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Autore: DontMindMe    06/12/2012    1 recensioni
James T. Kirk sta morendo.
NB: è una fanfiction sul recente reboot cinematografico!!!
Genere: Angst, Science-fiction, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Movieverse | Avvertimenti: Triangolo
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Dal diario personale del primo ufficiale dell'Enterprise.
E' un altro di quei momenti in cui sento scivolare via la logica, un altro di quei momenti in cui odio la mia metà umana. Eppure proprio ora dovrei mantenere il controllo: sono facente funzione di capitano mentre Jim lotta contro una malattia che neanche il dottor McCoy è riuscito ancora ad identificare in modo esauriente. Ho nelle mani le sorti dell'Enterprise e del suo equipaggio ma la mia mente continua a tornare al capitano in quel letto d'infermeria.
Siamo ancora in orbita di parcheggio attorno al pianeta Miras IV, pianeta di classe M su cui 3.000 coloni terrestri hanno perso la vita in modo piuttosto violento, con il corpo completamente squarciato in numerosi punti, a causa probabilmente di una spora in viaggio nello spazio e approdata all'improvviso poco più di 35 giorni fa. Questo è quanto siamo stati in grado di supporre finora.
Il contagio, fortunatamente, non avviene da individuo ad individuo ma per solo contatto diretto con la spora perciò ho potuto trasportare il capitano di nuovo sulla nave e far sì che il dottor McCoy possa tenerlo sotto controllo in ambiente sterile.
Le nostre precauzioni in fase di sbarco sono state del tutto inutili, evidentemente, e sebbene la mia metà vulcaniana non ne sia rimasta affetta, quella umana è afflitta da un dolore forse peggiore di quello della malattia stessa: la paura di perdere Jim.
Mi sono rifugiato in meditazione ogni giorno, nella speranza di domare le emozioni, ma l'unica cosa che sembra farmi ritrovare calma e lucidità è il suo sorriso mentre gli tengo le mani. Sapere che è ancora vivo e che c'è una seppur minima speranza, mi rincuora e l'opposto. 
Illogico, ecco ciò che sono diventato. 
Ho lottato fino allo stremo con me stesso per ritrovare l'equilibrio dopo la morte di mia madre ma servendo al fianco di quest'uomo, sono inciampato ancora e le mie difese sono cadute di nuovo. Ma di una cosa sono sicuro, nonostante l'imbarazzo che mi provoca questa mia scelta: non voglio lasciare andare un'altra persona che amo senza che sappia.
“Signor Spock, dovrebbe passare più tempo sul ponte di comando e meno qui al mio fianco.” mi ha sussurrato con un filo di voce il capitano, sorridendomi ancora con le poche forze scampate agli antidolorifici. 
“No, Jim. E' questo il mio posto...” gli ho stretto le mani. “e sempre lo sarà: al suo fianco.”
Spero che abbia capito.

Dal diario personale del capitano dell'Enterprise.
La solitudine mi spaventa, è come camminare in un buio pesto e denso che ti schiaccia al suolo e ti strappa il fiato dalla gola. E' così che immagino la morte, fra l'altro... ma non riesco a spiegarmi meglio, ora: ho in corpo una quantità di sedativi che ammazzerebbe un cavallo.
Perché parlo di solitudine mentre sto per morire? 
Dicono che nella morte siamo tutti soli, ma qui al mio fianco c'è una persona speciale che veglia su di me, e l'idea della morte mi fa sentire ancora più solo, ora, perché non voglio lasciarla. 
(Spock, l'ho trovata da poco, non voglio già lasciarla.)
La mia sete di sconsiderato contatto umano s'è dissolta quando ci siamo avvicinati. Non mi sentivo più solo, non avevo più paura di quella morte in vita che mi aveva perseguitato e terrorizzato lungo tutto il mio percorso. Mi dava sicurezza averlo lì al mio fianco, e ancora me ne dà. Ma in questo preciso instante ho dovuto allontanarlo con una scusa perché non voglio che si accorga che sta per succedere.
Il mio addome ha iniziato a gonfiarsi.
“Prima di andare, comandante... me lo farebbe un sorriso?” ho provato a chiedergli. Lui l'ha fatto, bellissimo, ma i suoi occhi avevano dentro una tristezza profonda che conosco bene. L'ho già vista.
Spero non sia l'ultima volta, Spock, che io possa guardare in fondo ai suoi scuri occhi così umani.

Dal diario personale del primo ufficiale medico dell'Enterprise.
Questa cosa dell'addome gonfio potrebbe non essere negativa come sembra. Per lo meno sappiamo di preciso dov'è localizzato il problema. 
Una spora ha uno scopo preciso, in un certo senso, ed è quello di ingravidare. Probabilmente il corpo umano è l'ospite ideale per questa razza di... qualcosa... non ho idea di cosa sia... ma ciò nonostante, sono di sicuro l'unico a mantenere la lucidità in questo momento difficile mentre ilfacente funzione si strugge di nascosto (che me lo venga a negare!) e il capitano è sotto sedativi.
Mi piacerebbe aprire e vedere cosa si nasconde lì dentro ma il rischio è quello di diffondere spore su tutta l'Enterprise. La verità è che non ho la minima idea di cosa ci potrei trovare, ma disponiamo di tecnologia a sufficienza e di robot medici altamente sofisticati e precisi da poter operare a distanza. Ed è questo che farò: radiocomanderò quei robot e farò del mio meglio per salvare Jim.
E che non si pensi che io non sia emotivamente coinvolto, sia ben chiaro. Lo sono, fin troppo, ma la priorità è salvare il capitano. Penserò dopo a scaricare lo stress, in qualche modo. E se Jim sopravvive è la volta buona che gli infilo la lingua in bocca, a lui e al suo “fidanzato”. Lo giuro.

Supplemento: quello che ho trovato nell'addome di James T. Kirk è pazzesco. Ho scattato delle foto in fase di operazione perché rimanga nei registri medici dato che per ovvi motivi ho dovuto disintegrare la cosa prima che maturasse e generasse a sua volta spore. O pollini, per meglio dire.
Una pianta avvinghiata al suo intestino che aveva iniziato a gemmare, ecco cos'era. I suoi rami spingevano per invadere ogni piccolo anfratto del suo corpo, con la forza propria di ogni albero, in grado persino di spaccare l'asfalto per far spazio alle proprie radici. 
Ed era anche una bella pianta, devo ammettere. Le abbiamo osservate poi su Miras IV con delle sonde. La superficie ne era quasi del tutto invasa ma le avevamo catalogate come vegetazione del posto senza dar loro troppo peso. Ora di sicuro sono le padrone del pianeta dato l'esiguo numero di coloni immuni di altre razze presenti sulla superficie. Chissà cosa rendeva il corpo umano più ospitale degli altri... effettuerò degli studi nei prossimi giorni, per quanto mi sarà possibile.
Ma tornando a noi: dopo un'operazione infernale di dodici ore, il capitano è sopravvissuto ed in ripresa. La degenza sarà ancora lunga ma almeno è fuori pericolo.
E sì, io ho mantenuto la mia promessa. 
Sono così felice che ho bisogno di bere, ora. Mi serve Scotty e il suo whiskey d'annata.

Dal diario personale del capitano dell'Enterprise.
Mi sento come se qualcuno avesse giocato a Tetris con le mie budella per giorni. 
Ma appena mi sono ripreso a sufficienza, Bones mi ha baciato, un bacio di quelli seri, niente male, e dopo ha baciato anche Spock (la faccia che ha fatto!) per poi spingerlo verso di me. Lui mi ha guardato con la sua solita espressione impassibile ma mi ha accarezzato il viso con due dita e poi ha appoggiato le sue labbra sulle mie. Un bacio casto e dolce che ho fatto in modo durasse il più a lungo possibile.
E' stato un bel risveglio da un incubo terribile. Sarebbe interessante rifarlo in un momento migliore.

Dal diario personale del primo ufficiale dell'Enterprise.
Il dottor McCoy è completamente pazzo. Ma ha salvato Jim, per cui lo bacerei ancora.
  
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