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Autore: Chanelin90    07/12/2012    9 recensioni
La guardia afferrò il mento di Romano, affinchè Francis potesse esaminarlo.
- E’ terribilmente sudicio e rozzo...- constatò altezzoso il francese, guardandolo con pena.
Romano lo sfidò con sguardo rabbioso e di disprezzo.
- …e indisciplinato!- assodò.
-Vuole che segreghiamo questo ladro nelle prigioni ?- domandò la guardia, afferrandolo fermamente per il collo.
- Io.Non.Sono.Un.Ladro!- protestò Romano, cercando inutilmente di divincolarsi.
Francis scrutò, ancora più interessato, il giovane e, sul suo viso, comparve un sorriso malizioso.
- Però non è male! Una volta ripulito potrebbe diventare , addirittura, attraente!-
Romano sgranò gli occhi.
Francis allungò la mano verso di lui.
- NON TI AZZARDARE A TOCCARMI, LURIDO PORCO MANIACO!- urlò Romano, fuori di sé.
- Una bellezza selvaggia!- ridacchiò ambiguo il francese, compiaciuto.
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Nord Italia/Feliciano Vargas, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: Lime | Avvertimenti: Non-con
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IL PRINCIPE E L’ AMANTE
-Capitolo 20-
                                   
                           

                                                                           L’ALBA DI UN NUOVO GIORNO



Romano si svegliò che era appena l’alba.
Antonio, accanto a lui, dormiva ancora della grossa. Stropicciava il naso che veniva solleticato, in continuazione, dai lunghi ricci scuri.
Romano si liberò dal braccio che lo avvolgeva, facendo più piano che poteva e, afferrato un panno per coprirsi, si diresse alla finestra della camera per osservare il panorama mattutino.

Ne erano successe di cose in quei tre anni…
I migliori per il paese e, sinceramente, non i peggiori della vita di Romano.
Come ben si era intuito, quest’ultimo era diventato il “ compagno ”  del re provvisorio. La cosa non gli dispiaceva, nonostante cercasse di mascherarlo.
Antonio non condivideva assolutamente gli atteggiamenti di Francis e, in un certo senso, Romano si sentiva quasi privilegiato a godere del suo amore.
Senza contare che era bravo. Parecchio “bravo”.
Il ragazzo aveva avuto modo anche di prendersi qualche soddisfazione.
Patrick, ad esempio, adesso era impiegato per sturare i caminetti, sempre sporchi di fuliggine, delle camere di corte. Ed erano numerose.
 Era un piacere, di tanto, in tanto, approfittarne per dargli qualche bella pedata nel didietro.  Se Romano avesse i sensi di colpa per questo? Non proprio. Non dopo quello che gli aveva fatto passare.
Un’altra piccola vendetta se l’era presa col vinaiolo del suo villaggio.
Per qualche oscura ragione, i suoi fertili vigneti che si estendevano per una decina di chilometri, adesso, appartenevano a un ex- povero contadino a cui aveva fatto un piccolo sgarbo. Decreto regio. Nulla da eccepire.
Per quanto riguardava Feliciano e Ludivine: i due si frequentavano abitualmente, nonostante fossero entrambi molto impegnati.
La ragazza, destinata a divenire regina al posto d’Antonio a breve, era alle prese con le sue lezioni per amministrare bene il regno, mentre Feliciano studiava da mattina a sera.
Voleva diventare medico. Oramai, si era messo in testa questa fissazione e, probabilmente, coi suggerimenti del diario di Angelié, sarebbe diventato il migliore di tutta la Francia.
A proposito, ad Angelié era stata dedicata una preziosa targa, situata nella Basilica di Greville e l’onta di essere stata dichiarata strega venne subito rettificata, sostituita da una scritta dorata a lei dedicata: “ A colei che ha salvato tanto vite  con spirito generoso e umile devozione”. Mica male.

Romano, fissava l’arancione. Si poteva dire che avesse tutto,adesso.
Cibo, lusso, comodità, potere, denaro, amore…tutto. Era tutto perfetto.
“ Terribilmente perfetto..” sospirò il giovane, allungando la mano, lasciando passare i raggi solari tra le sue dita.
Ora, chiunque, vivendo una vita così agiata , si sarebbe ben guardato dal lamentarsene. Figurarsi uno che aveva fatto il contadino fino a poco tempo fa.
Eppure, Romano, sentiva che c’era qualcosa che non andava.
Lo avvertiva da tempo, oramai.
Era diventata una sensazione sempre più presente e impellente per lui.

- MMM..Roma..sei già sveglio?- mugugnò Antonio, rigirandosi come un gatto tra le coperte, stiracchiandosi rumorosamente.
- Certo! Mica poltrisco tutto il giorno come fai tu!-
Antonio sorrise e gli fece cenno con la mano di tornare a letto.
Le unghie erano ricresciute sane e curate come un tempo.
Quando Romano, obbediente, si sedette sulla sua parte di materasso, il regnate lo abbracciò da dietro, baciandolo dolcemente sulla guancia.
Antonio amava Romano. Romano, a sua volta, ricambiava con ardore.
Tutto questo rendeva le cose molto più difficili di quanto già non fossero.
- Antonio?-
- Dimmi..- sussurrò l’altro, mentre sfiorava, amabilmente, il suo collo e le sue spalle con le labbra carnose.
- Ti devo parlare!-

Romano era ancora frastornato dalla conversazione avuta con Antonio.
Non l’aveva convinto. Come avrebbe potuto?
Stava camminando nei giardini quando s’imbatté in una figura che stava studiando i petali delle rose gialle di cortile: Feliciano.
- Feli?- bofonchiò.
Il bambino.. o meglio: ragazzo, dato che ormai aveva 16 anni e aveva raggiunto, in quanto a statura, il maggiore; si alzò di scatto, salutando festosamente Romano:- Oh fratellone! Giustamente ti cercavo!-
- Che stai facendo?-
- Lo sapevi che la rosa ha proprietà astringenti?-
- Non ho la più pallida idea di cosa significhi e non m’interessa!- tagliò corto il maggiore.
Il suo “vocabolario” , a volte, lo faceva sentire un idiota.
Feliciano, prese un fiore e si avvicinò al fratello, gongolando: - Devo confessarti un segreto!-
Romano sospirò. Un altro segreto. Come quello del girasole che faceva abbassare la febbre o quello dei lombrichi che fertilizzavano i pomodori più delle vacche.
- Sentiamo!-
Feliciano si mise a ridere, ma era una risata nervosa, di quelle antecedenti una crisi di panico: - Si tratta di Ludivine: è incinta!-
Romano sbiancò.
Feliciano aggiunse: - Puoi immaginare chi sia il padre..-
Romano assentì con la testa, lentamente.  Una gocciolina attraversò la fronte: suo fratello stava per diventare padre. IL SUO FRATELLINO.
- Per questo..abbiamo deciso di sposarci..- mormorò il minore, cercando un’espressione del maggiore che, in qualche modo, potesse dargli conforto in un momento così importante.
 Ovviamente, Romano era tutt’altro che di sostegno in quel frangente, dato il suo sguardo fisso, incredulo e vacuo.
Al che, Feliciano, specificò: -..presto..! Il prossimo equinozio di primavera!-  .
- Ma cazzo! E' tra DUE mesi!- constatò il maggiore, allibito.
- Appunto!- confermò il minore -..Volevo dirtelo in modo che, anche tu, ne fossi al corrente e ti tenessi pronto..!-
Romano lo fissò sconcertato: “Oh Cazzo..Mio fratello? Padre? Ma se é uno scapestrato con ancora il moccio al naso!”
Stava avvenendo tutto troppo in fretta.
Romano decise di calmarsi e fece l’unica domanda veramente sensata che si poteva pretendere: - Feliciano, scusa, ma tu..ti senti pronto?-

Feliciano sospirò.
Si mise a circolare per il giardino come un pendolo, ricercando le parole giuste per esprimersi:  - All’inizio, ti confesso, ho avuto un po’ di timore: credevo di non essere all’altezza di un compito così..mm..-
-  Gravoso ?-  questionò il maggiore.
- Impegnativo! Impegnativo, credo calzi di più- completò l’altro.
Continuò: - Ma poi ho capito che, se Dio mi ha mandato questa creatura, IO, che sono suo padre, ho il dovere di prendermene la responsabilità..Per questo, anche se non dovessi esserlo, anche se dovessi avere paura, io..farò del mio meglio per essere un buon genitore!- dichiarò risoluto Feliciano.
Romano, lì per lì, rimase di stucco.
Non sarebbe stato in grado di descriverne il motivo..ma aveva gli occhi lucidi e un sorriso stupido sulle labbra.
Abbracciò il minore, come non aveva mai fatto, e lo strinse forte a sé.
“ Madre, padre…non ha più bisogno di me! E’ diventato adulto, infine!”
Aveva adempiuto il suo dovere.  Il suo compito era terminato.

Le celebrazioni del matrimonio furono quanto di più festoso potesse essere.
Le porte del palazzo, per l’occasione, furono aperte al popolo che, chiaramente, non perse l’occasione per saziare i suoi appetiti e salutare la neo-regina e il suo consorte tra un boccale di vino e un sonetto.
Gli ubriachi affollavano il cortile e i cani non dovettero accontentarsi delle ossa, come avveniva di consueto.

Feliciano passò tra la folla.
 Si era abituato a tutte quelle attenzioni e ricambiava sempre con affetto. A differenza del maggiore.

Feliciano lo scorse nell’ombra, quando ormai era notte fonda.
Stava appoggiato alla colonna e aspettava pazientemente, osservando le stelle, indovinando le costellazioni.
- Romano! Sapevo che ti avrei trovato qui!- si rallegrò il minore- Non hai preso parte hai festeggiamenti!-
Romano rimase con le braccia conserte: - Perdonami, Feli! Lo sai che non mi piacciono le folle!-
- Lo so, lo so! Però io e Ludivine abbiamo già deciso che festeggeremo noi tre, insieme e da soli, non appena terminate le formalità!- esclamò eccitato l’altro.
Il maggiore chiuse le palpebre: - Ecco, proprio di questo volevo parlarti!-
Si scansò dal muro per approcciarsi al minore:  – Non credo riusciremo a festeggiare insieme!-
Feliciano rimase colpito da quell’affermazione. Nondimeno assunse subito il suo consueto tono gioioso:- Non vedo proprio perché no! Credo che riuscirò  a trovarlo un po’ di tempo per stare in pace, insieme alla mia famiglia!-
Romano gli mise una mano sulla spalla, addolorato: - Feliciano, domani io non ci sarò più! Parto all’alba!-

- Che significa? Che..che stai dicendo, Romano? P..perchè devi partire?- domandò confuso.
Romano non era sicuro di riuscire a spiegarsi al fratellino, ma ci avrebbe provato, ugualmente.
 Voleva che lui capisse.Ci teneva. Prima di abbandonarlo definitivamente.
Per questo era rimasto ancora legato a quei luoghi.
- Vedi, Feli, tu hai trovato il tuo posto qui! Questa è la tua casa! E’ qui che devi stare! Con la tua famiglia.. -
Feliciano sbottò, un misto tra dolore e rabbia: - QUELLO CHE DICI NON HA SENSO! TU SEI PARTE DELLA MIA FAMIGLIA! QUESTO E’ ANCHE IL TUO POSTO!-
- Quello che voglio che tu capisca è che questa è la TUA vita! Non la mia! Non ha senso la mia presenza qui! Mi sento..fuori posto!-
Feliciano non si diede per vinto e implorò a mani aperte il fratello, come se stesse parlando con un ciuco. Un ciuco a cui lui teneva molto:  - Ma tu sei mio fratello! Perché è così urgente per te andartene ora? Non capisco!-
- Io non ho ancora capito cosa sto cercando, ma so che non lo troverò qui!- gli dedicò il maggiore, voltandosi a riveder le stelle.
Feliciano non stava piangendo. Ci provava, almeno. Ma non trattenne un singhiozzo amaro:- Non vuoi vedere tuo nipote??-
- Non piangere, Feli! Sarai un genitore fantastico anche senza uno zio a darti consiglio!- assodò il maggiore dandogli una pacca di conforto.
Feliciano si asciugò gli occhi: - Ho bisogno di te!- mormorò.
Romano avvicinò il viso, fino a toccare la fronte del fratellino con la sua: - Fidati, non ne hai bisogno! Te la caverai benissimo!-
A quel punto, Feliciano, si ricompose e assunse un tono serioso che mascherava la sua amarezza e patema d’animo.
- Ne hai già parlato con Antonio?-
Sperava quest’ultimo fosse riuscito a stroncare quella follia.
- Si..- confermò l'altro, rabbuiandosi nel tono.
- E’ che ha detto?-
- Non era d’accordo, in principio…non lo è tutt’ora! Ma ha dovuto accettare!-
 Feliciano strinse i pugni nervoso:- Nemmeno io sono d’accordo!-
Romano gli concesse un sorriso:- Volevo comunque avvisarti! Non volevo andarmene senza almeno salutarti!-
Ci fu un momento di silenzio.
I Vargas rimasero in silenzio a osservare le stelle che brillavano come rugiada nel cielo.
- Questo è un addio?- mormorò, infine, il minore.
- Non lo so..-
- Tornerai?-
- Non lo so..-
- Allora..- Feliciano si bloccò per deglutire un attimo -..spero di rivederti..prima o poi!-
Romano tornò ad abbracciarlo e gli sussurrò all’orecchio con voce, insolitamente, dolce e pacata:- Prega ogni giorno, mi raccomando!-
Il minore ricambiò l’abbraccio, affossando la testa sul petto dell’altro.
Oramai, erano alti uguale, ma Feliciano non aveva mai smesso di considerare il maggiore quello “ grande”: - Anche di più, Romano! Anche di più, addio!- mugolò, staccandosi in fretta da lui.
Poi, dignitosamente si allontanò dal fratello, senza più guardarlo.
Romano lo vide correre via, cercando dissimulare il suo dolore. Esattamente come lui.
 “Lo vedi, Feli?” constatò il maggiore, perdendolo di vista “ Sei cresciuto!”
Non l’avrebbe più protetto. Ed era giusto così.
Le loro strade si dividevano. Anche questo era giusto.

La nave era grande. Almeno  dieci metri d’altezza.
I gabbiani approfittavano dell’altezza per buttarsi a capofitto nel mare e tra le grandi vele.
Romano la fissava ansioso, ma, allo stesso tempo fermo e deciso.
Antonio era accanto a lui: - Sei ancora in tempo, Roma! Resta con me!-
Ancora prima d’interloquire con Feliciano, erano giorni che Antonio provava a farlo desistere dai suoi intenti, ma Romano, nonostante le ripetute minacce di seguirlo, sentiva che doveva prendere il largo. Un po’ come Flavien.
Quest’ultimo aveva risvegliato in Romano il desiderio di mettersi in gioco per cercare se stessi, seguendo il proprio cuore e il proprio istinto. Da soli.
Una parte avrebbe desiderato gettarsi tra le forti braccia di Antonio, urlando che sarebbe rimasto lì per sempre; un’altra, irresistibile, lo spronava a partire alla ricerca del suo stesso destino.

Antonio pronunciò addolorato: - Romano..-
- Antonio..volevo dirti..che ti amo..- dichiarò l’altro, improvvisamente.
Antonio non rispose, ma lo avvolse con un braccio intorno alla spalla per stringerlo a sé.
Romano continuò:- Anche se forse non ci rivedremo più..resterai sempre nel mio cuore! E sai..quanto mi pesa dirlo..,bastardo!-
Antonio non disse nulla e lo baciò appassionatamente.
Nessuno dei due voleva staccarsi da quel vortice, ma l’ultima campana di rame risuonò.
 Era giunto il momento.
- Il giorno che vorrai tornare, Roma..- e gli porse un piccolo oggetto che Romano si mise in tasca.

Imbarcatosi, Romano salutò Antonio.
Quest’ultimo non smise di urlargli parole dolci, lasciandolo rosso e  imbarazzato mentre l’ancora veniva issata.
Romano si accorse anche di Feliciano che si era nascosto dietro un grosso albero per assistere alla scena. Come se sperasse che fosse tutta una menzogna e il fratello ci ripensasse.
Il maggiore salutò anche lui con un cenno.
Feliciano, in un primo momento, s’imbronciò frustrato da quella decisione.
Poi si decise e corse verso il ponticciolo, vicino ad Antonio ricambiando, scuotendo con veemenza la mano: - GRAZIE DI TUTTO, FRATELLO! NON TI DIMENTICHERO’ MAI!-

La nave aveva preso il largo già da un bel pezzo.
Romano era rimasto impietrito sul bordo.
“ Anch’io non vi dimenticherò!”
Girò il capo e osservò una grossa nuvolona scura che si avvicinava inesorabile.
- La prima sfida!- valutò lui - Se sopravvivo, ne sarà valsa la pena!-
E sorrise, sentendo il cuore leggero, mentre la pioggia gli bagnava il volto.

************************************
Fine Capitolo 20.
E con questo termino la mia fanfiction.
Vi è piaciuta?

Spero di si, nonostante il finale possa apparire un po’ amaro.
Alla fine, ogni protagonista ha intrapreso la sua strada seguendo il messaggio di tutta la storia.
Mi dispiace per Antonio, ma non è escluso che, un giorno, possano rincontrarsi.
Sinceramente: vorreste un sequel o un prequel ?

In generale, anche per le altre storie:
In questo periodo avrò molto da fare, però se vorrete suggerirmi idee o darmi dei consigli li accetto sempre ben volentieri.
Perdonate solo la lentezza degli update.

Bè, che dire..:Grazie a tutti!
Un abbraccione e ci vediamo alla prossima storia^^
Chanelin90



****************

Ho finalmente cominciato a scrivere il sequel: Il Destino dell'Amante.

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1614377&i=1..
  
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