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Autore: Daze    07/12/2012    1 recensioni
La storia di una Musa dal potere capace di distruggere o guarire.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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India, 2012

 

Mi hanno chiamata in molti modi ma il mio vero nome è perso nei secoli, nei sogni delle persone.

 

Ora sono un immaginario umano, una speranza. In un paese dove la donna non è altro che una proprietà, io sono libera, riverita e sacra. Predico nel silenzio e ho fatto mio il mistero. Le persone vengono da me, in un flusso continuo e senza chiedere nulla ottengono ciò desiderano, di cui hanno bisogno.

 

Nel mio sguardo si riflette il gelido spettro del guasto e dalle punte delle mie dita si fonde l'assoluzione riparatrice.

 

Io sono nata per sistemare gli errori. Le molecole del corpo umano, non hanno misteri per me.

 

Arrivano uomini che si trascinano sul proprio tronco e io li rimodello, perfetti come il Creato avrebbe voluto fossero. Entrano nella mia casa ed escono diversi senza una vera e propria memoria di Come neonati, barcollano fuori dalla porta, nessuno li riconosce e nemmeno loro sanno dire più chi siano.

 

Le giornate trascorrevano lente, inevitabili nel mio potere, nella testa percorrevo la mia lunga vita, intervallata da periodi letargici. Dalla Grecia all'India. Nascosta o alla ribalta in un sistema ciclico di mode.

 

Persa nei ricordi non mi accorsi subito dell'uomo che mi stava di fronte.

 

Il suo problema non era visibile ad occhio nudo. L'errore nel suo corpo umano era nascosto tra le costole, tra il rosso del sangue e il rosa delle carni, il cuore appariva deformato. Raggrinzito, più piccolo del normale, perdeva battiti di continuo. Potevo leggere come su di uno schermo i battiti che gli rimanevano prima di spegnersi del tutto.

 

Aisha, cosa vedi?l'uomo aveva usato un nome che non usavo da molto tempo. L'ultimo che lo aveva usato...

 

Nessuno mi chiama così da anni. Chi sei?

 

Che cosa vedi, Aisha?sorrideva, come se lo dovessi riconoscere. Come se sapesse di me.

 

Chi sei?ripetei con più veemenza del dovuto. L'uomo si avvicinò.Come se non lo sapessi. Cosa vedi? Lo vedi questo cuore, Aisha?

 

Mi alzai di scatto, pronta allo scontro, pronta a vedere i Pragmatici piombarmi addosso.

 

Sono il Professor Mason. Non ci conosciamo, ma in molti mi hanno parlato di te e... di quello che puoi fare. Non ho creduto a nulla finché non ti ho vista. Finché i tuoi occhi non mi hanno visto. Sono venuto solo.

 

Se ti hanno raccontato qualcosa su di me, saprai anche che sarà molto difficile che mi fidi.

Non mi interessa che tu lo faccia.

 

Mi alzai in piedi, uno schianto alla finestra alle mie spalle e un dolore acuto alla spina dorsale, un ago e un sussurro all'orecchio. “Aisha, ora cosa vedi?”

 

Alle mie spalle un altro Professor Mason senza difetti, uguale eppur diverso. Mentre scivolavo nell'oscurità, cominciai ad elaborare un corpo più debole per quel clone, per metterlo fuori combattimento ma gli occhi mi si chiusero e la mente si perse nel nulla.

 

Buio, solo una fievole coscienza di me.

 

Voci concitate, lacrime sul mio viso e un formicolio familiare sulle punte delle dita.

 

Di fronte a me persone mai incontrate, di ogni nazionalità. La mia anima li avvolgeva rimodellandoli. Senza braccia, senza qualche dito, una persona senza capelli o i denti storti.

Cambiavano senza che io avessi un vero e proprio controllo. Come in trance, i miei poteri fluivano. Ogni difetto, seppur minimo, veniva risanato.

 

Gente con arti rinati e occhi aggiustati impazzivano all'istante senza che io potessi calmarli e anestetizzargli l'anima e i ricordi. Nel frattempo il mio corpo non era che un recipiente di energia. Sospesa in un liquido gelatinoso, dei tubi uscivano dalla mia bocca ed erano attaccati a braccia e gambe. Elettrodi tenevano sotto controllo il cuore e il cervello.

 

Il tempo passava, ne ero certa, ma inebriata di sensazioni vivevo come in un respiro trattenuto. Poi, sentii solo un intoppo, come quando salti nel vuoto e l'adrenalina va a mille.

 

In gola un grido, un nomeAlice.

 

Un richiamo, straziante e straziatoAlice.

 

Sollevai il capo, completamente lucida. Non riuscivo ad aprire gli occhi e ogni puntura d'ago bruciava come lava nelle vene.

 

State indietro, si è ripresa. Controllate i segni vitali e andate.

 

Professore... ma cosa può essere stato? E come può parlare con gli anestetizzanti che ha in corpo?

 

Zitta! E vai fuori di qui!

 

Anestetizzanti. Mi avevano messo fuori uso per... quanto? Giorni?

E Alice? Chi era? Cosa mi aveva richiamato? Non era il momento per affrontare quelle domande, il professore si avvicinò con circospezione e mi tolse i cerotti che mi chiudevano le palpebre.

 

Rimasi immobile e visualizzai il suo cuore. Batteva forte, ma affaticato. Lo strinsi e lo strinsi ancora, mentre Mason a occhi sbarrati capiva che la sua fine era prossima.

 

Musa, non puoi usare i tuoi poteri per questo...

Lo lasciai a terra e mi concentrai su tutte le persone che stavano nella struttura e mi avevano tenuta imprigionata. Lentamente strinsi le loro gole e, liberandomi dai tubi, mi feci strada verso l'uscita.

 

Ora potevo dedicarmi a cercare Alice e a capire perché il richiamo delle Muse si fosse fatto così forte.

  
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