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Autore: Mimi18    04/12/2012    8 recensioni
«Ci voleva solo un po‘ di coraggio,» le disse, baciandola sulle labbra morbide.
Sentì un sorriso piegarle la bocca, sorriso che non poté esimersi dal ricambiare.
«E sincerità».
(Tai/Mimi per la fluff challenge).
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mimi Tachikawa, Taichi Yagami/Tai Kamiya
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Your taste;
Autore: Mimi18;
Fandom: Digimon Adventure;
Personaggi: Mimi Tachikawa e Taichi Yagami;
Paring: Mimi/Tai;
Genere: fluff, romantico e commedia;
Rating: giallo;
Disclaimer: “Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro”;
Tabella: Estate;
Prompt: Tutti;
Note: questa è la prima volta che scrivo sui Digimon, con una coppia che, peraltro, non è nemmeno la mia OTP. Mi incuriosiscono e mi piacciono insieme, credo che dopo la storia tra Sora e Matt Mimi potrebbe aver deciso di consolare Tai. Questa storia, parte da quest’idea, spero possiate apprezzarla e, magari, lasciare anche qualche commento. ;) 

 
Your taste
(Mimi/Tai)

 
Castello di sabbia
Sembrava un rapporto destinato a dissolversi entro la fine dell’estate, come tutte le storie che in passato entrambi avevano avuto. 
Taichi sentiva il vento contro i capelli entrare dispettoso dalla finestra, come se avesse voluto disturbare il sonno della giovane al suo fianco. Dormiva a pancia in giù come sempre, mentre il respiro leggero dimostrava un sonno senza incubi.
Fu quando Mimi aprì gli occhi e lo guardò subito che sentì uno sfarfallio nello stomaco, come un dodicenne di fronte alla possibilità di un primo bacio. 
Accarezzò la sua schiena, la pelle era così morbida che vi ci si potevano perdere ore intere a toccarla, come lui da qualche tempo faceva spesso. Non era abituato alla lunga compagnia di una donna, non dopo Sora, almeno, per questo Mimi era stata una novità per lui. 
«Hai un sorriso inquietante, Tai,» disse Mimi alzandosi e mostrando la canottiera bianca che indossava, mentre una ciocca di capelli castani le cadeva di fronte al viso. 
Profumavano di shampoo alla pesca i suoi capelli, a Tai piacevano da morire.
Le toccò una guancia calda - era sempre caldo, il suo corpo - e Mimi piegò il capo appoggiandovisi, con un sorriso dolce e tranquillo, come se niente al mondo avrebbe potuto disturbarli.
«Avevi detto che questa storia sarebbe durata quanto un castello di sabbia,» le ricordò mentre i gabbiani stridevano fuori dalla finestra e l’odore di salsedine entrava nella stanza, prepotente. 
Mimi si avvicinò gattonando a lui, stringendosi al suo petto asciutto. «Ed ero sincera, poi mi sono innamorata».
Si ritrovò a piegare le labbra mentre le mani stringevano i suoi fianchi magri, il vociare dei clienti dell’albergo per il corridoio e poi di nuovo gli occhi di Mimi, che chiedevano risposte.
«Ci voleva solo un po‘ di coraggio,» le disse, baciandola sulle labbra morbide. 
Sentì un sorriso piegarle la bocca, sorriso che non poté esimersi dal ricambiare.
«E sincerità». 
 
 
Vacanze
C’erano il sole, la spiaggia, il mare e Mimi: Tai non avrebbe potuto desiderare altro, durante quella vacanza. Il sapore di sale sulle labbra morbide di Mimi era la cosa più buona che avesse mai assaggio nell’intera vita. Poteva stringerla quanto voleva, perché lei non se ne lamentava mai: la felicità si leggeva nei suo grandi occhi nocciola.
«A cosa pensi?» Domandò a Mimi vedendo il suo sguardo assorto, e la ragazza si voltò verso di lui con un sorriso così grande che forse gli si fermò il cuore. Aveva iniziato ad amarla?
Con la punta del dito, indicò dal cielo a lui, ridacchiando con un leggero imbarazzo che la rendeva più infantile di quanto in realtà non fosse. «Mi piace tutto questo, sono felice di essere qui».
Tai le si avvicinò, scostandole una ciocca di capelli bagnati dal viso.
«Con te», concluse Mimi, chiudendo gli occhi e lasciandosi baciare. Mai avrebbe creduto di innamorarsi di lui.
 
 
Mare 
Poteva sentire il mare solo baciando la sua pelle. Un pelle liscia, bianca, che faticava ad abbronzarsi e forse era anche un po’ arrossata dal sole, tanto che Mimi si esibiva in smorfie quando lui la sfiorava sulle spalle.
Era caotico il mare, proprio come Mimi che si alzava, si risiedeva, correva sul bagnasciuga, saltava e urlava di aver trovato una nuova conchiglia. Non era cambiata poi troppo dai tempi di Digiworld, eppure a Tai piaceva molto di più. 
Non nascondeva le emozioni, la sua sincerità lo colpiva come le onde del mare, e Mimi era bellissima senza maschere, come quella che lui aveva portato per troppo tempo. 
Grazie a lei, stava scoprendo qualcosa di nuovo, il suo cuore aveva ricominciato a battere per qualcuno che non fosse Sora.
 
 
Tuffi
Mimi guardò Tai e poi la scogliera, abbassandosi il capello sugli occhi. Il sole era fastidioso, le si era bruciacchiato il naso a punta e si vergognava un po’, ma il ragazzo le aveva detto di trovarla carina anche così.
«Secondo me ti ammazzerai», disse ad un tratto, mentre Tai si levava la giacchetta leggera e gliela lanciava. L’afferrò al volo per un colpo di fortuna, Mimi non era mai stata un granché in quelle cose e lui la trovava stupidamente buffa, perché non se ne vergognava mai.
Ammiccò verso di lei, chinandosi sulla sua bocca. «Mi baci, allora?»
Mimi sbatté le palpebre un paio di volte, non nascondendo un’espressione perplessa.
«Il bacio prima della morte?»
 
 
Scommessa
Tai giocava con i suoi capelli, mentre Mimi canticchiava una vecchia canzone di un gruppo sconosciuto. Aveva una voce un po’ squillante ma piacevole, nonostante sulle note alte stonasse un po’. 
Stavano guardando un film strappalacrime, di quelli che a lei piacevano tanto, e le tende frusciavano ad ogni spinta del vento fresco che entrava nella stanza. 
La ragazza si raggomitolò contro di lui, afferrando poi il lenzuolo.
«Comunque», esordì, «nessuno avrebbe scommesso un soldo su di noi».
Tai scrollò le spalle.
«Io sono un uomo coraggioso, invece».
Sentì la risata di Mimi e si rilassò, mentre la ragazza sollevava il viso. 
«Sei anche pieno di te».
«Che? Ti confondi sicuramente con Matt».
Mimi rise ancora, stringendosi più forte a lui. Forse anche lei ora avrebbe scommesso.
 
 
Imbarazzo
«Sei in imbarazzo», decretò Mimi allacciandosi alla bell’e meglio l’asciugamano sottile attorno al corpo snello, mentre Tai cercava nella sua mente e nel suo corpo l’autocontrollo necessario per non strapparle di dosso quell’inutile pezzo di spugna.
Scrollò il capo, allora, ricercando una dignità ormai perduta.
«Ti ho già vista nuda».
Mimi ghignò. «Oh, che grand‘uomo».
«Non mi provocare», l’avvisò Tai sentendo che no, stringere i pugni non serviva proprio a nulla in una situazione come quella.
Le gocce d’acqua cadevano dai capelli di Mimi alla sua pelle, lungo il collo e scomparendo nel taglio del seno.
Chissà come sarebbe stato baciare la pelle nuda di Mimi?
«Senti, fai qualcosa o facciamo notte?»
Tai spalancò gli occhi, deglutì e, infine, si sollevò: al diavolo la cavalleria.


 
   
 
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