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Autore: BlueJayWay    07/12/2012    2 recensioni
“ 'La giornata non sarebbe potuta andare peggio' pensò subito aggrottando le sopracciglia"
Caroline, o meglio Carol, è una ragazza che si distingue sempre dal suo gruppo di amici, prima di tutto perché lei, non sopporta un determinato tipo di musica, e non si fa problemi a farlo capire a tutti. Ma proprio tutti...
Cosa riuscirà a farle cambiare parere? L'insistenza degli amici, che confidano in un suo mutamento? O qualcos'altro?
Altro piccolo esperimento ripreso dai miei archivi Word.
Genere: Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Paul McCartney , Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti :)!Ecco il nuovo capitolo! ammetto che mi sarebbe piaciuto approfondire un po' di piú su questo loro rapporto e sulla figura di Daniel,ma penso che per ora possa bastare anche perché la FF non ruota intorno a lui, almeno, e le altre cose verrano fuori pian piano :).Spero che, nonostante non ci siano Paul e gli altri in questo capitolo,vi piaccia, diciamo che era indispensabile per me farlo :).In caso abbiate consigli o qualcosa che non vi piaccia particolarmente ditemi pure! 
Ringrazio come semrpe tutti quelli che passano a leggere e chi recensisce!
Buona Lettura!
Bye!
Blue Jay Way!




Arrivata davanti alla casa del ragazzo, Carol cominciò a suonare il campanello, con insistenza, premendo con forza il pulsante, senza accennare a levare il dito.
Il suono si sentiva anche all’esterno, lungo, stridulo e ininterrotto. Nel frattempo la ragazza controllava l'orologio sul polso, dopo un minuto esatto lasciò il pulsante. Si massaggiò piano l’indice un po’ dolorante, a causa della posizione in cui lo aveva tenuto, mentre con occhi vigili cominciava a controllare la porta d’entrata.
Dan se la stava prendendo comoda come al solito, e lei stava diventando impaziente come al solito. C'erano tre cose certe: a quell'ora i suoi genitori erano fuori casa, lui era in casa, lui stava ancora poltrendo nel suo letto. A parte le prime due, la terza la irritava parecchio.
Dopo pochi secondi, che lei interpretò come interminabili minuti, allungò di nuovo la mano verso il campanello e in quello stesso istante un ragazzo più alto di lei di almeno una testa, aprì la porta e si fermò all’uscio, cominciando a guardarla con aria stressata e contrariata.
Daniel era un ragazzo alto e slanciato, piuttosto magro ma nonostante questo con delle spalle e delle braccia robuste. Il viso spigoloso, un’espressione apparentemente sempre seria a causa del taglio delle sopracciglia scure, occhi castani chiari, un naso leggermente allungato con una piccola curvatura poco prima della punta che troneggiava elegante sopra delle labbra tanto carnose da fare invidia a qualsiasi ragazza. Capelli scuri, tagliati a caschetto, o qualcosa che più si avvicinava ad un caschetto. Indossava un bellissimo, pigiama.
Guardò ancora la ragazzina con aria scocciata, senza dire nulla.
< Be’ cosa ci fai lì impalato? In tenuta da notte poi! > fece immediatamente Carol spingendo il ragazzo dentro e irrompendo in casa.
< Sai cosa mi è successo oggi? > cominciò subito buttandosi sul divano e guardando il ragazzo che ancora le dava le spalle e con molta calma richiudeva la porta.
< Lo sai? > continuò poi, spostando all’indietro i lunghi ricci che le ricadevano sul viso.
 < No, certo che non lo sai e come potresti mai saperlo? E poi cosa t’importa? Tanto tu puoi permetterti di poltrire fino a chissà che ora! Io invece no, io faccio il mio dovere e mi succedono tutte le disgrazie del mondo! E quando dico tutte le disgrazie del mondo, dico tutte le disgrazie del mondo! >
Daniel si voltò piano verso di lei, e senza badare alla provocazione che gli era stata lanciata sorrise alla ragazza.
< Mi fa piacere che lei si sia accomodata signorina, ora la prego, mi esponga tutti i suoi problemi. Attenda solo un minuto che vado a prendere il mio blocco per gli appunti > gli sfuggì una risata.
< Ah! > sbottò Carol lanciandogli il cuscino addosso.
Daniel lo prese al volo con gesto esperto, raggiunse il divano e rimise il cuscino al suo posto.
< Dai spostati > disse poi alla ragazza sedendosi accanto a lei.
Caroline si spostò per fargli posto e fece poi ricadere la testa sulla sua spalla di Daniel.
Daniel la lasciò fare e le sorrise dandole un bacio sulla fronte. Poi allungò la mano al comodino che stava vicino al divano, per prendere una penna e un blocchetto di carta, solitamente utilizzato per annotare numeri telefonici.
< Povera mia piccola e sfortunata Carol > disse appoggiandole la mano sulla testa.
< Dimmi pure, quali sono oggi le cose che ti turbano e le ragioni per cui mi hai buttato giù dal letto a quest’ora > detto questo cominciò a far finta di prendere appunti. Caroline rise, poi gli strappò di mano entrambi gli oggetti e li buttò sull’altro lato del divano.
< Le due cose direi che sono collegate > rispose la ragazza con tono più calmo, ma sempre irritato.
< Allora dimmelo… Tua sorella ha organizzato una festa in stile Rock N’Roll? Con Beatles al primo posto? > chiese ridacchiando.
< Questo lo hai già fatto tu ieri! > sbottò Carol dandogli un pugno sulla spalla.
< Quel che è successo oggi, è peggio! > continuò guardando Daniel con espressione sconsolata.
< Molto peggio! Ho incontrato Paul McCartney! O meglio quel bassista da quattro soldi mi è venuto addosso con la bicicletta! >
Il ragazzo rimase per un po’ senza parole, incredulo, convinto che la sua amica stesse raccontando una storiella inventata al momento, ma l’atteggiamento della ragazza non provava per nulla la teoria della bugia.
< Spiegati meglio, Caroline! > le disse poi con voce pacata e con la curiosità che cominciava a salire in lui.
Caroline iniziò a spiegare tutte le sue disgrazie, insistendo in particolare sul fatto che Paul le avesse messo fuori uso la bicicletta e che Paul fosse un grattatore di corde perditempo.
Daniel ascoltò tutta la “triste vicenda”, cercando di trattenersi, finché non riuscì più a contenersi e scoppiò a ridere di gusto.
Carol lo guardò contrariata.
< Così è questo il modo con cui una persona più matura e con qualche anno in più aiuta la sua amica? Ma bene! Complimenti Dan! Allora vediamo di rinfacciarti anche il fatto che, a causa della tua festa, oggi non sono andata a lezione?! >
< Ma non era a causa di Paul McCartney? > chiese l’altro coprendosi il viso con il cuscino e continuando a ridere < Sei la sola ragazza che io conosca che può reagire in questo modo dopo aver visto McCartney, lo avessi visto io…>.
< Bah! > sbuffò lei, esasperata < Nessuno mi capisce! > a quelle parole si alzò dal divano e si diresse a passo spedito verso la camera di Daniel.
Daniel si alzò per seguirla < Ma no! Io ti capisco, cara la mia Caroline! Ti capisco e ti compatisco anche > le rispose poi di rimando, continuando a ridacchiare.
Caroline entrò nella camera di Daniel e si precipitò ad un mobiletto, nel quale, erano sistemati con ordine rigoroso numerosi vinili.
< Dov’è? > chiese al ragazzo, cominciando a passarli uno dopo l’altro e assumendo un’espressione disgustata ad ogni copertina che vedeva.
< Dov’è? Scommetto che lo hai buttato! >
< Ti prego Carol, ora calmati, ho capito che hai visto Paul McCartney! Ho capito che la tua giornata non è iniziata nel migliore dei modi, ma calmati, per piacere > si avvicinò a lei e dopo una rapida occhiata alla sua collezione di vinili estrasse quello che Carol cercava.
La copertina raffigurava un paesaggio, disegnato con colori soffusi, sopra la scritta Edward Grieg, e appena sotto, in caratteri poco più grandi, il titolo, “Peer Gynt”. Quel disco gli era stato regalato da Carol qualche anno prima.
“Così ascolti anche qualcosa che è veramente musica” gli aveva detto la ragazza, senza badare al fatto che Daniel avesse già qualche vinile di musica classica nella sua collezione. Da allora, quasi tutte le volte che andava a casa sua, chiedeva di poterlo ascoltare, anche per assicurarsi che Daniel non lo avesse gettato in pasto ai cani.
< Io non butto nulla > aggiunse poi, estraendo il disco dalla custodia e mettendolo sul giradischi < E poi mi piace, lo sai > sorrise alla ragazza e accese l’impianto, impostando il volume non molto alto, in modo da poter continuare a parlare con Caroline.
< Vorrei ben dire! > rispose la ragazza andando a distendersi sul letto disfatto e socchiudendogli occhi per godersi completamente quella musica.
< Così va molto meglio > sorrise poi soddisfatta.
< Se vuoi > disse il ragazzo andando a distendersi sul letto accanto a lei < Dopo andiamo a fare una passeggiata >.
< Va bene, dopo, dopo, però > rispose lei rimanendo con gli occhi socchiusi e prestando più attenzione alla musica che all’amico.
< Certo, cara la mia amica paranoica > Daniel rise e le scompigliò i capelli.
< Stt! Zitto, fermo e ascolta! Questa sì che si può chiamare musica, non quella che fanno i tuoi amici Beatles e altra gente come loro >.
Daniel sospirò guardando il soffitto < Certo Carol! > disse per farla contenta.
< Sai che ti dico? > fece la ragazza voltandosi verso Daniel < Se mi capita di incontrarlo di nuovo gli dico che voglio i soldi per una nuova bicicletta! >
Daniel spalancò gli occhi, cercando di capire se, la sua amica, stesse parlando seriamente o no.
< Scherzi vero? >
< No, certo che no Dan! Non scherzo! >
Daniel portò le mani dietro alla nuca tornando a fissare il soffitto, pensieroso.
< Oh ma, vedrai che non avrai più la sfortuna di incontrarlo, cose del genere capitano solo una volta, Car > disse convinto e sperando allo stesso tempo di avere ragione.
< Be’ si spera, ma se capitasse ancora, ora sai cosa farei > rispose lei convinta, poi sospirò avvicinandosi al ragazzo e abbracciandolo < Meno male che ci sei tu ad ascoltarmi >.
Daniel rise. < Questo ed altro per la mia amica pazza >
Non erano certo fidanzati loro due, se qualcuno poneva a loro quella domanda Carol rispondeva con un
< Mai! Nemmeno se i Beatles si sciogliessero > mentre Daniel si limitava a scuotere la testa sorridendo, anche se ogni tanto aggiungeva ridendo.
< Tu la sposeresti una pazza? >
Il loro rapporto era di una semplice ma profonda amicizia che andava avanti ormai da parecchi anni. Nonostante i gusti a volte contrastanti, nonostante il modo con cui si rapportavano, si volevano più che bene, e riuscivano sempre a comprendersi a modo loro, e diventare il momento più positivo della maggior parte delle loro giornate. Dopotutto la sola presenza di Daniel riusciva a calmare dopo un po’ i nervosismi di Caroline, e lei, pur in modo inconsapevole faceva altrettanto per Dan.
Dopo qualche minuto, mentre la musica continuava ininterrotta a diffondersi nella stanza, Daniel si addormentò di nuovo, assonnato. Caroline dapprima scosse la testa vedendo l’amico di nuovo nel mondo dei sogni, poco dopo si addormentò anche lei.
  
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