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Autore: Larriesh    04/12/2012    0 recensioni
Blaine è un brillante medico di New York.
Cosa succede se si ritrova ad assistere come suo paziente Kurt? Cosa succede se Blaine sembra essere molto preso dal suo paziente? Anche se questi non è esattamente nelle condizioni per stringere un rapporto..
Nuova long Klaine, con tanto di Doctor!Blaine.
Le cose non saranno molto felici all'inizio, ma fidatevi, diventerà tutto molto fluffuoso molto presto.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Blaine era orgoglioso del suo nuovo lavoro.

Ventisei anni, in salute e laureato brillantemente in Medicina alla New York University.

I sei mesi seguenti la laurea li aveva passati all'ospedale di Westerville a fare esperienza, in modo da essere vicino a casa.

Sei mesi durante i quali aveva appreso davvero molto, molto più di quello che aveva imparato sui libri di scuola. Avrebbe barattato volentieri i suoi 5 anni di studi con 5 anni in campo pratico: era lì che imparavi davvero cosa voleva dire essere un medico. Sui libri non viene trasmesso il senso di responsabilità verso le persone che si ha in cura; non si impara sulla propria pelle cosa vuole dire sbagliare e convivere con il senso di colpa per aver rovinato la vita a qualcuno; non si insegna che vedere i bambini ricoverati è la cosa più triste del mondo. 

Ed è lì che si capisce anche se essere medico è davvero ciò che vuoi.

E Blaine lo voleva, ancora di più alla fine dei sei mesi. 

Alla fine del periodo trascorso a Westerville, gli venne offerto un posto fisso in una prestigiosa clinica di New York, e lui accettò. Non tanto per il voler far carriera, bensì per il fatto che a New York c'erano più possibilità di essere utile. Ed era tutto ciò che Blaine chiedeva: voleva sostenere gli altri, voleva aiutare le persone. 

Anche se a volte non era per niente facile. 

La prima settimana del suo lavoro a New York trascorse tranquillamente, senza gravi urgenze. Per il momento assisteva i pazienti di altri medici, visto che non c'era stato nessun nuovo caso a cui dedicarsi personalmente.

 

 

Fino alla sera del 24 dicembre.

 

Era la notte di Natale e, visto che l'ospedale era praticamente vuoto, molti dottori e infermieri erano a casa, con le loro famiglie. In ospedale erano rimasti solo coloro che sarebbero stati necessari in caso di emergenza. E Blaine era tra di loro. 

Dato che la sua famiglia non era a New York e lui non aveva ferie, si era reso disponibile per il turno di notte. 

Blaine si trovava alla finestra del suo studio e osservava la neve cadere a fiocchi lenti sulla città. 

New York sotto la neve era qualcosa di magico. L'atmosfera natalizia iniziava ad essere alle porte già a fine novembre, ma solo quando c'era la prima nevicata si sentiva davvero il Natale. Ovunque c'erano cori natalizi, ovunque splendevano luci e addobbi, tutti diventavano più gentili. 

Era perso nei suoi pensieri, quando un'ambulanza entrò alla velocità della luce nel cortile della clinica; Blaine si alzò di corsa, precipitandosi alla porta, pronto ad intervenire.

Le porte della clinica si spalancarono poco dopo, rivelando i paramedici entrare di gran corsa con una barella, sulla quale trasportavano un giovane, non certo in buone condizioni.

Jeanine, una dei paramedici, si avvicinò a lui.

"Il dotter Brown dov'è?" chiese subito, trafelata.

Blaine scosse la testa. "Non c'è, Jeanine. Ci sono io. Mettimi al corrente di tutto, veloce." disse, sbrigativo.

Jeanine, lo guardò incerta. "Ma.."

Blaine perse la pazienza e le rispose, forse, con un tono di voce un po' rude. "JEANINE! Se non mi dirai che è successo le cose si metteranno male per questo ragazzo, peggio di quanto già evidentemente siano!"

Lei annuì, rassegnata. "Ha avuto un incidente sulla 24esima. La sua moto si è scontrata con un tram ed è stata sbalzata via. Il ragazzo è stato lanciato a cinque metri di distanza e la moto ha finito per ricadere sul proprietario, che aveva già sbattuto la testa, perdendo conoscenza. Abbiamo dovuto spostare le lamiere distrutte della moto per recuperarlo."

Blaine inorridì un attimo, poi annuì freddamente. "Bene, in sala operatoria, veloci."

Si diressero verso la sala operatoria di gran corsa e, prima di entrare, un ragazzo si avvicinò a Blaine. 

"Dottore, questi sono i documenti che abbiamo rinvenuto nel giubbotto del ragazzo.." disse, porgendo un portafoglio a Blaine.

Lui scosse la testa. "Portali in ufficio. Sistemeranno tutto lì. Dimmi solo.."

"Kurt Hummel, 26 anni." lo anticipò l'altro, prima di allontanarsi.

Blaine annuì, prima di entrare in sala operatoria. 

E quando guardò il viso del ragazzo, fu come.. un colpo al cuore. Tutto divenne bianco intorno a lui, e c'era solo quel giovane. Kurt.

E Blaine non seppe perché, ma se non fosse riuscito a salvarlo, questo gli avrebbe spezzato il cuore più di quanto non avrebbero fatto altre situazioni.

 

 

 

Tredici ore dopo, Blaine uscì dalla sala operatoria e si vide travolgere da una figura massiccia, in evidente stato di agitazione. 

L'uomo, che era corso verso di lui, non poteva avere più di cinquant'anni, aveva una corporatura robusta e portava un cappellino sportivo su un capo evidentemente calvo. Vestiva in maniera semplice, con un giaccone verde militare e dei jeans scoloriti. 

Gli si rivolse direttamente, ma parlò troppo velocemente perché Blaine riuscisse ad afferrare il senso del suo discorso.

Lo guardò confuso e stava per chiedergli di ripetere quando una signora, con una massa di capelli rossi, fasciata in un cappotto rosso fuoco, gli si avvicinò, mettendo una mano sul braccio dell'uomo. 

"Quello che probabilmente mio marito intende chiedere" disse "è come sia andata l'operazione. La prego, ci dica."

"Vogliate scusarmi solo un attimo" acconsentì Blaine, prima di dirigersi verso un'anziana infermiera lì vicino. 

"Samantha, prepara una stanza nel mio reparto e sistemate il signor Hummel."

Questa lo guardò con occhi tristi e annuì.

 

Fatto questo Blaine tornò dalla coppia, che a questo punto aveva capito essere parenti del ragazzo.

Questi lo stavano aspettando nella stessa posizione di prima, non si erano mossi di una virgola.

Sospirò. "I signori Hummel, giusto?" chiese. Quando questi annuirono, si passò una mano sul viso stanco. "Vi prego, seguitemi nel mio studio."

 

Una volta accomodati con Blaine di fronte a loro, con un caffè bollente in mano, i signori Hummel iniziarono a diventare impazienti. 

"La prego, dottore, ci dica. È.. grave?" chiese la donna, sull'orlo delle lacrime. Il marito le prese la mano, stringendola. In realtà, sembrava lui tra i due ad aver maggior bisogno di conforto. 

"Signora Hummel.. non posso dirle che non lo sia. Abbiamo passato tredici ore in sala operatoria, facendo il possibile. Dopo l'incidente, suo figlio era davvero in brutte condizioni. Se fosse arrivato anche solo qualche minuto più tardi, credo che ora le starei facendo questo discorso dall'obitorio."

La signora Hummel singhiozzò, stringendosi al marito. 

Blaine sospirò. "Mi scusi, non volevo essere indelicato, davvero. Quello che conta è che Kurt sia arrivato in tempo e che l'operazione - le operazioni siano andate a buon fine. Possiamo dire che il peggio sia passato. Ora vostro figlio ha un paio di costole, il femore sinistro, e l'avambraccio destro rotti ed è in coma. Non abbiamo riscontrato nessun problema a livello del cranio e l'encefalo, per fortuna, non è stato minimamente danneggiato. Non possiamo però dire quando si risveglierà, ora è solo questione di tempo. Abbiamo buone speranze che sia presto, ma non possiamo dire quanto con certezza."

La signora Hummel lo guardò con gli occhi pieni di gratitudine e lo abbracciò. "Grazie. Grazie davvero."

Blaine le sorrise, gentile. Anche il signor Hummel gli sorrise riconoscente, tra le lacrime, e con una mano gli strinse la spalla. 

"Grazie dottor.." si sporse per leggere il cartellino. "..Anderson. È così giovane eppure già così.. determinante. Avrà futuro."

Blaine gli sorrise, grato delle sue parole. "Ora pensiamo a dare un futuro a suo figlio, poi penseremo al mio." disse.

Il signor Hummel non resistette alle parole di quel ragazzo così giovane, dal sorriso e gli occhi così puri e sinceri, rari in un ragazzo della sua età, e lo abbracciò.

Blaine ricambiò, e sorrise. Aveva salvato quel ragazzo. Ma era ora che veniva il difficile per lui. Doveva promettergli un futuro. E non solo a lui, ma anche ai suoi genitori. E Blaine ce l'avrebbe fatta. Perché aveva visto un qualcosa sul viso angelico di quel ragazzo. Anche i suoi lineamenti, benché intaccati dal sangue, lasciavano trasparire bontà e spensieratezza. E Blaine pensò che gli sarebbe piaciuto vedere il sorriso di Kurt. E lo vedrò. si promise.

 

 

 

 

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Ed eccomi ancora qui, stavolta con una nuova long, tutta Klaine. 

Perché la Klaine è la mia OTP, e in questo momento più che mai bisogna dirsi l'uno l'altro 'Courage'.

Quindi, se la storia vi appassiona, continuate a seguirmi, aggiornerò sempre il martedì :)

 

Un grazie enorme alla mia beta Pè, aka lunablu12 qui su efp.. grazie tesoro! <3

A martedì!

B. 

  
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