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Autore: Christine_Heart    05/12/2012    3 recensioni
Mi tolgo i granelli di sabbia rimasti su i miei vestiti e mi avvicino a Shiki, che saltellando si era già posizionato con le spalle al sole.
Il suo peluche stretto in mano.
Mi sistemo al suo fianco.
Prendo una zampina del panda, per farsi che sia esattamente tra noi due.
Avvicino la mia testa alla sua.
Il sole e quel dipinto di colori, con il mormorio del mare alle nostre spalle.
Sorrido.
***
[Contest sfida] [AU]
Genere: Drammatico, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ying & Yang'
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Capitolo 7: Ci vuole solo un po' di forza.
 
Epilogo
 
Finalmente è arrivata l'estate.
E il caldo si fa sentire anche sulla spiaggia nonostante fossero le otto di sera.
La mia famiglia ha organizzato un falò sulla spiaggia.
Mangiamo lì mentre aspettiamo i fuochi d'artificio.
Io sono già sul posto, Shiki poi mi avrebbe raggiunto.
Ha un altro impegno.
"Dici davvero?" mi chiede stupita Jane stretta tra le braccia di Mark.
"Mhm..." annuisco bevendo un altro sorso della birra.
"Ma dai, oggi aveva l'esame per la patente...e perchè non ci ha detto nulla?"
"Voleva farvi una sorpresa."
"Ma adesso tu l'hai rovinata." mi dice lesta Nicole.
"Ah-ah...non è vero!" rispondo tranquillo.
"Ma dai dici se è passato?!" mi chiede subito Jane.
"No!" rispondo lesto.
"Ma dai, così ci lasci sulle spine!"
"Esatto!"
"Dai..." mi sgrida mia sorella tirandomi un pugno sulla spalla.
"...che cattivo che sei fratellone!" finisce mettendo il muso come i bimbi piccoli.
"Ma almeno l'hai accompagnato?" mi chiede Alex.
"Certo che l'ho accompagnato, per chi mi hai preso!" gli rispondo onesto.
"Allora dici com'è andata?" insiste Jane.
"No!"
"Cattivo!" esclama Jane facendomi la linguaccia.
I presenti scoppiano a ridere.
I nostri marshmallow, stanno finendo di arrostire sul fuoco.
"Master!!!" mi sento chiamare.
Mi giro a guardare sul lungo mare.
Il mio piccolo neko agita la sua mano per salutarmi felice.
Svelto scende i tre gradini e corre da noi. L'accogliamo con un grand, lungo e bell'applauso.
"Ciao piccolo!" lo saluto solare, lasciandolo sedere accanto a me.
L'abbraccio felice e gli bacio la tempia.
"Allora Jonathan è partito?" gli chiedo allegro.
"Sì, è partito per l'Italia...ha detto che appena arriva mi fa uno squillo...che metterà le foto su Facebook e che mi manderà una cartolina!" mi dice felice.
"Che bello!" gli esclamo contento.
"Sì sì...è bello...ma noi vogliamo sapere..." sbraita veloce mia sorella.
"Che cosa?" chiede Shiki stranito.
"Hai passato l'esame di guida???" chiedono all'unisono sia Jane che Mark.
Shiki sorride mostrando tutti i suoi dentini.
"Sono un patentato!" afferma felice mostrando il suo mazzo di chiave.
"Ahhhh, che meraviglia!!!" esclama allegra mia sorella.
"Già, sono proprio contento!" confessa Shiki.
"Allora mi accompagnerai tu a fare shopping quando Mark non può!" scherza Jane.
"Che cosa??"
"Sì, è una fantastica idea!" esclama Nicole.
"Quando Alex non può...chiamerò te!" continua mia cognata.
"Eh!!!" esclama sorpreso.
Tutti scoppiano a ridere di nuovo.
"Shiki, io ti devo dire una cosa." confesso appena la risata si spegne.
"Che cosa Master?" mi domanda allegro.
"Io mi vedo con una persona."
"Ah, è la signorina Stella?" mi chiede felice.
Stella era la mia ex.
Una ragazza carina, snella e dai capelli chiari.
Ma per un lungo periodo sono mancati l'amore e l'affetto, e mi ha sfruttato per bene.
E io me ne sono accorto troppo tardi.
"No Shiki...non è Stella." affermo scuotendo la testa.
"Oh, ma la signorina Stella...non viene più a casa nostra da un sacco di tempo."
"Sì, è vero..." gli rispondo.
"...ma infondo era lei che aveva un'altra storia..." sussurro quasi offeso.
"Cosa?" chiede confuso.
"Nulla Shiki." gli dico accarezzandogli la testa.
"Shiki io ho conosciuto una persona."
"E' un'altra persona...e sto bene con lei, mi piace stare con lei!"
"E' la tua nuova ragazza?" mi chiede stupito.
Mi sento arrossire appena.
"Forse." mormoro.
"Come si chiama?" mi chiede Shiki incuriosito.
"Grace." rispondo rilassato.
_____
 
Due anni dopo.
 
Sono passati due anni nel frattempo.
Shiki è diventato un po' più alto ed è ancora sotto la mia tutela.
E’ il migliore della sua classe e ora anche rappresentate del suo ultimo anno.
Ne è molto fiero.
Jane si è laureata con successo alla facoltà di scienze sociali....i professori mi hanno detto che la sua tesi e stata straordinaria e ben riuscita. Ma per il momento non ha ancora trovato lavoro come insegnate né come maestra, così nel frattempo continua a lavorare nella sua pasticceria, assieme a Mark, che benché il master universitario preso come fotografo, artista e artista pubblicitario...malgrado le otto mostre che l'università gli ha permesso di fare...non ha ancora un lavoro fisso, così aiutava Jane e nel tempo libero continua a dipingere.
Ormai sono fidanzati ufficialmente ed erano felici così. Questo basta.
Alex si è finalmente tolto il tutore e il suo braccio è più forte e sano che mai.
Poi mio fratello ci ha offerto quella famosa cena, dopo i fantastici incassi del suo ultimo film.
Ora ha preso una pausa dal set, vuole passare un po' più di tempo con Nicole, che finalmente si è decisa a farmi diventare zio.
Io invece rimango ancora il più giovane professore delle superiori, ma sono cambiato anch'io.
Mi sono sposato, sono diventato padre e scrittore.
"Tesoro...coraggio,altrimenti facciamo tardi!" grido dal salotto alla mia sposa, mentre mi sistemo la cravatta scura.
"Master!" mi chiama Shiki un po'in difficoltà.
Mi volto verso di lui.
"Che succede, eh?" gli chiedo divertito.
"Non ci riesco." mi dice cercando di stringersi la cravatta al collo.
"Ma che..." sorrido appena.
Sorrido.
E’ vero non ho mai avuto occasione di insegnare a Shiki il nodo della cravatta.
Mi avvicino a lui. Gli prendo le mani.
"Vieni, la facciamo assieme." gli dico.
L'aiuto con il nodo.
"Come siamo eleganti." gli dico compiaciuto alla fine.
Shiki si sistema i risvolti dello smoking:
"Dici davvero Master?"
Annuisco sistemandogli i capelli.
Lui sorride felice:
"Grazie Master." mi risponde allegro.
"Indosserai questo il giorno dell'esame di maturità?" gli chiedo curioso.
"Non lo so...mi sembra troppo..."
Alza gli occhi su di me:
"...tanto ho tempo per pensarci." mi sorride allegro.
Gli accarezzo la testa:
"Hai ragione!" esclamo felice.
"Pa-pa!" mi sento chiamare incerto.
Abbasso gli occhi.
La mia pulcina cammina verso di me con passo poco chiaro.
Sorrido timido.
"Ma guarda chi c'è....la mia principessa!" esclamo felice prendendola in braccio.
"Ciao amore del papà!" gli dico baciandogli la guancia.
Lei mi sorride allegra.
E' così bella la mia piccina...ha gli stessi occhi della madre e i miei stessi capelli.
Era minuta e chiara come una bambola.
"Ma come siamo carine?!" gli dico guardando il vestitino che la mamma le ha messo.
Un bel vestito bianco con le scarpette abbinate.
La mia piccola ride contenta.
Shiki sorride felice.
"Eh sì...siamo davvero belle!" le dice Shiki giocando con la sua manina.
Io sorrido sereno, sistemando meglio la mia bimba in braccio.
"Cara...?" chiamo solare.
"Arrivo amore." mi sento dire dalla camera di letto.
"Ora Kate...arriva la mamma e possiamo andare..." gli dico felice baciandogli la fronte.
"Mhm..." esclama gioiosa.
"Tu Shiki hai preso tutto?" gli chiedo
"Sì Master!" mi sorride felice.
Gli accarezzo l'orecchio sinistro e lo vedo sorridere radioso.
"Master...!" mi dice stupito.
"Che c'è?" gli chiedo notando il suo volto meravigliato.
Non mi dice nulla, mi indica solo le scale.
"Mamma!" esclama felice Kate.
Mi volto, e comprendo il volto di Shiki.
"La tieni Shiki?" gli chiedo porgendogliela.
"Sì Master..." mi dice prendendola con calma.
"Fai attenzione!" gli dico con premura, accarezzando la testa ad entrambi.
Mi avvicino a mia moglie, ormai ferma all'ultimo gradino.
"Allora, può andar bene?" mi chiede con un sorriso solare.
E' incantevole!
Grace, la mia Grace, mia moglie.
Alta, snella come un giunco, pelle chiara, capelli castani-ramati, occhi cerulei.
Indossa un semplice abito corto sotto il ginocchio blu notte, un leggero copri abito di velo azzurro, pochi gioielli bianchi, leggero trucco, tacchi a spillo e borsetta.
Rimango a bocca aperta, come tutte le volte.
Gli porgo la mano, per aiutarla a scendere.
"Mi farai sfigurare!" gli sussurro con garbo.
Lei sorride felice.
"E' questa la mia idea!" dice divertita.
Sorrido e gli bacio le labbra.
Lei mi abbraccia la vita, e con un nuovo sorriso, mi sfiora di nuovo le labbra.
"Se continuiamo così...non arriviamo più alla presentazione del mio libro!" gli dico baciandogli ancora con leggerezza le labbra.
Grace ride felice.
Mi sento tirare i pantaloni. Abbassiamo entrambi gli occhi.
"Papa va?" chiede felice la mia piccola.
Io e Grace ridiamo divertiti.
La mia piccina ci manda un bacio.
"Sì tesoro...andiamo subito." gli rispondo sfiorandogli i capelli.
Mia moglie prende per mano la mia piccola stellina e io mi avvicino al tavolino, prendo le chiavi della macchina e i miei effetti personali.
"Siamo pronti?" chiedo a tutti.
"Sì Master!" mi risponde subito Shiki, stringendo l'altra manina alla mia piccola.
Il sorriso del mio piccolo neko e della mia bella moglie mi allietano il cuore.
_____
 
Il discorso di apertura si è concluso con successo.
Ora i presenti viaggiano tra i quadri del mio futuro cognato, i dolci della mia Jane, e le pile in mostra del mio primo libro. Anch’io ormai, dopo l’agitazione delle prime battute, rilassato mi sto godendo il pomeriggio. Di tanto in tanto viene qualcuno a complimentarsi o a richiedere una dedica con firma. E la cosa per quanto può risultarmi strana, la trovo davvero carina.
"Grazie mille Signor Johansen!" mi ringrazia felice una ragazzina, circondata dal suo gruppetto di amiche, che tenevano strette tra le mani il mio romanzo.
"Grazie a voi!" gli rispondo educato con un semplice sorriso.
Le sento ridacchiare mentre si allontanano.
Riprendo a incamminarmi tranquillo.
Sorseggio un' altro po’ lo spumante dal mio calice di cristallo sottile.
Non mi piaceva granchè.
Ma mi sembra appropriato per l’occasione, mi sono sforzato di berne almeno un po’.
"Master!" mi sento chiamare da Shiki.
Abbasso il bicchiere e mi volto verso di lui.
"Shiki, ciao!" lo saluto felice.
"Allora come sono andato?" gli chiedo curioso.
"Ah sì…bella presentazione!" mi risponde solare allungandomi il mio libro.
"Ma Shiki…?" non ci posso credere.
"L’hai comprato…? Perché?" chiedo sorpreso.
"Ho messo i soldi da parte per averne una copia, oggi!" mi sorride felice.
"Shiki." chiamo commosso.
"Non sapevo che ci tenessi così tanto." gli dico onesto.
Mi sorride allegro chiudendo gli occhi sereno e aggiunge:
"Posso avere una dedica?" mi chiede divertito.
Gli sorrido sereno prendendo il libro.
"Prima pagina?" chiedo nella parte.
Annuisce.
Apro il libro, prendo la penna dal taschino e firmo.
"Ecco qui!" gli dico riconsegnandolo.
"Grazie mille Master!" esclama felice, scodinzolando.
"Grazie a te Shiki." gli rispondo felice accarezzandogli la testa.
Il mio dolce neko si lascia coccolare allegro.
Poi qualcosa attira la sua attenzione.
Rimane sbigottito.
Mi ferma e mi sposta la mano.
Fa un passo avanti, meravigliato.
"Che succede Shiki?" gli chiedo stranito.
"Non l’avete vista Master?" mi chiede come se stesse parlando di un sogno.
Sospiro.
"Quand’è che si toglierà questo vizio del voi?" penso annoiato.
"Non mi si addice per niente." continuo.
Mi schiarisco la voce e rispondo:
"Di chi stai parlando Shiki?"
"E’ un angelo!" mi risponde arrossendo un pochino.
"Shiki…" cerco di attirare la sua attenzione per capirci qualcosa.
"E’ così che sono fatti gli angeli, Master?" mi chiede di colpo voltandosi verso di me.
"Non lo so Shiki…hai fatto un ragionamento che hai capito solo tu."
Il mio neko guarda tra la folla.
"Non la vedo più!" afferma triste.
Faccio per andarmene.
"Aspetta…" mi dice fermandomi il braccio.
Per poco non mi versavo lo spumante addosso.
"Eccola lì!" esclama felice indicandomela.
Seguo il suo dito.
Sì, ha buon occhio il mio neko.
"Shiki…"
Lo colpisco con uno schiaffetto sul sedere.
"…Non voglio distrazioni, hai l’esame di maturità, quest’anno!" lo riprendo.
"Sì Master…è vero." mi dice triste.
Gli colpisco l’altra guancia, sempre con la stessa attenzione e premura di prima.
Non voglio fargli male.
"Ma insomma!" mi esclama contro.
Si volta nervoso verso di me, e sbatte un piede per terra.
So di non avergli fatto male.
Non avevo più il coraggio di toccarlo “in quel senso”.
Solo qualche rimprovero e scappellotto per rimetterlo in riga.
Dopo quel triste pomeriggio, avevamo deciso in comune accordo, che se c’era un problema ne avremmo parlato insieme, e a seconda della gravità della cosa, se ce n’era veramente bisogno, avremmo pattuito assieme una adeguata “punizione”.
Sorrido.
Gli accarezzo i capelli e gli bacio la guancia:
"Stavo scherzando." gli spiego con un altro sorriso.
"Non essere stupido…va da lei!" gli dico felice.
Il volto del mio Shiki s’illumina rallegrato.
"Davvero posso?" mi chiede felice.
"Vuoi perderti un’occasione come lei?" gli chiedo colpito.
Scuote il capo con una furia tale, da poter svitare la testa dal collo.
"E allora vai, corri da lei!" gli faccio coraggio.
Lo vedo schizzare via.
"Mi piacciono i tuoi scherzi Master!" mi dice prima di sparire tra la folla.
"Di che scherzi, sta parlando?" mi sento dire.
Incrocio gli occhi di mia moglie.
Gli sorrido con amore.
"Cose da uomini…" gli rispondo.
"Il mio scrittore ha dei segreti." dice con fare carino.
"Il tuo scrittore?" domando divertito.
Lei mi si avvicina e mi prende il braccio.
Mi bacia le labbra.
"Il mio scrittore!" mi dice divertita.
Arrossisce un po’, ridendo.
"Il tuo scrittore!" gli rispondo con tenerezza.
Questa volta sono io a piegarmi verso di lei per assaporare di nuovo le sue labbra.
"La nostra bimba?" gli chiedo con un ultimo bacio.
"E con lo zio." mi dice indicandomi il posto.
Si stringe a me, poggiando la testa sulla mia spalla.
Io mi volto a guardare.
Alex, affianco a Nicole, tiene in braccio sua nipote con fare esperto.
Stanno ridendo e giocando con la piccola.
Mio fratello si volta a guardarmi.
Mi sorride e dice qualcosa a mia figlia.
La piccola guarda lo zio e sorridendo si gira verso di noi.
Probabilmente Alex gli dice: "Fai ciao a mamma e papà!".
Perché dopo due secondi, Alex mi saluta, e vedo la mia Kate sorridere felice.
Imita lo zio, agitando quella sua piccola manina.
Io e Grace sorridiamo amorevoli e rispondiamo all’unisono al saluto.
Poi Alex la rapisce di nuovo, e insieme a Nicole, ritornano a ballare.
E’ così bello vedere Nicole elegante in quel bell’abito rosa perla, che protegge la pancia ormai visibile. Sono davvero raggiante per loro due.
"Allora che cosa è successo a Shiki?" mi chiede poi mia moglie, accompagnandomi a vedere un quadro esposto lì a due passi.
Bevo l’ultimo sorso dal calice e l’appoggio sul tavolino.
Sembravo così dannatamente importante con quel bicchiere in mano.
Non è da me la cosa.
Stringo meglio mia moglie e gli rispondo:
" Ha visto Shizuku!"
La mia Grace rimane a bocca aperta:
"Shizuku…la mia piccola vicina di casa?"
"Quante Shizuku conosci?" gli chiedo curioso.
"E beh, che ha detto?" mi chiede curiosa.
"Ha farfugliato ed corsa da lei!"
"Oddio davvero?" mi chiede emozionata.
Annuisco radioso.
"E dove sono adesso?" domanda guardandosi intorno.
"Dai non vorrai spiarli?!"
"No, voglio solo sapere come sta andando!" mi risponde onesta.
Rido tra me e me allegro.
Stringo meglio la mano di mia moglie e l’accompagno vicino ad un altro quadro.
"Lasciamoli stare!" gli sussurro.
"Ma sono così carini insieme…" mi dice entusiasta.
"Sì, hai ragione."
"La pensi come me?" mi chiede felice.
Annuisco convinto.
"Hai fatto bene ad invitarla!" gli dico felice baciandogli la guancia.
Lei sorride gioiosa.
 
********
 
Nel frattempo
 
Shiki si è allontanato da me con grand fretta.
Si è mischiato alla folla.
Si guarda attorno cercandola disperato.
"L’ho trovata!" pensa soddisfatto.
Corre da lei.
Ma prende male le distanze, e finisce per scontrarsi.
Rischiano entrambi di cadere.
"Attenta!" gli esclama preoccupato.
E veloce le afferra il braccio per aiutarla a rimanere in piedi.
"Tutto bene?" gli chiede dopo.
Lei annuisce, sistemandosi un po’ il vestito.
"Ti sei fatta male?" domanda ancora.
"No, stai tranquillo…tutto a posto!" gli risponde solare.
Si volta a guardare Shiki.
Il mio piccolo neko rimane senza parole.
Piano paino le sue guance iniziano a colorasi di rosso.
E’ davvero adorabile Shizuku.
Minuta,volto sottile, capelli lunghi fino alle spalle lisci come seta del colore della terra, occhi nocciola brillanti e sognati, piccole guance delicate appena sfumate, nasino piccolo e grazioso, pelle chiara, sorriso semplice, orecchie lunghe e morbide appena arancioni.
Anche il vestito la rende più carina.
Un tailleur bianco, gonna sopra il ginocchio, un fiocco rosa caldo che adorna il collo, in perfetto abbinamento con le scarpe non troppo alte e alla borsetta.
Shizuku gli sorride delicata.
"Ciao!" gli dice educata.
"Ciao!" risponde balbettante Shiki.
"Anche tu sei qui per il libro: I sospiri del cuore?" domanda poi.
"Sì, certo…per che cos’altro!" ridacchia Shiki imbarazzato.
Lei nasconde la sua risatina dietro la mano.
Shiki si sente rapito.
"Mi chiamo Shiki Fujii Johansen!" si presenta il mio neko educato porgendogli la mano.
"Shizuku Yamashita!" risponde lei.
Shiki gli prende la mano e con cortesia, gli bacia il dorso.
Ed è la volta della signorina ad arrossire.
"Grazie!" sussurra lei imbarazzata.
"Ma hai detto Johansen?" chiede poi sorpresa.
"Sì…perché?" chiede il mio neko confuso.
"E’ lo stesso cognome dello scrittore!" dice lei entusiasta, mostrandogli il libro.
"Sì, lui è il mio Master!"
"Il tuo Master???"
Shiki annuisce come se fosse ovvio.
"Mi piacerebbe conoscerlo." confessa Shizuku arrossendo, e stringendo forte al petto la copia del suo volume.
"Non l’hai ancora conosciuto?" chiede stupito.
Lei scuote la testa.
"Perché?"
Lei si fa più rossa.
"Ti vergogni?" chiede stupito Shiki.
Lei annuisce con una piccola risata.
"Ma il mio Master, non ti mangia!"
"Lo so…ma…"
"Te lo presento volentieri." risponde subito Shiki.
"Dici davvero?" chiede lei meravigliata.
"Sì certo…farà molto piacere al mio Master…"
"…Ma prima posso offrirti qualcosa da bere?" aggiunge educato.
"Volentieri!" risponde lei cortese.
Si avvicina a Shiki e gli prende la mano.
Il mio neko inizia a “fumare” per l’imbarazzo.
Ma non lascia la mano della sua neko.
"Sei molto carino!" gli sussurra gentile Shizuku all’orecchio.
"Anche tu…sei molto carina!" gli risponde.
Sorridono solari all’unanime.
 
 
***********
 
"Quanti ha Shizuku?" chiedo a mia moglie.
"Ha una anno in meno di Shiki!" mi risponde seguendogli con lo sguardo.
"Ma come sono carini!" esclama poi felice.
"Sì, sono davvero adorabili!" confermo notando i volti solari di entrambi.
"Infondo è arrivato il momento che Shiki si trovi una ragazza." penso un po’ a malincuore.
"Ryan, posso farti una domanda?" mi chiede poi Grace.
Annuisco incontrando i suoi occhi.
"Quanti anni aveva Shiki quando l’hai incontrato?".
"Aveva solo 5 anni."
"Solo 5 anni…era così piccolo!" dice sconvolta.
"Lo so…ma infondo la madre non lo voleva, e per il bene del piccolo non c’era altro da fare, che lasciarlo adottare da qualcuno!".
"Perché hai scelto lui?" mi chiede curiosa.
"Scelto?" ripeto confuso.
"Non l’ho scelto io." gli dico sincero.
Mi volto verso Shiki.
Incontro il suo volto felice, mentre si avvia al bar.
"E’ stato lui, che ha scelto me." gli dico con gli occhi umidi.
"Dici davvero?" mi chiede commossa.
"Sì…era appena arrivato…stava da solo nel suo lettino, spaventato…".
"Io avevo il pomeriggio libero, e ogni tanto andavo al reparto per dare una mano…Shiki aveva un braccino rotto…ma non si faceva avvicinare da nessuno…".
"…solo io sono riuscito a convincerlo….".
 
Era dicembre.
Un freddo pazzesco.
Entro nella cameretta del piccolo.
Era davvero una creaturina piccolissima, stretto nel suo giubbotto blu, rannicchiato in un angolo del letto.
Sembrava così indifeso e solo.
Mi avvicino.
"Ciao!" lo saluto gentile, poggiando il cappotto nero sulla sedia.
"Posso?" gli chiedo indicandoli la sedia vicino a lui.
Rimango colpito dai suoi bellissimi occhi verdi, infinitamente chiari.
Brillanti, pieni di vita.
Shiki fa solo sì con la testina.
"Grazie." rispondo accomodandomi.
"Ti chiami Shiki, vero?"
Il mio piccolo fa ancora di sì con il capo.
"E’ un bel nome, sai."
Mi sorride appena.
"Io mi chiamo Ryan…Ryan Johansen." mi presento.
Mi guardo intorno.
"Sei qui da solo?"
Mi dice di sì.
"Dov’è la tua mamma?"
Scuote il capo abbassando gli occhi.
"Forse è meglio cambiare argomento." penso subito.
Eppure quelli occhi non si adombravano.
Non s’incupivano.
Continuavano a lampeggiare speranzosi.
"Fa freddo eh?" chiedo strofinando le mani una contro l’altra.
"Tu hai freddo?" gli chiedo per ottenere una risposta.
Lui guarda la copertina ai suoi piedi.
Lo copro senza troppe storie.
"Che cosa hai fatto al braccio?" chiedo poi.
"Sei caduto?" azzardo.
Mi dice di sì.
"Ahia…deve farti male."
"Anch’io sono caduto da piccolo…un sacco di volte…però il mio fratellone mi ha insegnato un trucchetto divertente per tirarmi su il morale quando mi facevo male...vuoi vederlo?"
Il mio neko annuisce e sorride.
"Lo sai che hai delle orecchie davvero carine." gli dico sereno.
"Ma le tue orecchie brillano sempre così?" gli chiedo poi curioso.
Noto il suo volto stranito, e dopo un paio di secondi mi dice di no.
"Ah no eh? Infatti mi sembrava strano." gli dico con un sorriso.
"Aspetta un attimo, eh." affermo ancora.
Gli sfioro l’orecchio destro.
Poi gli mostro il pugno della mia mano.
Shiki non capisce.
"Se non soffi…il trucco non mi riesce." gli spiego avvicinandogli la mano.
Le sue piccole labbra si avvicinano.
Sento il suo soffio leggero sfiorarmi la mano.
"Apriamo la mano?" gli chiedo educato.
Annuisce, guardando con impazienza le mie nocche.
"Uno…due…tre…" conto come un vero “mago”.
Il piccolo felice mi aiuta ad aprire la mano.
Il mio palmo ha cinque monetine d’oro.
Sono solo soldi finti che utilizzavo per far ridere i bambini.
Al negozio di giocattoli si trovano a poco prezzo.
Mi piaceva portarmi in tasca quel trucco per far star meglio i bimbi che mi circondavano.
"Ancora!" mi grida entusiasta.
Lo vedo sorridere, e scodinzolare felice.
I suoi occhi si sono accesi di meraviglia.
"Allora parli." gli dico felice.
"Sì Master…" mi risponde piano.
Gli sorrido con affetto.
"Mi piace stare con lui…mi sento un po’ un papà" penso felice.
"Mi dai la manina?" gli chiedo buono.
Lui in tutta risposta la nasconde.
"Non devi avere paura…non ti faccio niente!" gli spiego gentile.
"Voglio solo darti i tuoi soldini." gli dico cortese.
"Perché li dai a me?" mi chiede educato.
"Sei tu il piccolino malato, giusto?" gli chiedo con dolcezza.
Gli sorrido con tenerezza e gli rispondo:
"Perché mio fratello mi diceva sempre che un bimbo malato per guarire e dimenticare le medicine cattive, deve avere un soldino per lo zucchero filato, un altro per i pop-corn, un altro ancora per le caramelle, il penultimo per le ciambelle e l’ultimo per giostra dei cavalli!".gli spiego, appoggiando ogni monetina sul suo comodino.
"La giostra dei cavalli!" mi esclama sorpreso.
"Non ci sei mai stato?" gli chiedo confuso.
"No Master…la mia mamma…" non aggiunge altro.
Non serve…avevo già capito.
Era facile dire "Sei un neko cattivo e non ti meriti nulla!".
I bimbi così piccoli si lasciano condizionare facilmente.
Credono a tutto ciò che gli viene detto.
Credono anche di essere veramente cattivi.
"Cattivi? Non sanno neanche cosa voglia dire per davvero questa parola." mi sorprendo.
"Genitori che maltrattano e abbandonano i figli..con quale coraggio?" penso disgustato.
E davanti quella situazione mi sono sentito così piccolo e inutile.
Non sapevo come consolarlo, cosa dirgli.
"Non è così…non è colpa tua…" mi ritrovo a dichiarare.
"Posso anche comprare il pane per andare al laghetto a dare da mangiare alle oche, alle paperelle, alle anatre e agli anatroccoli…Master!"
Gli sorrido con affetto:
"Ma sì, certo che puoi…è divertente no?"
Lui annuisce con allegria, chiudendo gli occhietti.
"Mi ci porterai?" mi chiede subito con gioia.
Rimango sorpreso da tanta vitalità ed energia.
I suoi occhi brillano di emozione.
"Gli sto dando così tanta forza o è lui che la sta donando a me?" mi chiedo.
"Shiki mi piacerebbe davvero tanto, ma vedi prima devi guarire, altrimenti non puoi uscire da qui tesoro!" gli spiego.
"Tesoro?" penso subito.
"L’ho davvero chiamato così?" mi dico ancora.
Infondo come si poteva resistere a quel piccino.
Era così delicato, tenero, sensibile, amorevole e gioioso.
Chiunque gli avrebbe voluto subito bene.
"Chiunque tranne sua madre." penso triste.
"Sei un medico?"mi chiede improvvisamente rattristato.
"Io…un medico…io ti sembro un medico?" gli chiedo stranito.
Fa di no col capo.
"Però i medici…che sono lì fuori…vogliono solo darti una mano." gli spiego gentile.
"E come?"
"Come? Non dirmi che non lo sai?" gli chiedo stupito.
"Sapere cosa?"
"I medici, sono persone magiche…loro conoscono la magia…e con i loro poteri…riescono a curare i piccolini come te…".
"Davvero?"
"Sì certo…loro possono curare tutti…loro aiutano chi è in difficoltà…".
"Sono supereroi Master?"
"Una specie…" gli rispondo in dubbio.
"Ma io ho paura." mi sussurra.
"Non devi." gli dico calmo.
Mi lascia avvicinare.
Gli accarezzo la testa con dolcezza.
"Chissà se qualcuno prima di me, l’ha mai accarezzato così?" penso istintivamente.
"Ci sono io qui con te." gli dico senza pensarci.
"Rimani qui con me…vicino a me…mentre mi visitano?" mi chiede stupito.
"Sì." gli rispondo sicuro.
"E se mi fanno male?" mi chiede poi spaventato.
"Non lo fanno per cattiveria…lo fanno solo per farti stare meglio." gli spiego tranquillo.
Ma riuscivo a capirlo lui e il “dolore in persona”, non andavano d’accordo.
"Facciamo così…io rimango fermo lì in quel’ angolino…" gli dico indicandolo.
"Guardi solo me…fai finta che ci sia solo io…se hai paura parla con me…dimmi quello che vuoi..."
"Vedrai i medici faranno veloci e non sentirai niente…"
"Ci proviamo?" gli chiedo gentile.
"Va bene Master." mi dice sereno.
"Shiki posso farti una domanda?" gli chiedo educato.
"Sì Master!"
"Perché continui a chiamarmi Master?"
"Perché voi siete il mio Master!" mi dice convinto.
"Io voglio te…come mio Master." mi confessa.
Gli sorrido emozionato.
Mi ero da poco trasferito da solo nella mia nuova casa.
E l’idea di avere un dolce neko come lui che mi gironzolasse per l’appartamento non mi dispiaceva neanche un po’.
"Chissà se sarà possibile?" mi chiedo triste.
"Sono stato con lui solo poche ore e già gli voglio bene!" penso felice.
"Posso chiamare i medici piccolino?" gli chiedo per cambiare argomento e pensare ad altro.
Ci sarei rimasto davvero male, se non l’avrei potuto adottare.
"Va bene Master." mi dice con un sorriso timido.
Ricambio quel dolce sorriso e mi alzo.
"Bravo il mio piccolo!" gli dico solare accarezzandogli la testa.
"Mio?" penso sereno.
Mi avvicino alla porta.
"Master aspetta!" mi sento chiamare.
Mi volto verso il piccolino.
"Che succede Shiki?" gli chiedo con affetto.
China il capo triste.
"Posso avere un abbraccio?" mi chiede timido.
"Posso!" penso rattristato.
"Da quanto le persone devono richiedere un po’ di affetto incondizionato?" mi dico meravigliato.
"Ma certo…tutti i malatini hanno bisogno di un abbraccio." gli dico sereno.
Ritorno vicino al suo lettino.
Shiki gattona verso di me.
Si mette in ginocchio, e mi stringe la vita, con una sola manina.
Quasi mi commuovo.
Sorrido intenerito e l’avvolgo a mia volta.
Il suo corpicino mi sembra così piccolo e delicato.
Così bisognoso d’affetto e di cure.
D’attenzione e d’amore.
"Shiki…" lo chiamo gentile.
"Sì Master?" mi chiede senza lasciarmi.
Ormai il suo bel musino era nascosto dal mio abbraccio.
"Gli abbracci non si chiedono…si donano e basta!" gli spiego.
E senza rendermene conto lo stringo più forte e gli bacio il capo.
Lui sorride raggiante.
 
"Dopo tre giorno mi è stato affidato…chiedeva solo di me…voleva solo me e nessun altro…se io non c’ero non mangiava…"
 
Avevo appena finito a lavoro.
Neanche il tempo di uscire da scuola che mi squilla il cellulare.
"Sono arrivato!" dichiaro poggiando il cappotto sull’appendiabiti.
L’infermiera sbuca da quella tendina a me ormai tanto famigliare.
"Ah…meno male, oggi non ne vuole sapere di mangiare." mi spiega.
"Non si preoccupi…me ne occupo io…" gli dico poggiandole una mano sulla spalla.
"…lei vada pure." concludo con un sorriso.
Aspetto che la porta sia chiusa, prima di avvicinarmi a Shiki.
Con energia sposto le tende che nasconde il lettino del mio neko.
"Beh, cos’è questa storia!" lo riprendo buono a braccia conserte.
"Master!" esclama felice.
"Allora perché non vuoi mangiare!?" chiedo di nuovo.
Lui sbuffa.
E io sorrido divertito.
"Non si sbuffa, Shiki." gli dico avvicinandomi al suo lettino.
"Master!?" mi riprende quasi offeso, come per dire “anche tu non mi puoi rimproverare”.
Guardo la minestrina che ancora calda fumava nel suo piattino giallo.
"Su forza…devi mangiare qualcosa…altrimenti non guarisci più" gli dico mischiando meglio la minestra.
Riempio il cucchiaio e prendo il tovagliolo.
Lo imbocco accostando il tovagliolo sotto il mento per evitare che si macchiasse la maglietta.
Lo vedo masticare con calma.
Gli pulisco la “pappa” rimasta sulle labbra.
"Allora, com’è?" gli chiedo curioso.
Lui annuisce:
"E’ buono!" mi dice soddisfatto.
Io sorrido.
Riempio di nuovo il cucchiaio giallo, soffio un po’ e lo imbocco di nuovo.
"Come va il braccio?" gli chiedo poi.
"Va meglio." mi dice felice.
"Sì, va meglio?! Ne sono felice." gli dico senza pensarci.
Lo imbocco di nuovo.
Poi gli sfioro la fronte.
E incrocio i suoi occhi.
Non erano arrossati come l’ultima volta.
Si stava rimettendo pian piano, e riusciva a dormire tranquillo.
La cosa mi faceva piacere.
Quelli occhietti rossi per il sonno, le lacrime e la febbre non gli si addicevano.
"Cosa c’è Master?" mi chiede un po’ preoccupato.
"No, nulla." gli rispondo calmo.
"Io sto bene." mi dice per tranquillizzarmi.
"Sì, lo so…"gli dico vago.
Lo imbocco ancora, e gli pulisco un po’ il musino.
"Ieri sera mi hanno chiamato, mi hanno detto che per due giorni non sei stato bene, hai avuto un po’ di febbre e la tosse, e mi hanno chiesto se potevo venirti a trovare…"
"Ma voi non siete venuto." mi dice triste.
"Lo so e mi dispiace…ma ero stanco, ero davvero a pezzi, e non ce l’ho fatta." gli spiego.
"Stavate male anche voi?" mi chiede stupito.
Io sorrido intenerito.
"Quanto è adorabile quando fa così!" penso contento.
"Il voi non mi si addice, però detto da lui, è così tenero!" rifletto ancora.
"Più o meno." gli rispondo impreciso.
"I medici non mi hanno detto niente…altrimenti venivo a trovarvi!" mi dice spontaneo.
Sorrido, ma dentro di me scoppio dalle risate.
Gli accarezzo la testa divertito:
"Sì, gli ho detto di non dirti nulla!" ironizzo con simpatia.
Riusciamo a finire il pranzo.
 
"…non dormiva…"
 
Avevo finito la mia prima settimana di docenza.
Ed ero distrutto. Ma non mi dispiaceva dormire con Shiki in ospedale.
Mi ero sistemato su una poltrona abbastanza comoda, e per ripararmi un po’ dal freddo mi rannicchio sotto il mio cappotto.
"Master." mi sento chiamare piano.
"Dimmi Shiki." gli rispondo.
"Posso dormire con voi?" mi chiede gentile.
Lo sento girarsi verso di me.
Le coperte strusciano sul suo corpo.
"Ma starai scomodo piccolino." gli spiego.
"Ma io voglio dormire con voi." insiste.
Sospiro rassegnato.
Mi alzo e piego il cappotto.
L’appoggio sulla poltrona e prendo dalle tasche, il cellulare, i mazzi di chiavi e il portafoglio.
Apro il cassetto del mobiletto del piccolo, e li metto lì.
Non sentendoli addosso, non ero tranquillo.
Chiudo il cassetto sicuro.
Faccio il giro del letto, sento gli occhi di Shiki, su di me.
Mi siedo sul letto e questo scricchiola appena sotto il mio peso.
Mi sdraio accanto al mio dolce neko.
"Va meglio così?" gli chiedo gentile.
In tutta risposta si accoccola al mio petto.
Mi stringe forte con una manina.
"Io dormo con il mio Master!" canticchia felice.
Sorrido e mi rannicchio contro di lui.
"Però dobbiamo fare attenzione al braccino." gli dico accarezzandogli la guancia.
"Sì Master…"
"Se ti fa male…o ti da fastidio me lo devi dire subito,va bene?"
"Ma così il mio Master, non dormirà più con me." afferma sconsolato.
"Shiki..."
"Faccio attenzione Master…faccio attenzione!" mi ripete sicuro.
"Vuoi un po’ di coperta?" mi chiede educato.
"Di tanto in tanto si ricorda che gli ho permesso di darmi del tu!" penso divertito.
"No, ti ringrazio, io sto bene così." gli dico tranquillo.
"Dormiamo?" chiedo accarezzandogli il capo.
Sento la sua testina dirmi di sì.
"Posso avere la mano?" mi chiede poi.
"Povero piccolo…è così tenero e vuole solo un po’ di affetto." penso impietosito.
"Ma certo Shiki." gli rispondo.
Lui ridacchia contento.
Ci addormentiamo così.
Raggomitolati uno vicino all’altro, con le mani unite.
La sua manina mi sembrava ancora più piccola stretta nella mia.
 
"… non si lasciva visitare…"
 
"Dottore!" chiamo subito percorrendo il corridoio.
"Dottor Scott…che cosa succede?" chiedo al medico che aspettava fuori dalla porta.
"Shiki fa il monello…non si vuole far visitare!".
"Perché?" chiedo stupito.
Mi mostra una siringa.
"Non è di suo gradimento." mi dice il medico.
"Che cos’è?" chiedo subito.
"Un antinfluenzale…"
"Deve farlo per forza?"
"Purtroppo per lui sì…"
"Vuoi che gli tenga fermo il braccio?" gli chiedo.
"Le sue braccia sono troppo livide, ed è troppo piccolo per farla sulla pancia…piccino com’è sarebbe meglio sul…"
"Sì, ho capito." gli dico senza fargli finire la frase.
"Magari, ha solo paura degli aghi." ipotizzo.
"Ci ho pensato anch’io…ecco perché gli ho detto che è uno strumento magico!".
"E non ha funzionato, vero?"
Il medico arriccia le labbra e mi dice di no.
"Ci parlo io!" gli dico subito.
Entro svelto nella sua stanzetta.
Getto il mio impermeabile beige sul letto vicino ormai vuoto.
"Shiki!" chiamo subito preoccupato.
E’ rintanato ai bordi del letto, con le lacrime agli occhi.
"Piccino…è così impaurito" penso subito.
"Eppure qui i medici sono tutti eccezionali."
"Chissà perché fa così?" penso scontento.
Corro da lui, e mi siedo sul letto al suo fianco.
Subito l’abbraccio forte.
"Però non possiamo fare questo tutte le volte!" gli dico.
Lo sento singhiozzare.
"Shiki." lo chiamo con dolcezza.
"Master ma io ho paura, se non ci sei tu."mi dice onesto tra le lacrime.
"Shiki…te l’ho già detto…qui sei al sicuro." affermo con un bacetto.
"Io voglio solo il mio Master…voglio stare con te!" mi dice abbracciandomi più forte.
"Shiki…ma quanto sei carino!" penso con affetto.
"Nessuno si è mai affezionato così tanto a me!"
Con dolcezza gli alzo il volto, e incrocio i suoi occhietti.
"Ora ci sono io con te…"gli dico sereno.
"…andrà tutto bene." gli dico asciugandogli le lacrime con la nocca dell’indice.
Mi sorride tranquillo anche se le lacrimucce non volevano smettere.
"Su …"gli dico asciugando l’ultima lacrima.
"…Facciamo la puntura?" gli chiedo buono, accarezzandogli la fronte e un paio di capelli.
Lui annuisce, anche se poco convinto.
"Me la fai tu?" mi chiede con semplicità.
"No Shiki…io non sono capace, potrei farti male…ci pensa quel dottore simpatico, va bene?".
"Va bene…però tu mi stai vicino?"mi chiede in sussurro.
"Non mi muovo da questa stanza." gli sorrido.
"Mi aiuti con i vestiti?" mi chiede poi un po’ tranquillo.
Annuisco, donandogli un altro sorriso incoraggiante.
L’aiuto a stendersi a pancia sotto. Gli accarezzo l’orecchio morbido.
"Non aver paura." gli sussurro.
Shiki annuisce, e pacato poggia la testa sul cuscino.
Gli abbasso i jeans graziosi che aveva addosso. Poi le mutandine bianche.
"Ma che culetto carino…lo riempierei di baci!!!" penso divertito ma onesto.
Sorrido, rendendomi conto che ormai quel piccolino mi aveva comprato.
Faccio segno al medico di avvicinarsi, mentre io mi sposto, nel mio solito angolo.
"Lui è sicuramente più bravo di me, in queste “attività”…infondo è un medico, chi meglio di lui…io potrei fargli davvero tanto male." penso convinto.
Il medico fa il suo dovere. Un paio di pizzicotti e prepara la siringa.
E io non posso fare a meno di guardare il faccino di Shiki.
Per rassicurarlo un pochino.
Appena l’ago entra, la faccina di Shiki si maschera di paura e dolore.
I suoi occhietti si chiudono di colpo, e la sua manina stringe forte il lenzuolo.
In effetti anche a me quel’ago sembrava troppo grande per un sederino così piccolo.
Il medico con dolcezza, gli accarezza la schiena:
"Tesoro, rilassati…non essere teso…altrimenti ti farò male." gli spiega tranquillo.
Attiro l’attenzione del mio adorabile neko, sussurrando il suo nome.
Lui alza gli occhi su di me. Gli faccio cenno di calmarsi, e di respirare a fondo.
Lui mi dice di sì. E subito mi obbedisce.
E in un attimo…
"Ecco fatto…abbiamo finito!" esclama il medico, rivestendolo.
Il mio dolce neko, si massaggia la parte appena punta.
Ringrazio il medico sottovoce, e mi avvicino di nuovo a lui.
Gli pizzico con fare scherzoso la punta dell’orecchio.
Shiki alza il volto su di me, e gli scappa una lacrimuccia.
Ci rimango male.
"Vieni qui!" gli sussurro prendendolo in braccio.
Si acciambella contro di me, e la sua manina sana afferra il mio maglione.
E’ talmente piccolo, che la mia mano sulla sua schiena sembra quella di un gigante, e con mia sorpresa riesce a stare perfettamente seduto sul mio braccio.
Lo cullo un po’.
"Hai visto non ci abbiamo messo tanto."
Lui annuisce contro il mio petto.
"Non ha fatto male, vero?" gli chiedo poi.
Lui scuote il capo.
Ma il suo bel musino è così triste.
"Vuoi uscire un pochino?" gli domando.
Il suo faccino triste si riprende subito.
"Sì per favore!" esclama felice.
"Dottore..possiamo uscire per qualche oretta?" chiedo.
Il medico ci guarda per un secondo.
"Copritevi bene, mi raccomando." ci dice con un sorriso.
Poi esce dalla stanza.
Io e Shiki ci guardiamo felice, all’unisono chiudiamo gli occhi, e sorridiamo soddisfatti e allegri.
Le nostre fronti si sfiorano complici, i nostri nasini si toccano appena.
E in quel momento capisco che Shiki è davvero vitale per me.
 
"…non faceva nulla…"
 
"Shiki!" lo riprendo buono a braccia conserte.
Lui agita più volte il capo per farmi capire che è un no deciso.
"Questo è fare i capricci!" affermo agitando il dito, come per dire “non si fa”.
"E al Master non piace?" mi chiede triste.
"No, al Master non piace!" gli rispondo sentendomi importante.
"Forza, prendi le tue medicine…come ti ha detto il medico!" aggiungo convinto.
"E va bene Master!" mi dice come se dovesse farmi un favore.
Sorrido divertito, ma dentro di me mi sento in pace.
"Bravo il mio piccolo!" penso con simpatia e affetto.
 
"…però malgrado questo…quando l’ho portato a casa…nonostante la mia casa gli piacessero, e gli piacesse la mia compagnia…per la prima settimana non ha proferito parola…solo lo stretto necessario…non si lasciava neanche toccare…solo qualche carezza e qualche abbraccio…"
"…continuava a chiamarmi Master…e mi dava categoricamente del voi…".
"Poi per fortuna si è sciolto…ed è diventato il bellissimo neko che è adesso!" esclamo orgoglioso.
"Per questo sei sempre così protettivo nei suoi confronti?" mi chiede mia moglie.
"Sono protettivo è vero…" ridacchio appena tra me.
"…Ma non so dirti il perché…credo che sia stata tutta colpa dell’istinto!" gli spiego sereno.
Cerco di nuovo il volto di Shiki.
Lo guardo sorridere divertito e raggiante, accanto a Shizuku.
Sorrido felice.
Il mio cuore sorride con me.
"Ti voglio bene Shiki!" penso commosso.
 
Sì, sarebbero stati una bella coppia.^^
E da lì ad tre anni sarebbero stati una coppia gioiosa assieme ai loro tre gemelli.
Due bellissime femminucce e un meraviglioso maschietto.
Yuri e Yoko Fuji Johansen.
Ren Fuji Johansen.

 
 
"Gli sto dando così tanta forza o è lui che la sta donando a me?" mi chiedo.
 
Non si trattava solo di forza… e andava ben oltre la lealtà, la fiducia e il rispetto…
...No, non era solo forza…ma amore, amicizia e affetto illimitato che entrambi ci scambiavamo reciprocamente senza accorgersene.
 
Questo vuol dire volersi bene.
 
 
Fine.


 
Note dell’autrice:
Salve a tutti!!! \(^.^)
Allora, non è adorabilmente amoroso il piccolo Shiki?!? :)
E la piccola Kate? E 
Shizuku? 
Io credo che li spupazzerei tutti da mattina a sera. ;)
Bene, in questa parte abbiamo capito il risentimento di Ryan nel primo capitolo dopo che ha detto "Cattivo" a Shiki, e la sua preoccupazione nel capitolo cinque riguardante il braccio sinistro del nostro piccolo amico neko. Insomma abbiamo capito perchè tanta attenzione e affetto nei confronti del micetto.
Ed ecco anche spiegato perché la storia s'intitola "La scelta di Shiki" :)
Eccoci qui, siamo giunti alla fine. 
Fa sempre un certo effetto scrivere la parola fine, solo perchè ha la capacità di riempirti d'emozioni e di svuotarti poco dopo. ù.ù
Beh comunque sì, purtroppo questa "prima parte" è finita!
Ma spero vivamente di ritrovarvi nella seconda serie!
 
Grazie mille per tutto. :)
Bacio ^3^
Chris.

 
 
 
  
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