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Autore: Lully Cullen    04/12/2012    7 recensioni
" Tu... " La sua voce mi congelò sul posto. Erano esattamente sedici anni che quegli occhi non facevano altro che tormentarmi. Quegli occhi capaci di splendere come aurore boreali e incatenarti. " Isabella...sei tu . " Probabilmente se fossi stata umana il mio cuore avrebbe iniziato a battere come un forsennato, facendo gli straordinari. Quel ragazzo, era il bambino che avevo salvato sedici anni prima. Era il bambino che aveva giurato che da grande mi avrebbe sposato, era il bambino che tormentava i miei pensieri da ben sedici anni.
" Sei... sei esattamente come ti ricordavo. Ma com'è possibile? " E nonostante sapessi che eravamo nei guai, non me ne preoccupai, perchè il mio cuore di pietra era tornato a battere.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Buonaseraaaaa! Rieccomi.

Allora, per tutte coloro che seguono TMIK : non cancellerò la storia. Devo solo pensare a come svoglere la trama dato che l'idea che avevo per quella storia l'ho messa qui.

Secondo: ieri avevo pubblicato una storia, " Locked Out Of Heaven ", l'ho cancellata e l'ho adattata a questa, mi è venuto un flash oggi, e ho voluto sperimentare, perchè mi piaceva di più l'idea di Edwar bambino e ammalato.

Terzo:ahm.. non so. Spero vi piaccia!

Buona lettura!


 

 

Heart Of Stone.

 

 


Si dice che sia il destino a scegliere le cose.

Volente o nolente devi solo sottostare a ciò che lui ha in serbo per te.

 

 

Quando ero piccola avevo sempre creduto che questa fosse solo una stupida diceria; il destino te lo costruisci da solo, con le tue mani. E io volevo costruirmi il mio.

Sbarcai in America nel 1911 per studiare medicina, ero di nobili origini italiane, e i miei genitori volevano solo il meglio per me, così decisero di mandarmi all’estero per ampliare la mia cultura. Iniziai a studiare medicina, e diventai allieva di Carlisle Cullen;il mio scopo era trovare una cura alla spagnola, un’epidemia che stava facendo stragi.

Mi impegnai al massimo, fino a che non diventai una vittima della mia ricerca: mi ammalai anche io di spagnola, e da dottoressa diventai paziente. Buffo, no? Il mio unico rimpianto era di non poter salutare i miei genitori, di non potergli dire quanto li amassi, e per la prima volta da quando ero lì, realizzai di essere sola.

Non avevo nessuno al mio fianco, non avevo nessuno che avrebbe pianto la mia morte, se non i miei genitori. Ma mi sbagliavo. Fu Carlisle a salvarmi. Fu Carlisle a rendermi come lui; una vampira. Da allora sono passati quasi cento anni, e io Isabella Swan, dopo una dura lotta contro la sete di sangue, mi ritrovo a visitare e curare piccoli bambini nell’ospedale di Seattle.

All’inizio fu difficile, la sete di sangue era forte. Non mi bastavano gli animali, non mi bastava spezzare il collo a uno stupido cervo e seguire la dieta del mio creatore. Ma non potevo mettere nei guai colui che aveva rischiato di essere scoperto solo per salvarmi, e dopotutto, non ero io a voler salvare gli esseri umani?

“ Ingrid, può diminuire le dosi di antibiotico, i globuli bianchi si stanno abbassando “ mormorai posando la cartellina del piccolo paziente.

“ Va bene dottoressa “ .  Adoravo i bambini. Quando ero umana ne sognavo uno tutto mio; una famiglia, tre figli, e sette nipoti. Avevo già calcolato tutto. Peccato che non potessi avere figli, e che cento anni dopo fossi ancora single.

“ E tu Thomas, devi mangiare le verdure, o darò a Ingrid l’ordine di farti tre punture al giorno “ dissi severa al piccolo marmocchio seduto davanti a me. Thom scosse il capo e spalancò gli occhi.

“ No, le punture no “

“ Prometti che mangerai le verdure? “ lui arricciò il naso, come se stesse valutando la mia proposta e in fine annuì. “ Bene. Ci vediamo dopo peste “ gli lasciai un bacio sulla fronte e uscii dalla camera.

“ Dottoressa, c’è un nuovo paziente “ annunciò Ingrid professionalmente, “ questa è la sua cartella, la stanza è la 403 “ annuii e iniziai a leggere i dati.

Si chiamava Edward Masen e aveva quasi quattro anni, era affetto da un neuroblastoma di 2 livello, doveva essere sottoposto a una chemioterapia e in seguito a un trapianto di midollo osseo. Mi diressi verso la camera 403 e bussai alla porta.

“ Non avere paura piccolo, vedrai che usciremo presto di qui, e la mamma ti porterà a vedere l’albero di Natale più grande al mondo… Avanti “.

Entrai e sorrisi per infondere un po’ di coraggio al bimbo che si guardava in giro spaurito.

“ Io sono Isabella, tu devi essere Edward “ dissi sorridendogli, mentre affiancavo la madre. Lui arrossì e si limitò ad annuire.

“ Io sono Elizabeth, la madre “ si presentò la signora dai capelli rossicci. Erano tutti e due davvero belli, il bimbo poi aveva degli occhi verdi capaci di catturarti.

“ E’ stata già avvisata della cura? “ domandai a bassa voce sedendomi sul letto e accarezzando quella massa di capelli rossicci. Potevo sembrare maleducata, ma era stato più forte di me; erano quasi irreali, come i suoi occhi. Sorrisi al bimbo, che arrossì di nuovo e poi tornai a guardare la madre che annuì sconfortata.

“ Andrà tutto bene, non si preoccupi. Abbiamo preso il neuroblastoma in tempo, non è ancora entrato in un livello critico. Con una terapia d’attacco e un trapianto di midollo si risolverà tutto. “ spiegai alzandomi e accarezzandole il braccio. “ Avete già fatto gli esami di compatibilità per il midollo? E’ meglio sbrigarsi… “ sentii i battiti del cuore della signora aumentare e gli occhi farsi umidi.

“ Sono completamente sola… “ ammise abbassando lo sguardo. “ Mio marito è morto qualche mese fa, e sono l’unica persona che gli è rimasta. Spero di essere compatibile io “ soffiò sorridendo al figlio, mentre una lacrima le solcava la guancia.

“ Allora è meglio sbrigarsi, in caso dovremmo trovare un donatore compatibile. “ Chiamai Ingrid e le dissi di prenotare urgentemente una serie di esami per Elizabeth; non bisognava perdere tempo, il bimbo era già al secondo stadio. Il telefono della donna iniziò a squillare, lei aprì la borsa di fretta e andò vicino alla finestra per avere un po’ di privacy.Io intanto mi risedetti vicino ad Edward e gli sorrisi.

“ Quanti anni hai ometto? “ gli dissi per fare amicizia, nonostante sapessi la sua età.

“ Quattro, signorina “. Rispose lui, mentre il suo cuore aumentava i battiti. Scoppiai a ridere e gli scompigliai i capelli.

“ Signorina? Il mio nome è Isabella. “ Gli spiegai mentre lui arrossiva. Elizabeth chiuse la telefonata e si avvicinò lentamente.

“ Mi dispiace, devo andare… il capo mi ha chiamato e devo tornare a lavoro. Mi dispiace, ma se non torno a lavoro mi licenzierà. E’ un tipo piuttosto… burbero “ confessò mentre gli occhi le diventavano umidi. Si avvicinò ad Edward e gli lasciò un delicato bacio sulla guancia, accarezzandogli i capelli.

“ La mamma torna stasera, te lo prometto. Arrivederci dottoressa Cullen “. Lui annuì e seguì con lo sguardo la madre che uscì fuori dalla porta. Poco dopo il piccolo iniziò a singhiozzare, mi avvicinai a lui e iniziai ad accarezzargli i capelli.

“ Shhh.. che succede ometto? “ bisbigliai, facendogli appoggiare la testa sul mio seno.

“ Mamma… sta tutto il giorno via, io sono sempre solo. “ mormorò tra i singhiozzi.

“ Lo fa perché ti vuole bene, lo fa per te “ gli spiegai, iniziando a cullarlo.

“ Ma mi lascia solo “ continuò, asciugandosi gli occhi con la mano.

Come spiegare a un bambino di quattro anni che la madre va a lavorare per potersi permettere le cure che lo faranno guarire? Come spiegare a un bambino di quattro anni che è in bilico tra la vita e la morte? Non si può, è impossibile.

“ A volte… bisogna fare a meno di alcune cose Edward. Lei vorrebbe stare con te… ma ha bisogno di soldi per farti stare bene e farti uscire fuori da qui… “ mormorai cercando di trovare le parole adatte. “ Tu vuoi uscire fuori di qui? “ gli domandai sorridendo.

Lui annuì e si asciugò le lacrime. “ Anche la tua mamma lo vuole. E poi, ci sono io a farti compagnia… Vuoi essere mio amico? “ Il sorriso che mi fece mi scaldò il cuore, e fu come se per la prima volta,il mio cuore di pietra tornasse a battere.

 

 

--

Avevo già pubblicato una storia simile, ieri. Ma l'ho cancellata. Oggi mi è venuto un flash e ho chiesto a Cass il parere, e dopo avermi confessato che " mi ama",ho cancellato la storia e mi sono messa all'opera.

Fatemi sapere cosa ne pensate, a me piace molto l'idea. 

Un bacione, alla prossima!

Lully

   
 
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