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Autore: Catnip_sissi    06/12/2012    2 recensioni
Fu in quel momento che accadde. Che lo vidi per la prima volta. O forse fu lui a vedere me. Mi fermai per prendere aria e cacciai fuori il telefono per mandare un messaggio a Claire quando una moto sbucò dal nulla e risciò di investirmi. La inforcava un ragazzo vestito con dei jeans scuri, un cappotto di pelle e una casco nero e rosso. Inchiodò giusto in tempo. Mi urlò di spostarmi ma non mi mossi. Ero scioccata.forse vide le mie lacrime. Allora lui tirò fuori un altro casco nero e bianco e me lo lanciò al volo. Per non prendermelo in testa lo afferrai e lui mi tese una mano. Non so perché l’afferrai. Dopotutto era uno sconosciuto a viso coperto. Ma non ci pensai 2 volte e salii sulla motocicletta aggrappandomi forte alla sua schiena.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! sono una fan accanita di Josh e questo è il miglior film mentale che mi sono fato sul nostro incontro! leggetelo e ditemi se vi piace e sopratutto se vi rispecchiate in me!


‘Eccoci qui’. L’ammiccante guida ci aveva condotto all’imponente castello sforzesco di Milano il Primo giorno della nostra gita scolastica. La mia migliore amica sembrava interessata a quello che stava dicendo quindi non era in vena di chiacchiere. La guardai per un’ attimo… Claire era proprio il genere di persone che ti aspetti di vedere in un grande centro culturale. Capelli rossi occhi verdi e quell’aria buona di chi sa ascoltare. Era anche una cervellona e  in classe non aveva nessun problema. Questo aiutava anche nei compiti ovviamente. A patto che la convincessi a darti una mano. Io la corrompevo sempre con qualche Mon Che rie, i nostri cioccolatini preferiti.
Dato che ero troppo nervosa per prestare attenzione alla guida e la mia migliore amica non mi avrebbe dato tanto conforto se non avessi parlato di arte, decisi di parlare con un’altra compagna di classe. ‘Pss!’ la chiamai ‘Chantal vieni qui dai!’ lei si girò e mi guardò con aria interrogativa. Le ripetei con la mano di avvicinarsi. Quando fu abbastanza vicino le sussurrai ‘ stasera devo assolutamente riuscire a restare da sola con Tom. Ormai è da un mese che non fa altro che lanciarmi sfrecciatine. Non ce la faccio più!’ lei sorrise e disse, con lo sguardo rivolto alla guida come se quello che stavamo dicendo riguardasse almeno lontanamente il castello, ‘sta tranquilla Nina! Quello ti mangia con gli occhi! Piuttosto tu devi darmi una mano con Luigi. Ha tutte quelle ragazze intorno…’ e assunse quell’aria tipica sua, tipica di chi si sente insicura. E lei lo era molto. Non che fosse brutta per carità! Era molto carina con il viso tondo i lunghi capelli che le arrivavano fino alla base della schiena e occhi color miele; ma spesso non riusciva ad essere se stessa in mezzo agli altri. Con me e Claire lo era, ma perché si fidava di noi.
Continuammo a parlare di ragazzi fino a che finalmente la guida fini di parlare e ci concesse un’ora di shopping, per il sollievo generale. Ho il sospetto che sia stata la prof a chiederglielo. Conoscendola è molto probabile che tra 20 minuti la vedremo con diverse borse dei suoi acquisti e  un portafoglio moto alleggerito.
Ora, Prima di andare avanti forse è meglio  che vi parli un po di me. Ciao mi chiamo Nina e questa è la mia storia. Si lo so, state sicuramente pensando ‘ ma questa ora che vuole e perché sto leggendo questo coso?’. Bè la mia storia è molto singolare, sembra essere una favola e quasi lo è, ma il perché lo scoprirete in seguito.
Sono una ragazza di 17 anni, 18 tra una settimana. Frequento l’ultimo anno del liceo classico in un paese al sud dell’Italia. Il mio è un paesino piccolo e ci conosciamo tutti. Sono amica di piu della metà della classe dalle elementari e questo ci ha uniti molto. Ovviamente c’è sempre lei, Lucrezia che mi odia da quando ne ho memoria ma questo non è importante per ora. Vi sto parlando della mia gita di quinto superiore a Milano. Purtroppo quest’anno non ci siamo potuti permettere di fare un viaggio all’estero perché la scuola ha ricevuto delle lamentele per i costi degli anni passati allora per cercare di ammortizzare l’ira dei genitori infuriati il preside ha deciso di tagliare fuori dalla lista delle scelte le mete estere. Uffa. Quest’anno dovevamo andare a Parigi. È il mio sogno andarci da quando avevo 5 anni e mia cugina mi parlò della Tour Eiffel , di quanto fosse alta e di tutta la magia di Parigi. Ma non importa. Ho solo rimandato l’inevitabile. Ci andrò. Forse come regalo per il diploma o dei 18 anni. Tanto ho gia deciso che non voglio fare la festa. Sono una frana ad organizzare feste.
Ma dove ero rimasta? Ah si lo shopping. Io, Chant e Cle cominciammo a guardare quali negozi erano più ala nostra portata e quali evitare subito. Ci si avvicinò Lucrezia mentre ci allontanavamo dalla vetrina di Bulgari con un sospiro. Erano tute cose troppo costose per noi. Per lei invece, con un padre nel mondo della produzione cinematografica come il suo è una cosa da niente spendere migliaia di euro in borse scarpe e profumi. In classe si vanta sempre del profumo che indossa perché se l’è fatto fare apposta per lei. Ci guarda con finta tenerezza ‘Oh ragazze, volete entrare con me? Potremmo fare Shopping insie… oh scusate, forse non potete permettervelo.’ E con un sorriso beffardo entrò, seguita dalle sue ‘gregarie’ come le definiamo io e le altre. Solo Chant è un po’ triste. Delle tre lei è quella che ama di piu il lusso e le marche, solo che Lucrezia non l’ha mai reputata all’altezza di finire nel suo “giro”. Ovviamente  ci ripete piu volte che per lei non siamo assolutamente un ripiego e che non si separerebbe per nessun motivo da noi, anche se io noto una strana luce negli occhi quando guarda il nuovo acquisto dell’una o dell’altra amica dell’oca ricca.
Ci dirigemmo verso un negozio dalla vetrina promettente quando vedo Tom e i suoi amici che entrano in una gelateria. Chissà perché ebbi una voglia matta di gelato e lo dico alla mie compagne. Loro non se lo fanno ripetere 2 volte e mi accompagnarono.
Quando entrammo vedemmo Tom che flirtava con una bionda cameriera allegra. Sento la rabbia montare dentro, e aumentare sempre di più quando lui mi guarda e continua a parlare con la cameriere con quell’aria da “Sono-Figo-e-me-ne-vanto” che usa con me. Allora mi rivolsi al barista chiedendo 3 granite al melone. Non sono più in vena di gelato.
Uscimmo  e tom mi segui lasciando dentro i suoi amici alle prese con la seducente cameriera tutta sorrisi e risolini.
Mi cinge le spalle con un braccio fingendo un gesto casuale ed avvicinò la sua guancia alla mia per poter prendere un sorso del mio bicchiere. Lo allontanai di scatto. ‘ma chi ti credi di essere?’ gli dissi tutta rossa. Non sopportavo la sua vicinanza così improvvisa. Lui fece un mezzo sorriso e si avvicinò ‘non dirmi che sei gelosa piccola’e mi sfiorò con la punta delle dita la guancia. rimango immobile con il cuore che accelererò. Sentii il sangue che arrivava alle guance e sentii un caldo improvviso da non tollerare piu i vestiti, nemmeno la canottache indossavo in quel momento.
‘volevo chiederti se ti va di fare una pasteggiata ‘ . Lo guardai cercando di ricordare come si articolava una frase. Non ci riuscii e risposi solo con un debole ‘quando?’ e lui mi rispose sempre ridendo ‘adesso piccola’. Mi prese per mano e ci allontanammo per la grande via di una città sconosciuta. Stavo ancora cercando di realizzare che Tom, lo stesso Tom per il quale avevo una cotta de 3 anni mi stava tenendo per mano, quando all’improvviso mi spinse in un portone sei aperto e si incollò alla mia bocca. Le nostre labbra si mossero in sincrono e per qualche minuto si sentirono solo i nostri respiri smorzati e i nostri cuori che battevano come colibrì. Dopo un po’ le su mani che fino a quel momento erano state sulla mia schiena si mossero scendendo. Arrivarono al mio fondo schiena e si fermarono… sentivo che il momento perfetto si stava realizzando. Il momento che avevo aspettato da mesi era arrivato. Il silenzio fu rotto da lui ‘erano settimane che speravo di mettere le mani sul tuo corpo sai?’ e io sorridendo tra un bacio e l’altro risposi ‘A si? Non ci credo’. Per tutta risposta lui mi schiacciò ancora di più tra lui e il muro. ‘Mmm.. stasera mi toccherà farti cambiare idea ’ e mi baciò con passione. ‘sarà meglio che torniamo Tom. Tra poco la prof ci cercherà’ . Uscimmo dal portone mano nella mano.
Poco prima di arrivare dagli altri però si staccò veloce e corse dai suoi amici. Chant e Claire si avvicinarono a me di corsa e mi chiesero dettagli. Erano eccitatissime.
‘ragazze non è successo niente calmatevi!-
Claire mi urlò -niente? Ma ti sei vista come sei conciata??-  il terrore mi assalì e mi controllai nel riflesso di una vetrina. Ero una disastro. Avevo i capelli, un tempo raccolti in una treccia, sparati all’infuori come una pazza, il lucidalabbra sbavato e dietro avevo su tutti i vestiti una polvere bianca, ricordo dell’intonaco del muro contro il quale  ovviamente Tom mi aveva spinta. Ma le cosa peggiore era dove la polvere non c’era ossia due brando sagome di mani all'altezza del mio fondo schiena che sembravano urlare –ehi questa qui ha fatto qualcosa che non doveva fare!-
Mi diedi subito una ripulita e seguii le mie amiche dalla prof che ci stava radunando perché dovevamo proseguire la visita.
 
6 ore dopo ero esausta e affamata.
Quando la guida annunciò la pausa i miei piedi cantavano l’alleluia. Vidi Lucrezia che si avvicinò a tom. E fare la smorfiosa con lui. Orgogliosa di avere qualcosa che lei non poteva avere mi gustai la scena aspettando che lui la scansasse e la mandasse via. Ma non lo fece. Anzi restò al gioco e vidi anche che.. no dovevo essermi sbagliata.. che lui la palpò! Si lo rifece e lei ammiccava senza vergogna davanti a tutti! Ora mi sente!
Mi alzai e andai da lui. Appena mi notò si staccò da Lucrezia e mi fece cenno di andare nella stradina alla sua sinistra. Mi immaginai in quel momento simile al dio greco Ares versione femminile, che avanzava verso i nemici con un vento di burrasca che si alza al suo passaggio. E il vento c’era davvero, solo che era un venticello estivo e dolce, quindi per niente simile a quello che mi aspettavo.
Arrivati nella stradina prima che io aprissi bocca, mi baciò con passione e mi scordai cosa stavo pensando. Appena lo realizzai, lo respinsi con uno scossone e gli dissi ‘ a che gioco stai giocando?? Non voglio che baci me e poi palpi lei!’ lui mi guardò confuso ‘come no? Scusa ma perché?’
-Perché?-urlai –scherzi??-
-No perché dovrei- sembrava davvero preso in contropiede.
-scusa ma tu perché mi hai baciata?- risposi cercando di non far avverare la visione che avevo in testa-
-hai delle labbra da urlo! E poi sei mozzafiato..- e mi guardò come un cane guarda la bistecca.
-quindi tu non mi hai baciata perche…io.. bè ecco… non mi hai baciata perché ti piaccio?
Sembrò cascare dalle nuvole. -Io?? Ma che scherzi?? Io sono fidanzato con Lucrezia!-
E mi cascò il mondo addosso. Non ci credo.
Mi voltai di scatto e cominciai a camminare cercando di respingere le lacrime. Sentivo che mi chiamava ma non faceva altro. Tutti quei film romantici dove lui correva dietro a lei, la stringeva e la baciava. Tutte stronzate.
Cominciai a correre via, via da tutti, via da lui che mi aveva ferita.
Feci un cenno alle mie amiche di restare li. Le avrei rassicurate piu tardi, appena mi fossi fermata.
Fu in quel momento che accadde. Che lo vidi per la prima volta. O forse fu lui a vedere me.
Mi fermai per prendere aria e cacciai fuori il telefono per mandare un messaggio a Claire quando una moto sbucò dal nulla e risciò di investirmi. La inforcava un ragazzo vestito con dei jeans scuri, un cappotto di pelle e una casco nero e rosso. Inchiodò giusto in tempo. Mi urlò di spostarmi ma non mi mossi. Ero scioccata. forse vide le mie lacrime. Allora lui tirò fuori un altro casco nero e bianco e me lo lanciò al volo. Per non prendermelo in testa lo afferrai e lui mi tese una mano. Non so perché l’afferrai. Dopotutto era uno sconosciuto a viso coperto. Ma non ci pensai 2 volte e salii sulla motocicletta aggrappandomi forte alla sua schiena
  
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