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Autore: AnimaDannata    07/12/2012    1 recensioni
M è una giovane donna in partenza da Tijuana. Sulla strada incontra un autostoppista, C.
Per noia e per denaro accetta di dividere il lungo viaggio fino a Des Moines con quello sconosciuto fin troppo interessante.
Come andrà a finire questo lungo viaggio? E soprattutto i due riusciranno a sopportarsi per 3.000 Km?
Genere: Commedia, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mangiarono le Fajitas in silenzio. C sembrava non mangiasse da giorni, gustava ogni morso con aria estasiata e non fece caso al fatto che M lo fissava ormai da un po'.
-Che c'è?- chiese sollevando lo sguardo una volta terminato il contenuto del suo piatto. M distolse lo sguardo e riprese a mangiare.
-E' la prima volta che mangi messicano?- chiese la ragazza con un boccone di cibo tra i denti. C la guardò sorridendo.
-non esistono solo ristoranti messicani in Messico!- disse l'uomo fissandola mentre con la forchetta prendeva il cibo dal piatto e se lo portava alla bocca. Una volta finito di masticare bevve un lungo sorso di birra.
-Uno che viene in Messico e non assaggia il cibo messicano è proprio un pazzo.- disse e allontanò il piatto da sè.
-non ne mangi più?- chiese sommessamente l'uomo. La ragazza alzò lo sguardo e gli avvicinò il piatto. L'uomo riprese la forchetta e finì anche il suo pranzo. La guardò di nuovo, e la sorprese ancora una volta a fissarlo.
-sono una buona forchetta!- si giustificò.
-forza...paghiamo e andiamocene. C'è ancora tanta strada per arrivare a Urbandale.- disse la ragazza raccogliendo la borsa dal divanetto e alzandosi. C si pulì la bocca con il tovagliolo e la seguì, superandola alla cassa e pagando il conto.
-sono un uomo di parola, come vedi...- disse mentre chiudeva lo sportello della macchina delicatamente e si allacciava la cintura.
La strada era semi deserta quel giorno, e il caldo, nonostante stesse arrivando la notte era opprimente: neanche con l'aria condizionata si riusciva ad ottenere sollievo. M alzò il volume della radio. Fino all'ingresso del confine erano rimasti in silenzio. C fissava con lo sguardo assorto il paesaggio fuori dal finestrino. M tamburellava le dita lunghe e affusolate sul volante, a ritmo di musica.
-Sei sposato?- chiese poi la ragazza continuando a fissare la strada. C continuò a guardare dal finestrino.
-no. Tu sei fidanzata?- chiese lui di rimando, senza voltarsi.
-cosa ti fa credere che non sia sposata?- chiese lei con un tono di voce vagamente offeso.
-credi che un uomo sano di mente potrebbe sposare un acida come te?- chiese lui finalmente voltandosi.
-potrei fermare la macchina in questo preciso istante e buttarti in strada a fare autostop!- disse lei guardandolo negli occhi per un secondo poi tornando a fissare la strada.
-Si ma so che non lo farai...hai trovato un sostegno economico per il tuo viaggio e non ne farai a meno per così poco!- disse lui sorridendo malignamente.
-questo non significa che debba tenerti per forza affianco a me. In cofano c'è ancora spazio.- disse lei tirandosi indietro i capelli con una mano, tenendo l'altra sul volante.

Aspettarono in coda di arrivare all'ingresso del casello per il confine.
-qualcosa da dichiarare?- disse l'agente illuminando entrambi con una torcia. La ragazza disse di no, diedero i documenti e nel giro di qualche minuto erano già in strada per proseguire il loro viaggio.
Nel giro di un oretta fecero il loro ingresso a Yuma. La strada era molto larga, ai suoi bordi erano presenti palme altissime. ai lati della strada, vari ingressi ai parcheggi di negozi, hotel e zone vitali della città. La ragazza cercò un parcheggio. -non è presto per andare a letto?- chiese l'uomo guardando l'orologio al suo polso.
- A dire la verità ho intenzione di cercare un albergo dove puoi andare a dormire. Io mi faccio una doccia e vado al Platinum Cabaret. Ho letto in una locandina a Mexicali che stanotte c'è un buon dj.- disse prendendo la sua borsa e uscendo dalla macchina.
-Perchè dovrei andare a dormire mentre tu vai in discoteca?- chiese l'uomo alzandosi anche lui dal sedile e chiudendo lo sportello dietro di sè.
-Quanti anni hai? alla tua età vai ancora a ballare?- chiese lei e lui si bloccò e la guardò.
-Credo di sapere ancora come ci si diverte! credi che abbia 40 anni? beh ne ho 32! POSSO ANDARE IN DISCOTECA!- disse lui sbuffando e lei rise, cristallina.
-come vuoi nonno...- disse lei continuando a camminare. Entrarono dentro un motel che sembrava molto meglio di quello della brochure che M teneva in macchina. La ragazza si mise a chiacchierare con il portiere del motel, l'unico dipendente a quanto pareva. Nel frattempo che la ragazza si informava per le camere, C tornò in macchina e prese sia i bagagli della ragazza che i suoi.
-Non hanno camere singole a quanto pare in questo posto- disse sventolando la chiave di una camera con il numero 43 segnato. - credo sia un posto dove portano le prostitute...- disse in un sussurro facendo una faccia leggermente turbata.
- ci dovremo accontentare di dividere il letto...- disse C portando in spalla entrambi i bagagli. Quel motel poteva non essere la fine del mondo in fatto di gusto ed estetica, ma era pulito e ordinato. Fecero le scale per arrivare alla camera 43, aprirono la porta e scaricarono i bagagli su una poltrona.
La camera era abbastanza spaziosa, beige, con un grande letto matrimoniale con lenzuola celesti e copriletto abbinato. Sembrava comodo. Di fronte al letto c'era un mobiletto con una tv di medie dimensioni, nella parete opposta a quella dell'ingresso c'era la porta che dava sul bagno, e una che portava ad un piccolo balcone che poteva essere coperto all'occasione.
-niente male...- disse la ragazza guardando la camera ed entrando nel bagno. - io dormo nel letto, tu per terra. O sulla poltrona. O dentro la vasca.- disse lei aprendo il suo bagaglio. Tirò fuori un asciugamano ed entrò in bagno per farsi una doccia.
-Perchè dovrei dormire per terra se c'è un letto abbastanza grande per entrambi??- chiese raggiungendola dentro il bagno prima che chiudesse la porta. Lei alzò un sopracciglio.
-Io non divido un letto con uno sconosciuto! e ora esci immediatamente, mi devo lavare!- disse spingendolo cortesemente fuori dalla porta.
Chiuse la porta a chiave e si spogliò poggiando i vestiti su uno sgabello. Aprì l'acqua ed entrò dentro la vasca. Fu un sollievo sentire l'acqua sulla pelle, dopo aver sopportato quel caldo torrido per tutto il giorno. Si lavò a lungo con un bagnoschiuma profumato e si sciacquo tenendo gli occhi chiusi e godendosi quell'attimo di relax. Si asciugò bene ogni centimetro del corpo con l'asciugamano, che poi si avvolse attorno al corpo. Uscì dal bagno tamponandosi i capelli con un altro asciugamano trovato in un mobiletto sotto al lavandino.
-Se vuoi entra tu, io ho finito..- disse sedendosi sul letto e accendendo il phon. Il ragazzo entrò in bagno e si lavò a fondo, mettendoci anche più della ragazza. si avvolse l'asciugamano attorno ai fianchi e si mise di fronte allo specchio del lavandino e dopo ave recuperato un rasoio iniziò a farsi la barba.
-Da quanto tempo sei lì?- chiese fissando il riflesso della ragazza nello specchio. Dalla sorpresa si era fatto un piccolo taglio con il rasoio.
-Non ci si dimentica di chiudere la porta a chiave con una sconosciuta a pochi passi. E soprattutto non si lascia la porta semiaperta...comunque sono arrivata adesso, sono scesa al bar della hall e ho preso un paio di birre. Hai finito?- chiese la ragazza fissandolo. Il realtà fissava il suo petto. Non era eccessivamente muscoloso, ma era sodo e quelle linee sottili gli donavano.
-Si, dammi due minuti.- disse lui, si vestì in bagno e quando uscì la guardò: era bellissima. I capelli le ricadevano selvaggi sulle spalle, e quel vestito che indossava non lasciava molto spazio all'immaginazione: era talmente aderente in certi punti che dovette distogliere lo sguardo per non cadere in tentazione.
-ti muovi?- disse lei già sulla porta. I tacchi facevano un rumore forte sulle scale, mentre scendevano nella hall. La ragazza stappò una birra con un anello e gliela porse. Scesero in strada e salirono in macchina, diretti al Platinum Cabaret.
Il locale era piuttosto affollato. Il buttafuori vedendoli in coppia li fece superare la fila ed entrare subito. Una ragazza del genere avrebbe certo attirato gli sguardi di molti all'interno del locale. Infatti così fu. I ragazzi la fissavano, e lei sembrava non accorgersene. Continuò a camminare come se nulla fosse, fino al centro della sala. C si sentì un po' inorgoglito, nel camminare di fianco a lei. Era una coppia particolare, c'era da ammetterlo.
-Nonno, vuoi ballare?- disse lei ridendo, avvicinandosi al suo orecchio per farsi sentire dato che la musica era quasi assordante. Lui scosse la testa.
-vado a prendere da bere...per ora!- disse giustificandosi vista la faccia che fece la ragazza, a mò di "te l'avevo detto, sei vecchio!"
Quando tornò, la trovò intenta a ballare mentre un paio di ragazzi si facevano sotto per corteggiarla. Lei sembrava non fare caso a loro, troppo presa dalla musica e dalla voglia di divertirsi. Sembrava fosse sola nonostante tutta quella gente. Ballava sinuosamente, era uno spettacolo favoloso alla vista.
-Tieni!- urlò lui allungandole uno shot. Lei sembrò risvegliarsi dai suoi pensieri e lo prese, sorridendo. Lo scese tutto d'un fiato, poi fece una faccia disgustata.
-che diavolo è?- urlò storcendo il naso.
-White Russian!- disse lui avvicinandosi al suo orecchio per parlare. Lei fece spallucce e riprese a ballare, tirando C per un braccio e facendolo ballare con lei. I ragazzi che le ballavano attorno sembravano delusi ma non si diedero per vinti. Continuarono a ballarle attorno tutta la sera, nonostante lei li ignorasse senza mezze vie e avesse occhi solo per lui.
-balli bene per essere un vecchio!- disse lei mentre si avvicinava a lui, ballandoli il più vicino possibile.
-andavo in discoteca quando tu eri ancora in fasce!- disse lui stando al gioco. Continuarono a bere White Russian, andando a turno a prenderlo al bar del locale.

La mattina dopo si svegliò frastornata, appesantita e lievemente disgustata. Si guardò attorno e solo dopo qualche minuto si rese conto di essere su una macchina. La sua macchina. Sul sedile del passeggero. Ci volle ancora qualche secondo prima che ci rendesse conto che la macchina era in movimento, e che a guidarla era C.
-fermatifermatifermati!- disse portando la mano alla bocca e lui così fece. aprì di corsa lo sportello e scese per vomitare, sul ciglio della strada.
-tutto ok?- disse l'uomo parcheggiando bene a bordo strada e scendendo per controllare il suo stato di salute. Lei alzò il pollice, con le lacrime agli occhi per lo sforzo.
-Che diavolo ci facciamo in mezzo alla strada?- chiese lei guardandosi attorno.
-Contando che stanotte eri talmente sbronza che ti ho dovuto riportare a casa in braccio e neanche ti sei lamentata del fatto che ho dormito affianco a te, ho pensato fosse meglio che guidassi io stamattina, per andare a Phoenix.- Lei sgranò gli occhi.
-Dovresti essermi riconoscente del fatto che non ho approfittato di te! con quel vestito poi..- disse indicandola. Lei si guardò e si rese conto di essere vestita ancora come la notte prima.
-sono troppo stanca e troppo sbronza ancora per protestare. Te la farò pagare dopo aver bevuto una carafa intera di caffè a Phoenix. Ora torna in macchina e guida, schiavo.- disse lei tornando a sedere nel posto del passeggero della sua amata macchina.
-Come vedi la vecchia a quanto pare sei tu...-




Grazie a Ladywolf per l'immagine <3
  
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