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Autore: Erika Strider    06/12/2012    2 recensioni
Come richiesto dal professor Silente, Inghilterra e le altre nazioni accettano di frequentare Hogwarts per imparare la magia e insegnare una cosa o due sulla storia magica dei loro Paesi.
Si preannuncia un quinto anno di inferno per Harry e compagni.
Genere: Commedia, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Al mio vecchio amico
Stai bene, Arthur? Vorrei che questa lettera fosse solo una missiva di cortesia, ma sono sicuro che hai avuto notizia degli eventi accaduti prima dell’inizio dell’estate. Per quanto mi piacerebbe dire che non è vero, non possiamo negare questa informazione come ha fatto il Ministero della Magia nell’ultimo mese.
Lord Voldemort è tornato e uno studente di Hogwarts è stato ucciso nello scontro. Il giovane Harry Potter è riuscito a scappare vivo, ma le cose non si sono messe bene per il mondo magico, ultimamente. Se avessi visto la Gazzetta del Profeta dell’ultima settimana, sapresti che stanno presentando me e Harry come soggetti instabili e pericolosi. Si sono intromessi negli affari della scuola, inserendo uno dei loro impiegati nel nostro posto vacante come insegnante di Difesa contro le Arti Oscure. Temo che la mia posizione come Preside possa non sopravvivere a quest’anno.
Ti sto chiedendo se vorresti venire a Hogwarts. Mi sentirei di sicuro meglio se una persona del tuo calibro fosse presente. Tuttavia, poiché il Ministro tiene sotto sorveglianza i nostri movimenti, credo che sarebbe meglio lavorare sotto la copertura di uno scambio culturale. Se non è qualcosa di troppo difficile da chiedere, vorrei che tu e i tuoi compagni dalle altre nazioni lavoriate a Hogwarts quest’anno. Sono sicuro che sarebbe illuminante per i nostri studenti imparare di prima mano da altre culture e, in cambio, noi saremmo lieti di insegnare a tutti voi come studenti frequentanti. Ho paura che altri Paesi siano in pericolo con il ritorno di Lord Voldemorti; se le sue azioni continueranno a essere senza controllo, ciò potrebbe significare la fine del mondo magico come lo conosciamo, anche attraverso i mari e verso l’Oriente.
So che ti sto chiedendo molto, Arthur, ma ti prego di considerare la mia offerta. Il giovane Harry potrebbe avere beneficio dalla tua guida in caso di un mio licenziamento.
Attenderò una tua risposta.

Albus Percival Wulfric Brian Silente.
 
Arthur Kirkland, altrimenti noto come Inghilterra o Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, fissò il rotolo nelle sue mani, leggendo più e più volte le parole scritte in nero inchiostro con una penna d’oca, mentre i pensieri volavano selvaggiamente attraverso la sua mente.
Il brillante uccello color rosso e oro appollaiato sulla sua scrivania mosse la testa, guardandolo con gli intelligenti occhi scuri. La fenice gracchiò.
“Ah, Fanny” disse Arthur, accarezzando le morbide penne dell’uccello prima di afferrare il telefono e comporre un numero.
“Ti dispiacerebbe aspettare qui per un giorno o due prima di tornare da Silente? Ho bisogno di fare qualche preparativo… Ah, sì, pronto, parla Inghilterra. Ho bisogno di organizzare una conferenza mondiale. Sì, è urgente. Il prima possibile.”
 
“Chi pensi che siano? Sono appena arrivati con quelli del primo anno!”
“Studenti, forse?”

“Non ho mai visto nessuno di loro prima e sono di certo troppo vecchi per essere del primo anno.”
“Magari sono degli studenti in scambio, o qualcosa di simile?”
“Potrebbe essere…” Harry tacque mentre guardava la confusione, insieme a un numero di altri studenti seduti in Sala Grande.
“Fratello!” esclamò il ragazzo vestito con strani abiti Asiatici mentre uno spaventato primino si scansava per farlo passare.
“Ayah!” il giovane cinese agitò le braccia mentre quello che apparentemente doveva essere il fratello minore si gettava su di lui e lo circondava con le braccia. “G-Kiku, aiutami!”
Ma l’altro giovane Asiatico, soddisfatto che non fosse il suo petto a essere in pericolo, si limitò a sospirare e ad allontanarsi ulteriormente.
“KIKU”
“Il tuo petto mi appartiene, da-ze!”
Quelli del primo anno strillarono, arrossendo mentre si voltavano per non assistere alla scena. Due Corvonero del quarto osservavano il trambusto, dandosi gomitate e sussurrando fra di loro.
C’erano più di una dozzina di sconosciuti di diverse età, che stavano goffamente vicino ai bambini che guardavano timorosi la sala da pranzo illuminata da candele fluttuanti. Un giovane dai capelli castani con un’espressione infantile stava parlando animatamente con un alto –Harry presumeva- uomo tedesco. Un bel biondo con capelli mossi e una barbetta sul mento ammiccò verso un gruppo di Tassorosso del settimo anno. Qualcosa nel modo in cui si comportava ricordò a Harry le streghe francesi di Beauxbatons.
“Porca miseria, Francis, piantala di flirtare con gli studenti!” lo interruppe un uomo dalle folte sopracciglia. Sembrava inglese, almeno.
Bene, Harry aveva un’altra cosa da aggiungere alla lista delle sorprese della giornata. Come quegli strani cavalli scheletro e quell’Umbridge seduta al tavolo dei docenti. Distolse lo sguardo, avvertendo una sensazione sgradevole mentre il giovane Asiatico, probabilmente della sua età, si spostava per palpare qualcun altro.
Per ora, il brusio degli studenti si era spento nel silenzio, rotto solo da sussurri occasionali. I nervosi e tremanti studenti del primo anno furono messi in fila davanti al tavolo dei docenti, mentre gli strani ospiti rimasero oziosamente in piedi a un lato. La professoressa McGrannit, che aveva guidato il gruppo all’interno, posò uno sgabello sul pavimento. Su quello sgabello stava un familiare vecchio cappello logoro.
Il Cappello Parlante aprì la bocca ed esplose in una canzone. Un gruppo di primini fissarono sbalorditi il cappello parlante – nati Babbani che non avevano mai saputo nulla della magia finché non avevano ricevuto la loro lettera di ammissione a Hogwarts, probabilmente - così fecero anche gli altri stranieri. Solo l’uomo dalle sopracciglia cespugliose rimase imperturbato, ma fece un sorrisetto per le reazioni dei suoi compagni.
La professoressa McGrannit iniziò a leggere una lista di nomi, chiamando quelli del primo anno uno a uno sullo sgabello e ponendo il Cappello Parlante sulle loro teste perché fossero smistati nelle loro case. Lo smistamento sembrava procedere piuttosto lentamente. Tutti parevano avere la mente persa in altre faccende.
Finalmente, Silente si alzò. Ma, Harry notò con un poco di confusione, la professoressa McGrannit era ancora ferma vicino al Cappello Parlante.
“Ai nostri nuovi studenti, benvenuti! Ai vecchi, bentornati! So che siete tutti affamati e assetati dopo il lungo viaggio, ma devo fare un annuncio prima che il banchetto cominci.”
Ci furono alcune lamentele attraverso la sala, ma la maggior parte degli studenti rimasero quieti, fissando il Preside con grande attenzione. Anche Ron ascoltò in silenzio.
“Ho il piacere di annunciare che quest’anno Hogwarts ha deciso di prendere parte in un programma mondiale di scambio culturale” disse Silente. Guardò versò il gruppo riunito a un lato della sala e sorrise calorosamente. “Abbiamo ospiti da tutto il mondo che, per tutto l’anno scolastico, ci insegneranno le storie magiche dei loro Paesi. In cambio, loro frequenteranno le lezioni per imparare come funziona Hogwarts. Ho la certezza che li tratterete con gentilezza e rispetto. Arthur, se vuoi.”
L’uomo dalle sopracciglia cespugliose annuì e, schiena dritta e testa orgogliosamente alta, camminò verso il tavolo dei docenti. “Grazie, professor Silente. Il mio nome è Arthur Kirkland e rappresento la Gran Bretagna per questa esperienza. Come vi ha detto il professor Silente, periodicamente vi insegneremo durante l’ora di Storia della Magia. I vari Paesi si alterneranno ciclicamente durante l’anno e spero che tutti voi apprezzerete le nostre lezioni. Ora, come mi è stato detto, saremo smistati nelle quattro case come studenti per determinare l’orario scolastico e in quale casa staremo.”
Sussurri invasero la sala, eccitati per la notizia. Gli studenti ghignarono alla prospettiva di avere questi stranieri di bell’aspetto nelle loro case. L’unico che non pareva divertita o interessata era la Umbridge che aveva l’aspetto di una che ha appena inghiottito qualcosa di particolarmente aspro.
Arthur sorrise e fece un passo indietro mentre la Professoressa McGrannit faceva un passo avanti e srotolava una seconda lista di nomi.
“Beilschmidt, Ludwig”
L’alto uomo tedesco che Harry aveva notato prima andò allo sgabello. Sembrava imporre l’attenzione, nella sala ci fu un silenzio di tomba mentre lo guardavano sedersi sullo sgabello e avere il Cappello Parlante posto sulla sua testa. Sebbene fosse un uomo adulto seduto di fronte a migliaia di attenti streghe e maghi con un cappello parlante sulla testa, mantenne una faccia piuttosto impassibile. Harry era impressionato.
“Serpeverde” gridò il cappello dopo aver borbottato tra sé e sé per mezzo minuto. Il tavolo di Serpeverde urlò ed esultò, e qualche ragazza svenne. Ludwig marciò verso il tavolo. Il brunetto dalla faccia idiota che stava parlando con lui prima, applaudiva rumorosamente.
“Beilschmidt, Gilbert” chiamò la Professoressa McGrannit.
Un giovane dai capelli biondo-argento e scuri occhi rossi camminò verso il capello con un sorrisetto dipinto in volto. Beilschmidt? Era parente di Ludwig? Non si assomigliavano... E c’era un uccellino sulla sua spalla?
“Serpeverde”
Non un altro. Harry applaudì di malavoglia mentre l’uomo dai capelli argentei camminava orgoglioso verso il tavolo dei Serpeverde.
“Ehi, West, sembra che tu sia bloccato col Magnifico Me quest’anno!”
Ludwig si schiaffò una mano in faccia.
“Bonnefoy Francis.”
Il flirtante uomo biondo si avvicinò allo sgabello. Fece comparire una rosa apparentemente dal nulla e la gettò al vicino tavolo dei Tassorosso. Un gruppo di ragazze si sporse per afferrarla e lui soffiò loro un bacio.
“Che entrata in scena” osservò Ron, con disgusto.
“Corvonero!”
“Almeno non è un altro Serpeverde”, replicò Harry,
“Braginsky, Ivan.”
“Serpeverde.”
Ron scosse la resta. “Hai parlato troppo presto, amico.”
“Edelstein, Roderich.”
“… Serpeverde.”
“Carriedo, Antonio.”
“Tassorosso!”
“Galante, Raivis.”
“Tassorosso!”
“Héderváry, Elizaveta.”
“Grifondoro!”
L’intero tavolo Grifondoro esultò. Finalmente qualcuno nella loro casa! ED era anche piuttosto carina, il che era un bonus. Elizaveta sorrise, affrettandosi verso il tavolo dei Grifondoro e lanciò un’occhiata verso il tavolo dei Serpeverde, dove intravide Roderich infastidito da Gilbert, prima di sedersi vicino a Ginny.
“Honda Kiku!”
“Corvonero!”
Lo stoico giapponese camminò con calma verso il suo tavolo, dove Luna si spostò per fargli posto. Il brunetto dalla faccia scema stava esultando di nuovo.
“Im, Yomg Soo.“
“Grifondoro!”
“Cuor di leone da-ze!”. Yong Soo gettò il cappello dalla sua testa e corse al tavolo dei Grifondoro. Risate invasero la sala mentre travolgeva Harry, Hermione e Ron. Lasciandosi cadere vicino a Neville, disse: “Annyeonghaseyo! Sono Yong Soo, da-ze!”
“Ciao, Yong Soo” replicò Harry, un pochino diffidente davanti al ragazzo coreano. “Io sono Harry Potter”. Si era aspettato un sospiro o una reazione di shock, ma per sua sorpresa Yong Soo si limitò ad annuire. Magari questo tizio non era così male.
“Ron Weasley."
"Hermione Granger."
"Neville Longbottom."
“Piacere di incontrare tutti voi, da-ze!”
“Ehi, Yong Soo, che mi sono perso?” chiese un allegro giovane con occhi blu, occhiali e scompigliati capelli biondi, mentre si sedeva vicino a lui.
“Ah, Alfred, sei in Grifondoro anche tu da-ze?”
“Certo! Sono l’eroe, dopotutto!”
Harry riportò la sua attenzione allo smistamento dopo la veloce presentazione. Un assonnato greco, di nome Heracles, stava camminando a fatica verso il tavolo dei Corvonero, seguito a ruota da Arthur e da un ragazzo chiamato Toris.
“Łukasiewicz, Feliks.”
“… Grifondoro!”
“Dunque, da dove venite?” chiese Ron mentre il biondo camminava verso il tavolo.
“Io vengo dalla Corea del sud, da-.ze!” annunciò allegro Yong Soo.
“Io dai cari vecchi Stati Uniti d’America” aggiunse Alfred “ e Feliks è qui dalla Polonia.”
“Yeah, è tipo, totalmente magnifico poter venire in una delle prestigiose scuole di Iggy,” disse Feliks, prendendo posto vicino a Hermione. “Purtroppo non sono con Liet, che seccatura!”
“Sei polacco?” Hermione sembrava un po’ eccitata. Sullo sfondo, l’intimidante Berwald era stato smistato in Serpeverde.  “Com’è laggiù? Ho letto a proposito della Magica Cintura Polacca che si pensava tenesse i cavalieri al sicuro durante le battaglie.”
“Cavalieri?” domandò Ron, vagamente interessato.
“Oh, quello, dunque…Um…”Feliks si grattò la testa e si guardò attorno con aria impacciata.
“Non badate a lui, da-ze!” spiegò Yong Soo “è un po’ timido con la gente nuova.
“Bene, non preoccuparti Feliks” disse Neville “Fa un po’ paura essere smistati nelle Case, ma Grifondoro è come una famiglia.”
Feliks annuì, tuttavia sembrava che avesse strani pensieri in giro per la testa. Ci fu una veloce presentazione da parte del polacco per imparare i nomi dei suoi compagni Grifondoro, ma guardò improvvisamente verso il palco. “Sembra che Lilli sia in Corvonero.”
“Lilli?” Alfred e Yong Soo si scambiarono occhiate. “Intendi Sviz..?”
Una ragazza bionda dall’aria timida si affrettò verso il tavolo dei Corvonero, arrossendo mentre si sedeva vicino a Luna e Heracles.
“Chi è Sviz?” domandò Ron
“Oh, um,” Alfred pareva un poco sorpreso “ quello è Vash. È la rappresentativa della Svizzera. Non è consigliabile essere suo nemico. È un fratello ultraprotettivo”. Guardarono mentre il Cappello Parlante veniva posto sulla testa di Tino. Il ragazzo fu smistato in Tassorosso.
“Povero Berwald” osservò Feliks “è tipo totalmente separato da sua moglie, ora.”
Ci fu un suono soffocato da parte di Harry, Ron e altri Grifondoro che origliavano la conversazione al sentire la parola “moglie”. “Intendi dire che Tino è la moglie di quel Serpeverde…?”
“Be’, è il modo con cui Berwald lo chiama, da ze” replicò Yong Soo. “A Tino non piace. Sono migliori amici, da-ze!”
“Io direi più fidanzati” rise Alfred.
“…ma lui è un Serpeverde,” disse Ron, decidendo di seguire la domanda meno ovvia che aveva in mente. “e tino è un tasso rosso. Come possono anche solo andare d’accordo? ”
“Berwald non è così male,” replicò Feliks. “è intimidatorio, ma è totalmente gentile se impari a conoscerlo... e se gli sei amico.”
“Da dove viene Berwald?” chiese Hermione.
“Svezia. E Tino è finlandese, da-ze,” rispose Yong Soo. Fece una pausa, girandosi per avere una visuale migliore dello smistamento. “Oh, è Italia, da-ze!”
“Italia?” gli studenti Grifondoro guardarono il giovane seduto sullo sgabello. “cos’ era lui quello che stava parlando col tedesco” pensò Harry.
“Feliciano e suo fratello Lovino sono tipo i rappresentanti per l’Italia, il Nord e il Sud” disse Feliks.
“Tassorosso!”
“Ve! Ludwig, Kiku! Sono in Tassorosso!”
Kiku aggrottò le sopracciglia. Ludwig si schiaffò una mano in viso.
Mentre Feliciano zampettava via, la McGrannit chiamò “Vargas, Lovino.” Un ragazzo praticamente identico a Feliciano si sedette sullo sgabello, con l’aria di essere di pessimo umore. Il Cappello parlante rifletté per tre secondi buoni prima di gridare, “Tassorosso!”
“Ve, il fratellone è con me!”
“E me,” aggiunse Antonio, ghignando.
Lovino ebbe un tic all’occhio mentre si toglieva il cappello parlante e, grugnendo, si fece strada verso il tavolo, mormorando tra i denti quelle che parevano imprecazioni in italiano.
Eduard fu smistato in corvo vero, dove si sedette vicino a Toris. I due ragazzi guardarono verso il tavolo dei Tassorosso, dove Raivis pareva un poco terrorizzato.
“Povero Raivis” rimarcò Feliks. “È tipo, finalmente lontano dalla stretta di Ivan, ma è stato separato da Ed e Tor.”
“Ivan?” chiese Harry, guardando verso il giovane da capelli chiari al tavolo Serpeverde. L’uomo con la sciarpa sembrava un poco deluso.
“Ivan rappresenta la Russia. Toris, Eduard e Raivis i Paesi Baltici” disse Alfred. “Passa il tempo libero a terrorizzarli.”
“Simpatico” disse Ron con sarcasmo.
Finalmente rimanevano solo tre persone da smistare.
“Wang, Yao.”
“Corvonero!” Yao sospirò di sollievo e si affrettò a sedersi vicino a Kiku.
“Waah, no!” esclamò Yong Soo “anche il fratellone è in Corvonero? Come posso rivendicare il suo petto da qui?”
Ci fu un lungo silenzio al tavolo dei Grifondoro mentre gli studenti di Hogwarts fissavano il coreano. Fortunatamente tutti decisero di ignorare lo sfogo.
“Williams, Matthew.”
“Ehi, è Canada!” disse Alfred. Grattandosi la testa, aggiunse a bassa voce “mi ero completamente dimenticato che fosse qui…”
“voi ragazzi vi chiamate sempre col nome del vostro Paese o qualcosa di simile?” domandò Ron.
“ehm… già, tipo un soprannome, credo.”
Matthew fu smistato in Tassorosso. Esitante, camminò da Tino e Raivis.
“Zwingli Vash”
“Grifondoro!”
“Grifondoro esultò, piuttosto compiaciuto che lo smistamento finisse con una persona che sarebbe andata nella loro casa. Vash si bloccò un momento, sembrava che volesse protestare, ma si tolse il Cappello Parlante e si trascinò verso il tavolo dei Grifondoro. Si sedette vicino a Elizaveta, che sembrò consolarlo mentre i suoi occhi guizzavano al tavolo Corvonero dove stava Lilli. 
“… Tipo, non fate irritare Vash, stanotte,” disse Feliks. “D’accordo?”
“D’accordo.!
Harry non era sicuro di cosa pensare di tutto questo. Si guardò intorno alla Sala Grande, esaminando le file di tutti gli strani ospiti. Al tavolo dei Corvonero, Francis stava flirtando con una copia di ragazze del sesto e del settimo, mentre Arthur lo rimproverava. Heracles, che a quanto pareva aveva un gatto sulla testa, parlava con Kiku. Dai Tassorosso, Feliciano e Antonio infastidivano Lovino. E dai Serpeverde, Roderich era ancora importunato da Gilbert, mentre un gruppetto di studenti (incluso Draco) stavano tentando di iniziare una conversazione con Ludwig. Hogwarts era particolarmente affollata al momento.
In qualche modo gli ricordava dell’anno precedente, quando Beauxbatons e Durmstrang erano venuti in vista... forse solo un poco più agitato.
Silente si alzò di nuovo in piedi. “Ora che lo Smistamento è terminato e non ci sono altre questioni di cui occuparsi, non c’è motivo di rimanere ulteriormente affamati! Dateci dentro!”
Il cibo apparve dal nulla sui piatti e ci fu un’esclamazione di sorpresa collettiva da parte di alcuni del primo anno e delle rappresentative mondiali. “Questo è sorprendente, da-ze!” esclamò Yong Soo, sporgendosi per afferrare una coscia di pollo. “Eh, niente cibo coreano?”
“Nemmeno hamburgers,” aggiunse Alfred, con aria abbattuta. Guardò al suo calice e lo vide riempito di un liquido arancione. “Che cos’è? Di sicuro non è soda.”
“Succo di zucca” rispose Harry, sorseggiando dal suo bicchiere. “Provalo, è buono.”
“Scusate, ragazzi,” disse Ron. “Il banchetto di benvenuto è sempre inglese. Puoi sempre scendere nelle cucine e chiedere agli Elfi Domestici di cucinarti qualcosa.”
“Ron!” disse Hermione, impallidendo.
“Cosa? Non gli importa! Praticamente tirano il cibo ai visitatori!”
Attraverso la sala, si poteva udire il suono delle proteste di Francis. “Cibo inglese? No, mi rifiuto di mangiarlo!”
“Francis, non essere maleducato!” esclamò Yao.
“La cucina di Arthur è orrida! Mi rifiuto!”
“Dannato segaiolo!”
“Signor Francis, potrebbe provarne solo un pochino?” chiese Lilli con un cenno del capo. “Non le piace il cibo del signor Arthur, ma questa volta non ha cucinato lui. Chissà, magari sarà buono.”
“Ahhh…” Francis si fece pensieroso per un momento. “Mademoiselle Lilli, hai sollevato una giusta argomentazione. Che adorabile signorina!”
Saltò dal suo posto e abbracciò la biondina, ma improvvisamente Vash si alzò, sbattendo le mani sul tavolo dei Grifondoro e scuotendo i calici e i piatti d’argento.
“Avvicinati di un altro passo a lei e ti trasformo in formaggio svizzero!”
“Eek!”
Tutta la Sala Grande scoppiò a ridere. “Di certo voi ragazzi sapete come fare una prima impressione,” disse Neville.
“Ci proviamo,” replicò Alfred con un ghigno prima di dare un morso al maiale arrosto.
Dopo conversazione, cena e dolce, i soddisfatti studenti di Hogwarts si rilassarono nei loro posti.
“Cavolo, era un po’ da quando non mangiavo tutto questo cibo!” disse Alfred, continuando a ficcare in bocca tartine alla melassa. Specialmente cibo inglese! Gli ricordava di quando Inghilterra fli portava qualcosa da mangiare, quando era piccolo e… Scosse la testa, scacciando i pensieri. “La cena è sempre così ogni notte?”
“Magari non così grande, ma i piatti sono decisamente pieni” disse Ron, dandosi delle pacche sullo stomaco. “Sono pieno!”
“Alle vostre scuole non servono i pasti in questo modo?” chiese Hermione, curiosa. “O c’è un altro metodo per essere serviti?”
Alfred fece una pausa, richiamando alla memoria l’ultima volta che aveva visitato l’Istituto delle Streghe di Salem. C’era anche la Magica Accademia di Baton Rouge in Louisiana e la Scuola di Incantesimi e Trasfigurazione di Oakland, in California da considerare. “Di solito abbiamo solo un mucchio di camerieri che vagano su e giù per i corridoi per prendere le ordinazioni.” Inghiottì un pezzo di tortina prima di mettere giù la forchetta. In quel momento, tutti i piatti si pulirono improvvisamente. “Wow, stupendo!”
Di sicuro avrebbe mangiato di più, ma forse era tempo di dare un’occhiata al posto in cui sarebbe rimasto per il resto dell’anno.
Silente si alzò per fare un altro annuncio. “Bene, ora che stiamo tutti digerendo un magnifico banchetto, vi prego di prestare attenzione un momento sui soliti avvisi di inizio anno.” Notò che Harry, Ron e Hermione si scambiarono sorrisetti quando il vecchio mago menzionò qualcosa a proposito di una foresta proibita. Altrimenti, era il solito blah blah, niente magia nei corridoi, blah blah. L’attenzione di Alfred stava svanendo.
Seriamente, anche se, parlando di magia, non vedeva l’ora di provare di nuovo la sua nuova bacchetta magica. Ciliegio, 13 pollici, con un magnifico nucleo di corde di cuore di drago. Alfred non aveva mai avuto bisogno di una bacchetta prima, lasciando che la parte Magica dell’America se la cavasse da sola. E comunque di solito non avevano bisogno del suo aiuto.
E ancora, era proprio grazie alla comunità magica in America che lui poteva usare la sua bacchetta. La loro magia era la sua magia. Senza di loro, non sarebbe stato capace di fare lievitare quei pomodori, prima (sebbene, col senno di poi, giocare con loro mentre Antonio e Lovino cercavano di mangiarli non era stata probabilmente una buona idea. La sua spalla faceva ancora male da quell’incidente).
Improvvisamente Alfred si accorse del silenzio in Sala Grande. Silente aveva smesso di parlare? Fissando l’attenzione sul tavolo dei professori, notò che la donna bassa col vaporoso cardigan rosa stava facendo degli strani rumori. “Hem, hem!” Stava tossendo? Era malata o simile? Le si era incastrato un osso di pollo in gola?
Silente si sedette e guardò la donna in attesa, aspettando che parlasse. Quando lo fece, sembrò una grattugia per formaggio orecchie di Alfred. Una vocetta acuta da bambinetta. “Grazie, Preside, “ disse “per queste gentili parole di benvenuto. Bene, devo dire che è delizioso essere tornati a Hogwarts! E vdere elle facce così allegre che mi guardano!”
Pensava forse che fossero un branco di bambini dell’asilo? Era l’eroe America la persona a cui stava parlando! Alfred scambiò un’occhiata con Yong Soo, che fece una smorfia, e Feliks, che aveva l’aria di voler strappare quel cardigan perché era un crimine contro la natura. “Grazie a Dio non è americana!”
 La Umbridge riprese a parlare, ma di nuovo, la mente di Alfred iniziò a vagare. C’erano lezioni il giorno dopo, giusto? Non che smaniasse per lavorare, ma se era magia, forse sarebbe stato divertene! “Mi chiedo quali lezioni avrò..” Cavolo, quando era in programma che insegnasse la storia magica americana? Dovevano ancora deciderlo.
“Ehi, Alfred.”
L’americano batté le ciglia, guardandosi attorno. Gli studenti si stavano alzando. “Wow, mi sono perso qualcosa?”. Fece una pausa. “Dove sono Ron e Hermione?”
“Sono prefetti,” replicò Harry. “Devono mostrare la strada a quelli del primo anno. Andiamo, porto voi ragazzi alla torre.”
“Torre?” chiese Feliks, interessato. “Dormiremo in una torre? Delizioso!”
Harry si mise in testa e camminò in relativo silenzio con Alfred e altri che seguivano. Altri studenti stavano lanciando loro occhiate impazienti, alcuni di loro si presentavano prima di correre via. Alfred passò buona parte del tempo a guardarsi in giro e facendo commenti a proposito delle scale che si spostavano, o sui quadri che si muovevano, o sui fantasmi (che lo terrorizzavano).
Finalmente raggiunsero la fine di un corridoio e si fermarono davanti al ritratto di una donna. Allora Harry, che era stato relativamente tranquillo fino ad allora, si bloccò. “Ehm …”
“Niente parola d’ordine, niente entrata,” disse la donna.
“Parola d’ordine?” chiese Alfred.
“ti serve una parola d’ordine per entrare nelle sale comuni” disse Harry. Sembrava frustato. “Grandioso, ora dobbiamo trovare un prefetto o qualcuno che conosca la parola d’ordine.”
Ma in un lampo di fortuna, Neville arrivò correndo lungo il corridoio, gridando qualcosa a proposito di ricordarsi la parola d’ordine o qualcosa di simile. “Mimbulus mimbletonia!” disse, e il dipinto si aprì rivelando una porta.
“Che forza!” esclamò Alfred. “Devo assolutamente fare qualcosa di simile a casa mia!”
Era davvero un luogo confortevole, la sala comune, con poltrone e tavolini, un caminetto e una bacheca. Tutti i Grifondoro nella stanza alzarono lo sguardo al loro arrivo, e la maggior parte corsero da Alfred, Yong Soo e Feliks, iniziando a far loro domande, mentre Harry si defilava e se ne andava.Per Alfred non era un problema rispondere ad alcuni di loro, ma cominciava davvero a essere stanco. Il viaggio in treno lo aveva spossato.
“Grande, sono esausto.” Alfred sbadigliò sonoramente, stiracchiando le braccia. Camminò su per le sclae, passando un cartello che diceva “Dormitorio maschile” e a metà strada si imbatté in una porta. “Rappresentative Mondiali Grifondoro”. Oh, wow, magnifico. Sembra che sia stata preparata apposta per noi. Non appena spinse la porta per aprirla, udì delle voci venire dalla cima delle scale, probabilmente da un’altra stanza.
“Perché me lo chiedi? Leggiti la Gazzetta del Profeta come tua madre, no?” Sembrava Harry e che fosse impegnato in un’accesa discussione.
“Ehi, Alfred, trovato la tua stanza?” L’improvvisa apparizione di Ron fece quasi saltare la nazione.
“Oh, certo.”
“Che cosa sta succedendo lassù?”
Alfred scrollò le spalle. “Non ne ho idea. Sembra che Harry stia litigando o qualcosa di simile.”
“Cavolo. Meglio che me ne occupi. Ci si vede dopo, Alfred.!
“Ok, ci si vede”. Mentre Ron si arrampicava sulle scale, Alfred entrò nel suo dormitorio. C’erano quattro letti fatti, coperte scarlatte coprivano le lenzuola bianche e un baldacchino rosso era diviso da un cordone dorato. Le due finestre nella camera mostravano il cielo notturno fuori. Alfred fu un poco sorpreso di trovare il suo baule già ai piedi di uno dei letti.
“Ahm,’ notte.” Oltrepassando il baule, camminò fino al letto e collassò, preoccupandosi solo di calciare via le scarpe e mettere gli occhiali, Texas, sul vicino comodino. Lo sfinimento lo aveva ormai preso e le su palpebre si chiusero. Dopo pochi minuti, Alfred dormiva.

Note:
La fan fiction è la traduzione di una fan fiction di un’autrice americana, che potete trovare a questo link (http://www.fanfiction.net/s/7180958/1/A-World-History-of-Magic).
E’ il mio primo tentativo di traduzione, quindi se avete correzioni, consigli o simili, sarei felice di ascoltarli.

  
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