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Autore: _Mrs Wellsaid_    06/12/2012    9 recensioni
” Se viviamo la vita con la paura
Aspetterò un migliaio di anni
Solo per vedere di nuovo il tuo sorriso.”
[Harry/Louis]
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 A Virginia, che mi ha insegnato che nessuno è solo.
E scusa se ti ho fatto finire i minuti gratis.
E non canto così bene.
E potrei dire anche altre cose, ma sennò mi tiri qualcosa dietro, perciò lasciamo stare.
Ogni tanto pensa anche a te. Io ci sono.

Ad Elisa, che mi infonde la fiducia che non ho.
Sei perfetta, non cambiare mai.

 

 

A  chi non ha creduto in me.

 

A chi ha detto “non ce la farai.”

 

A Lou e Haz, che ce la devono fare.
#staystrong

 






“… I’m in love with you and all these little things.”

La musica finisce,  le luci si abbassano, fino quasi a creare il buio totale nello studio gremito.
Nonostante ciò, nella penombra si intravedono cinque figure in piedi sul palco.
E’ un attimo.
Le figure diventano quattro.
 

Il riccio corre.
Corre dietro le quinte.
Corre nei camerini.
Si chiude dietro una porta a caso.
La luce è spenta, ma non gli importa.
Harry cerca a tastoni il pavimento. Vi si inginocchia, gattona verso un punto non ben definito, fino a toccare il muro con le spalle.
Appoggiato di schiena.
Ha bisogno di respirare.
Di stare da solo.
Di pensare.
 

“But I’m lost and crushed and cold and confused with no guiding light left inside.”*
 

Si ricorda bene di quando era un comune ragazzo.
A Holmes Chapel le giornate si susseguivano intense e uguali fra loro.
Non aveva molta voglia di studiare, Harry, ma una sfrenata passione per la musica.
La musica gli viveva dentro.
Persino quando puliva il pavimento della panetteria, con il profumo delle brioches calde di forno nelle narici e la scopa in mano, lo faceva a ritmo di musica.
Quella del suo cuore.
Ogni tanto gli si perdeva lo sguardo nel vuoto, immaginando un’altra vita, un’altra realtà, un altro mondo.
Era felice di vivere, Harry.
Aveva un sacco di amici, una band, era popolare e faceva un certo effetto sulle ragazze.
Eppure si chiedeva se non gli mancasse qualcosa.
E aveva provato ad entrare ad X Factor così per gioco.
O almeno questo era ciò che raccontava a chi gli chiedeva il perché, la versione ufficiale.
Voleva un’opinione sincera e disinteressata.
Voleva sapere se le porte di quel mondo che tanto bramava conoscere e che osservava dall’esterno con desiderio, quel mondo che sognava ad occhi aperti, si sarebbero aperte anche a lui.
Ma no, non immaginava che avrebbe trovato l’amore, Harry.
Quello vero, che ti fa sussultare il cuore, che ti fa provare le farfalle nello stomaco, che descritto sembra banale e retorico, ma solo perché non l’hai provato veramente.
Non credeva che la vita sarebbe stata così difficile, che avrebbe dovuto nascondere quello che sentiva.
Non a Louis ma al mondo.
Forse anche a sé stesso.
E non credeva nemmeno che si sarebbe dovuto preoccupare dell’opinione altrui più di quanto non facesse già.
 

-“Harry, fa’ attenzione…”
-“Mamma, sono abituato a lettere del genere. Fa parte del mio lavoro.”
-“Lo so tesoro, ma sei sicuro che ne valga la pena? Non sei più lo stesso, le parole di quelle persone ti hanno fatto male, continuano a fartene… Sei sempre stato sensibile, Har. Io… Ci hai pensato, vero? ci hai pensato qualche volta di fare come dicono loro, di farla finita?”
 

Sei sicuro che ne valga la pena?

No, non lo era.
Non era mai stato sicuro di niente, Harry.
Sperava sempre che qualcuno scegliesse per lui.
E non era realmente abituato alle minacce, alle offese che riceveva ogni giorno.
Bruciavano come ferite aperte.
“Se ti suicidassi sarebbe meglio per tutti”, dicevano.
Parole che gli rimbombavano dentro.
Sua mamma lo conosceva abbastanza bene da averlo capito.
Del resto sarebbe bastato un taglio un po’ più  profondo del solito per farla finita.
O una vasca colma d’acqua.
O una sostanza non ben definita.
Sarebbe stato  semplice, veloce e avrebbe messo fine a quel mormorio che aveva costantemente in testa.
Pensieri che lo tormentavano da mattina a sera.
Se, forse, magari che torturavano la sua coscienza.
 
Passi veloci e sicuri, leggeri sul pavimento del corridoio.
Un lieve bussare alla porta lo fa tornare in parte alla realtà.
La maniglia si abbassa, cigolando piano.
Un profumo familiare, di casa, riempie il vuoto della stanza buia.
La figura che fa capolino dallo stipite non parla, si muove elegantemente verso di lui, nonostante il buio.
Non ha bisogno di interruttori.
Nonostante il buio sa dove andare.
Gli si siede accanto.
Le mani di quel ragazzo che Harry conosce tanto bene passano più volte sul suo viso, ad asciugare lacrime fuggitive di cui non si era accorto, sulle guance  paffute, sulla fronte calda, fra  i morbidi ricci fanciulleschi.
Sempre in silenzio.
 
-“Non voglio che tu mi veda ancora in queste condizioni, Lou.”
 

La testa finisce in mezzo alle ginocchia, a nascondere gli occhi limpidi, ma stanchi e gonfi di pianto, contornati da nere occhiaie che nemmeno il correttore riesce più a camuffare, a nascondere.
Le mani spingono contro la parte inferiore delle cosce, ad aumentare la pressione e si incrociano, quasi nella speranza di ovattare i singhiozzi che ogni tanto escono dalla sua bocca e gli scuotono involontariamente il petto.
Le dita di Louis gli accarezzano delicate il collo e la nuca, tracciando cerchi immaginari che gli causano i brividi.
 

-“Ce la faremo, Haz.”
E Harry lo sa che forse è vero, forse no, ma volge il viso verso il ragazzo occhi cielo che, ne è sicuro, nonostante il buio, nonostante il silenzio, le frasi non dette, ha trovato i suoi, di occhi, e lo fissa sbattendo le lunghe ciglia ramate.
 

-“ Andiamo a casa.”
Non  Holmes Chapel, non  Doncaster, non Londra.
La sua casa è Louis.
In qualunque parte del mondo.

 
 
 
Louis è sempre stato incantato dal Sonno.
Un concetto difficile da spiegare, velato dal mistero.
Mondo parallelo in bilico fra vita e morte.
Tutti quelli che sono i sogni e le paure, per quanto possano essere nascosti, fanno capolino mentre giaci inerme in balìa del fato.
Ma in quel momento, guardando Harry dormire sul letto candido e sfatto, si sente frustrato ed inutile.
Sbagliato.
Vede un angelo davanti a sé, e non riesce a non rimanere senza fiato.
La pelle bianca come il latte, immacolata e pura. I raggi del sole che penetrano dalla tenda leggera ne incontrano i lineamenti e li addolciscono.
I riccioli scomposti scendono a solleticare la fronte e la guancia rivolta al soffitto, appena imporporata, forse dal caldo, forse per dispetto.
Forse per sbattergli in faccia quella sua parvenza d’angelo che tanto lo fa dubitare, che lo spinge ad allungare le dita verso il palmo dischiuso di Harry, per verificarne la tangibilità.
Si, forse é questa la spiegazione di tutti i suoi problemi.
Louis é sbagliato.
Sbaglia quando ha paura di crescere.
Sbaglia quando crede di poter trovare sempre la soluzione per tutto.
Sbaglia quando finge di essere un altro, per dare alle persone quello che vogliono, vivendo in funzione di chi  lo circonda.
Sbaglia anche quando tenta di proteggere Harry.
Proteggerlo dal mondo, dalle paure, dalle ansie, da chi odia.
Non può, non ci riesce.
Non é Dio.
E’ sbagliato.
Non riesce a dargli quello di cui ha bisogno.
Non riesce nemmeno a darlo a sé stesso.
Sarebbe più giusto che entrambi avessero un vita normale.
Ma cosa vuol dire essere normali?
Avere  una ragazza che ti aspetta a braccia aperte al ritorno dal tour, che ti sussurra quanto gli sei mancato.
Diventare parte della massa, fare ciò che il mondo vuole.
Quello che le folle ti ordinano.
Forse essere normali sarebbe la scelta più logica.
Ma Louis è sbagliato.
Eppure quando guarda Harry  non può fare a meno di ringraziare.
Non è arrabbiato con la vita.
Se essere sbagliato significa passare la vita con lui, se significa soffrire, andare contro tutti, contro la corrente che lo spinge verso il posto che dovrebbe occupare, per rimanergli accanto, allora Louis vuole essere sbagliato.
 

“It could be wrong but it should have been right (…)
Love is our resistance,
They’ll keep us apart and they won’t stop breaking us down
Our lips must always be sealed”**
 

Sa che la sofferenza di Harry lui la alimenta ogni giorno, stando con Eleanor, definendo la loro relazione come una stronzata, attaccando chi cerca di difenderla, quando invece è nel torto.
Ma non può fare altro.
Almeno per ora.
Non può prevedere il futuro, sa solo vivere il presente.
Nonostante i divieti, i segreti, i “ti amo” sussurrati appena, nella paura di essere scoperti.
Non può fare nulla, se non rimanere a contemplare il ragazzo sul letto, proprio accanto a lui, con il fiato mozzato.
-“Boo, la vuoi finire di fissarmi?”
Un sorrisetto di scherno si apre sul viso del riccio, la voce arrochita dal silenzio.
Anche Louis sorride, non può fare altro.
-“ Non è colpa mia se sei così bello Haz.”
I suoi occhi sono ancora chiusi, ma sa che si sono illuminati.
Lo conosce troppo bene per non sapere.
E magari non si è nemmeno mai addormentato.
Si è semplicemente lasciato cullare dai respiri del più grande, sentendo il suo sguardo addosso sfiorarlo con delicatezza, come si sfiora qualcosa di proprio.
E magari Louis lo sapeva.
Ma non può fare altro che continuare a fissarlo, intrecciando la propria mano con quella grande e calda del bambino accanto a lui.
Perché che Harry abbia diciotto anni o trenta, rimane sempre il ragazzino di X Factor, con la polo verde ed il cappello grigio, quello con cui asciuga le lacrime della sconfitta.
Harry è ancora quel bambolotto biondo dagli occhi surrealmente reali che lo osserva dalla cornice ambrata che Anne tiene sulla mensola in soggiorno.
 E Louis non sa se potranno mai stare insieme alla luce del giorno.
Se urleranno al mondo l’amore che provano.
Niente glielo può dire.
Continua a stringere la sua mano, non può fare altro.
Non può fare altro.



 


“If we live life in fear
I’ll wait a thousand years
Just to see your  smile again.”***
 
 
*“Ma  sono perso e schiacciato e freddo e confuse senza luce guida rimasta dentro.”
 
**“Potrebbe essere sbagliato ma avrebbe dovuto essere giusto (…)
L’amore è la nostra resistenza,
Ci divideranno e non smetteranno di buttarci giù
Le nostre labbra devono essere serrate”
***” Se viviamo la vita con la paura
Aspetterò un migliaio di anni
Solo per vedere di nuovo il tuo sorriso.”
 
 
 
 
Zaaaalve :33
Questa OS é stata un parto ahahahahah (ma che cavolo rido?)
Si, lo so, è depressa e pesante come un mattone.
Probabilmente non è neppure scritta benissimo, ma non ce la facevo più, sentivo il bisogno di finirla.
L’X Factor a cui mi riferisco è quello UK (mi pare, sembrano passati secoli ahah), dove i ragazzi si sono esibiti proprio quando si è saputa la notizia delle minacce di morte arrivate anche a Holmes Chapel.
E’ passato così tanto che a questo punto avrei dovuto scrivere della ragazza in diciassettesima fila armata, sarebbe stato più attuale :’)
By the way, passiamo a qualche chiarimento.
Allooooora *si sfrega le mani*
la prima frase ovviamente è presa da Little Things (nuooo, ma dai?)
la seconda citazione è una frase di “Guiding Light” dei Muse, dal cd “The Resistance”
la penultima e l’ultima citazione sono entrambe parte di “Resistance”, anche questa nel cd “The Resistance”
Vi consiglio di leggere le traduzioni che ho messo, perché rendono la One Shot un po’ più chiara (almeno credo :3)
A volte non tornano del tutto perché hanno più senso in inglese (ovviamente),
quindi mi auguro che le capiate senza bisogno dei magici asterischi :33
Voglio ringaziare il mio #teamgrimmy(Grà, Boo, Mel), che supporta me e i miei scleri e che scrive frasi assurde insieme a me sulle porte dei bagni anziché cercare di convincermi a non farlo *ogni riferimento a Zayn il kebabbaro è puramente casuale* ,il gruppo “Larry Stylinson is the way” per i mezzi infarti che mi fate venire, Il #TheGays perché nonostante tutti sembrino contro di noi continua a supportare la Larry, Veronica per le serate passate a teorizzare in chat su Facebook ( ci s’ha da parlare di questa cosa di Mr X! Avevamo previsto tutto :33), Valentina e Lenaa per le immagini e le gif del gruppo che (ci potete giurare) prima o poi caricherò :’)
Probabilmente dovrei ringraziare ancora un monte di gente ma ora ho il vuoto tooootale. Capitemi, ho scritto troppo. Sono spompata.
Si, vi ho fatto venire il latte alle ginocchia con questo angolo autore, ma era dovuto.
Dopo questo papiro torno nella mia morbida nuvola rosa.
Anzi, rosa no, che mi fa schifo.
Facciamo arancione.
Assurda :’)
Se avete letto la storia un grazie immenso, se avete letto anche questa parte siete dei santi e se mi lasciate una recensione sappiate che vi amo.
Se poi vi piacerò tanto da finire fra le vostre preferite, ricordate o seguite allora vi do anche un biscotto. Anzi, un bel muffin cioccolatoso.
Adioooooooos.
p.s. Il gran discorso sui sogni è stato causato dagli scleri per le poesie di Lord Byron, o come lo definisco io “Il dongiovanni depresso”.
Sono pensieri miei, ma l’ispirazione mi è venuta a partire da “ Il Sogno”.
Quindi grazie Byr.
Ah, un avvertimento alla Peazer.
Se fai soffrire il mio Big Bear Payne chiamo Zayn che spaca botilia amaza familia.
Peeeace.xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx ( Danielle mi influenza.)
 

 
 
 
  
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