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Autore: Hazza_Boo    07/12/2012    1 recensioni
Zayn non può offrire a Liam un bambino, una famiglia, perchè comporterebbe parecchi problemi. Ma può offrirgli la felicità in un modo alternativo. E sa che entrambi hanno bisogno di qualcuno di cui prendersi cura. E chi meglio di Selene cerca affetto?
Ziam con un micetto carino, una torta al cioccolato e un paesaggio innevato :3
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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And love we need is now

Let's hope for some
  Cause oh, we're bleeding out
I belong with you
you belong with me
you're my sweetheart
Ho hey, The Lumineers

 
 
«Amore?» lo richiamò dolcemente Liam.
Zayn alzò gli occhi dal suo giornale, e guardò l’amante sopra le lenti degli occhiali abbassati sul naso. «Dimmi, cucciolo»
«Facciamo un figlio?»
Tra tutte le sciocchezze che Liam Payne aveva sparato in vita sua quella era la peggiore, e vinceva il premio “stronzata dell’anno”. Zayn sospirò, chiuse il giornale, lo buttò sul tavolino di fronte al divano sul quale era seduto, e si tolse gli occhiali. Si massaggiò le palpebre serrate, respirò profondamente e quando fu pronto per rispondere alzò gli occhi su Liam. Il suo ragazzo se ne stava seduto sulla poltrona in diagonale rispetto il divano, con un largo sorriso in volto ed una tazza di tè tra le mani.
«Amore, cucciolo mio, tesorino…»
«Dimmi, caro» Liam era perfettamente a suo agio, tranquillo, sereno e sorridente.
Zayn lo osservò perplesso, cercando il modo per dirgli che… oh, notizia flash, signori! Due uomini non possono fare bambini!
«Liam, tu lo sai vero che…» Zayn si ritrovò a gesticolare con le mani. «beh, che non abbiamo le ovaie. Lo so! Lo so, può essere una cosa sconvolgente per te ma è così»
Liam rise di gusto. «Che sciocco che sei, Zayn! Certo che lo so!»
«Sicuro?»
Il castano annuì sicuro e divertito. «Non è questo quello di cui parlo» spiegò tranquillamente, prima di tornare a sorseggiare il suo tè alla menta. Zayn inarcò le sopracciglia. «E allora cosa?»
Liam allontanò dalle labbra la tazza di tè. «Sei una causa persa, amore. Tutto capelli e niente cervello» si lamentò dolcemente.
Il moro sorrise e ripose gli occhiali da vista sul tavolino, sopra il giornale che stava leggendo, ed accanto alla teiera di porcellana bianca decorata con disegni dettagliati di rose. Con un sospiro si alzò faticosamente dal divano, camminò lentamente verso la poltrona e si sedette sul bracciolo. Liam finì di bere con calma il suo tè, mentre si lasciava accarezzare i capelli dal suo ragazzo.
«Intendo dire,» disse poi, sporgendosi in avanti e posando la tazzina sul tavolino basso. «che vorrei adottare un bambino»
Zayn avrebbe dovuto aspettarselo. Lo stressava con quella storia dal primo giorno che si erano messi insieme. Sospirò e abbassò le spalle, abbattuto.
«Non ne abbiamo già parlato? Un milione di volte, tra l’altro» rispose abbassando lo sguardo sull’amante. Liam sollevò gli occhi e alzò un sopracciglio.
«Dunque?»
«Dunque la mia idea non cambia, amore»
Liam mise il broncio. Oh, sapeva perfettamente come giocare quella partita e prima o poi, Zayn ne era sicuro, avrebbe vinto il gioco.
«Tu non vuoi bambini, lo so, lo so»
«No, non è così.» Zayn gli accarezzò le scapole. «Solo che prima di adottare un bambino bisogna sposarsi. E per sposarci dobbiamo andare in America.»
«O in Spagna, lì accettano i matrimoni gay ed è più vicino. Oh, ma giusto, tu non vuoi sposarti» Liam parlò velocemente e nervoso. Il suo ragazzo sospirò esausto e alzò gli occhi al cielo. Balzò in piedi e si inginocchiò di fronte alla poltrona. Sollevò il volto per guardare negli occhi Liam, il quale se ne stava a braccia conserte, con un volto frustrato e nervoso, di tanto in tanto sbuffava infastidito.
«Liam, non pensi che non siamo ancora pronti per il matrimonio?»
«Zayn, non pensi che sono già tre anni che stiamo insieme e a malapena viviamo sotto lo stesso tetto?» ribatté prontamente Liam, chinando lo sguardo per incontrare quello calmo di Zayn. «E oh, per trasferirci a vivere insieme sono dovuti passare due anni.»
«Ogni cosa ha il suo tempo» il tono calmo e sicuro di Zayn sorprendeva Liam: riusciva sempre a mantenere la calma ed evitare di litigare anche quando il castano faceva il difficile.
«Sì, ma non ti piacerebbe vedere un piccolo bambino scorrazzare per casa? Che ti chiede di giocare a pallone, che vuole il tuo affetto…»
Era così bello vedere quanti viaggi mentali si faceva Liam. Aveva molta fantasia quel ragazzo. Zayn non lo fermò solo perché si era incantato ad ammirare i suoi occhi luminosi, il suo sorriso dolce e speranzoso. In effetti era davvero un peccato non poter realizzare il suo desiderio di diventare padre.
«Non possiamo avere bambini. E se ne adottiamo uno pensa a quanti problemi avrà. Due papà. E tanti altri problemi» cercò di farlo ragionare Zayn, guardandolo premuroso e parlando delicatamente.
Gli si spezzò il cuore quando vide gli occhi di Liam farsi umidi. Non c’era più traccia di frustrazione o nervosismo. No, solo una fottutissima tristezza che faceva stare male anche Zayn. Solo Dio poteva sapere come si sentiva devastato il moro quando vedeva l’amante con gli occhi lucidi, il volto contratto in una smorfia di dolore e malinconia.
«Ma…» la voce di Liam tremò appena. Se la schiarì e proseguì mestamente. «non abbiamo nessuno a cui dare il nostro affetto. Nessuno di cui prenderci cura insieme»
Bingo! Zayn aveva finalmente capito il vero problema del suo ragazzo. Spalancò occhi e bocca sorpreso, poi gli venne l’intuizione. Capì cosa doveva fare.
Sorridendo come un ebete si alzò in piedi e fissò felice Liam dall’alto al basso. L’amante sollevò la testa e lo guardò perplesso.
«Allora è questo» disse chinandosi sul ragazzo. «Tu vuoi qualcuno di cui possiamo prenderci cura insieme, no?»
Liam aveva la fronte corrugata, le labbra socchiuse e stava cercando di capire per quale motivo Zayn pareva… illuminato, come se avesse finalmente intuito qualcosa di geniale. «Beh, sì. Un bambino, un cucciolo, un piccolo esserino, qualcosa che abbia bisogno d’amore.»
«Qualcosa che è stato abbandonato da tutti, che nessuno vuole, non è così?»
Il tono di Zayn era entusiasta. Prese Liam per le spalle e lo guardò negli occhi. Il castano annuì preoccupato. «Sì, pe-perché? Zayn, tutto okay?»
Il moro si allontanò e sorrise felice. «Mai stato meglio.» Prima che se lo dimenticasse doveva farlo. Era davvero un peccato vedere Liam tormentarsi giorno dopo giorno, cercando qualcuno di cui prendersi cura. Magari non era un bambino, magari non parlava però… beh, era meglio di nulla.
Si diresse fuori dal salotto, corse all’ingresso della loro viletta e prese via dall’attaccapanni la sua giacca. La indossò velocemente, poi passò di fronte al piccolo specchio attaccato al muro e si specchiò. Si sistemò i capelli e si guardò compiaciuto e soddisfatto.
Sobbalzò quando sentì la mano di Liam sulla sua spalla. Si era alzato e l’aveva raggiunto. Zayn si voltò sorridente, cinse i fianchi del suo ragazzo e l’avvicinò a sé così tanto che i loro bacini si scontrarono. Tra i brividi ed i loro sorrisi i due si guardarono negli occhi.
«Dove ha intenzione di andare il mio folle fidanzato?» chiese dolcemente Liam, sussurrando con voce sensuale.
Zayn alzò gli occhi al cielo, mordendosi un labbro e sorridendo felice. «Ho solo delle commissioni da fare.» mentì continuando a guardare le labbra di Liam, carnose e rosse, che bramava tanto di baciare.
«Oh, ma che uomo impegnato» Liam lo prese in giro sottovoce, con un leggero sorriso divertito e malizioso sulle labbra. Si avvicinò ancora di più, accarezzò con due dita la guancia di Zayn e, chiudendo gli occhi, lo baciò.
Zayn avrebbe voluto rimanere per sempre così. Abbracciati, a baciarsi e godersi il silenzio e la tranquillità della loro casa. Non poteva offrire a Liam tutto ciò che desiderava, ma almeno una buona parte sì. E, cosa più gli toccava il cuore, si era sentito morire dentro quando aveva visto l’espressione sinceramente triste e sofferente del suo ragazzo, poco prima. Ogni volta che lo vedeva triste non resisteva. Si sentiva male anche lui e non poteva permettersi di farlo soffrire, poiché sennò avrebbe fatto male anche a se stesso.
Staccò delicatamente le sue labbra da quelle del ragazzo, disintrecciando le loro lingue che poco prima si sfioravano con passione.
«Dimmi solo una cosa» allontanò il suo volto da quello di Liam solo per guardarlo negli occhi. Il castano gli rivolse un’espressione interrogativa. «Gatto o cane?» chiese Zayn.
«In che senso…?»
«Dimmi solo chi sceglieresti tra un gatto ed un cane»
Liam chinò gli occhi e rifletté brevemente. «Beh, ho sempre preferito i cani. Però i gatti…»
Zayn pensò che né lui né Liam avevano mai avuto un gatto. Sempre cani, e diventava anche difficile cercare di stargli dietro. Bisognava portarli a spasso almeno una volta al giorno e comportavano tanti altri problemi. Forse un gatto era più semplice.
«Perfetto» tagliò corto Zayn, sentendosi pieno di iniziativa ed energia. «Vado a fare quelle commissioni, okay?»
Liam annuì perplesso e confuso, lasciò che Zayn si allontanasse e si dirigesse verso la porta. Rimase immobile, accigliato, ad osservare il fidanzato aprire la porta di casa, e si chiese cosa gli passasse per la testa. Non era mai stato normale, si ritrovò a pensare divertito.
Poi Zayn si fermò, proprio prima di mettere piede fuori di casa. Si voltò, corse verso Liam e, senza che lui se lo aspettasse, lo abbracciò e lo baciò sulle labbra. Un bacio veloce e a stampo, però pieno d’amore. Liam scoppiò a ridere mentre Zayn si allontanava, diretto verso la porta.
«Sei un folle, Malik!» esclamò ridacchiando felice, prima che porta si chiudesse alle spalle di Zayn.
 
La scatola continuava a muoversi sul sedile dell’auto, accanto a quello del guidatore. Probabilmente ciò che conteneva al suo interno stava per perdere la pazienza, e forse aveva anche già rigurgitato, dato che Zayn aveva preso la patente da meno di due settimane e… beh, si chiedeva come avessero fatto a dargliela dato che aveva preso il minimo voto. Forse aveva fatto impazzire anche i suoi insegnati di scuola guida, o forse si erano stancati di sedersi sul sedile accanto al suo e schiantarsi contro ogni angolo della città, sbraitando di andare piano e frenare.
Ad ogni modo, per grazia dei suoi inseganti di guida – con l’ulcera dopo essere stati in macchina con lui –, aveva preso la patente. Non pensava che gli sarebbe mai servita l’auto fino a quel giorno.
Andare in autobus e portarsi in giro una scatola pesante e traballante, camminare per strada con quel peso tra le braccia, che rischiava di cadergli ad ogni passo, non era molto comodo. L’auto l’aveva aiutato un po’ di più.
Si abbassò sopra il volante, per guardare oltre il parabrezza. In lontananza vide la loro villetta. Appoggiò la schiena sullo schienale del sedile, tenne le mani salde intorno al volante e il piede sull’acceleratore. Non vedeva l’ora di arrivare a casa e osservare la reazione di Liam. Magari non sarebbe stato felice. Insomma, Zayn aveva provato ad assecondare i suoi gusti e le sue scelte, ma non sapeva se l’amante ne sarebbe stato grato. Era certo, però, che quella piccola creaturina dentro la scatola sul sedile accanto, potesse offrire amore e, di sicuro, voleva amore. Infondo aveva solo qualche mese ed era stato abbandonato per strada, senza cibo, né calore, né amore per settimane.
Zayn lanciò un’occhiata alla scatola a cilindro, tutta bella decorata e con un fiocco rosso sul coperchio.
«Gli piacerai, piccola» sorrise Zayn premuroso e dolce. E pensò che, se avesse preso il cane, sarebbe stato più impegnativo tenerlo buono e zitto in una scatola.
Ritornò a guardare la strada, ai bordi e sul marciapiede giacevano mucchi di neve sporca per lo smog. Mentre nei giardini delle varie villette il prato era completamente bianco. Dal cielo plumbeo cadevano ancora dei fiocchi di neve, fluttuavano nell’aria creando una danza leggera e perfetta, fino a posarsi delicatamente sulle superfici.
La villetta si trovava dove la strada finiva. Era la tipica casa inglese, come tutte le altre, ma più isolata dal resto, con un grande giardino ben tenuto – opera del pollice verde di Liam-. La BMW nera entrò nel vialetto, le ruote sfregarono sulla ghiaia. Si fermò di fronte al portone chiuso del garage, e si spense il motore.
 Zayn tolse le chiavi, mettendole nella tasca della lunga ed elegante giacca nera, poi slacciò la cintura ed aprì la portiera. Quando scese dall’auto, con un piccolo saltello, lanciò uno sguardo speranzoso alla porta di casa. Sperò che Liam fosse in casa e, cosa più importante, che gli piacesse la piccola creaturina di cui, d’ora in poi, avrebbero dovuto prendersi cura.
Il ragazzo si tenne chiusa la giacca con una mano, tremando per il freddo e quando respirò si formò una nuvoletta di fumo. Girò intorno alla macchina, passando sopra la neve con gli stivali, raggiunse l’altra portiera ed aprì.  Slacciò la cintura intorno alla scatola, che poi prese in braccio. La tenne stretta e dritta, camminò lentamente e cauto verso la porta, cercando di non fare male al povero esserino che vi era dentro.
Salì i due gradini per raggiungere il portone, poi mise la scatola sotto un braccio, con l’altro estrasse dalla tasca della giacca le chiavi di casa. Con grande fatica, cercando di non fare cadere la scatola, le trovò e le inserì nella serratura. Sospirando esausto girò ed aprì la porta. Prima di entrare in casa la spalancò per bene, dandole un piccolo calcio.
Guardò all’interno ed ascoltò attentamente. Sentì la voce di Liam canticchiare qualcosa dalla cucina. Quindi entrò in casa senza fare rumore, chiuse silenziosamente la porta alle sue spalle e posò le chiavi sul tavolino all’ingresso, sotto lo specchio.
La scatola continuava a muoversi tra le sue braccia, e ora, ciò che vi era dentro, aveva anche iniziato a graffiare con foga. Zayn fece un profondo respiro, la posò sopra il tavolino e si tolse la giacca senza fare rumore. Dopo averla attaccata all’attaccapanni, riprese tra le mani la scatola a cilindro, tentò a non farla cadere e iniziò a camminare lungo il corridoio, avvicinandosi silenzioso alla cucina.
« ‘… you can cry me a river, cry me a river. I cried a river over you…’»
Stava cantando la sua canzone preferita, che Zayn aveva imparato a memoria proprio grazie a lui, il quale la cantava sotto la doccia; mentre cucinava; prima di andare a dormire; quando non aveva nulla da fare; a qualsiasi bambino a cui doveva fare il baby-sitter; anche nel sonno la cantava, a volte.
E se non gli piacesse? Era l’unica cosa che Zayn riusciva a pensare mentre si fermava sulla soglia della cucina, con la scatola in mano. Se rifiutasse di prendersi cura di un cucciolo abbandonato? E, cosa più importante, quel cucciolo sarebbe servito a sostituire i bambini che Zayn e Liam non avrebbero potuto avere?
Liam gli dava le spalle, non si era accorto dell’altro, poiché era troppo impegnato a canticchiare mentre mescolava cioccolata e latte dentro una ciotola. Stava facendo un dolce. Sul tavolo c’erano vari ingredienti, la farina sparsa sul tagliere, uova, latte, cioccolato e altro.
Zayn appoggiò la scatola sul bancone della cucina, lentamente si diresse verso l’amante e, prima che Liam potesse voltarsi, lo abbracciò da dietro.
«Buongiorno, cucciolo» sussurrò dolcemente al suo orecchio. Poi chiuse gli occhi, avvicinò il naso al collo del suo ragazzo e respirò il suo dolce profumo di rose e fiori, che si mischiava all’aroma delizioso del cioccolato e della vaniglia, che stava utilizzando per fare la torta.
«Bentornato, amore» Liam lasciò il mescolo e il contenitore dentro il quale si trovava la cioccolata sciolta. Si voltò ma venne subito intrappolato tra il corpo di Zayn, premuto contro il suo, e il tavolo. Si guardarono negli occhi e si sorrisero, automaticamente, d’istinto.
Liam aveva le mani impastate di farina, un grembiule sporco di cioccolata e latte ma a Zayn non importava sporcarsi, perché sapeva che dopo avrebbero fatto il bagno insieme…
Sorrise malizioso a quel pensiero e si avvicinò al collo dell’altro, lì lasciò del piccoli baci umidi. Gioì a sentire sotto le sue labbra la pelle bollente, morbida e profumata. E Liam chiuse gli occhi, buttò la testa all’indietro e sorrise soddisfatto. Adorava sentire ogni dettaglio delle labbra dell’amante su di sé, dal calore che gli davano fino brividi che gli mettevano.
Zayn restò con il volto nascosto all’incavo del collo di Liam, il quale abbracciò il ragazzo cercando di non sporcargli la maglietta con le mani infarinate.
«Dove sei stato?» chiese in un dolce mormorio Liam. Chiuse gli occhi e si lasciò cullare delle braccia dell’amante, che ora aveva alzato il volto e gli baciava la guancia.
«Ad aiutare me, te e qualcun altro» rispose semplicemente Zayn, per poi baciare delicatamente sulle labbra Liam.
Il castano cercò di approfondire il bacio ma il ragazzo si allontanò. Lo guardò perplesso, mentre Zayn sorrideva ansioso di sapere come avrebbe reagito nel vedere il regalo.
Sotto lo sguardo confuso di Liam, Zayn si voltò, camminò verso il bancone e prese in braccio la scatola. Si avvicinò con essa al suo ragazzo, e gliela mostrò.
«Una… una scatola?» domandò perplesso Liam.
Zayn lo ignorò e continuò a sorridere. «Ha meno di un anno.» spiegò osservando il coperchio. «E’ stata trovata qualche settimana fa… quasi in fin di vita. Senza acqua né cibo, al freddo e sotto la neve. Randagia e abbandonata. »
Si fermò per osservare l’espressione preoccupata e triste di Liam. Non sembrava felice, né ansioso di scoprire cos’era. Era solo triste e premuroso, come se qualcuno gli avesse appena detto che suo figlio si era gravemente ferito giocando a pallone.
E quell’espressione fece capire molto a Zayn. Quindi, con un sorriso dolce e felice, posò la scatola sul tavolo, sciolse il fiocco ed alzò il coperchio. Finalmente la creaturina era libera. Liam si avvicinò cauto, osservando attentamente. Più si avvicinava più la sua espressione cambiava: prima serio e triste, poi incredulo e perplesso ed infine sorridente, allegro, gioioso e dolce.
Dai bordi della scatola cilindrica spuntarono fuori due orecchie a punta, poi due occhi da gatto verdi e curiosi. Infine uscì tutto il musetto, che iniziò a guardarsi intorno spesato e intimorito. Era un gatto di razza europea, piccolissimo, tigrato. Il pelo era marroncino, con striature nere. Le zampette bianche. Aveva una coda stretta e corta, il suo sguardo e tutto in quel piccolo micino era dolce e faceva commuovere Liam.
«Oh, Zayn…» mormorò il castano premendosi una mano sul petto, per calmare l’emozione. Zayn prese il gattino dalla scatola, tenendolo delicatamente in braccio, come se fosse un neonato. Il micino era ancora spaventato da quella novità ma, al canile – nel reparto dei gatti-, gli avevano detto che, essendo molto piccolo e non avendo mai avuto una madre, si sarebbe abituato molto presto.
Liam si avvicinò e iniziò ad accarezzargli dolcemente in mezzo alle orecchie, il micio alzò lo sguardo su di lui e puntò i suoi grandi occhi verdi sui suoi nuovi padroni.
«Mi hanno detto che è come se fosse un neonato» disse dolce Zayn, accarezzando il pelo corto e morbido. Liam non smetteva di sorridere. Era così felice, e osservare quella creaturina lo faceva sentire bene.
«E’ come adottare un bambino, Liam. E’ stata abbandonata, non ha nessuno che le possa dare amore. Al canile la trattavano malissimo. Ha bisogno di noi, delle nostre cure, attenzioni e del nostro amore»
Liam annuì sicuro. Certo, era quello che voleva. Prendersi cura di una piccola creatura come quella. Zayn fu felice di vedere gli occhi di Liam farsi lucidi, e non per tristezza.
«E’ una femmina. Come la possiamo chiamare?» domandò Liam distrattamente, sorridendo al gattino. La quale era timida ma non sembrava più spaventata. Si stava abituando a stare in braccio a Zayn, e le piaceva essere accarezzata e ricevere così tante premure e attenzioni.
«Non un nome comune.» propose Zayn. Poi rifletté brevemente.
I due ragazzi osservarono attentamente il micino, che li guardava incuriosita e muoveva la piccola zampina come se cercasse di afferrare qualcosa. Un nome perfetto per lei poteva essere qualcosa che la rappresentasse. Un nome con un bel significato, magari un po’ misterioso, con una pronuncia dolce e semplice.
Contemporaneamente i due ragazzi sussurrarono: «Selene» si guardarono e sorrisero. A quel dolce suono la gattina alzò il musetto, quasi come se le piacesse il nome.
«Selene, non male» commentò Liam. Ricordandosi tutte le cose che aveva studiato. Chissà perché ma Selene – dea della luna piena, una delle tre facce di Ecate- gli ricordava quel gattino. Già, dolce e bellissima, con qualcosa di misterioso e magico.
«Oh, ma sei perfetta, piccola» sussurrò dolcemente Liam prendendo in braccio Selene, che gli veniva passata delicatamente da Zayn.
«Ora è nostra. » disse con un tono leggermente commosso il moro. La cosa che più gli toccava il cuore era lo sguardo felice e premuroso di Liam, mentre giocherellava con Selene. Non avrebbe mai potuto dargli dei bambini, ovvio. Anche se li avessero addottati ci sarebbero stati sempre dei problemi. Ma era certo che non voleva vederlo soffrire, e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di vederlo felice e in pace con se stesso e il resto del mondo.
«Tutto bene, Zayn?» domandò Liam preoccupato, scrutando il volto pensieroso e incantato di Zayn. Il ragazzo si riprese, scosse la testa e sorrise.
«Ora va tutto bene» disse semplicemente. Poi si avvicinò a Liam, gli lasciò un tenero bacio sulle labbra e, guardandolo negli occhi, mormorò: «Non voglio più vederti triste, okay?» mi si spezza il cuore se penso che… beh, che per noi non sempre saranno facili le cose. Lo pensò ma non lo disse, per evitare che il fragile e sensibile amante non si rattristasse.
Liam fu sincero quando annuì e sorrise Zayn. «Grazie, davvero. » i suoi occhi nocciola si inumidirono e pizzicarono. Non si lasciò scappare le lacrime, però.
Zayn prese un profondo respiro, per scacciare quella malinconia. Poi posò una mano sulla schiena dell’amante e sorrise tenero a Selene.
«Adesso andiamo a farti il bagnetto, che ne dici Sel?»
Liam ridacchiò e si voltò per baciare di nuovo Zayn. E andarono a prendersi cura di quella piccola e perfetta creaturina, donandole tutto il loro amore.
 
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Una piccola ziam one shot verde. E’ dolce, è tutta “amore”, “tesorino mio” e “ti amo, cucciolotto mio” ecc. Spero vi piaccia, però. Ispirata dalla canzone “Oh hey” dei The Lumineers. Non è nulla di speciale, insomma. Uffa, io davvero non capisco perché i finali delle mie fan fiction non mi convincono. Questa os non sapevo come diavolo finirla. E veramente, non lo faccio per modestia o altre stronzate simili, non mi convince per niente. Ho cancellato e riscritto infinite volte il pezzo finale ma… niente. Quindi, se avete dei consigli, ditemi pure e sistemerò. Scusate gli eventuali errori.
Oh, e questa fan fiction non ha senso.
Ps. Ho fame adesso. Mentre scrivevo potevo sentire nelle narici l’odore di cioccolata sciolta, latte, uova, farina, vaniglia e tutto il nauseante romanticismo tra Malik e Liam. Mi devo preoccupare? No, chi se ne frega. Vado a divorarmi un barattolo di Nutella.
Alla prossima. 
  
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