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Autore: ss55    07/12/2012    2 recensioni
"Fu in quel momento che un grido acuto lacerò la notte.
Carlotte sobbalzò, col cuore in gola, si alzò di scatto e risalì i gradini che la separavano dalla sorella a tre a tre e, spalancando la porta, entrò nella sua camera."
Storia di due sorelline e un'orribile presenza.
Genere: Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Vuoto! Vedi? E'vuoto!- disse Charlotte spalancando per l'ennesima volta le ante dell'armadio della camera della sorella.
-Ma io ho paura lo stesso!- mugugnò la piccola Nancy incrociando le braccia, -Non voglio più dormire qui!-.
Charlotte sbuffò, esasperata; non era certo inconsueto che un bambino avesse paura durante la notte, ma quel vecchio armadio ammuffito doveva aver fatto una certa impressione a Nancy, probabilmente a causa della sua grande mole che incombeva ai piedi del suo letto, all'interno della nuova e ancora vuota camera che le avevano assegnato subito dopo il trasloco.
-E va bene, anche per oggi puoi venire a dormire con me nel letto di papà e mamma- disse, rassegnata; la piccola le si avvicinò e le abbracciò la mano, come temesse che Charlotte si allontanasse troppo.
Dopotutto, avrebbero dovuto aspettare il ritorno dei genitori, in viaggio a Miami, soltanto per altri tre giorni, e poi avrebbe potuto togliersi dalle spalle la responsabilità di badare a Nancy.
 
Il giorno dopo, Charlotte si svegliò dolorante: Nancy le era stata avvinghiata addosso per tutta la notte, e anche ora fece fatica a scrollarsela di dosso per andare a preparare la colazione.
-Ben svegliata- esordì quando la sorella entrò in cucina, dove lei stava cuocendo del pancake, con gli occhietti ancora impastati dal sonno e con Bubi, il suo pupazzo preferito, sotto braccio.
Nancy le rispose con un grugnito e si sedette a tavola, strizzando le palpebre alla luce del sole estivo.
Quel giorno andarono al centro commerciale della città, girando per i negozi, con la futile scusa di dover comprare una nuova confezione di uova e di farina.
Tornarono a casa all'ora di cena, quando, davanti ad un bel piatto di salmone affumicato, Carlotte decise che doveva mettere bene in chiaro una cosa.
-Nancy, non possiamo continuare così, questa notte dormirai nella tua camera. E non si discute!- aggiunse, quando la sorella fece per protestare.
Nancy mise il broncio e incrociò le braccia, ma Charlotte non aveva alcuna intenzione di cedere, così entrambe andarono a dormire nei rispettivi letti.
 
-Charlotte!... Vieni?....ho paura!..-
Charlotte grignì e si rigirò nel letto.
-Charlotte?....-
Quella bambina aveva bisogno di superare le proprie paure da sola, pensò Carlotte, sarebbe stato un errore accontentarla, così richiuse gli occhi facendo finta di non sentire e riabbandonandosi al dolce, caldo torpore del suo morbido giaciglio.
Fu in quel momento che un grido acuto lacerò la notte.
Carlotte sobbalzò, col cuore in gola, si alzò di scatto e risalì i gradini che la separavano dalla sorella a tre a tre e, spalancando la porta, entrò nella sua camera.
Un grido gemello straziò la fresca aria notturna del quartiere.
Solo un biglietto fu ritrovato nella camera insanguinata: 
 
 
-NON ERA VUOTO-.
   
 
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