesto come fai ad essere sua figlia.Io l'ho insinuato fin da subito che sei un inutile umana.» Sbuffò lui facendo spallucce.
Alzai un sopracciglio e gli puntai un dito contro.
«Brutto troglodita! Io...» Aveva ragione.Io ero solo un inutile umana,dopotutto,quindi preferii andare a parare su un altro argomento. «Stai insultando la tua razza!Anche tu sei un umano,o sbaglio?»
«No,non sbagli.» Si limitò a dire,senza aggiungere ne più ne meno.
«Parlami di te,ti prego.» Volevo sapere.Volevo sapere come diamine ero finita in questa situazione,e come mai non riuscissi ad uscirne.
Un giorno prima una semplice ragazza con delle amiche,e il giorno dopo una cacciatrice pronta a difendere il mondo dai mostri.
Mostri...
Un brivido mi percorse la schiena,e mi fece chiudere gli occhi.
«Da quando mi dai tanta confidenza?» Feci per ribattere ma mi precedette,di nuovo. Comunque,se proprio ci tieni.Sono nato a Los Angeles nel 1994.Mio padre era un...boh,neanche Jennifer lo sapeva.Infondo mia madre era...come l'hai definita poco fa? Ah sisi. Una puttana.»
Jennifer,la donna che rovinò la mia famiglia.
Sul suo viso si dipinse un sorriso amaro.Mi sentii terribilmente in colpa,ma l'orgoglio non mi fece pronunciare quelle due fortuitissime paroline,quel 'mi dispiace' tanto desiderato.Quelle scuse che invece avrei dovuto porgergli,come minimo.
Sapeva che sua madre lo era,ma dirlo a voce alta faceva sempre uno strano effetto.O almeno io,se avessero anche solo osato offendere una persona a me cara,mi sarei arrabbiata come una bestia.
Parcheggiò l'auto in un cortile,difronte a quello che presuppongo sarebbe stato il mio nuovo liceo.Poi tornò a guardarmi negli occhi e proseguì «So che ha rovinato la vostra famiglia,e che tuo padre ci è cascato come un pesce lesso.Ma Josh amava davvero tua madre,almeno così ho capito.Poi fa come vuoi.»
Fece spallucce,mentre io lo guardavo accigliata con la bocca serrata,presa e toccata dal suo discorso.
Stava forse cercando di difendere Josh?Be' sì,a modo suo ovviamente.
Mi lasciai sfuggire un sorriso.Come potevo odiare quel ragazzo,che non aveva nessuna colpa se la madre aveva rovinato la mia famiglia? Anche lui era una vittima,dopotutto.
«Vuoi davvero bene a Josh,vero?» Mi lasciai sfuggire in un sussurro,mentre posai lo sguardo nei suoi occhi.
«Mi ha accolto in casa sua quando ero ancora un bambino.Gli sono solo debitore.»
Risi,passandomi una mano tra i capelli mentre mi lasciavo ricadere sul sedile sotto lo sguardo curioso di lui.
Sei così buffo,Austin.Questo era un tuo modo di dire che gli vuoi bene,giusto?
«Da quando sono così spiritoso?» Chiese facendo una smorfia con le labbra,probabilmente infastidito.
Non gli risposi,perché ormai la mia attenzione si era spostato sulla folla creatasi intorno a noi:una miriade di spettatori.
Una moltitudine di ragazzi all'incirca della mia età,soprattutto ragazze avevano smesso di fare le loro cose e si erano incantate a guardare nella nostra direzione.
Sentii lo stomaco contorcersi e un groppo in gola,a bloccarmi il respiro.
«...Perché ci stanno fissando,Austin?» Ci misi tutta la forza che mi rimase in corpo per parlare con voce calma,ma avrei giurato di aver sentito questa tremare.
Lo vidi tutto ad un tratto irrigidirsi e mormorare tra i denti 'Vaffanculo. Non ci avevo pensato.'
Scese dalla macchina dopo aver spento il motore,e con passo spedito si precipitò ad aprire la mia portiera.Attirò l'attenzione di tutte le ragazze nel cortile,che lo seguirono con lo sguardo parlottando tra loro,mentre io non sapevo dove andare a nascondermi.
Ma dove sono finita?Fa che sia solo un brutto sogno,ti prego!
Austin mi aprì la portiera e offrendomi la mano,si chinò per arrivare al mio volto.
«Quando entrerai,non dare confidenza a nessuno.Specialmente ai ragazzi o alle ragazze carine che troverai nei corridoi,hai capito? Promettimi che non lo farai,Evangeline.»
Quel nome,pronunciato dalle sue labbra arrivò alle mie orecchie come un dolce suono,piacevole.Un profumo di menta mi invase le narici,era buono.Mi distanziai un po' per poterlo guardare negli occhi e con fatica annuii,senza indugiare su ulteriori spiegazioni.
Gliele avrei chieste una volta a casa,questo sicuro.
Mi prese la mano e mi fece scendere.Mi sistemai la camicetta,e mi passai una mano tra i capelli.
Quando ero nervosa,lo facevo spesso.Si era capito?
«Non essere nervosa,piccola.»
Piccola...non essere nervosa?!Spero tu stia scherzando!
«Tu la fai facile.Io non posso attraversare il giardino con tutta quella gente che ci fissa.Ma perché poi?»
Chiuse la macchina,e dopo essersi dato una controllata ai capelli anche lui,mi si avvicinò e fece l'unica cosa che non mi aspettai.
Mi sentii avvampare quando mi circondò la vita con un braccio e mi avvicinò a se.
In questo momento avrei tanto voluto gridarli di allontanarsi,ma non ne ebbi la forza.
Quando lanciai un'occhiata ai presenti curiosi,vidi i loro volti sorpresi.
Allontanati,troglodita!
Avrei tanto voluto urlargliele quelle parole,ma lui aveva avvicinato i nostri corpi e mi stava sussurrando all'orecchio un 'Rilassati,e cerca di essere credibile. '
Ma credibile di che?Cosa mi stai nascondendo,Austin?
Attraversammo così tutto il cortile,sotto lo sguardo investigatore di tutti.
Sentivo molti mormorii.
«Ma chi è quella?La sua ragazza?» «Austin con una ragazza?» sentii dire addirittura un, «Cazzo,sapevo di aver ragione!Austin non è gay!»
Se lui è gay,io sono Miss America!
Cercai di fare dell'ironia mentre lanciavo loro occhiate per farle zittire.
Una volta aver oltrepassato tutto e tutti,ci ritrovammo difronte all'entrata.Mi alzai in punta di piedi,data l'altezza del ragazzo e gli chiesi «Ora tu mi spieghi tutto,razza di stupido!Le ho sentite le voci in cortile,sai?Pensano sia la tua ragazza,ti rendi conto?» Spiegai incredula,cercando di farmi sentire il meno possibile.
Lo sentii sogghignare sottovoce «Era mia intenzione,appunto.»
«Come scusa?» Chiesi incredula.
«Credimi,è meglio così.Ora non posso spiegarti,qualcuno potrebbe sentirci.» Mi accarezzò una guancia e guardandomi serio continuò «Ora ricordati la promessa che mi hai fatto in macchina,Evangeline.Vai in segreteria e richiedi il foglietto per gli orari e la classe.Io sono in ritardo,quindi devo scappare.Mi fido di te,Evangeline.»
E detto ciò scappò via,tra la marea di studenti,lasciandomi sola all'entrata.
'...qualcuno potrebbe sentirci' Cosa avrà voluto dire?
Non mi feci molti complessi,infondo mi avrebbe spiegato tutto piu' tardi.
Così mi lasciai quella conversazione alle spalle e mi avviai verso la segreteria.
Attraversai i corridoi lanciando alcune occhiate omicide ad alcuni ragazzi che mi stavano facendo l'occhiolino o altri che si limitavano solo a guardarmi attenti dalla testa ai piedi.Per ora potevo limitarmi solo a quello.
Mi ricordai improvvisamente delle parole di Austin,che erano rimaste ben impresse nella mia mente e sbuffai alzando gli occhi al cielo.
Sarebbe stato una giornata infernale,poco ma sicuro.




Ormai erano passati una decina di minuti,ed io ancora non ero riuscita a trovare quella dannatissima segreteria!
La scuola erano enorme.
Al diavolo la promessa ad Austin!
Dovevo chiedere a qualcuno,se no avrei rischiato di arrivare in ritardo il primo giorno di scuola,e io non potevo decisamente permetterlo.
Tutti gli studenti che poco prima riempivano i corridoi con la loro presenza e le loro fastidiosissime chiacchiere ora erano tutti spariti.
Certo.Ora che ho bisogno di qualcuno,sparite tutti!Ah,al diavolo voi e questo posto.
Girai il primo angolo a destra,e con piacere notai un ragazzo indaffarato a mettere i proprio libri nell'armadietto,che mi dava le spalle.
Con un sorriso sulle labbra e per niente intimorita,mi avvicinai a lui.
Non mi preoccupai neanche di spaventarlo,perché andavo di fretta.
«Ehi,scusa se ti disturbo.Ma ecco...io mi chiedevo dove fosse la segreteria.E' facile perdersi in un posto come questo,soprattutto per una che non ha per niente il senso dell'orientamento,non trovi?»
Se prima avevo un sorriso stampato in faccia,ora la bocca a 'o' e i miei occhi,che rischiavano di uscire dalle orbite,erano intenti a contemplare il bel ragazzo che avevo davanti.
Lui si era girato.
E potei giurare di non aver mai visto creatura più bella.
Se avevo visto Austin come un modello,lui era un Dio Greco.
I suoi capelli biondi e le sue pozze azzurre,attirarono la mia attenzione.
Avevo come l'impressione di conoscerlo...
Dove ci siamo già incontrati,ragazzo?
_____________________________________________

Taddà,il capitolo è finito :')
Vorrei avere un vostro parere sulla storia,negativo o positivo che sia.
Ci tengo a sapere se vale la pena continuarla o cancellarla.
Aspetto le vostre recensioni.
Bacione a tutte :3
 

  
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