Sorrido soddisfatto,scavalcando con un veloce salto la ringhiera. Sono riuscito ancora una volta a convincerla a venire con me,non che sia stato difficile. Lei,in risposta al mio sorriso,mi guarda imbronciata e arrabbiata con se stessa perché non è mai capace di dirmi un semplice “No”. Batto con la mano sul punto che ho scavalcato,per invitarla a fare lo stesso.

-Ora siamo colpevoli di effrazione?

-No perché…- infilo una mano nella tasca,per cercarla.-ho la chiave.

E sorrido ancora,sventolando l’oggetto di fronte ai suoi occhi. Seguo la sua sagoma,che invece di scavalcare,aggira lo ostacolo,per aprire con facilità il cancello …. Fisso allibito e stupito quel traditore. Alzo lentamente il mio braccio sinistro e lo indico,con la bocca mezza aperta. E poi mi giustifico per la figuraccia appena fatta.

-Stamattina era chiuso.


 
Apro con facilità la porta della Catalina 2. E aspetto che passi prima lei.

-No,solo di furto e violazione di domicilio.

E’ancora allibita per quello che sta facendo. E io più divertito di prima,con una non-chalance degna dei Jane,accompagno il suo passaggio con un gesto della mano.

-Prima le signore.

Ci fermiamo nel salotto e lei inizia con le sue solite domande di rutine.

-Come fai a essere così sicuro che l’assassino lavori alla Wintergrove Reality?

-Immagina Lisbon… con un modico anticipo del 20%  tutto questo potrebbe essere tuo- le rispondo io,allargando le braccia. E lei mi guarda,ancora stupita,lasciando che si formi quella deliziosa ruga vicino alla bocca,guardandomi come se mi volesse disintegrare. Dopo averle chiarito tutti i dubbi le faccio strada verso la cucina. E poi lo vedo lì,che mi chiama,che mi attrae a lui. Un oggetto utilissimo per prenderla in giro ancora un po’. Insomma,non è colpa mia,sono le situazioni i cui che mi ritrovo che mi costringono a farlo.

-Oh,qui,vuoi da bere?- e sollevo velocemente una finta tazza,con un fitto vassoio appiccicato sotto. Lo porto verso le sue mani,sperando quasi che ci caschi. Per tutta sua risposta,ho ancora una delle sue noiose domande, a cui io non faccio molto caso,posando l’oggetto sulla penisola della cucina e ridere di gusto per il mio ultimo gesto.

-Questo non prova ancora che l’assassino sia un dipendente della Wintergrove.

Cammino fino dietro la penisola,che ho deciso sarà il nostro nascondiglio.

-Beh,se non era uno di loro,perché non lasciare qui il cadavere?

Si avvicina a me,pronta a strozzarmi con le sue mani,per la mia indifferenza verso quelli che secondo lei sono dei reati.

-Qual è il movente?-mi sta sfidando,ma io non sono affatto impreparato.

-E’ successo qualcosa al raduno della società. Qualcosa che…

-Cosa?-chiede impaziente lei.

-Beh,lo chiederemo a chi entrerà da quella porta.- indico scattante il luogo da cui siamo entrati e altrettanto velocemente mi siedo a terra,per poi ordinarle:

-Giù.

-Veramente?- chiede inclinando la testa,ma allo stesso tempo consapevole di non avere scelta.

-Andiamo.-la invito io. Si siede accanto a me. Un po’ imbarazzato,ma sempre molto divertito,la saluta facendo spallucce e sorridendo.

-Ciao.

-Ciao-risponde stanca di replicare Teresa.

Saranno passate due o tre ore. Lisbon si è addormentata,ha la testa appoggiata al marmo della penisola della cucina. Io,personalmente non ho chiuso occhio,incapace come sempre di dormire. Non mi lamento però. Perché ho potuto per tutto il tempo stare ad osservarla,ad osservare i suoi lineamenti del viso,che rispecchiano molto la stanchezza fisica,ma anche la sua dolcezza che quando è sveglia nasconde. Mi dispiace di non aver potuto perdermi nei suoi bellissimi smeraldi,ma come disse lei una volta “non si può avere tutto dalla vita.”
La vedo agitarsi, farfuglia qualcosa nel sonno,forse un po’ spaventata. E il più delicatamente possibile,timoroso se farlo o meno,allungo il mio braccio e le tocco leggermente il suo per svegliarla.

Stordita e stupita di trovarmi di fronte a lei,scuote la testa a destra e a sinistra, e con voce molto flebile -ma terribilmente sexy- si domanda cosa stia succedendo. Con il suo stesso tono di voce le rispondo.

-Tutto apposto. Parlavi nel sonno.- sono consapevole del fatto che il mio reale obiettivo era quello di svegliarla per parlarle un po’,per sentire la sua voce e vedere i suoi occhi. E poi mi stavo annoiando. No che fissarla sia stato un passatempo malvagio…

-Davvero?- è incredula ancora,ha paura che si sia resa ridicola,o che abbia detto cose che io non dovrei sentire. Ma invece di stuzzicarla,le faccio capire che non la voglio prendere in giro.

-E un po’ a vanvera.

Ancora spaventata da quello che ha ipoteticamente sussurrato,mi chiede – che cosa ho detto?
-Beh-faccio ancora spallucce,imbarazzato perché non ho realmente capito cosa farfugliava nel sonno,capisco che sia preoccupata del fatto che io ho probabilmente inteso cose abbastanza compromettenti per lei. Il silenzio e l’atmosfera sono di pace,ma allo stesso tempo di tensione emotiva. Ma si sa,la mia fortuna non ha limiti,l’assassino sta arrivando.-arriva qualcuno.




 
 
Che ne dite? Vorrei davvero sapere cosa ne pensate,accetto volentieri critiche. Questa la dedico a mici71 che mi segue sempre e alla mia nuova amica itsjude (e vi consiglio di leggere le sue storie perché è davvero brava :D) vostra,
Th.