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Autore: silvia_arena    08/12/2012    5 recensioni
Il cyborg lanciò via il corpo di Yamcha, e Katie trattenne un urlo di disperazione.
«Lasciala andare» ammonì Tenshinhan, e il cyborg la lasciò cadere al suolo, vicino al corpo di Yamcha.
La ragazza lo scrutò: i suoi occhi erano vuoti. Fece l’unica cosa che poteva fare.
Pianse.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dr. Gelo, Nuovo personaggio, Yamcha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTA DELL’AUTRICE
Ave, terrestri – e felice Immacolata :D
Eccomi tornata, dopo… ehm… tre mesi d’inattività non odiatemi con la mia prima ff su Dragon Ball, l’anime/manga più bello di sempre. In realtà è la tredicesima ff che scrivo su Dragon Ball, ma la prima abbastanza decente per essere pubblicata.
Come sapete (NdCoscienza: nessuno sa niente perché non ti conosce nessuno) io non riesco a scrivere qualcosa che non contenga un Nuovo Personaggio.
In questo caso è Katie, e fa parte dei Guerrieri Z. Magari un giorno scriverò una ff in cui racconto la sua storia, ma per ora eccovi questa one-shot, ambientata nella Saga degli Androidi, fra le ultime scene dell’episodio 126 “La riunione dei guerrieri” e le prime del 127 “I cyborg”.
Come vedrete già nelle prime righe, il protagonista maschile è Yamcha lo amo non posso farci niente.
Non è nulla di romantico, anzi è un pochino pochino malinconico.
Probabilmente direte: «Ma hai solo riportato i dialoghi e aggiunto qualche altra battuta!»
Lo so, mi dispiace. Ma, quando ho visto quell’episodio, mi sono sentita così male per Yamcha che ho voluto riportare i miei sentimenti, sotto la forma di un Nuovo Personaggio. Questa storia si è scritta da sola. Ehm, no, non mi sono messa sul serio a piangere. Non sono così fuori.
 
La seguente storia non è stata scritta a scopo di lucro. Dragon Ball, Dragon Ball Z, Dragon Ball GT, Dragon Ball Kai e gli OAV tratti sono proprietà della Toei Animation, Fuji TV, Mediaset (?), e Akira Toriyama.
 


Yamcha e Katie correvano per le strade della città, in cerca dei famosi cyborg.
«Non riesco ancora a credere… a quello che sta succedendo…» ansimò Yamcha, con il fiatone per la corsa.
Katie guardò il suo viso: sembrava piuttosto scosso, quasi spaventato. Tipico di lui: prima di un combattimento era sempre sul punto di pentirsene.
«Cos’è, hai paura forse?» lo provocò la ragazza.
L’espressione del guerriero tornò seria e agguerrita, e guardò la ragazza con aria di sfida. «Ti va di scherzare?»
«Affatto» replicò Katie, altrettanto impertinente.
«Stai forse insinuando che abbia voglia di tirarmi indietro? Io sono un guerriero, non cambio mai idea quando si tratta di combattere.»
«Be’, fino a poco fa sembrava che tu volessi cambiare rotta e correre indietro verso casa. Oh, aspetta, tu non hai una casa.»
«E questo cosa c’entra adesso, me lo vorresti spiegare?»
«Niente, è solo che mi piace ribadirlo.»
«Sei davvero insopportabile, un giorno o l’altro ti farò pentire di-»
Il loro battibecco fu interrotto dall’urlo di una donna: sembrava terrorizzata.
Yamcha e Katie si fissarono, paralizzati.
«Aiuto!» continuò la donna.
I due ragazzi ripresero la loro corsa, aumentando la velocità. «Arrivo!» urlò Yamcha. Tipico, sempre pronto a mettersi in mostra quando si parla di fanciulle da salvare.
Arrivarono nel posto da cui sembrava essere provenuto l’urlo, e si nascosero dietro il muro.
«Penso che siano qui vicino» affermò Yamcha.
«Lo credo anch’io» confermò la ragazza. «Ma come diamine faremo a riconoscerli? Chissà che aspetto avranno…»
Si sporsero un po’ dal muro, per vedere meglio ciò che accadeva in strada, e quello che si trovava di fronte ai loro occhi li sconvolse. Uomini, donne e bambini svenuti giacevano dappertutto: sul marciapiede, appoggiati al muro, sui tetti delle automobili.
I ragazzi uscirono dal loro nascondiglio, pronti per affrontare i nemici che avevano combinato quel disastro, ma lì c’erano solo corpi svenuti.
«Ma dove sono andati a finire? Dove sono?!» urlò Yamcha, frustrato. Katie si chiedeva la stessa cosa.
«Non vedo nessuno» rispose a bassa voce, più a sé stessa che al ragazzo.
Ad un tratto captarono qualcuno muoversi. Si misero in guardia, credendo che si trattasse dei cyborg, ma era soltanto un agente terrorizzato che scappava via.
«Ehi, tu, aspetta!» lo chiamò Yamcha, cercando di farsi rivelare dove si trovavano i cyborg, ma l’uomo non si voltò e sparì dalla loro vista.
«A volte mi vergogno di essere una terrestre» commentò Katie, disgustata dalla codardia dell’agente.
«Non lo biasimo» lo difese Yamcha.
«Ci credo» replicò la ragazza.
«Ehi, cosa vorresti-» iniziò a scaldarsi il ragazzo, ma in quel momento avvertirono un’altra presenza: due uomini affacciati a una finestra.
«Voi due alla finestra» li chiamò Katie, e fu felice quando almeno loro non se la diedero a gambe.
«Allora, chi è stato a combinare questo macello? Voi l’avete visto?» domandò Yamcha.
«Be’, sì, erano in due» rispose uno.
«Erano qui un momento fa, ma sono scomparsi subito» aggiunse l’altro.
«Che cosa? Sono scomparsi?» esclamò Katie; poi si voltò verso Yamcha.
«Questa non ci voleva, che guaio» commentò il ragazzo. «Forse è meglio chiamare anche gli altri.»
«E a quale scopo, me lo spieghi?» gli inveì contro la giovane. Erano sul punto di riprendere a litigare, invasi dal panico, quando – per la prima volta – si rivelò Yamcha quello ragionevole.
«No, un momento, stiamo calmi. Se non abbiamo ancora trovato quei due, non ha senso chiamare gli altri» esortò.
«È ciò che pensavo prima» concordò la ragazza, cercando di calmarsi, invano.
A quel punto spuntarono due persone alle loro spalle. “Strano” pensarono i ragazzi “non abbiamo percepito la loro aura. Non saranno…?”
Ma in quel momento non avevano proprio voglia di pensare negativo, così si limitarono a chieder loro informazioni.
«Sentite, per caso avete visto le persone che hanno combinato questo disastro?» chiese Katie.
«Su, rispondete» aggiunse Yamcha.
Mentre Katie e Yamcha squadravano i due che non rispondevano, un brutto presentimento cresceva dentro di loro.
Fin quando realizzarono.
«Ma… ma allora siete…» balbettò Yamcha. Katie era troppo spaventata per parlare.
«Hai capito chi siamo» sentenziò il cyborg.
Yamcha si riprese per un attimo dallo shock e, percependo che Katie era paralizzata dalla paura, l’afferrò per la vita e volò qualche passo indietro.
«No, non può essere» commentò la ragazza, ancora incredula, gli occhi fissi sui due cyborg.
Uno dei due si avvicinò ad una velocità impressionante e coprì la bocca a Yamcha, sollevandolo da terra. Katie, che era appoggiata al corpo di Yamcha, cadde per terra, sbucciandosi i gomiti che aveva usato per sorreggersi.
L’altro cyborg si affrettò a tirarla su e a coprire la bocca pure a lei, facendo particolare attenzione a voltarla in modo che fosse in grado di guardare ciò che veniva fatto a Yamcha.
Sentì Yamcha mugolare, e la ragazza cominciò a tentare di divincolarsi, sentendo tutte le sue forze abbandonarla lentamente.
Era il cyborg, che le stava assorbendo via tutta l’energia combattiva. E probabilmente stava accadendo la stessa cosa anche a Yamcha.
Ma le sofferenze dei due ragazzi non finirono lì.
Un camion stava per centrarli in pieno, ma all’ultimo momento sterzò, sbandò ed esplose, circondando l’ambiente di fuoco.
Dopo diversi secondi di tensione, in cui la ragazza si sentiva sempre più debole, accadde una cosa che per poco non la fece svenire.
Il cyborg trapassò il torace di Yamcha con un braccio.
Katie rimase a fissarlo, con gli occhi spalancati, e quando il cyborg le liberò la bocca – continuando a tenerla immobilizzata –, era così debole che a malapena riusciva a parlare.
Il cyborg tolse il braccio dal corpo di Yamcha ed egli si accasciò, ma non era ancora morto, Katie lo vedeva tremare.
La ragazza era troppo sconvolta per reagire. Sentì che i suoi occhi iniziavano a riempirsi di lacrime. Nella sua debolezza, percepiva l’aura di Yamcha scomparire.
Il sangue iniziava a colare dall’enorme buco creatosi nella sua schiena.
I loro amici iniziarono ad arrivare, ma ciò non sollevò il morale a Katie. Prima Tenshinhan, poi Junior e Crillin, infine Goku. Le loro reazioni era tutte le stesse: spalancavano gli occhi prima dalla sorpresa e dall’orrore, poi dalla rabbia.
Il cyborg lanciò via il corpo di Yamcha, e Katie trattenne un urlo di disperazione. Guardare impotente quella scena l’aveva traumatizzata, e non riusciva ancora a riprendersi dallo shock.
«Lasciala andare» ammonì Tenshinhan, e il cyborg la lasciò cadere al suolo, vicino al corpo di Yamcha.
La ragazza lo scrutò: i suoi occhi erano vuoti. Fece l’unica cosa che poteva fare.
Pianse.
 


Eccomi qua, di nuovo.
Allora, un po’ di chiarimenti sulla storia: la battuta di Katie «Oh, aspetta, tu non hai una casa» è un riferimento al fatto che Yamcha ha rotto con Bulma e quindi, di conseguenza, non vive più con lei.
Secondo: so che Yamcha non muore in quell’occasione ma, ammettiamolo, è quello che tutti abbiamo creduto – e che probabilmente sarebbe accaduto se Goku non avesse suggerito i fagioli di Balzar.
Terzo: il titolo. PARDON, ma faccio pena a scegliere i titoli.
Quarto: ora che la rileggo prima di pubblicarla, neanch’io sono molto convinta. Non è uno dei miei scritti migliori, mi sembra quasi priva di senso. Ma lascio giudicare i lettori. Grazie per averla letta
   
 
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